Il principe e lo Jotun

Era una buia notte di pioggia quando il possente Odino, di ritorno dalla guerra con Jotunheim, portò con sè un bambino.
"Chi può essere stato ad abbandonare un frugoletto come te?" chiese Frigga tenendo in braccio il neonato, cullandolo dolcemente.
"È troppo piccolo per essere accettato tra di loro." disse il padre degli dei guardando il bambino dormire.
"È... È uno jutun?" chiese la regina sconcertata.
"Sí, ma era così indifeso e..."
"Portalo via! Non intendo avere uno di quei mostri vicino a me e alla mia famiglia" disse porgendo il fagottino al marito.
"Lo affiderò a una delle serve" disse Odino prendendo il bambino e uscendo dalla stanza.
Come aveva potuto Odino pensare solamente che quel neonato possa avere solo una speranza di entrare a far parte della sua famiglia. Frigga, moglie del possente Odino non accudirà mai uno jutun e lui dovrebbe saperlo. Dopo tutto sono cresciuti odiando quel popolo di senvaggi.
"L'ho affidato a Isabel." disse Odino rientrando.
"A cosa pensavi quando lo hai preso?" chiese la regina infuriata.
"Al fatto che fosse solo un neonato e che probabilmente sarebbe servito a creare la pace fra i nostri popoli."
"Sarà il figlio di qualche soldato. Chi mai lo vorrebbe in dietro?!?"
"Laufey considerando che quel marmocchio è suo figlio."
"Hai rapito il principe di Jotunheim?"
"Si. Ora se non vi dispiace mia regina io vorrei dormire."
"Si certo. Buona notte mio caro."
"Notte mia regina"


I mesi passarono e Frigga non vide il piccolo jotun finché non ebbe 8 mesi. Era una mattina soleggiata e la regina si stava pettinandò i capelli mentre le sue ancelle riordinavano la stanza. Tra loro vi era anche Isabel con il piccolo Loki che tranquillo giocava con una pallina che la balia gli aveva dato tanto per tenerlo tranquillo.
Frigga osservava il bambino giocare tranquillo e si chiedeva se fosse stata una buona idea non occuparsene. Ovviamente tutta Asgard sapeva che Loki era uno jotun e per questo lo avrebbero trattato male tutta la vita.Immersa nei suoi pensieri la regina non si accorse che la pallina del piccolo era rotolata sotto il mucchio di vestiti puliti che ovviamente per riprende il suo giocattolo lui rovesciò beccandosi urla e sgridate da Isabel oltre che uno schiaffo tremendo sulla guancia che lo fece piangere a dirotto.
"Chiedo scusa mia regina" disse l'ancella per scusarsi.
"Oh piccolo vieni qui." disse la regina ignorando completamente la sua serva "tu volevi solo giocare vero? Dai non piangere... Shhh... Guarda qui, ho la tua pallina" disse la regina prendendo il bimbo tra le braccia e iniziando a giocare con lui.
"Mia regina" dissero le serve.
"Ha un nome questo bel bambino?"
"No. Uno jotun non è degno di un nome."
"Loki. Tu ti chiamerai Loki." disse Frigga e subito dopo il bambino iniziò a ridere felice.
"Mamma!!!" disse Thor entrando tutto contento nelle stanze della madre. "Guardate qui. Ho preso un uccellino."
"Thor liberalo, non vedi che ha paura?
"OK, lo libero" disse aprendo le mani e facendo volare via l'animaletto. "Lui chi è?" chiese curioso guardando Loki.
"Lui è Loki. Vuoi giocare con lui?"
"Posso?"
"Certo, basta che tu stia attento. È ancora piccolo."
"Giocheremo qui allora!" disse il biondino allungando le mani verso il bambino dagli occhi di smeraldo.
Passarono un paio d'ore e Odino entrò nella stanza alla ricerca del figlio e lo vide accanto alla madre che cullava un bambino bianco come la neve e dai capelli corvini che si succhiava il pollice.
"Papà hai visto che carino?" chiese Thor guardando il padre.
"Davvero carino..." rispose l'uomo.
"La culla di Thor l'abbiamo ancora vero?" chiese Frigga senza staccare gli occhi da Loki.
"Credo di si. La faccio portare qui."
Quella notte Loki dormì con i reali e così fece anche per tre anni successivi.



Nota autrice: Ciao! Lo so che non è un granché, ma spero vi sia piaciuta lo stesso.