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Autore: Clara_Oswin    14/06/2015    7 recensioni
Tratto dall'episodio in cui si vede la scena di Ayato che va a dormire nel letto di Yui, ho ipotizzato quel che sarebbe potuto succedere. tratto dal punto di vista di Yui.
Dal testo:
[...]-“resta con me”- furono le prime parole che mi passarono per la mente, non mi resi conto nemmeno di averle dette a voce alta.
-“non dovresti parlare così, potrei anche assecondarti”- [...]
AyatoxYui
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayato Sakamaki, Yui Komori
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Diabolik Lovers

Quando la vittima sinnamora del suo carnefice


Era passata un’altra giornata all’interno di quella casa in cui da qualche mese ormai mi ritrovavo a vivere, una casa abbastanza particolare visto che i suoi abitanti erano sei bellissimi ragazzi con dei gusti fuori dall’ordinario.

Sangue.

Mentre rimuginavo su quale sarebbe stata la mia sorte, avvolta nell’oscurità della stanza, in quell’enorme letto ornato di pizzi e merletti dentro cui mi trovavo avvertii una presenza.

Come un felino, Ayato il terzo figlio del signor Sakamaki, aveva la capacità di essere silenzioso e di muoversi furtivamente nell’ombra.

-“Ayato”- feci per alzarmi, ma il suo braccio sinistro mi spinse nuovamente giù.

Adesso potevo percepire chiaramente la presenza del suo corpo freddo vicino al mio.
Il suo braccio ricadde davanti a me, intrappolandomi in una morsa da cui già sapevo di non poter scappare.

Il mio cuore iniziò a battere violentemente in petto, la paura di quel che sarebbe successo di lì a poco mi attanagliava il respiro, avevo il terrore che potesse percepire la mia agitazione e approfittarsene come già spesso faceva. Ed invece con il passare degli istanti lui non accennava ad alcun movimento, restava inerme di fianco a me, respirando lentamente; d’un tratto ebbi la sensazione di sentire il suo capo appoggiarsi sulle mie spalle come a cercar conforto, ma probabilmente fu solo la mia immaginazione.

Ayato non avrebbe mai mostrato il suo lato debole ad umana insignificante come me.

Nel buio della notte non riuscivo a dormire sentendo la sua presenza così vicina a me, il mio corpo era allerta, i miei sensi si erano risvegliati dal torpore del sonno, eppure, il suo braccio catena della mia prigionia adesso non sembrava più così spaventoso, se io non fossi stata la preda e lui il mio cacciatore avrei potuto pensare che quello fosse un momento intimo, un tenero abbraccio dettato dal desiderio di sentire la persona amata vicino a sé.

Mi mossi lentamente, volevo voltarmi e guardare la sua espressione, solo così avrei potuto capire quello a cui stesse pensando;

in un attimo

 il suo braccio scomparve

e rapido così come era arrivato

stava andando via.

Mi voltai più velocemente che potei afferrando la sua manica appena in tempo mentre mi volgeva le spalle.

-“resta con me”- furono le prime parole che mi passarono per la mente, non mi resi conto nemmeno di averle dette a voce alta. Ayato si voltò verso di me e finalmente potei vedere quegli occhi verdi che mi pietrificavano ogni volta incontrassero i miei. Erano tristi. Erano anche sorpresi.

L’espressione sconfortata che aveva qualche istante prima scomparve celandosi al mio sguardo, al suo posto un ghigno malizioso si disegnò sulle sue candide labbra.

-“non dovresti parlare così, potrei anche assecondarti”-

La sua mano afferrò la mia stretta ancora tra le pieghe della sua camicia.

Si sedette sul letto avvicinando il collo alla sua bocca in procinto di sfoderare due zanne argentee pronte a penetrare nella mia carne.

Non opposi resistenza, appoggiai la fronte sulla sua spalla lasciando scoperto il mio collo, ero totalmente vulnerabile in quel momento, la sua mano stringeva ancora il mio polso, il suo braccio cingeva bramoso la mia esile vita, avrebbe potuto spezzarmi in due se solo lo avesse desiderato, ed infondo io, mi ero totalmente abbandonata al mio carnefice.

-“perché non opponi resistenza… non è divertente così, lo sai?”- sussurrò a pochi centimetri dal mio collo. La presa attorno al mio polso si allentò, ed io feci scivolare la mia mano nella sua. Con timore provai ad intrecciarla e con mio stupore Ayato non mi respinse, ma forse il suo era puro desiderio di prendere il controllo della situazione.

Mi strinsi più forte a lui, continuando a studiare le sue reazioni.

-“cosa accadrebbe…se io… non dovessi avere più paura di te…?”-

Mi strinse veementemente facendomi sussultare.

