Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |       
Autore: Aldore1n    16/06/2015    2 recensioni
Anno 3000. I giovani cavalieri di bronzo del futuro continuano la loro avventura per salvare dalle grinfia del male la nuova dea Atena. Riusciranno Liam, Kenzo , Dimitri e Rebecca a sconfiggere i terribili Cavalieri Naturali e i loro Generali? Secondo libro della mia trilogia sui Cavalieri Dello Zodiaco, celebre manga del maestro Masami Kurumada. Tutto è nuovo, dai personaggi alle skill, per quest, la storia, si può definire un'originale. Ciò che conservo meticolosamente è la filosofia del fumetto. Non vi aspettate il continuo della serie tv. Tutto è nuovo! Bruciate il vostro Cosmo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saori Kido
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOTA DELL'AUTORE
 
Prima che vi addentriate nel racconto che segue, vorrei precisare alcuni dettagli ,per rispondere ai numerosi quesiti che mi avete inviato sul web. Il mondo che ho immaginato è proiettato nell'anno 3000 ma non è poi così diverso da quello che conosciamo oggi. La Terra, essendo stata distrutta dalle guerre e martoriata dalle infamie dell'uomo, ha dovuto ricominciare tutto dall'inizio. Vero è che la tecnologia ha fatto passi da gigante, anche grazie alla scoperta dell'Energia Polaris, fonte pulita, enormemente più potente e funzionale della comune elettricità. Basti pensare, ad esempio, che ,nei giorni nostri, per alimentare un comune treno metropolitano in alcuni paesi, occorre una linea elettrica a corrente continua di circa 3600 KW. Pensate alla spesa sostenuta dai governi e dalle aziende ogni anno per  il trasporto pubblico. Con l'avvento della Polaris, una motrice capace di trasportare 2500 tonnellate, è alimentata semplicemente da una piccola batteria del peso di 100 kili. Tale fonte energetica, oltre ad alimentare i motori ad induzione magnetica ( i treni nel 3000 non hanno le ruote, ma grandi magneti, che riducono l'attrito drasticamente  e dimezzano i costi di manutenzione) , gestisce tutti i computer di bordo, l'illuminazione, la climatizzazione e qualsiasi cosa non sia mossa da mano umana. Tutto questo per diversi decenni prima di esaurirsi. Per non allontanarmi dalla domanda che mi avete posto, non vi dovete stupire se a cotanta tecnologia fantascientifica, troverete persone vestite con jeans e maglietta , proprio come ai giorni nostri. Ricordate sempre che il mondo è in una fase di rinascita, dopo mezzo millennio di guerra e stasi. Per rispondere ad un'altra domanda riguardante le auto a gravitazione, vi specifico che questi veicoli non possono volare. Così come per i treni, essi galleggiano sul manto stradale. Infatti non posseggono ruote con pneumatici, che vi ricordo essere fatti di petrolio e rame, materiali quasi del tutto esauriti. Come fanno a stare sospese? Semplice. Pensate a due calamite. Quando avvicinate due magneti l'uno all'altro con la faccia polarizzata alla stessa maniera ( esempio: lato positivo con lato positivo, oppure negativo con negativo) cosa succede? Se non avete mai provato ve lo dico io, si respingono. Ora, sotto lo strato di asfalto delle strade di tutto il mondo del 3000, vi è una sottile, ma potente, lastra magnetica con lo strato superiore caricato negativamente. Sotto le auto vi sono bobine ad induzione alimentate a Polaris che si magnetizzano anche esse negativamente quando si toglie il freno e si mette in moto il computer di bordo (molto simile ad una nostra automobile). Così facendo, la macchina viene "repulsa" dal suolo e sospesa in aria. Un altro piccolo motore a Polaris , la spinge ogni qual volta si preme sull'acceleratore, generando il moto. Quando si frena, invece, la polarità delle bobine nel sottocassa, varia gradualmente a seconda dell'intensità della frenata, facendo attrarre l'auto al suolo fino a farla fermare. Quando si spegne il veicolo, questi, dolcemente, si aggancia al manto stradale, bloccandosi saldamente. Non vi è nemmeno bisogno di un freno a mano! Vi chiedo scusa, amici lettori, mi sono dilungato. Risponderò alle altre domande sul web, sui canali ufficiali. Ora vi lascio al secondo libro di Saint Seiya Next Generation!!
 
