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Autore: lunettaop    10/06/2015    3 recensioni
Sebastian Michaelis, è il ricco amministratore delegato della Michaelis Enterprises.
Nonostante la sua vasta fortuna e la bella vita che conduce c’è qualcosa che preoccupa l’uomo: sulla famiglia Michaelis grava una maledizione. Tutti gli uomini della famiglia sono morti prima di raggiungere i trent'anni. Lo stesso vale per il padre di Sebastian, morto quando questi era ancora un ragazzo e di cui continua ad avere un sogno in cui il padre, inseguito da un gigante furioso, gli intima di scappare.
Sebastian continua quindi a condurre una vita il più salutare possibile, aiutato dal suo fedele maggiordomo Tanaka e dal suo braccio destro Claude Faustus.
Una sera Sebastian riceve la visita di Ciel, un misterioso ragazzo che lo accusa di essere un ladro e un assassino e di aver riportato alla luce una tomba che non sarebbe dovuta tornare alla luce, per poi svanire nel nulla.
La sua vita da quel momento in poi cambierà.
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[Ispirato alla favola di Jack e il fagiolo magico]
SebastianxCiel
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Regina Vittoria, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sebastian entrò in sala riunione sistemandosi la giacca.
“Oh ecco il nostro presidente” disse Claude.
“Buongiorno a tutti” rispose Sebastian andando accanto a lui.
“Signore e Signori scusate il ritardo, ma i nostri assicuratori sono sempre più avidi di dettagli, sul mio stato fisico” sospirò il corvino.
“Spero che non abbiano riscontrato nessuno problema” osservò Claude stringendo la mano di Sebastian.
“Sono lieto di informavi che godo di perfetta salute” rispose Sebastian sedendosi.
“Ne sono sollevato” disse Claude sedendosi anche lui.
“Non ti sei perso granché, stavamo completando le proiezioni della divisione Europea, relativa al prossimo anno fiscale. Qui troverai la documentazione” lo informò Claude dandogli i fascicoli.
“Che succede al cantiere del castello? Ho ricevuto un fax che dice che è tutto fermo” chiese Sebastian al suo braccio destro.
“Si tratta di un ostacolo temporaneo. Niente di più. Ti aggiornerò sui dettagli in seguito” lo tranquillizzò Claude.
“D’accordo”annuì Sebastian.
“Prossimo argomento: Nord America” annunciò Claude agli altri azionisti.
“La divisione di Bard divora denaro sonante come se si trattasse di bruscolini” osservò un membro del consiglio.
“Non è un linguaggio molto tecnico ma rende l’idea”  commentò Sebastian ricevendo una risata dal consiglio.
“Ascolta, abbiamo a che fare con l’alternativa energetica di Bard da oltre due decenni senza alcun risultato positivo”
gli fene notare Claude, cercando di fargli cambiare idea sul progetto e abbandonarlo.
“Io consiglio caldamente-“ la porta si aprì interrompendo Claude.
In sala entrò Bard, autoinvitandosi alla riunione: “Sebastian, scusa è più di un ora che sono di là devo parlarti.”
"Scusaci Bard ma dovrai aspettare ancora, accomodati fuori" disse Claude con tono severo.
“Claude lascia stare” disse Sebastian.
“Bard parlavamo appunto del tuo progetto, perché non entri e ti siedi?” chiese il moro invitandolo.
“Sebastian lo sai che stanno facendo? Ci stanno bloccando il progetto proprio ora che comincia  a funzionare”
gli comunicò Bard innervosito.
“Sappiamo cosa ci hai venduto fin ora: biomassa. Carburante non inquinante che proviene da raccolti scadenti”
ribadì il membro del consiglio.
“In avanzata putrefazione” specificò Bard.