-“Bisognerebbe porvi rimedio,”- sollevò il suo sguardo per puntarlo dritto nei miei occhi –“anche se il tuo cuore dice il contrario”- sorrise lievemente.

-“e se non fosse paura…?”- continuai incerta con il cuore che batteva all’impazzata.

Il suo sguardo si fece confuso, così continuai. –“se fosse amore… cosa succederebbe?”-

Percepii per un momento un suo sussulto, il suo sguardo dapprima sicuro, divenne imperscrutabile. La sua mano ancora stretta tra la mia mi diede qualche flebile segno di speranza.

-“tu sei già mia. Che ti piaccia o no, tu mi appartieni.” Disse dopo qualche istante di silenzio con tono serio.

Sollevai il capo non allontanandomi dal sul volto a pochi centimetri dal mio. –“non hai riposto alla mia domanda. Mi sono innamorata del mio carnefice, Ayato, adesso cosa succede?”- fui sorpresa dalla determinazione con cui uscirono quelle parole dalla mia bocca, ma il bisogno di avere una riposta era più forte di qualunque cosa.

-“non dovrai guardare nessun altro se non me”. –

Avvicinò le sue labbra al mio collo posando un bacio. –“solo io posso bere il tuo sangue”- sentii i suoi occhi percorrere ogni lineamento del mio viso. –“reclamo i miei diritti su di te, Yui”-

Incatenò i suoi occhi verdi ai miei, il silenzio sceso tra noi era diventato una presenza palpabile adesso, portai le mie braccia lentamente verso le sue spalle, avevo ancora il terrore che lui potesse scappare da un momento all’altro o peggio, burlarsi di me.

Come se stessi accarezzando un gatto selvatico, con molta lentezza sfiorai la sua guancia con le mie dita, lui non si ritrasse ma potei avvertire un suo sussulto, non era abituato a gesti d’affetto come quelli.

-“io ti amo…”- dissi lentamente scostandomi i capelli dal collo. –“…prenditi cura di me”[1]-

Il vampiro mi cinse con entrambe le braccia, non in maniera violenta com’era solito fare, mi sentivo protetta stretta in quell’abbraccio, come se da quel giorno in poi nulla avrebbe più potuto farmi del male se lui fosse stato lì a proteggermi.

Dove prima avevo sentito il calore del suo bacio adesso sentivo entrare nelle mie vene i suoi canini.
Bevve lentamente, quasi come stesse riflettendo sul cosa fare quando avrebbe saziato la sua sete. Si staccò provocandomi un lieve gemito di dolore.

Sciolse la sua mano dalla mia ed io scivolai privata delle mie forze sul suo petto, dove trovai ristoro per la testa che aveva preso a girarmi.

Chiusi gli occhi respirando lentamente il suo profumo. –“credevo di essere io il predatore, ed invece adesso sono diventato la preda…la tua preda”. –

Suonava come una confessione d’amore nello stile del vampiro dagli occhi cangianti.

-“stai…dicendo…che…mi…ami?”- riuscì a dire respirando lentamene, mi sentivo talmente debole che sarei svenuta da un momento all’altro se non fossi stata sorretta dalle sue braccia.

Avevo ancora gli occhi chiusi mentre sentii le dita di Ayato guidare il mio mento verso le sue labbra. Fu un bacio di pochi istanti, dolce e fugace, a suggellare la nostra promessa.

-“si…” – mi prese delicatamente –“qualcosa del genere” – aggiunse dolcemente mentre mi rimetteva sotto le coperte.

-“Ayato”- aprì gli occhi con urgenza, volevo averlo ancora lì vicino a me, volevo realizzare che quello che era appena accaduto non fosse solo un sogno dettato dai miei desideri più profondi.

-“Resta con me”- ripetei la frase di prima, mentre lo guardavo prendere posto sopra le coperte di fianco a me.

Il vampiro dai capelli ramati mi sorrise con quell’aspetto impertinente che tanto amavo in lui.

-“Un giuramento fatto col sangue è per sempre. Veglierò su di te d’ora in avanti. Dormi pure piccola Yui, al tuo risveglio sarò ancora al tuo fianco.
Da ora, per l’eternità.”-

Abbandonai il mondo della veglia con la sua mano stretta nella mia e il ricordo delle sue labbra posate delicatamente sulla mia fronte.

-“ti amo”- mi parve di sentire poco prima di sprofondare nel mondo dei sogni.

 Con il calore nel cuore, e il pensiero di ritrovarlo ancora vicino a me una volta risvegliata, mi abbandonai al sicuro tra le sue braccia, le stesse braccia che mi terrorizzarono la prima volta che lo vidi, adesso mi avrebbero protetta...per l'eternità.









[1] È una tipica frase giapponese che le ragazze negli shojo dicono quando si fidanzano con un ragazzo e gli dimostrano di affidarsi a loro.

  
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