 
 
PROLOGO
 
 
La battaglia infuriava ormai da ore e , finalmente, Liam poteva scorgere a pochi metri da lui, incatenata ad una parete, la dolce e bella Anna. La fanciulla urlava disperata il suo nome, con tutta la voce e il fiato che aveva il suo esile corpicino. Il cavaliere di Pegaso evitò di poco il balenante attacco di due super droni, apparsi dal nulla.
"Pegasus: Shooting Stars!" gridò scaraventando via gli automi e riducendoli ad una massa informe di rottami e circuiti scintillanti. Si voltò, per un istante, indietro, cercando di scorgere i suoi compagni, celati da una spessa coltre di fumo e fiamme. Percepiva il loro ruggente cosmo, poco dietro di lui, quindi decise di proseguire, affidando a loro il resto dei nemici. Avanzò, racchiuso nella sua lucente armatura, il Pegaso di Fuoco , raggiungendo il fondo della stanza, ma più si avvicinava ad Anna e più essa si allontanava, come se il pavimento scorresse come un fiume di alabastro impetuoso. Si mise a correre, dando fondo a tutte le sue energie, col cuore che pulsava come impazzito. La distanza si ridusse, ancora pochi metri. Ora poteva sentire persino l'odore della sua unica amica di scuola. Camomilla! Ricordava bene quel dolce e rilassante profumo di fiori, che i suoi lunghi capelli del color grano maturo emanavano.
"Allunga una mano Anna! Ci sono quasi" tuonò, ma la voce non uscì sorprendendolo. Poi si accorse che anche i suoni e i rimbombi della battaglia erano svaniti. Non udiva nemmeno più le urla disperate della sua dea, già proprio così, dea, poiché questo è ciò che era Anna, una divinità dell'antico mondo, la giusta Atena!
Saltò, facendo forza sui quadricipiti, spingendo con gli addominali, per cercare il massimo spunto possibile. Poteva avvertirlo ora, il calore delle sue dita, a pochi centimetri. Poi, ad un tratto, tutto divenne buio attorno a lui. Stava planando, immerso in una mare senza luce. Il pavimento di alabastro era scomparso, così come la battaglia e i suoi amici. Ora che ci faceva caso, non percepiva più nemmeno i loro Cosmo. Cercò di nuotare nel mare oscuro che lo allontanava nuovamente da Anna. Sentì qualcosa, questa volta, una flebile voce, sottile come il fruscio lontano delle fronde.
"Perché mi abbandoni?!" sussurrava quella dolce voce, provata dalla fatica di mille urla.
"Anna ti prego, allunga un braccio! Non riesco a…"
Le parole del Cavaliere furono spezzate! La sua armatura, l'invincibile Pegaso di Fuoco, stava diventando sempre più pesante. Il mare d'oblio lo stava inghiottendo, allontanandolo inesorabilmente dalla sua dea.
"Cosa succede? Dove sono capitato!" esclamò sganciando a mano a mano i pezzi della sua corazza che gli facevano da zavorra. Prima i copri spalla, poi il grande pettorale, la cintura e i gambali. Tutto precipitò nel mare oscuro sotto di lui. Ora che era quasi nudo, poteva finalmente risalire la corrente e salvare Atena dalle grinfia del male. Una bracciata dopo l'altra e riguadagnò centimetri. Quando sembrava ormai fatta, un volto enorme apparve dietro Anna. Un viso di un uomo, che lui aveva già visto, ma che la sua mente si sforzava di mettere a fuoco. Quel viso lo derise con gli occhi grandi e luminosi. Erano così lucenti che sembravano squarciare il mare d'ombra in cui era immerso. La luminosità crebbe a dismisura, costringendo il cavaliere a chiudere gli occhi .
"Anna ti prego, guidami con la voce, questa luce… non riesco a tenere gli occhi aperti!".
Non udì nulla che fosse diverso dalle grottesche risa del volto misterioso. Quindi ricominciò a nuotare alla cieca, sperando nella fortuna, ma non appena guadagnò centimetri, senti la pelle del suo corpo bruciare.
"Che succede! Questo caldo, questa sensazione! Io.. io sto…bruciando!"
Era proprio così. Ben presto Liam fu avvolto dalle fiamme. In un primo momento cercò di difendersi liberando il suo Cosmo, ma si rese conto che a nulla serviva. Il dolore aumentava, mentre la carne cominciava a cedere. Urlò dal dolore, ma allo stesso tempo continuava a nuotare. Strenuamente raggiunse ancora una volta la sua dea, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, venne spazzato via da un vento impetuoso.
"Anna no!" disse in fine, prima di riaprire gli occhi e trovarsi davanti Kenzo.
«Liam, Liam! Finalmente sei sveglio. Stavi avendo un incubo, amico mio» spiegò l'asiatico.
«Ma cosa.. Anna… Io… dove… Io ero morto… Stavo bruciando». Farfugliò il giovane in maniera confusa con la fronte grondante di sudore.
«Coraggio, alzati. Il computer dice che siamo a destinazione. Ti sei addormentato non appena partiti. E' stato solo un brutto sogno. Ripetevi sempre Anna, e frasi senza senso» disse Rebecca, seduta nella piccola poltrona di fronte a lui.
Il superjet della fondazione Sado atterrò pochi istanti dopo, su una grande landa sabbiosa, vicino all'Oceano Atlantico. Il computer avvertì i guerrieri, con la consueta voce robotica, che erano giunti all'Isola di Cayo Hicacal e ,finalmente, il portello sulla cosa si aprì nuovamente, facendo filtrare una luce fortissima. Poco più a nord, nascosto da una fitta vegetazione, un uomo misterioso, coperto da un mantello di stracci fino al volto e reggendosi ad uno spesso bastone di legno, osservava discendere dall'aeromezzo i tre guerrieri racchiusi nelle loro splendenti armature. I tre Saint non si accorsero di nulla.
 
