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Autore: strongenough    13/06/2015    9 recensioni
Oliver e Felicity finalmente insieme ma sopratutto felici, in una casa sulla spiaggia. La loro casa. E cosa succederà? Torneranno a Starling City?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Oliver?-. Oliver non riesce a capire perché si sente stranamente agitato stanotte. Ha afferrato il suo telefono senza farlo squillare troppo. Nervoso. Maledettamente spaventato.
-Ray?-. Già. Ray. E lui inizia a preoccuparsi di più. -Che succede?-
-È Felicity!-. Oliver chiude gli occhi ed è rapido, troppo rapido. Come se se lo sentisse. Come se quel peso sul petto che lo stava tormentando non potesse riguardare nessun altro.
-Dove?-. Riesce a chiedere solo questo, non vuole sapere nient'altro. Ha solo intenzione di guidare la sua porche fino a lei. Non può sapere nient'altro. Lo ucciderebbe.
-Las Vegas...al Valley Hospital!-. In realtà, lo sta già uccidendo.

-Ollie...-. Thea osserva l'espressione sconvolta del fratello, e sa che non esiste nessun altro motivo che non sia lei. -Che succede?-
-Felicity...lei...-. E non riesce neanche a dirlo. -Lei è in ospedale!-
-In ospedale? Che diavolo è successo?-. Domanda preoccupata la ragazza, ma è come se lui avesse smesso di ascoltarla. -È grave? Ollie?-
-Non lo so, Thea! Io non lo so!-. La stava ascoltando invece e faceva male ogni parola.
-Resterò qui con Connor. Tu va!-. Oliver fissa gli occhi nocciola di quella giovane donna, poi annuisce. E non riesce a fare nient'altro, afferra il suo giubbotto di pelle e le chiavi dell'auto e fugge via. E non si è mai sentito così. 
La lama nel petto, il gelo della neve. La caduta. 
Niente di tutto questo lo ha fatto sentire così, neanche una volta.
Solo adesso, riesce a sentire il sapore della morte.
Solo senza di lei, riesce a sentire quel dannato sapore.

-Lei dov'è?!-. Le urla di Oliver irrompono il silenzio di quell'ospedale. Ray fa fatica a guardare i suoi occhi, e Oliver non lo sopporta. -Dimmi dov'è?
-È appena uscita dalla sala operatoria.-
-È grave?-. E quelle parole fuoriescono tremanti dalla sua bocca, come se non riuscisse neanche a pronunciarle. Ray abbassa lo sguardo. Dannazione, deve smetterla!
-È in coma, Oliver!-. Una lacrima riga il viso di Oliver, e probabilmente era già lì pronta, agli angoli dei suoi occhi. Disperata. Poi un'altra e un'altra. Non riesce a respirare. Sta piangendo sul serio. Quel tipo di disperazione che non ti lascia vedere, nè ascoltare, nè pensare.
Non può essere vero. Niente di tutto questo può essere vero.
-Chiamava il tuo nome quando era agonizzante.-
-Ti prego, smettila.-. Non vuole ascoltare. Il senso di colpa lo sta distruggendo già abbastanza. Lui non era lì, e lei chiamava il suo nome. Lui non era lì, e lei è in coma adesso.
Lui non era lì.
-Mi dispiace...-. Mormora Ray, e sta soffrendo anche lui. -I dottori dicono che non è un coma irreversibile, potrebbe svegliarsi...-
-O non svegliarsi più!-. Sussurra Oliver, mentre affonda il viso tra le mani per nascondere tutto il suo dolore, non che se ne stia preoccupando davvero. 
-Oliver!-. Una voce familiare riesce a riscaldarlo, ed è strano. 
-Donna...-. Dice lui, con un filo di voce. La donna corre verso di lui, e lo stringe tra le braccia, e lo fa con una forza straordinaria. E le ricorda così tanto Felicity. E lui per un istante si sente a casa, come un bambino tra le braccia di sua madre. Si lascia cullare da quella presa, e forse non dovrebbe. Dovrebbe rispettare anche il suo dolore di madre, e non dovrebbe essere così egoista.
-Ha bisogno di te!-. A quelle parole lui si allontana di qualche centimetro e la osserva con gli occhi gonfi, e le guance umide. Poi annuisce, e corre da lei.
È tutto quello che desidera.

