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Autore: jaj984    09/01/2009    0 recensioni
Un tuffo tra le pagine, del diario di viaggio di Kaori a Barcellona.
Una città piena d'arte e di vita, magica e mediterranea.
La città di Gaudì, Piccasso, Lluís Domènech i Montaner, Miro e Dalì.
La città dei parchi sempre in fiore anche in pieno inverno.
La città delle fontane con splendidi giochi di luce.
Insomma una città magica, per un viaggio unico, che porterà Kaori lontana da Ryo per cinque giorni.
Cosa succederà in questo viaggio con le ragazze?
Lo scoprirete solo leggendo questa breve fan fiction!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Sono al gate dell’aeroporto di Tokyo, con Saeko, Miki, Kazue, Sayuri e due amiche di Saeko e Kazue.
Stiamo andando a Barcellona! Solo noi ragazze, senza voi uomini.
È la prima volta che mi allontano da te, da quel giorno famoso di due anni fa, quando mi dichiarasti che ero importante per te e avresti sopravvissuto solo ed esclusivamente per la persona che amavi, le cose tra di noi piano, piano, passo dopo passo sono migliorate.
Ora si può tranquillamente affermare di essere una coppia in tutti i sensi, non mascheri più la tua gelosia e i tuoi sentimenti per me.
Mi ricordo come fosse ieri il nostro primo bacio, è stato magico, irreale per me. 
Come ogni sera facevamo una passeggiata nel parco, ci piace molto stare da soli nel parco al tramonto senza nessuno attorno è un modo per staccare da tutti e pensare solo a noi.
Dicevo, eravamo nel nostro parco dopo una giornata stressante, l’ennesima cliente che ci aveva provato con te, questa volta, però era molto insistente, non voleva capire che per lei non c’era spazio nella tua vita.
L’odiavo con tutta l’anima, perché si prendeva tutti i miei spazi, tutti quei pochi momenti in cui io e te potevamo stare da soli e goderci la nostra intimità.
Mi pare che si chiamasse Melissa, un’americana da strapazzo, la classica bonazza tutte curve e poco cervello.
Non mi ricordo che cavolo avesse inventato pur di portarti al letto e soprattutto, non mi ricordo il motivo per cui non è voluta rimanere con Miki quella sera.
Mi ricordo solo di noi due, mano nella mano, che camminiamo nel parco, tu che mi abbracci e il nostro bacio. Magico, unico.
È successo tutto così all’improvviso che non mi sono subito resa conto subito di quello che era successo.
Ricordo, però, con soddisfazione la faccia da cretina della nostra cliente e i nostri commenti, quando, FINALMENTE, noi due riusciamo a rimanere da soli.
Da quel giorno nessun’altra cliente ci ha provato con te, ed io sono sempre meno gelosa, perché ogni giorno tu stai con me e non con loro.
Ogni notte fai l’amore con me e non con quelle gatte morte.
Invece la tua gelosia non si è calmata.
Anzi è aumentata o semplicemente puoi esprimerla apertamente.
Quei pochi clienti maschi che abbiamo, devono prima passare sotto la tua supervisione e devono capire al volo che non devono provarci con me o sono degli uomini morti.
Basta un semplice complimento che tu fai subito capire che sai benissimo che sono carina e che sono la tua donna.
Chissà se alla fine la smetterai con questa gelosia.
Questa tua assurda gelosia ci ha fatto litigare per la mia decisione di partire.
La tua stupida paura che io mi possa stancare di te e che in questo viaggio mi possa dimenticare di te, trovandomi qualcun altro.
Assurdo! E’ impossibile!
Come potrei mai dimenticarmi di te o trovarmi qualcun altro?
Io ti ho aspettato per anni e ora credi davvero che potrei mandare a quel paese tutti questi anni di sacrifici?
No, se lo pensi, davvero, allora non mi conosci abbastanza.
Sono passati solo pochi minuti da quando ci siamo lasciati e già mi manchi!
Ci siamo lasciati tristemente, mi hai guardato attraversare i metal detector.
Vedi, Amo, funzionano bene, anzi benissimo, hanno suonato anche per un fermaglio per capelli e tu che volevi farmi portare con me la pistola.