 
 
 
CAPITOLO 1
 
APPRODO AD HICACAL :
IL NEMICO ESCE ALLO SCOPERTO
 
 
Il sole di mezzodì ardeva sull'isola di Cayo Hicacal, il luogo stabilito dalla famiglia Temis in cui , secondo il messaggio arrivato nelle mani dei Cavalieri di Atena qualche tempo prima, si sarebbero scontrati definitivamente. Purtroppo dei nemici non vi era traccia alcuna. Tutto ciò che i tre giovani Saint vedevano coi loro occhi, erano splendide spiagge dalle svariate sfumature che andavano dal panna all'ocra. L'isola non era molto grande a detta della fondazione Sado, una larga sacca di terra nell'oceano, spaccata al centro da una folta vegetazione tropicale. A nord- ovest , dopo lo strato massiccio di bambù , palme da cocco e una folta distesa di alti alberi sempreverde,sorgeva una piccolissima comunità di uomini del luogo. Era proprio nel piccolissimo paese di Hicacal che Kenzo voleva condurre i compagni, cercando di racimolare informazioni. Ci misero poco più di mezza giornata di cammino per varcare il centro dell'isola. Il percorso non fu semplice dato l'intreccio selvaggio di liane e le numerose piante pioniere che trovarono nel sottobosco. Ad un certo punto del cammino, Liam aveva proposto di farsi strada con uno dei suoi colpi, affinché viaggiassero più spediti e più facilmente, ma Kenzo e Rebecca glielo a avevano proibito caldamente. In quel modo avrebbero attirato i nemici in un luogo sfavorevole e pericoloso, visto i numerosi ostacoli ed, inoltre, avrebbero consumato energie preziose per la battaglia contro i quattro Generali. Decisero, così, di mantenere un profilo basso , sfilando come serpenti silenziosi fino ai bordi del villaggio di Hicacal. Fu all'imbrunire che scorsero le prime luci delle abitazioni e i primi suoni della civiltà, superando un ultimo alto pino secolare.
«Molto bene, questa dovrebbe essere la città indicata sulla cartina» sussurrò Kenzo attivando una mappa tridimensionale olografica, sfiorando lo schermo di una sorta di piccolo orologio.
«Forse i cittadini sanno dove possono trovarsi i Temis. Potremmo trascorrere la notte la e domandare in giro, magari siamo fortunati» suggerì Rebecca guardando la visuale della mappa roteare e ingrandirsi con i movimenti della mano del compagno.
«Non credo sia opportuno andare tutti. Dopo tutto non sappiamo nulla su quella gente» continuò mormorando l'asiatico cavaliere « Potrebbero essere in combutta col nemico o essere loro stessi dei nemici camuffati da abitanti. Andremo io e te, Rebecca».
«Hey hey! Aspetta un attimo capoccione! Perché io devo fare sempre il lavoro più noioso di tutti, mentre voi ve la spassate?» borbottò Liam storcendo il naso.
«Tu vedi di rigare dritto , bamboccione, o te la faccio passare io la noia» puntualizzò Rebecca colpendo alla solita maniera il capo del cavaliere di Pegaso.
« Liam, tu sarai di vitale importanza per questa missione di ricognizione. Infatti io e Beky andremo senza le nostre Cloth» spiegò il Saint del Dragone.
«Non sarà troppo pericoloso? L'hai detto tu che potrebbero nascondersi dei nemici nel villaggio» chiese Rebecca , inarcando un sopracciglio.
«E' per questo motivo che lasceremo qui Liam a fare compagnia alle lucciole» sogghignò per un attimo Kenzo, notando la smorfia di rabbia del compagno «lui sarà la nostra squadra d'attacco in caso di pericolo. Se per caso dovessimo essere colti di sorpresa bruceremo il nostro Cosmo in modo da avvertire Liam che correrà da noi con le nostre armature e dando sfogo alla sua voglia di distruggere».
