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Autore: The_Glue    14/06/2015    1 recensioni
Era lei a parlare,non più la reverenziale paura che si nutre nei confronti di una persona a cui si tiene troppo per dire qualcosa di sbagliato che possa allontanarla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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N.B. 
Non ho mai (e sottolineo mai) pensato a Thomas e Teresa come una coppia in senso stretto.. Ed è
forse proprio per questo motivo che questa storia riesco a vedergliela bene addosso. Avevano un legame e questo è bene non dimenticarlo. 
Buona lettura :) 


| then I wrote you a song with the words you spoke | 
Con buone probabilità quella era stata l'estate più fredda degli ultimi 10 anni e le altrettante chiamate perse che si ritrovava a scorrere erano dovute al fatto che,si,il 27 di agosto stava cercando una felpa o un qualcosa di un minimo coprente tra le varie maglie a maniche corte che le erano sembrate totalmente inutili quell'anno. 
"Tom" 
Le faceva ancora strano leggere quel nome sul display,ma questo non impedì alle sue labbra di
incresparsi in un sorriso appena accennato. 
Era tornato con poche parole,così come l'aveva
lasciato "Non voglio che ci perdiamo di vista,è stato un comportamento del cazzo,non sarebbe stupido se riprovassimo ad essere amici".
Non si erano parlati per gli ultimi due anni,il che
non sarebbe stato proprio un male se solo non fossero stati in classe insieme. Mai un "buongiorno",una qualsiasi forma di rapporto,contatto o dialogo. Poi,dopo gli esami,lui era tornato dicendo "pensavo che andasse fatto",senza uno "scusa" di circostanza a nobilitare
il discorso. E ora,dopo tre mesi dal chiarimento,che pure avevano sempre ritardato,la stava aspettando sotto casa per andare a prendere qualcosa insieme,da amici. All'inizio si era ritrovata a pensare a che effetto le avrebbe fatto rivederlo con la consapevolezza di potersi
parlare,che effetto le avrebbe fatto "chiudere il cerchio",chiarirsi con un passato mai affrontato,si era anche stupidamente detta che le cose tornano da te quando ormai non le vuoi più e si era dovuta correggere dopo neanche un paio d'ore perché ci sono cose che capirai di aver sempre voluto,anche se nel modo sbagliato,solo quando tornano da te. Eppure se l'era immaginato totalmente diverso,si era immaginata un'emozione
più istintiva,meno matura,ma era stato proprio quello a farle capire che avrebbe saputo affrontarla,perché mentre cercava di non volerla più,quella cosa,a modo suo l'aveva metabolizzata e accettata,l'aveva analizzata,era stata mesi a chiedersi dove e perché aveva sbagliato,se fosse
stata davvero solo colpa sua e raramente ancora le capitava di pensare che se si fosse comportata diversamente,forse,le sarebbe andata meglio. Non aveva capito,però,che mentre si addossava tutte le colpe stava anche espiando le proprie. 
Che essere sinceri paga,anche dopo tempo.
Non le aveva mai dato una certezza,nè prima nè
ora,solo un biascicato "non so come funziona,non ho mai avuto a che fare con dei chiarimenti,sei la prima persona da cui ritorno" e lei se l'era fatto bastare,come sempre. La differenza stava nel fatto che adesso era lei a decidere di ascoltarlo,con la mente lucida,pulita. Era lei a decidere di accettare le scuse più subdole che avesse mai ricevuto ed era sempre lei ad esporre chiaramente le proprie ragioni. Era lei a
parlare,non più la reverenziale paura che si nutre nei confronti di una persona a cui si tiene troppo per dire qualcosa di sbagliato che possa allontanarla. Questo perché non aveva più nulla da perdere,perché sarà pur vero che chi è in grado di lasciar andare è più forte,ma chi invece rimane e perde si costruisce da solo ed impara a bastarsi,ed a chi trova se stesso non puoi più togliere nulla. Aveva capito che i "grandi amori" ritornano sempre.
O ti curano
O ti ammazzano
E quando ti curano poi non lo fanno


necessariamente rimanendoti accanto per tutta la vita,molto spesso basta che ti facciano sentire di avercela fatta
  
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