A song for you
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« In questi due anni,
Yesung
hyung ha scritto molte canzoni. »
«
Si, è vero. Una in particolare, l’ho scritta di
notte pensando a Kyuhyun. »
« Oh
ti prego hyung! Non pensarmi di notte! »
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Sentiva
le gambe tremare per l’agitazione: erano passati due anni
dall’ultima
volta che si era esibito, e se avesse dimenticato le parole? E se avesse cantato
malissimo?
Non aveva mai avuto paura del palcoscenico, anzi, Yesung viveva per le luci dei
fari, per le grida
delle fan, per quella sana agitazione che provava non appena saliva sul
palco.
Ma questa volta era diverso, era paura quella
che provava.
Fece
un lungo e profondo respiro mentre chiudeva gli occhi, cercando di
calmarsi e di tranquillizzarsi: in fondo era Yesung, in fondo era nato assolutamente e unicamente per cantare.
“Non
fallirai.” Disse
al
proprio riflesso attraverso lo specchio, determinato e con convinzione,
sperando
e credendo davvero nei propri pensieri.
“Se
stonerai, posso prenderti in giro?”
Yesung
accennò ad un sorriso sentendo la voce provocatoria di quella piccola peste. Lo
sentì ridere
divertito e non potette fare a meno di ridere silenziosamente anche lui.
“Cosa ti
fa credere che sbaglierò?” Rispose a
tono mentre fingeva
, disinvolto, di sistemarsi i
capelli, ora finalmente lunghi,
finalmente adatti alla sua persona.
Kyuhyun rise con un leggero ghigno stampato sul volto e scuoteva la
testa:
nulla era cambiato tra di loro, anzi: quei due anni avevano solo
rafforzato ciò
che li univa, ciò che erano e che
sarebbero per sempre stati. Si
avvicinò al maggiore e in silenzio gli passò le
dita in quei capelli neri e
morbidi proprio come allora , come
l’ultima
volta che aveva potuto stringerli, toccarli, percepirne il profumo
dolce e
intenso proprio come lo sguardo del suo hyung.
“Stai bene
con questo taglio.” Disse
il
maknae guardando il moro con un sorriso dolce. Continuava ad
accarezzarglieli,
avvicinandosi sempre di più al suo hyung che ora sorrideva,
completamente
rilassato sotto al tocco di Kyuhyun.
“Cambi
discorso?” lo punzecchiò il maggiore
voltandosi verso di lui
per guardarlo negli occhi intensamente ma con dolcezza.
Kyuhyun potette giurare che, quando Yesung lo
guardava in quel modo, poteva anche
liquefarsi al suolo; poteva obbedire ad
ogni ordine del maggiore, se solo l’avesse guardato ancora e
ancora.
“Io cambio
sempre discorso, dovresti saperlo.” Sorrise
furbescamente Kyuhyun mentre faceva
scivolare ancora le dita nei capelli dell’altro,
scompigliandoglieli. Lo guardò
negli occhi, come se stesse contemplando qualcosa di magnifico e
pericoloso perché
era questo quello
che Yesung era: una
meravigliosa e pericolosa bomba pronta ad esplodere. “Mi
sei mancato hyung.” Continuò,
ora serio, in un sussurro commosso mentre il maggiore faceva combaciare
le loro
fronti tenendogli il viso tra le mani che accarezzava con la punta
delle dita.
Yesung amava accarezzare Kyuhyun: passava le notti intere ad
accarezzare la sua
schiena, il suo petto, soffermandosi di tanto sulla cicatrice che gli
squarciava
l’addome a metà. Si mordeva le labbra, in quelle
notti, pensando a quei giorni
di panico e paura totale quando il suo piccolo maknae era steso su quel
letto
di ospedale e non intendeva svegliarsi, per nessun motivo.
Passava tutti in ospedale i giorni e tutti i giorni gli sussurrava di
svegliarsi, di ritornare almeno per lui.
Non poteva andarsene così presto, ora che finalmente
si erano incontrati.
Continuava
ad accarezzargli il viso chiudendo gli occhi mentre inspirava
il profumo pungente del profumo, utilizzato sempre dal maknae e che lui
stesso
adorava sulla pelle del minore.
“Mi sei
mancato anche tu Kyuhyunnie.” Sorride sussurrando
quelle parole con
una dolcezza e con un amore
infiniti, mentre sfiorava appena le labbra del minore, umide e carnose.