«Ora si che si ragiona!» esclamò con tono un po' troppo alto Liam, che subì un ulteriore colpo al capo da Rebecca.
Seguirono il piano stabilito , fuoriuscendo dalla vegetazione e incamminandosi su quella che sembrava una stradina dissestata. Videro i primi cittadini qualche passo dopo, intenti a trasportare ceste con datteri, caraffe d'acqua e sacchi di juta. Alcuni di quegli uomini, dalla pelle ambrata e dal fascino esotico, li osservarono incuriositi. Nonostante il mondo fosse in piena espansione evolutiva nel campo tecnologico, la città di Hicacal sembrava essere stata dimenticata per millenni.
«Perché ci osservano in quel modo?» chiese Rebecca con tono bassissimo.
«Deve essere per via delle nostre tute termiche» spiegò Kenzo guardandosi l'aderentissima tuta nera, che definiva i loro muscoli e i loro corpi e allo stesso tempo li confortava dalle ostiche temperature equatoriali «deve essere una popolazione molto antica e priva di tecnologia. Guarda come si muovono e cosa usano».
«Sarà, ma così facendo abbiamo attirato comunque la loro attenzione. Forse era meglio indossare le Cloth a questo punto».
Kenzo non ebbe il tempo di commentare che alcuni bambini del posto lo accerchiarono cominciando a toccare lo strato rugoso della sottile tuta in tetrapoleris.
«Niños, venite subito qui! Lasciate in pace i turisti!» urlò una donna dai folti capelli neri e dalla pelle mulatta vestita con gonna e canotta e con al piede vecchi e scoloriti infradito « Perdonate i miei bimbi, señor. Loro sono solo curiosi dell' hombre dagli occhi a mandorla che indossa la strana pelle nera».
Fu Rebecca a rispondere al posto dell'impacciato Kenzo, molto a disagio con i pestiferi marmocchi cubani.
«Nessun fastidio gentile signora. Lei ha dei figli meravigliosi».
«Tu sbagli muchacha, esti che vedi non sono i miei figli. Sono i miei fratellini».
Rebecca arrossì lievemente, pensando, forse, di aver offeso quella gentile e cordiale donna che, comunque, non sembrò essersi accorta della gaffe.
« Ditemi stranieri, cosa vi porta nella nostra Cayo Hicacal? Siete per caso in luna di miele?»
Il lieve rossore sule gote di Rebecca divenne ben presto un incendio indomabile. Anche sul volto di Kenzo comparve una sorta di smorfia amorfa, scolpita dal senso di disagio.
«Nient… Nient'affatto gentile signorina. Siamo solo una coppia di studenti americani. Abbiamo il compito di analizzare ed osservare la flora e la fauna del luogo».
"Ottima scusa!" pensò fra se Kenzo.
«Studenti? Peccato. Sareste una bellissima coppia. Ahhh ma non ti preoccupare chico, una leggenda del posto vuole che tutte le coppie che passano per Hicacal bruceranno nel fuego dell'amor! Quindi non disperare per la tua bella muchacha!».
Questa volta ad incendiarsi fu il viso di Kenzo che  pensò subito a quale fortuna fosse avere con loro anche Liam. Non essendo una coppia, magari la leggenda dell'isola li avrebbe risparmiati.