“La tua ricerca fino ad oggi ha inghiottito milioni e milioni di dollari e dov’è questa grande fonte inesauribile di energia che tu ci prometti da anni? Io non la vedo. Non esiste. Smentiscimi” proferì Claude assottigliando lo sguardo. Lui era assolutamente contrario a questo progetto e stava cercando di far cambiare idea anche a Sebastian.
“Sebastian ascoltami, non puoi bloccare tutto” disse Bard avvicinandosi a lui.
“Siediti Bard” lo invitò Sebastian.
Bard si sedette con in mano una scatola.
“Non è una decisione che prendiamo a cuor leggero. Tutte le divisioni della nostra società che non sono redditizie devono essere liquidate” spiegò Claude.
“Il profitto. Solo questo vi interessa. Soldi, soldi, né volete ancora e poi ancora. Avidi strozzini che non siete altro”
rispose Bard con odio, guardando Claude.
“Bard ascoltami, non è il linguaggio giusto” gli suggerì Sebastian cercando di calmare i toni.
“Guarda cosa ho qui” Bard aprì la scatola e immerse le mani di Sebastian in essa. C’era della terra, con dei semi.
“Non crederai ai tuoi occhi. Questo è il frutto del nostro lavoro. Un legume del deserto ibrido, manipolato geneticamente. In grado di raggiungere la completa maturità con meno 6 cm di pioggia all’anno. Potremo combattere la fame e le carestie nel deserto” spiegò Bard, elettrizzato.
“Bard ascoltami-“ tentennò Sebastian.
“Intere popolazioni non patiranno più la fame, non capisci? Salverai l’umanità che soffre” insistette il biondo.
“Sono semi Bard, io non vedo altro” rispose Sebastian cautamente.
“Tuo padre ha investito nel nostro progetto pensando a te Sebastian” gli confessò Bard.
“Io ti capisco, davvero, ma vedi... Qui si tratta di affari. Questa compagnia ha troppi impiegati sia qui che all’estero e non saranno le nazioni del terzo mondo a mantenerli. Non credi?” spiegò Sebastian, in fondo gli dispiaceva dire quelle cose ma era la verità. Nel frattempo Claude se ne stava in silenzioso con un espressione soddisfatta.
“Sono addolorato” aggiunse Sebastian.
“No io sono ad essere addolorato” rispose Bard chiudendo la scatola, mettendosi una sigaretta in bocca. “Continuate pure a inaridire sulle vostre poltrone. Avreste i mezzi per essere utili al prossimo, ma vi interessa solo fare i vostri porci comodi” concluse andando via, sbattendo la porta.
“Bene facciamo una pausa” suggerì Claude, con l’approvazione del consiglio.
Angelina stava per entrare nella sala quando Claude la bloccò: “Vuole scusarci Angelina? Ho bisogno di parlare con Sebastian da solo” disse chiudendo la porta ricevendo un’occhiataccia della donna; a quanto pare non gli stava per niente simpatico.
“Povero Bard, non è stata una cosa facile” riflettè Sebastian.
“Hai agito nell’unica maniera possibile Sebastian” rispose Claude.
“Tu credi?” dubitò.
“Assolutamente” annuì il corvino deciso.
“Allora che mi dici delle interruzioni dei lavori al castello?” Chiese nuovamente.
“Fidati me ne sto occupando, ti chiamerò domani dall’Inghilterra. Ma non credo che sia questo a turbarti realmente” osservò Claude.
“Sai che giorno è oggi?” chiese Sebastian con un filo di voce, avanzando verso le grandi vetrate dell'aula.
“Certo che lo so” rispose Claude mettendogli una mano sulla spalle.
“Tuo padre… Il mio diceva che aveva sempre avuto un sesto senso. Era un uomo fuori dal comune. Lui restò accanto a tuo padre per molto tempo, come io adesso sto accanto a te. Faccio quel che posso e spero di esserti di qualche utilità.”
Sebastian sorrise a quelle parole: “Che dici Claude, lo sai che sei indispensabile per me qui.”
“Ti ringrazio” concluse Claude uscendo dalla sala, lasciando Sebastian solo mentre osservava i semi di Bard nella sua mano.
 