Già così ti sei preoccupato perché mi hanno perquisito e appena ho posato le mie cose, sulla panchina per sistemarmi, mi hai chiamato preoccupato e arrabbiato perché hanno osato sfiorarmi.
Ti ho pure preso in giro dicendoti che il poliziotto era pure carino e che non mi è per nulla dispiaciuto essere perquisita da un bel ragazzo come lui.
Tu hai grugnito ed io sono scoppiata a ridere.
Mi hai detto che sono una stronza e ti ho risposto che hai ragione, che sono stata stronza, ma mi sono divertita troppo a giocare con la tua gelosia.
Le ragazze mi hanno sfottuto, anzi ci hanno sfottuto, e noi abbiamo riso come pazzi al telefono.
Quando stavamo per lasciarci, ci mancava poco che mi mettessi a piangere, ti stringevo forte e non volevo lasciarti.
Tu dolcemente mi hai baciato e accarezzato la testa e mi hai fatto staccare da te, hai capito anche tu che questo viaggio ci avrebbe fatto bene, avremmo imparato a vivere per un po’ senza l’altro. Anche se è difficile!
È difficile vivere senza di te, non faccio altro che stare 24 ore su 24 con te, da otto anni precisamente, di cui gli ultimi due passati come coppia.
Poiché le nostre amiche e mia sorella rompevano, ho dovuto chiudere la chiamata e ti ho dovuto lasciare andare.
Non ti sento da dieci minuti e sono qui aspettando questo maledetto aereo scrivendo e messaggiandoti.
Ti ho scritto che mi manchi già e che senza di te sento freddo, senza le tue braccia che mi stringono quando ho paura.
Mi hai risposto che ora Shinjuku riavrà il suo stallone, però, prima che cominciassi a infuriarmi, mi hai mandato un altro messaggio dicendo che scherzavi!
Sperando che tu dica la verità mi avvio con le ragazze a mangiare un boccone.
Mangio e scrivo su questo diario.
Scrivo il mio diario di viaggio.
Scrivo di quest’avventura appena iniziata.
Sgranocchio un cornetto e parlicchio con le ragazze e tadan …
… esce l’argomento magico …
… bambini!
Tutte dicono che sarebbe bello avere un figlio e mi chiedono come mai tu ed io non ci abbiamo pensato.
Rispondo rivolgendo la stessa domanda a Miki, lei arrossisce e dice che non ci hanno neanche tentato, per loro andava bene così, non ne sentivano il bisogno, invece negli ultimi tempi ci stanno facendo un pensierino.
Hanno deciso che quando tornerà dalla Spagna ci proveranno.
Rivolgiamo l’altra domanda a Kazue e lei dice che non vuole figli per il momento, Mick gli basta e avanza come bambino da curare.
Rido: è la pura verità! Tu e Mick in questo siete identici.
La guardo e le sorrido, il suo viso si rattrista e continua dicendo: “Volete sapere la verità? Sono io che non voglio bambini, non voglio che mio figlio servi a tappare dei buchi di una storia che fa acqua da tutte le parti, lui lo vorrebbe, ma chi mi assicura che poi realmente cambi? ”
Ci risiamo quello stronzo del tuo amico ha ricominciato a tradirla.
Voglio un bene dell’anima a Mick, ma lo odio quando tradisce quella povera Kazue, non l’ama e allora la lasciasse in pace, ti giuro se vengo a sapere che in questi giorni in cui non ci sono stata tu ne hai approfittato per andare dalle tue adorate conigliette, prima ti metto le corna anche io dopodiché ti castro.
Ora tocca a me rispondere “Perché non abbiamo pensato ad avere bambini?”
Ehehehe che gli rispondo ora?
La verità è che non ci abbiamo mai pensato, non ci ha mai sfiorato l’idea di averne uno, forse perché è troppo presto o forse perché stiamo bene così. Io non desidero altro per il momento, sto bene così.
Dopo un bel po’ di ritardo è annunciato il nostro volo, il 6241 direzione Barcellona.
Siamo emozionate, si parteeeee!
Ti chiamo e ti avverto che devo spegnere il cellulare, ci salutiamo e ci diamo appuntamento al mio arrivo a Barcellona.
Superiamo il gate, saliamo a bordo del pulmino e ci dirigiamo verso l’aereo.