Per quella notte furono ospiti nella piccola casetta della giovane donna. Un piccolo rifugio di pietre mischiate a della malta con un tetto fatto di lunghi listoni di legno tenuti insieme da spesse liane. La cordialità della simpatica Rosita ,così si chiamava l'isolana , coinvolse parecchio i due guerrieri in incognito, che, alla fine, si sciolsero e presero confidenza sia con lei che con gli instancabili fratellini. Rosita raccontò loro che, in realtà quei fanciulli non erano i suoi veri e propri fratelli. Pochi anni prima, infatti, una  malattia sconosciuta colpì il villaggio, decimandone gli abitanti. I bimbi, rimasti orfani, vennero accolti come fratellini dall'adolescente isolana e cresciuti sotto lo stesso tetto. La storia rattristò molto Rebecca che si sentiva molto simile a quelle povere creature. Poi, ricordandosi lo scopo della sua missione, e vedendo che Kenzo teneva incollati i bambini a se mostrandogli la mappa olografica, cominciò ad indagare:
«Rosita, che tu sappia. Sono successe cose strane sull'isola , ultimamente?».
La domanda rese perplessa l'isolana che per un attimo arricciò la fronte, ma poi, con la semplicità che la caratterizzava, rispose al quesito con un no, senza chiedersi il motivo di quella frase.
«A Cayo Hicacal non succede mai nulla. Siamo un popolo pacifico e semplice. Come avrai notato, non possediamo nulla di tecnologico» spiegò col suo curioso accento per metà cubano.
«Come mai parli la nostra lingua così bene?» continuò la Saint di Andromeda.
«Mio padre mi insegnò l'idioma dei los americanos da bambina. Lui lavora per la famiglia Temis come guida».
Sentendo quel cognome, lo sguardo di Rebecca e quello di Kenzo aumentarono d'intensità.
«Quand'è che ritornerà? Sai, vorremmo chiedere a lui dei consigli su dove dirigerci domani».
«Mia cara muchacha, chi può dirlo! A volte torna dopo un giorno, altre dopo settimane. Nessuno lo sa. I Temis sono molto generosi con noi a Hicacal e mio padre ha tante bocche da sfamare. A pensarci bene è passato già un mese da quando lo hanno contattato. Se volete, posso darvi io delle informazioni! Sapete, conosco l'isola come le mie tasche».
«Sei molto gentile Rosita, grazie. Un'ultima cosa» continuò Rebecca sperando ,con quell'ultimo quesito, di non far insospettire la padrona di casa «Questi Temis di cui parli, abitano sull'isola? Sono sempre stata una grande estimatrice delle loro lussuose abitazioni».
« Tenute Temis a Cayo Hicacal? Non che io sappia muchacha. L'isola appartiene al governo americano, non a loro. Qui c'è solo un drappello dell'ambasciata a nord, vicino la spiaggia. Se vuoi visitare la struttura dovete proseguire per il villaggio fino ad arrivare alla baia, ma ti avviso, non è niente di spettacolare che vedrai. Solo una capanna un tantino più grossa del normale. Ora basta domande e mangiate. Ho preparato dell'ottimo riso. Non vorrete andare via da qui senza aver prima assaggiato il cibo locale!».
La serata trascorreva serenamente, fra risate e racconti popolari. I due compagni quasi si dimenticarono del povero Liam che attendeva , sconsolato , nella foresta appena fuori il villaggio. Solo quando l'orologio di Kenzo emise un brevissimo bip, i due guerrieri si resero conto che si era fatta mezzanotte, ed era giunto il momento di ricomporre la squadra.
«Signorina Rosita, grazie per l'ospitalità e per il buon riso. Tuttavia, dobbiamo salutarci e proseguire col nostro viaggio» accennò Rebecca alzandosi dalla piccola sedia di legno.
«Come? Andate via ora? Segñorita, non è il caso che andiate girovagando por la foresta a questa ora della noche. Potete restare qui con noi. Ripartirete domattina» insistette la gentile cubana.