-Amore mio...-. È solo un soffio e si infrange sulla pelle pallida di lei. -Come è possibile che tu sia bellissima anche in un letto di ospedale?-. Ma non è davvero una domanda. Oliver si asciuga una lacrima, poi si siede su quella sedia di pelle rossa, e afferra la sua piccola mano tra le sue.
-Perché sei scappata via da me? Tu non dovevi farlo! Tu non puoi lasciarmi, Felicity.- . E le lacrime si fanno più prepotenti, e i singhiozzi gli impediscono quasi di parlare.
-Devi svegliarti, mi hai sentito?-. Mormora, mentre continua a fissare i suoi lineamenti perfetti.
-Io non posso vivere senza di te, mi hai capito? Io non posso.-. Già. Lui non può.
Aveva deciso di lottare per lei, per loro. 
Lui ha deciso di lottare. 
E lei non può arrendersi così facilmente.

-Signora Smoak.-. John entra nel corridoio dell'ospedale, e corre verso la donna.
-John, giusto?-. Lui annuisce, ed è sconvolto. Troppo. E Donna lo sa, lei riesce a vederlo. È così trasparente. -È in coma.-. E non ha bisogno che lui glielo chieda. -I medici dicono che potrebbe risvegliarsi, o non farlo mai più.-. Quelle parole riescono a distruggere ogni tipo di barriera che quel soldato era riuscito ad erigersi intorno. Tutte quelle barriere non ci sono più adesso.
-Cosa è successo?-
-È stata sparata.-. E adesso è lei che non riesce a parlare. È lei che sente quel maledetto senso di colpa premerle il petto. Avrebbe dovuto avvisarla. Avrebbe dovuto dirle che suo padre la stava cercando, e avrebbe dovuto proteggerla da lui. O dai suoi nemici.
-Da chi?-. Domanda John, ma Donna non riesce a rispondere. È troppo impegnata a maledirsi per dare spiegazioni. Ray si avvicina a John, e gli afferra una spalla, con forza.
-Ti spiegherò tutto. Ma adesso, dovresti andare da lei. Sono ormai più di dieci ore che Oliver è chiuso in quella stanza. Noi ci alterniamo, ma lui non si è mai mosso di lì.-
-Non lo farà!-. Ne è sicuro. Come niente nella sua vita.

John afferra la maniglia della stanza e cerca di farsi coraggio, ma é così difficile. Perché le sue gambe fanno così tanta fatica a muoversi? Perché non riesce ad entrare in quella maledetta stanza? Odia tutto. Odia quella dannata città, e quelle fottutissime luci abbaglianti. Odia l'odore di medicine che gli si è incollato addosso, e il rumore che fa quella porta.
Ma ci riesce. Continua ad odiare il mondo, ma riesce a non odiare lei. 
La osserva, e il suo cuore perde un battito. 
Ha passato gli ultimi anni della sua vita a proteggerla. Come ha fatto a non proteggerla da questo?
Non riesce neanche a guardarla. Il suo petto che si muove lento, e quei boccoli biondi sparsi sul cuscino. E quella mano. La sua piccola mano stretta in quella di lui.
Oliver. È lì, immobile. Devastato. 
-Dovresti riposare.-. John avanza lento, poi accarezza piano l'altra mano di Felicity. 
-Sto bene.-
-No, non è vero, Oliver!-
-Non puoi sapere come mi sento! Nessuno può saperlo!-. 
-Si riprenderà.-. E vorrebbe crederci davvero.
-E se non lo facesse? Io non so neanche cosa le è successo, John!-. Ed è disperato. Davvero.
-È stata sparata.-. Oliver continua a fissare la sua donna, mentre un'altra lacrima gli riga la guancia.
-Chi?-
-Ray ci spiegherà tutto. Ma adesso vorrei parlare un attimo con Felicity.-
-Io non mi muovo da qui!-. E non è mai stato così convinto di qualcosa.
-È importante anche per me, Oliver.-. Oliver non è mai stato così egoista. Mai.
-Qualche minuto!-. Dice, guardando John. Poi si avvicina all'orecchio di lei, e sussurra.-Torno tra poco, amore mio.-. Le lascia un leggero bacio sulle labbra, e si sofferma qualche istante in più. Come se non riuscisse ad allontanarsi da lei. Ma lo fa. Solo per il suo amico.

