È un caldo pomeriggio estivo.

Sto riflettendo, riparato dalla frescura offertami da un ciliegio dal piacevole odore, quando la mia attenzione viene attirata da una piccola creatura persa nella distesa di girasoli che ho davanti. La cucciola d'uomo che ho deciso di portarmi dietro m'incuriosisce. È fragile e semplice, passa il suo tempo intrattenendosi con frivolezze; improvvisa conversazioni mute fra fili d'erba, intreccia collane di fiori, si meraviglia per l'ovvio, importuna Jaken, e spesso mi guarda. Non parla mai, forse non è capace di farlo. A volte, sembra spaventarsi per cose che solo lei vede … e in quei momenti mi si avvicina timidamente, cercando protezione. Sciocca, non sa chi sono …

Raccoglie un girasole e la vedo correre, sorridente. Inciampa, cade, rotola giù per la collina graffiandosi il corpo delicato, si ferma a pochi passi da me. Cerca di eliminare le prove della sua goffaggine rassettandosi il Kimono, passandosi una mano sulle ginocchia impolverate.

Si ricorda del suo girasole, lo raccoglie e me lo porge. Uno dei suoi frivoli omaggi ...lo guardo con sufficienza, eppure, qualcosa mi impedisce di rifiutarlo. Seguo l'istinto, il mio unico consigliere, e lo afferro, sfiorando per un attimo la mano delicata e piccola della cucciola umana che mi sta guardando. E nel vederla così non posso evitare il paragone con il fiore che ha raccolto. Anche lei, come i girasoli guardano la sfera di luce che li illumina, mi osserva dal basso con i suoi grandi occhi scuri, pretendendo cure, protezione, conforto. E io mi stupisco ancora una volta di me stesso, nell'accontentarla.

“Siedi.” Il mio invito suona come un ordine e lei lo esegue, obbediente.

Osservo il girasole che mi ha donato.

Il buon odore della cucciola d'uomo si fa più vicino, percepisco il calore della sua chioma di capelli scuri che si posa contro la stoffa della mia veste. Fastidio che svanisce nell'istante in cui mi volto.

Il viso coperto dalla frangia scompigliata, le mani piccole chiuse a stringere il tessuto del mio kimono, la bambina non ha paura. Non mi teme, e si prende confidenze che non le ho concesso. Con un tocco delicato, le scosto i capelli.

Dorme.

Questo delirio senza capo né coda è stato “partorito” in treno … dev'essere colpa del caldo che mi sta dando alla testa XD

Lasciatemi un commento (per capire se è veramente un delirio o se per qualcuno ha un senso) se vi va!