Anche i bambini mugugnarono parole di malcontento. Avrebbero voluto, infatti, rimanere a guardare ancora un po' la magia della tecnologia, ma dopo non molto Kenzo e Rebecca si trovarono sull'uscio della porta a tendere la mano alla dolce isolana.
«State attenti muchachi e ricordate la leggenda degli innamorati!».
Ancora una volta , sui volti dei giovani cavalieri, comparve una sfumatura rossastra all'altezza delle gote. Ritornarono sui loro passi, fino a lambire i bordi della foresta. Trovarono Liam disteso sui  due scrigni contenenti le sacre vestigia di bronzo, intento a guardare le stelle e giocherellando con un ago di pino secco con la bocca. Si stavano per rimettere in cammino , quando un forte boato, proveniente dal villaggio di Hicacal, li fece sobbalzare. Di corsa, i tre cavalieri, uscirono da quel contorto agglomerato di liane che li circondava per fare capolino fra l'ultima linea di grosse palme da cocco. Scorsero, lì dove la luce illuminava le piccole abitazioni, un pennacchio di fumo nero levarsi al cielo.
«Kenzo!» esclamò Rebecca «Viene dal centro di Hicacal. Li ci sono i bambini e Rosita, dobbiamo vedere cosa è accaduto».
«Chi è Rosita? Si può sapere cosa avete fatto fino ad ora, mentre io aspettavo solo come un cane?».
«A dopo le discussioni amico mio, ora dobbiamo intervenire. Una cosa è certa, qualcosa di brutto turba la quiete di questo paesino. Forza Rebecca, indossiamo le nostre Cloth».
Le vestigia risposero ai richiami dei loro Saint. Gli scrigni si aprirono e le Cloth squarciarono la penombra con lo scintillio del loro Cosmo. Quando la vestizione fu completa, i tre si lanciarono nel cuore di Hicacal alla ricerca di risposte. Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi poco dopo, fu terribile. Un centinaio di droni sentinella stavano distruggendo le abitazioni dei pacifici cittadini dell'isola. Le persone fuggivano disordinate e spaventate, urlando frasi in spagnolo. Poi Rebecca vide Rosita pararsi a protezione della sua piccola casetta, stretta dall'abbraccio dei suoi piccoli fratellini.
«Siete impazzito segñor! Porchè attaccate il villaggio. Noi non abbiamo fatto nulla!» implorava a gran voce non trattenendo le lacrime.
Fra i tanti robot , in prima linea comparve una misteriosa figura, racchiuso in quella che sembrava a tutti gli effetti una Natural Armor. Lo strano uomo, alto e snello, con i lineamenti spigolosi come la sua corazza, rideva in modo bizzarro.
«Kèkèh! Togliti di mezzo ragazzina o farai una brutta fine. Voglio che i cavalieri di Atena escano allo scoperto, so che sono qui che si nascondono».
«Di cosa parli, cabron. A qui non c'è nessun cavaliere. Non vedi che spaventi los niños?».
A poca distanza Rebecca udì tutto, nascosta dietro le macerie di un'abitazione.
«Kenzo, Liam, cercano noi! Non possiamo lasciare che facciano del male a degli innocenti».
«Questo è ovvio, organizziamoci e…. Liam aspetta!».
Lo spazientito cavaliere di Pegaso uscì allo scoperto, adirato in volto e con il Cosmo azzurro che lo avvolgeva turbinante. Mentre si avvicinava al misterioso nemico ,batteva un pugno sul palmo della mano opposta ,alla sua maniera. Sia i robot che il cavaliere naturale si voltarono ,non appena fu a vista.
«Stavi forse cercando noi?» chiese il giovane newyorkese osservando l'ossuto e smilzo nemico, dagli occhi piccoli e meschini e dal naso adunco.