-Che mi combini, eh? Mi distraggo un attimo e ti fai sparare, di nuovo?-. Sorride e sa che è quello che lei vorrebbe. Ma ci riesce a malapena. -Lui non ce la fa senza di te, lo sai? Non puoi abbandonarlo adesso, e non puoi abbandonare neanche me. Sai, prima che tu entrassi nel team, io e Oliver non facevamo altro che acciuffare criminali e lamentarci per il resto del tempo, poi sei arrivata tu, e Oliver ha iniziato a sorridere. Ti guardava in quel modo speciale, inclinava la testa e restava a fissarti mentre eri impegnata a fare altro, e io lo beccavo ogni volta. Sapevo che si sarebbe innamorato di te dal primo momento che vi ho visti insieme. Tu sei la sua meta perfetta, Felicity. Hai dato senso alla sua crociata, e alla sua vita.-. Stringe più forte la mano di lei, poi ne accarezza il dorso ed è estremamente delicato. -Quindi devi svegliarti, intesi?-. E vorrebbe urlarglielo, ma resta in silenzio a fissarla. In attesa che lei si svegli, che gli sorrida e dica qualcosa di inopportuno. Balbetti, e si maledica. Potrebbe aspettare una vita per questo.
Lui potrebbe aspettarla una vita.

-Chi è stato?-. Oliver fissa gli occhi di Ray, e non ha intenzione di ottenere una risposta vaga.
-Io non lo so, Oliver.-
-Perché eri qui?-
-Felicity era in pericolo. Il capo dell'H.I.V.E. ha scoperto che John non ha mai smesso di indagare su di loro, e ha preso di mira tutte le persone che lo circondano.-
-Damien Dark?-
-Come lo conosci?-. Domanda Ray, confuso.
-Ras Al-Ghul mi ha parlato di lui. È pericoloso. Ma cosa vuole da Felicity?-. Ray resta in silenzio e ha paura di rispondere. Forse lei non vorrebbe. O forse non vorrebbe altro.
-È suo padre.-. La voce di Donna arriva ad Oliver come un pugno nello stomaco. Si volta verso di lei e la osserva, incredulo. -Ma non è stato lui a sparare!-. Dice lei, sicura.
-E allora chi? Damien Dark è a Las Vegas il giorno in cui anche Felicity è qui. Credi sia una coincidenza?-. Domanda Ray a Donna, che scuote il capo, esausta.
-È qui per proteggerla!-
-Di che stai parlando?-. Oliver continua a fissare la donna. -Quell'uomo è un assassino!-
-Ed è suo padre! Non è stato lui a sparare, io ne sono sicura!-
-Allora chi?-. Donna scrolla le spalle, e non riesce a spiegarselo neanche lei.
-Significa che dovrò fare due chiacchiere con il signor Dark!-.
E forse era meglio se fosse rimasto in quella stanza di ospedale, incollato alla sua mano.
È troppo arrabbiato per parlare con lui.
È troppo devastato per affrontare un pericolo così grande.
Ma è anche troppo testardo per non farlo. 




Ehiii!! Vi sto facendo soffrire troppo? Vi prometto che le cose miglioreranno presto o tardi!
Che ne pensate di questo capitolo? 
Il dolore di Oliver?
E chi credete abbia sparato a Felicity? Donna ha ragione?
Credete che si risveglierá?
Ditemi quello che pensate! 
   
 
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