Da quando era tornato, non aveva avuto nemmeno un attimo di pace,
nemmeno la
possibilità di passare al dormitorio e di salutare come si
deve Kyuhyun. Quei
giorni in Giappone erano stati i primi in cui si erano di nuovo potuto
riabbracciare.
“Hyung,
tra poco tocca a te.” Sorrise
mentre si sentiva sfiorare le labbra da quelle del maggiore, quelle
labbra che
adorava mordere nei loro momenti, quando stanchi tornavano nelle loro
stanza e
si liberavano delle loro maschere da idol, quando erano semplicemente
Cho
Kyuhyun e Kim Jongwoon.
Yesung
sorrise arricciando un angolo delle labbra mentre gli baciava il
labbro inferiore lentamente, gustandone la dolcezza e la morbidezza.
“Lo so, ma
volevo un bacio come portafortuna.” Ridacchiò
divertito mentre gli spettinò scherzoso i
capelli facendo sbuffare, indispettito, l’altro che
bofonchiava leggermente
arrossito.
Quando
fu giunto il momento dell’esibizione di Yesung,
quest’ultimo
deglutì nervoso facendo di nuovo un lungo e profondo respiro
, cercando di
calmare quella stretta allo stomaco e all’altezza del cuore.
Kyuhyun gli tenne la mano, cercando di infondergli sicurezza e
parlandogli con
dei piccoli gesti: un bacio fugace sulla guancia, una dolce carezza.
“Augurami
buona fortuna.” Gli disse sorridendo nervoso
Yesung, quasi con le
lacrime agli occhi: Kyuhyun era sicuro che avrebbe pianto e non sarebbe
riuscito a concludere la canzone.
Poco gli importava, era fatto così Jongwoon: semplice
ed emozionante e questo lo faceva innamorare di lui ancora
di più.
“Non ti
serve. Sei fortunato già di tuo, guarda chi ti ritrovi come
ragazzo.” Rispose
inarcando un sopracciglio, ghignando
furbo e ironico, facendo quindi ridere l’altro che,
arrossito, scuoteva la
testa.
Amava vederlo ridere, amava vedere come i suoi occhi si assottigliavano
e
mostrava i denti.
Yesung
prese il microfono e si avviò verso il palco , accompagnato
dall’altro
fino a quando poteva.
“A tra
poco e non prendermi in giro.” Sorrise Yesung per
poi fare l’occhiolino a Kyuhyun
che gli mimò con le labbra ti amo
e Yesung
gli sorrise indicandosi il
petto, il
punto in cui batteva il cuore, come per dirgli che gli apparteneva, che
era il suo cuore.
“Sapete,
in questi due anni, Yesung hyung ha scritto molte canzoni.”
“Si, è
vero. Una in particolare l’ho scritta di notte mentre pensavo
a Kyuhyun.”
Il
maknae perse un battito ascoltando quelle parole: non immaginava che
ne avesse scritta una anche per lui e nemmeno quel testone gli aveva
detto
nulla a proposito. Sentì le guance calde e rosse e
sperò che le luci dei fari nascondessero
quell’adorabile rossore che fece sorridere Yesung che se ne
era accorto e che
sperava in una reazione simile.
Kyuhyun avrebbe voluto abbracciarlo con forza, baciarlo in ogni
centimetro di
pelle che incontrava, urlare al mondo che quell’uomo era suo,
soltanto suo e lo
sarebbe stato per sempre.
Che sarebbe stato il suo per sempre.
Yesung
lo guardò sorridente, con quel sorriso che ogni volta lo
stroncava e anche lui come il minore, non potette fare a meno di
sorridere.
Sei
proprio un pabo lo sai? Gli
avrebbe voluto dire Kyuhyun mentre cercava di contenere le lacrime di
commozione, guardando negli occhi l’altro.
“Oh ti
prego hyung! Non pensarmi di notte!” Rispose
prontamente con un tono ironico e scherzo, suscitando le risa di tutti.
Pensami per sempre... sii il mio per sempre, Jongwoon.
Why not?
Una piccola shot che mi
è venuta fuori da uno dei tanti ultimi momenti
durante il concerto dei KRY.
Ammetto di aver sclerato tantissimo quando ho letto questo loro botta e
risposta e avevo già in mente di scrivere qualcosa
per il ritorno di Yesung ♥
Spero vi sia piaciuta ; ; fatemelo sapere con un commento o qualsiasi cosa insomma~
Cri_Snix