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Autore: Frei Frau    12/06/2015    1 recensioni
Harry, uno scrittore.
Louis, un pittore.
Entrambi in cerca della loro musa ispiratrice. Fino a quando non si accorgeranno di essere l’uno l’ispirazione dell’altro.
Tratto dalla storia:
Guardandolo, semplicemente guardandolo, si aveva la sensazione che il mondo non lo avesse contaminato. Ed era questo che affascinava Louis più di ogni altra cosa. […] E ora, all’improvviso, qualcuno entrava nella sua vita a svelargli il mistero dell’esistenza.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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My muse of art.

 
 
I personaggi non mi appartengono, purtroppo. Niente di ciò che è scritto è mirato ad offenderli o a rappresentare in maniera veritiera il loro carattere. Niente di tutto ciò è scritto con fini di lucro.
 
 
 
L’artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l’arte e celare l’artista: questo è lo scopo dell’arte.
Il critico è colui che traduce in una nuova forma o in una diversa materia la sua impressione di cose belle.
La critica, elevata o infima che sia, è una forma di autobiografia.
Coloro che trovano significati brutti nelle cose belle sono corrotti, e peraltro privi di fascino. Questa è una colpa.
Coloro che trovano bei significati nelle cose belle sono colti. Per loro c’è speranza.
Sono questi gli eletti, per i quali le cose belle significano soltanto bellezza.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o male, nient’altro.
La moralità dell’uomo fa parte dei temi dell’artista, ma la moralità dell’arte consiste nell’uso perfetto di un mezzo imperfetto.
Un artista non ha bisogno di dimostrare nulla. Tutte le verità possono essere dimostrate.
L’artista non ha condizioni etiche. Una convinzione etica in un’artista è un imperdonabile manierismo dello stile.
L’artista non è mai morboso. L’artista può esprimere tutto.
Pensiero e linguaggio sono per l’artista gli strumenti dell’arte.
Vizio e virtù sono per l’artista i materiali dell’arte.
L’arte è, insieme, superficie e simbolo.
Coloro che si avventurano al di sotto della superficie lo fanno a loro rischio.
L’arte rispecchia lo spettatore, non la vita.
La diversità delle opinioni in un’opera d’arte dimostra che l’opera è nuova, completa e vitale.
Quando i critici sono in disaccordo, l’artista è in accordo con se stesso.
Possiamo perdonare a qualcuno di aver fatto qualcosa di utile, purché non se ne compiaccia. L’unica giustificazione per fare una cosa inutile è ammirarla intensamente.
L’arte, tutta, è perfettamente inutile.
Oscar Wilde
 
 
 
 
La Londra notturna era pervasa da una ricco calore afoso, tipico  della stagione calda e, quando la brezza estiva frusciava lievemente fra gli alberi di Central Park, nell’aria si diffondeva l’intenso aroma  dei lillà.
All’uscita di Madison Ave, fumando come suo solito innumerevoli sigarette, Harry Styles camminava tormentato dal fallimento che presumeva avrebbe avuto il suo nuovo libro. Harry Styles era uno scrittore, un artista.
Non aveva mai avuto un blocco, o almeno non così lungo. Aveva bisogno di qualcosa da cui assorbire arte, anima, passione, corpo. Una cosiddetta musa ispiratrice. La sua Calliope. Ma, d’altronde, non l’aveva mai trovata.
La Londra notturna era pervasa da una ricco calore afoso, tipico  della stagione calda e, quando la brezza estiva frusciava lievemente fra gli alberi di Central Park, nell’aria si diffondeva l’intenso aroma  dei lillà.
All’uscita di Madison Ave Louis Tomlinson camminava pensando al quadro che non sarebbe riuscito a completare. Louis Tomlinson era un pittore, un’artista. Anche lui, come Harry, aveva bisogno della sua Calliope. Ma non solo di quella. Aveva bisogno di Calliope, Erato, Clio, Euturpe, Melpomene, Polimnia, Talia, Tersicore, Urania. Perché si,  nella pittura germogliavano tutte le  arti. Dall’arte della poesia, a quella della musica, del teatro, fino a quella dell’astronomia. L’arte comprende tutto l’essere di Louis Tomlinson, si, ma anche tutto l’essere umano. L’arte è qualcosa che supera perfino le leggi dell’universo.
Ed è così che avvenne il primo incontro tra Louis Tomlinson ed Harry Styles. Quando entrambi, in una notte afosa nella grande Londra, presero l’uscita di Madison Ave. Quando entrambi erano in cerca della loro musa.
Perché Louis non seppe resistere agli occhi verdi di Harry, come quest’ultimo non seppe resistere agli occhi azzurri del pittore.
 