 
 
 
Sebastian la sera si recò al ristorante, in attesa di incontrare il famoso signore dell’orfanotrofio.
“Mi scusi Signore ecco il suo ospite” disse il cameriere annunciandolo.
Sebastian si ritrovò davanti di nuovo quegli occhi color cielo che tanto lo avevano colpito.
“Sebastian Michaelis?” chiese il giovane porgendogli la mano.
“Ehm, sì.” rispose sorpreso stringendogliela.
“Ciel” disse il ragazzo.
“Ciel, Ciel Donovan suppongo: dell’assistenza agli orfani, prego si accomodi” rispose Sebastian invitandolo a sedersi.
“Ehm veramente no” rispose il ragazzo sedendosi.
“No? Non era nel mio ufficio oggi?” chiese Sebastian guardandolo con attenzione.
“Sì infatti. E’ da molto tempo che cerco di incontrarla” confessò Ciel.
“Ah davvero? Beh ecco, mi ha incontrato” rispose il moro sorridendo, rimanendo incantato dallo sguardo del ragazzo, fisso su di lui.
“Ciel... è un nome francese?” osservò il corvino.
“Così mi dicono” rispose continuando a fissarlo.
“Dunque Ciel, cosa posso fare per lei?”
“Ah certo... Sono qui per intervistarla, Sebastian Michaelis. Su di lei e la sua società, la Michaelis International.”
rispose il giovane.
“E’ un giornalista” constatò il moro sedendosi più lontano. “Beh devo avvertirla, sono l’intervistato più noioso al mondo. Dico sul serio. Il signor Claude Faustus, ecco chi dovrebbe intervistare. E’ il capo della divisione estera, lavora con noi da anni, posso presentarglielo se vuole.”
Ciel si mise più vicino a Sebastian.
“E’ da lei che voglio ascoltare la storia, dall’ultimo Sebastian” sussurrò senza smettere di guardarlo negli occhi.
“Ultimo Sebastian? ripetè il moro.
“Lei non ha eredi. Vero Sebastian Michaelis?” chiese Ciel scrutandolo.
“Non ancora” rispose normalmente.
“E si sta avvicinando ai
 trent'anni, sì o no?” continuò a chiedere il ragazzo avvicinandosi sempre di più.
Sebastian si era completamente perso in quei meravigliosi occhi, ma cercava con tutto se stesso di rimanere concentrato sulla conversazione. “A dire il vero no, ci vorrà ancora qualche annetto. Ma non capisco dove voglia-“
“Chiedo scusa signor Michaelis” disse il cameriere dietro le sue spalle, facendo indietreggiare Ciel, sedendosi composto.
“Per cominciare gradisce lo champagne, come aperitivo?”
“Eh sì, Cristal del 90.” ordinò il ragazzo.
“90 ottima scelta” disse il maggiordomo.
Sebastian notò lo sguardo confuso di Ciel.
“No un momento” fermò i camerieri.
“Non vi piace lo champagne?” gli chiese col fare un gentleman.
“Io... non l’ho mai assaggiato” rispose Ciel, in difficoltà.
I camerieri restarono colpiti, guardandosi l' uno l'altro.
“Ok portate pure lo champagne” disse Sebastian a quest’ultimi, i quali andarono via.
“Non l’ha mai assaggiato? Ma da dove viene?” chiese sorridendo.
“Conosce la storia di Sebastian e del fagiolo magico? chiese Ciel a bruciapelo, senza tanti giri di parole.
“Cosa? La favola, sì certo la conosco, ma cos’ha a che fare con-“
“Con lei?” finì Ciel la frase anticipandolo.
“La sua vita non assomiglia a quella favola?” chiese il ragazzo continuando a guardarlo negli occhi.
Quello sguardo metteva Sebastian particolarmente a disagio.
“Non saprei.”
“Ci pensi bene” incalzò il giovane.
“Beh come Sebastian do la scalata al gigante del capitalismo, arrampicandomi sulla pianta degli affari.”
“Sì... e Sebastian ucciso il gigante gli rubò tutti i suoi tesori” osservò Ciel misticamente.
“E visse felice e contento. Solo che di recente non ucciso giganti né trovato tesori” rispose Sebastian, con un leggero sorriso.
“Però vedo che sta vivendo felice e contento lo stesso” gli fece notare Ciel, inchiodandolo con i suoi occhi.
Sebastian sorrise, leccandosi istintivamente il labbro inferiore: “Lo sa... voi siete un ragazzo inquietante. Bello e inquietante” confessò a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
Ciel abbassò lo sguardo imbarazzato.
“La tomba, dove sta costruendo il casinò, il castello.” disse il giovane riguardandolo con sguardo accusatorio.
“Quale tomba?” chiese Sebastian ignaro.
“L’hanno scoperta e hanno fermato i lavori, non è vero?” gli domandò Ciel sarcastico.
“Non capisco di cosa parla. Non sarà mica una specie di spia delle assicurazioni o qualcosa del genere?” Ipotizzò Sebastian allontanandosi di nuovo.
Ciel gli si avvicinò nuovamente senza demordere: “Lei sa benissimo cosa c’è in quel terreno. I crimini che avete sepolto per tutti questi anni. La verità nascosta sulla provenienza dei beni della sua famiglia” sussurrò Ciel.
“Senta questa conversazione sta diventando strana. Dichiaro chiusa l’intervista” rispose Sebastian alzandosi dal tavolo.
“Desolato di importunarla signor Michaelis, è arrivato un altro signor Donovan” disse il cameriere.
“Signor Michaelis che piacere vederla. Mi deve scusare l’imperdonabile ritardo” lo salutò l’uomo stringendogli la mano.
“Ho ricevuto una telefonata in cui mi diceva che aveva rimandato l’incontro, così ho chiamato la sua segretaria che è un angelo...” continuò l’uomo.
Ciel si alzò dal tavolo dirigendosi verso l’uscita con una camminata molto seducente. Prima uscire volse un ultimo sguardo a Sebastian il quale rispose sorridendo. Quel ragazzo era davvero misterioso, pensò il moro.
 