Saliamo a bordo emozionate, la scaletta che traballa, sensazioni di vertigini mischiate all’eccitazione.
Dopo un po’ di fila entriamo e inizia la caccia al posto.
Li troviamo, facciamo spostare l’usurpatore di turno e ci sistemiamo.
7 A Sayuri
7 B Miki
7 C Io
8 B Kazue
6 C Saeko
6 D Michiru, un’amica di Saeko e Kazue, simpatica quel tanto che basta per sopportarla in viaggio.
Siamo pronte per partire!
Le istruzioni di rito delle hostess, il comandante ci da il benvenuto a bordo e si parte!!!!!!
L’aereo fa un giro della pista e inizia il decollo.
Sensazione di vuoto allo stomaco!
Ridiamo come matte, Kazue e Miki si danno la mano l’un'altra, per la paura del decollo.
Alla fine si stabilizza tutto e iniziamo a chiacchierare, scherzare, ridere  a farci foto e a dormicchiare fino all’ora di pranzo.
L’ora di pranzo arriva e iniziamo a tradurre il menù.
Tutta fatica sprecata!
Passano le hostess e ci dicono che hanno solo due tipi di panini.
Arriva il nostro turno e ci dicono che è rimasto un solo panino che noi dividiamo in tre.
A questo punto scatta, il commento sul cibo scherzando, ovviamente, per non farci accorgere dalle hostess che parlano solo spagnolo e un po’ d’inglese.
Sayuri, per tutto il viaggio, organizza il piano turistico.
Consulta guide, sceglie gli itinerari e con piantina alla mano tenta di capire che morte dobbiamo fare per arrivare in hotel.
Noi invece, da brave turiste ci addormentiamo e ci risvegliamo solo quando il comandante ci avverte, in spagnolo, che stiamo per arrivare.
Io miracolosamente, non conoscendo lo spagnolo, tranne per quelle quattro cose che mi hai insegnato tu, capisco il comandante.
L’aereo si abbassa e i vuoti d’aria si fanno più presenti.
Quella strana sensazione allo stomaco torna a far capolino in me, guardo fuori dal finestrino e ammiro le nuvole.
Mi sembra strano volare dentro le nuvole, vedo tutto bianco.
Ecco, ci siamo tocchiamo terra, l’aereo frena, la pista è bagnata, l’hostess ci ringrazia e noi guardiamo estasiate fuori dal finestrino.
Ci siamo tra poco i nostri piedi toccheranno il suolo spagnolo, appena quest’aereo si fermerà.
Finalmente ci siamo si è fermato, raccolgo le mie cose e scendo.
Prendiamo l’autobus che ci accompagna nell’aeroporto.
Non ci sembra vero, ci siamo, siamo arrivate!
Siamo a Barcellona!
Il tempo è umido ma fa caldo ci sono tredici gradi.
Entriamo in aeroporto e ci dirigiamo nella zona cambio.
Cambiamo i nostri Yen(¥) in euro (€) e ci dirigiamo verso l’uscita.
Ti avverto mentre c’incamminiamo a prendere l’autobus che ci porterà in hotel, saliamo e paghiamo il biglietto.
Quattro euro e cinque centesimi, mi raccomando i cinque cent senza di quelli non si andava da nessuna parte.
Grrr, che rabbia, che possa andare a ‘fanculo l’autista e i suoi dannati 5 cent.
In ogni modo questo dannato autobus, dopo tre fermate (escluse quelle dell’aeroporto) arriva a Plaça de l’Universitat, dove scendiamo e qui inizia la nostra caccia all’albergo.
Dopo vari giri finalmente ci arriviamo, però, naturalmente non prima di aver fatto colpo su i ragazzi locali.
Infatti, mentre attraversiamo la piazza dei ragazzi che facevano skate, si sono fermati a corteggiare me e Kazue.
Ma è possibile che neanche arriviamo in Spagna che gli “hombre” spagnoli ci vogliano abbordare?
Noi ridiamo e li lasciamo fare, facendo finta di non capire.
Alla fine dopo tre ore di giri arriviamo in hotel, ci sistemiamo e ci prepariamo per il giro sulla rambla.