Al centro della stanza, fissato su un cavalletto, si trovava il ritratto dipinto da Louis poche ore prima, quello almeno era un dipinto concluso, grazie a Dio.
“Hai dato un nome a quel quadro?” chiese curioso Harry.
“Narciso.”
“Non è molto bello, per essere un Narciso” osservò ancora il ragazzo dagli occhi verdi.
“No, hai ragione” Louis soffocò una risata, “ma è un Narciso intellettualmente. L’intelletto è, di per se, una forma di esagerazione che altera l’armonia di un volto.” Spiegò.
Fra le sue tele spiccavano nomi di artisti che Harry non conosceva, volti di ritratti. Uno studio, composto solo da questo: quadri. È bellissimo, pensò Harry. Ma non lo disse. D’altronde, neanche lui sapeva se riferirsi al dipinto, al discorso del pittore, o al pittore stesso.
 “È come se riuscissi ad esprimere qualsiasi cosa mediante l’arte” disse invece, rapito da quell’affascinante atmosfera.
“Non c’è nulla che l’arte non possa esprimere.” E Louis era convinto che il lavoro fosse buono, forse il migliore realizzato da lui. Ma tutto questo prima. Tutto questo prima che incontrasse Harry. C’era qualcosa in quel ragazzo, incontrato sulla Madison Ave, che lo attraeva particolarmente. Non riusciva a capire cosa. Se fosse poiché anch’egli era un artista, oppure per il semplice fatto di essere un poeta. Non ne aveva la più pallida idea, ma la sua persona gli aveva suggerito una concezione dell’arte completamente nuova, uno stile completamente nuovo. Era come un ‘sogno di forma in giorni di pensiero’.  Ecco cosa era Harry per lui.
“Ti andrebbe di posare per me?” chiese Louis d’un tratto. Aveva bisogno della sua musa, ed Harry era l’essere  che più le si avvicinava. Guardandolo, semplicemente guardandolo, si aveva la sensazione che il mondo non lo avesse contaminato. Ed era questo che affascinava Louis più di ogni altra cosa.
“Non so se sono in grado …” balbettò Harry.
“Non devi fare niente” gli sorrise incoraggiante Louis. “Sali sul piedistallo, da lì in poi tocca a me fare tutto il lavoro.”
E così Harry fece.
Trovava in Louis qualcosa che non era riuscito a trovare in nessuno. Lo scrittore aveva passato anni a parlare con poeti migliori di lui, più capaci, più affabili, più colti. Ma nessuno di essi era mai riuscito a saziare la sua fame di conoscenza. E ora, all’improvviso, qualcuno entrava nella sua vita a svelargli il mistero dell’esistenza. 
Passarono due ore , forse tre, e Louis non aveva ancora terminato. Aveva messo l’anima in quel ritratto. Quello era il dipinto migliore da lui mai realizzato, sebbene non fosse finito. Rappresentava un giovane di straordinaria bellezza. Mentre il pittore ammirava  la forma leggiadra e seducente che la sua arte aveva accortamente rivelato, un sorriso di soddisfazione gli si formò sul viso, e lì si mostrò quasi indugiare.
“È il migliore che tu abbia mai fatto. Ne sono sicuro” disse Harry in tono lieve. Questo si era spostato, per contemplare il dipinto, dietro il pittore, in modo così leggero che quest’ultimo  parve non accorgersene.
Louis si girò lentamente verso Harry. E fu così che accadde: verde contro azzurro; labbra contro labbra.
E si perdono. Si perdono nel buio della notte con la luna, così grande, così sola, ma nonostante ciò non smette mai di brillare. Eppure è così vuota, lascia un vuoto negli occhi di chi la guarda per davvero, sentendo solo i bisbigli della notte e della vita notturna che danno allo stesso tempo un senso di dolcezza e tranquillità.
 Harry circondò la vita di Louis con le sue braccia e “Sei tu la mia Calliope” sussurrò Harry sulle labbra di Louis.
Ma non era una domanda, era un’affermazione.
Ma  il ragazzo dagli occhi azzurri non era solo la sua Calliope, era la sua Erato, la sua Clio, la sua Euturpe, la sua Melpomene, la sua Polimnia, la sua Talia, la sua Tersicore, la sua Urania.
Questo era Louis per Harry.
Questo era Harry per Louis. 



 
Spazio Autrice: 
Salve popolo di efp! Si, questo succede quando gente come me inizia a leggere Oscar Wilde, ehm … Anyway, so che non è molto lungo, ma non credo che mi sarei dovuta dilungare più del dovuto. È semplicemente una (dolce, piccola) OS. Sinceramente, però, sono molto insicura su ciò che è venuto fuori, quindi sareste gentili se lasciaste una piccola recensione per dirmi cosa ne pensate/come potrei migliorare. Ve ne sarei infinitamente grata. Concludo qui, alla prossima!
All the love as always, E. 


 

 
  
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