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Autore: CHAOSevangeline    08/06/2015    0 recensioni
Erik Lensherr era furia, odio. Erik Lensherr era vendetta.
Vuoto e rancore si amalgamavano in lui, e dopo aver infuriato come una tempesta si ritiravano lasciando solo quei pochi, ostili sentimenti.
Erik non era altro se non quello, oltre che un sopravvissuto.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erik Lehnsherr/Magneto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Er ist rache
 



Max Eisenhardt era dolore, era rabbia.
Tutto ciò che aveva gli era stato strappato e aveva portato con sé una parte di lui, facendolo inghiottire da un abisso oscuro.
Max era abbandonato, inerme e con un cuore troppo giovane per essere tanto pieno di collera.
La rabbia era l’unica cosa che gli era rimasta, e solo lei poteva salvarlo, ma non aveva la capacità controllarla; essa rimaneva lì, rappresa nel suo petto. Non se ne voleva andare, non lo lasciava, e lui non poteva comandarla.
Dopotutto l’ira straripava quando era lei a desiderarlo e glielo dimostrò proprio quella volta.
Max l’aveva sentita rimontare, insieme alla paura, all’ansia, ma lei non aveva sconfinato.
Aveva mantenuto quel precario equilibrio che tanto lo distruggeva.
 

 
« Du kannst en schaffen. »
 
Paura.
Per la prima volta non credeva alle parole di sua madre. Non credeva di poterci riuscire.
Uno.
 

 
« Alles ist gut. »
 
Terrore.
No, non sarebbe andato tutto bene. Era una consapevolezza tangibile come la contrattura dei muscoli delle sue mani.
Due.
 

 
« Alles ist gut. »
 
Tre.
Il colpo di pistola era esploso e con esso anche il suo cuore.
Prima c’era tutto, poi non era rimasto più nulla. Un respiro si era spento in quella stanza, alle sue spalle.
Il nulla assoluto aveva assediato il suo corpo, come fosse una fortezza: non c’era più niente. Non c’era più Max.
Solo allora la rabbia era straripata e aveva cominciato a distruggere ogni cosa.
In qualche modo perverso era riuscita a proteggere lui, e a ferire gli altri.
Max Eisenhardt era morto.
Ed Erik Lensherr era nato.
 
 
Erik Lensherr era furia, odio. Erik Lensherr era vendetta.
Vuoto e rancore si amalgamavano in lui, e dopo aver infuriato come una tempesta si ritiravano lasciando solo quei pochi, ostili sentimenti.
Erik non era altro se non quello, oltre che un sopravvissuto.
Era tornato da uno dei baratri più profondi, ma non era colui che vi era finito a poterlo raccontare, perché al posto di Max era riemerso Erik.
Era risorto dalle proprie ceneri, come una fenice, ma era diverso: era una persona nuova, che non aveva più paura. Dopotutto non ne aveva motivo: ora era lui a incutere timore negli altri.
Non era più la vittima, non lo sarebbe più stato: Erik era il carnefice.
Talvolta però il limite tra lui e Max era labile, indefinito. Sconfinava in uno, poi nell’altro, e li rendeva ancora una volta la stessa persona.
Così Erik tornava ad avere paura, a sentirsi debole.
Tornava a sentirsi colpevole di ciò che era accaduto in quella stanza, mentre lui tendeva le mani verso quel piccolo disco di metallo che beffandosi di lui non si era mosso.
Forse Erik non aveva mai smesso di sentirsi responsabile. Semplicemente non lo diceva, perché ciò che non viene detto provoca meno sofferenza, risulta meno reale.
Ricordava, Erik, e la voce di sua madre gli rimbombava nella testa. L’aveva delusa e sapeva di non potersi permettere di farlo ancora, pur essendo conscio che questo sarebbe accaduto nuovamente, seguendo il proprio piano.
Ricordava quando ancora erano felici e provava rimorso.
Ricordava lei che gli sorrideva e in lui imperversava la rabbia.
Ricordava quel conto alla rovescia e desiderava vendetta.
Erik non voleva altro. Poco importava che non fosse sano, che fosse sbagliato.
Solo quando poté controllare quella moneta, solo quando poté usarla per uccidere dopo averla portata con sé per anni come un memento, riuscì a sentirsi davvero compiuto.
Fu il suo turno di contare e quando giunse al tre, dalle sue labbra uscì un solo sussurro.
 
« Alles ist gut. »


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Ammetto di essere un po' tesa, essendo questa la prima fanfiction che posto in questo fandom. Spero di aver fatto un buon lavoro!
Le frasi in tedesco sono quelle pronunciate dalla madre di Erik (mi fa strano chiamarlo Max, lo ammetto) mentre il figlio cerca di sollevare la moneta. Rispettivamente significano "Puoi farcela" e "Va tutto bene".
... E passatemi la piccola licenza poetica sul finale.
Fatte tutte le precisazioni del caso, spero che la storia vi sia piaciuta e vi vada di dirmi la vostra opinione! Intanto ringrazio chiunque abbia deciso di leggerla, e sia arrivato magari anche alla fine di queste note <3
Alla prossima,

CHAOSevangeline
   
 
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