(ispirata a questa canzone)
Abitudine,
ormai, sentire Lysandre continuamente blaterare sulle stesse cose e
vederlo arrabbiarsi
per le stesse cose. Inutili, stancanti, stupide cose.
Incoerente,
perché lui sapeva bene che è così che
il mondo gira, e che un
uomo, da solo, non può cambiarne il verso. Un uomo da solo
può fare
ben poche cose, e Sycamore presume che sia questo il motivo per cui
si era creato un gruppo tutto suo. Un team. Team Flare, si facevano
chiamare. Les chavaliers de la flamme. Una manciata
di ricconi
che evidentemente non avevano dove spendere meglio i propri soldi.
Con tutta la probabilità, la maggior parte di loro nemmeno
sapeva
cosa stava succedendo nei laboratori. Sapevano che quello era un modo
per guadagnarsi vita facile, e finita lì. Era gente a cui
piaceva
sentirsi superiore.
E
Sycamore, ad un certo punto, si era trovato a chiedersi il perché.
Perché Lysandre si era circondato di persone di quel tipo,
perché
si limitava a guardare tanto in piccolo, perché non aveva
scelto
tutti, piuttosto che il Team Flare unicamente. Che
importanza
avevano quelle persone nella sua vita, comunque? Nessuno di loro era
suo amico, a nessuno di loro importava di lui o della sua causa
–
quello che voleva non era sbagliato, era il modo con cui voleva
ottenerlo – e nessuno si sarebbe mai fatto avanti per farlo
ragionare e dirgli “Lysandre, questo mi sembra
eccessivo”.
Nessuno gli voleva bene abbastanza per poterlo fare.
Ma
tutto sommato, nemmeno Sycamore è coerente –
nemmeno Sycamore
l'avrebbe fatto, e non l'aveva fatto,
perché l'amicizia con
Lysandre era tanto cara per lui da accrescere la paura di perderla, e
con Lysandre era facile, lo era sempre stato. Per Lysandre le sue
convinzioni erano più importanti dei suoi rapporti con gli
altri e
Sycamore non voleva urtarlo a tal punto, non si sarebbe mai permesso.
Non c'era un: “Il tuo è solo un modo per vedere le
cose, non deve
essere per forza quello giusto” e non ci sarebbe mai stato;
per
Lysandre il suo punto di vista era l'unico giusto,
e non era
possibile convincerlo del contrario. Nemmeno per Sycamore.
Ormai,
è troppo tardi. Discutere con lui era sempre stato un
tabù, e
sarebbe continuato ad esserlo, sicuramente.
Le
colpe, dunque, sono ricadute su di lui.
Non
che qualcuno gliene abbia date – o per lo meno, ancora non ha
capito se è tutto nella sua testa o se, effettivamente, la
gente gli
ha dato la colpa di quel gran disastro – ma Sycamore pensa
che se
Lysandre è morto – morto
– allora è a causa sua.
E'
così che ha detto a Serena: “Non ne abbiamo mai
parlato, quindi
immagino sia in parte colpa mia,” e Serena l'aveva guardato
con
tanta pietà e pena, ed è quello l'effetto che
dà alla gente, ora.
Ora è il povero Professor Sycamore,
l'ex amico di un genocida
– che si era rivelato un suicida, tirate le somme,
perché solo una
persona è tanto malsana da uccidersi pur di non ammettere di
non
aver ragione – e l'uomo forte che mantiene il sorriso sul
volto
malgrado un accaduto tale.
Lo
stesso uomo che si rifiuta di mettere piede a Cromleburgo, lo stesso
uomo che ha richiesto un periodo di ritiro, lo stesso uomo che non si
definirebbe mai forte, perché non lo è mai stato,
nemmeno per le
più piccole cose. La paura di perdere una persona cara era
tanta da
fargli fare enormi passi indietro, ma quando la persona cara se ne
va, per sempre, senza poterla nemmeno rivedere, allora Sycamore
finalmente capisce, che avere qualcosa tra le mani è meglio
che non
avere niente.
nda:
oh boy, oh boy. Di recente ho rigiocato a Y e quel gioco non
finirà
mai di demolirmi, ogni volta. Lysandre è un personaggio
veramente
bello che merita tutta l'attenzione che gli è stata data a
livello
di fanbase, e Sycamore oltre ad essere l'unico professore a cui tutti
darebbero volentieri un colpo ha anche un mucchio di caratteristiche
su cui io mi diverto da morire a lavorare.
Questo
è un piccolo, chiamiamolo, sfogo post-game. L'ennesimo,
oramai. Per
cui è corto e non l'ho riletto molte volte, spero non ci
siano
errori importanti.