 
 
 
“Pronto?”
“Claude sono Sebastian.”
“Sebastian sono le sette del mattino qui” disse il corvino guardando l'orologio.
“Ho bisogno di sapere cosa sta succedendo laggiù. Ho sentito parlare di una tomba oggi” gli comunicò Sebastian, girandosi tra le mani i semi di Bard.
“Una tomba?” chiese Claude.
“Sì. Un ragazzo insolito e affascinante si è inaspettatamente seduto al mio tavolo stasera e mi ha fatto una serie di domande sui lavori al castello” spiegò Sebastian.
“Non è opportuno discutere di affari di famiglia con degli sconosciuti” gli fece notare Claude.
“Io... non ho discusso, l’ho solo ascoltato. Che sta succedendo si può sapere Claude?”
“Diciamo che c’è stato un piccolo impedimento. Un curioso incidente” rispose il corvino noncurante.
“Vuoi spiegarti meglio?” domandò Sebastian cominciando a perdere la pazienza.
“Niente di importante, bazzecole. Speravo di riuscire a risolverlo prima che ti allarmassi.”
“Perché non devo allarmarmi? Cos’è sono forse il primo Michaelis che ha a cuore le attività dell’azienda?” Disse intimorendolo.
“Certo che no e nemmeno l’ultimo. Te lo auguro Sebastian” rispose Claude con un tono di voce strano, riattaccando poco dopo.
“Claude? Claude?” ripetè ma il suo braccio destro gli aveva chiuso il telefono in faccia.
Nel frattempo gli arrivò un fax, quando Sebastian lo prese restò scioccato. Era una foto di ossa giganti con sotto scritto: Sebastian Michaelis ladro e assassino.
Tanaka gli arrivò alle spalle silenziosamente spaventandolo.
“Oddio, mi hai fatto prendere un colpo!” esclamò Sebastian.
“Sono desolato Signore. Un sandwich? Qualcosa da bere?”
Sebastian non rispose, sedendosi sul divano a guardare la foto.
“Oh le ho messo da parte un articolo di casalinga moderna. Lo zen e l’arte delle tubature” disse Tanaka sarcasticamente.
“E’ interessante?” chiese il moro.
“La verità si trova raramente nelle opinioni altrui. Occorre andare dritti alla fonte del canale di scolo per trovare l’intasamento” suggerì il maggiordomo tra le righe.
“Stai dicendo che ho qualche canale intasato?” chiese Sebastian inarcando un sopracciglio, come se sapesse qualcosa che lui non sapeva.
“Buona notte” Rispose Tanaka inchiandosi, andando verso la porta.
“Tanaka” lo chiamò fermandolo.
“Signore” disse l'anziano tornando indietro.
Sebastian guardò ancora la foto e i semi in mano e presa una decisione: “Chiama l’hangar, fa prepara il jet” ordinò perentorio.
“Sarà fatto” ripose Tanaka sorridendo, fiero del suo padrone che aveva preso la scelta più giusta.
 
 
 
Che sia vivo o che sia morto sarà il suo scheletro a concimarmi l’orto. L’hai già sentita questa filastrocca scommetto.
Non è un pensiero consolante… essere sepolti ancora vivi.
 
 
 
 
 
 

Angolo dell’autrice
 
 

Ed eccoci al secondo capitolo ^^
Ciel e Sebastian hanno avuto un bel dialogo.
Ciel è molto spavaldo a mio parere °O° si avvicinava sempre più del dovuto ed è riuscito a mettere a disagio Sebastian ehehe.
Finalmente Sebastian si decide a partire per l’Inghilterra.
Le parole di Claude non lo rassicurano per niente. Vedremo cosa succederà una volta arrivato.
Al prossimo capitolo
Baci <3

 
 
 
   
 
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