«KèKèh! Finalmente uscite allo scoperto, topolini! Sapevo che eravate nei paraggi».
Rosita osservò stupita quel ragazzo dai folti capelli castani e dalla brillante corazza argentata, avvicinarsi sempre più. Poi, veloci come un battito di ciglia, ai suoi lati, apparvero Rebecca e Kenzo.
« Signorina, tutto bene? Sei ferita?» fece la Saint di Andromeda piegandosi verso di lei a protezione.
«Mi corazon, non abandonarme! Tu sei Rebecca? Cosa sta succedendo?».
«Non preoccuparti, ti spiegheremo tutto dopo. Va via coi bambini, il più lontano possibile. Nascondetevi al sicuro. Ci occuperemo noi di tutto».
La sconcertata isolana ubbidì, portando via i suoi amati fratellini, scomparendo alle spalle dei suoi protettori.
«KèKhè! Bene, bene, anche gli altri topolini sono usciti dalla tana. Vedo che, sfortunatamente ,manca il ragazzo russo. Poco male».
«Chi sei? Perché te la prendi con questa povera gente?» chiese deciso Kenzo.
«Calmati giovane drago, gli stupidi abitanti, di questa noiosa isola , non mi sono mai interessati. Era voi che volevo stanare, per ordine dei miei capi. Lasciate che mi presenti. Sono Solomon , Cavaliere Naturale del Falcone, guardiano di Hicacal e messaggero dei signorini Temis».
«Bene Kenzo, ci ha tolto anche il disturbo di cercare quei mascalzoni degli zii di Anna. Dimmi cornacchia dei miei stivali, dov'è che tenete segregata la mia amica?».
«Kèkhè! Mi avevano avvertito della tua insolenza, giovane Pegaso, ma della tua mancanza di senno non ero al corrente.  Non amo essere schernito davanti agli altri, per cui: Falcon Assoult (Assalto del Falcone)!».
Il poderoso attacco investì in pieno Liam, che fu costretto a incassare il colpo, cercando di difendersi con gli avambracci. Nonostante lo sforzo e la nuova armatura, l'impatto fu fortissimo e ben presto il cavaliere si ritrovò a terra frastornato.
«Kèkhè! Così impari a fare il gradasso moccioso».
«Liam!» urlò Rebecca.
«Tutto bene Beky, non preoccuparti. Non sarà certo questo attacco a mettermi ko. Ora però tocca a me cavaliere. Preparati. Pegasus: Shoot…».
L'attacco del prode Saint fu interrotto da un urlo femminile proveniente da una delle piccole abitazioni di mattoni rossi vicino a loro.
«Señorita Rebecca, aiutame, por favor. Hanno preso uno dei miei niños!» urlava disperata Rosita.

 
Un drone stringeva con le sue fredde mani di ferro il povero bimbo, che piangeva a dirotto cercando di divincolarsi dalla stretta.

 
«Rosita, scappa! Maledizione Kenzo, ha preso il piccolo».

 
«KèKhè! Ora ve ne starete buoni ad ascoltarmi o ordinerò al drone di eliminare il marmocchio! ».

info dell'autore

Finalmente , dopo una meritata pausa, torno col secondo libro. Volevo ringraziare tutti voi per il successo straordinario che ha avuto il primo, non solo qui, ma anche sulle altre piattaforme. Grazie a voi ho vinto anche il premio " LOa Pulce Letteraria" del mio paese. Siete la mia forza e la mia ispirazione. Vi avviso che pubblicherò ogni 15 giorni, avvisando tutti in caso di problemi o anticipi, grazie ai social. Ho anche creato un bellissimo blog dedicato, con tante immagini fatte da me e con tantissime curiosità e spiegazioni. Vi invito a visitare www.saintseiyanextgeneration.wordpress.com. Buona lettura e bruciate il vostro Cosmo!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Aldore1n