Ci divertiamo un casino, ceniamo al volo qualcosina e scattiamo foto alle statue viventi.
Che risate c’era una sul cesso, che leggeva il giornale, il bello era che imitava anche i rumori.
Non ti dico, amo, quando dovevamo attraversare la strada, qui i semafori sono più veloci dei nostri e noi per attraversare, contavamo fino a tre e attraversavamo correndo e ridendo come matte.
Abbiamo, anche, scoperto che la movida spagnola è una vera figata, inizia da mezzanotte e paghi solo la consumazione hai l’ingresso gratuito in ogni locale.
Per strada trovi, liberamente, gente di ogni tipo, dagli omosessuali che si baciano e cammino liberamente mano nella mano a persone di razza e cultura differenti dalla nostra.
È molto bello così, credo che anche da noi si debba avere il coraggio di fare ciò.
Noi professiamo l’amore libero a chiacchiere e non a fatti, diciamo che è giusto rispettare le culture degli altri popoli ma siamo i primi quando fanno una manifestazione a storpiare il naso.
Barcellona è una città viva, piena di musica e di cultura, trovi per strada dal ragazzo che disegna su un cartoncino utilizzando le bombolette spray, ragazzi che ballano hip-hop per strada, che suonano la batteria o indiani che suonano i classici flauti di canne di bambù.
Al ritorno siamo entrate in un negozio tipo quello nuovo che si è aperto a Ginza, Sfera, un negozio tipo Zara, Promod.
C’erano tante cose carine assai e mi sono misurata un tubino rosso con le bretelline.
Aveva le coppe e un elastico alla fine per far diventare la gonna a palloncino, era un amore peccato che non mi stava bene, mi faceva le tette troppo grosse.
Ci siamo sentiti tremila volte oggi, lo so, ma mi manchi!
Sapere poi che tu non eri molto favorevole a questo viaggio mi fa stare ancora più triste.
Vabbé che ti ho tranquillizzato dicendo che c’era anche un’altra persona con noi, un’amica di Saeko e Kazue.
Quando alla fine della serata, stanche morte abbiamo deciso di far ritorno in hotel, abbiamo sbagliato per l’ennesima volta strada. Alla fine come Dio volle, arriviamo in hotel e lì comincia la lotta a chi deve usare l’unico pc dell’hotel, con internet gratuito.
Saeko si mette a chattare tre ore con il suo nuovo boyfriend, Seiya, e contemporaneamente Kazue chatta dal contatto di Saeko con Mick!
A un certo punto m’intrometto nel discorso di Kazue e inizio a chattare anch’io con Mick.
Tu non c’eri perché eri uscito, purtroppo -.-
Ma dico io a casa tu mai, vero?
Dopo aver chiacchierato un po’, scatta la domanda magica: “ Che fai sta sera?”
Lui mi risponde di essere indeciso tra l’andare a giocare a poker, per la sua seratina settimanale e l’andare al bar a sfottere Umi.
Io vorrei che andasse al bar dove ci sei tu, glielo dico e lui mi risponde: “È perché devo controllare Ryo?”
Io incazzata gli rispondo: “Non c’è bisogno, mi fido di lui” (e poi ci pensa Umi a punirlo, se fa lo stronzo con le altre NdIly e Kao) (Davvero? Chi ve lo dice ciò? NdUmi) (o lo fai o hai una martellata in testa, niente mokkori per un mese e in più dormirai sempre con un gatto al mio posto NdMiki) (Grande socia Ndtutte) dopo la chattata sono tornata in camera, mi sono preparata per la notte e mi sono messa nel lettino in attesa di una tua chiamata.
È bellissimo sentire la tua voce mentre sto rilassata nel mio lettuccio.
Oddio preferirei, averti qui con me, nel mio letto al posto di Miki, che sentirti al tel.
Sai com’è, non è per niente, io voglio bene a Miki, ma per certe cose ci vuoi tu. ^_^
Ho bisogno di te per fare determinate cose. ^/////^
E così finisce la mia giornata!
Domani sveglia presto per tutte noi. Dobbiamo visitare questa splendida città e nel pomeriggio fare shopping.
Ora ti saluto buonanotte amore mio!
Buenas noches! A domani!

Tua per sempre
♥ Kaori ♥

   
 
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