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Autore: Euthymia    17/06/2015    1 recensioni
«Wendy?»
La voce di Peter la riscosse dai suoi pensieri. Si scambiarono uno sguardo, intenso e vivo, e ciò che passò in quell'istante fra i loro occhi non poté davvero esser colto, quantomeno non in maniera razionale, da nessuno dei due – il ragazzo mai cresciuto e la giovane che fu bambina.
«Sì, Peter?»
Lo guardò a lungo, un misto di tristezza e dolcezza nei suoi occhi così consapevoli da un lato, e così smarriti dall'altro.
«Wendy, ritorna sull'Isola che non c'è. Con me. Un'ultima volta.»
(cap. III)
Questa è una storia di crescita. È una storia di scelte e insicurezze, di timori e gioie. È una storia per tutti coloro che almeno una volta si sono sentiti al tempo stesso troppo grandi e troppo piccoli per la vita, che si sono scontrati col diventare adulti sentendo di non avere gli strumenti per affrontarlo. Questa è la storia di Wendy Darling, e del suo ultimo viaggio sull'Isola che non c'è.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Pan, Quasi tutti, Wendy Darling
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I: Farewell, Peter Pan.




It started out as a feeling
which then grew into a hope...







 

Finì di pettinarsi i lucenti capelli biondi, posò la spazzola, e rimirò un'ultima volta il proprio riflesso allo specchio. Ciò che vide fu una fanciulla dai grandi occhi azzurri – una fanciulla che, di lì a poche ore, sarebbe diventata una giovane donna. Era la vigilia del suo diciottesimo compleanno, e Wendy aveva la testa straripante di emozioni e pensieri. Perché proprio quella sera? Perché proprio adesso, che era davvero sulla soglia della sua vita da adulta, le era tornato in mente lui? Lui che era il simbolo di tutto ciò che lei era stata, di tutto ciò che non era più. Di tutto ciò che stava per lasciarsi alle spalle. La verità era che, prima di quel momento, non aveva pensato a Peter per molto, molto tempo. Anni.

Ora, con gli occhi assorti a fissare nello specchio una Wendy che lui non avrebbe riconosciuto, nella sua testa vorticavano tre parole, tre semplici parole, che avevano accompagnato le sue notti di ragazzina per lunghi mesi.

«Io? Dimenticarti? Mai!»

Erano state le ultime parole che Peter Pan le aveva rivolto, prima di voltarsi e volare via, lontano, verso la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino. E lei gli aveva creduto. L'aveva aspettato. Pronta a narrarne ancora le avventure incredibili, a raccontare le gesta di quel ragazzo eccezionale e dei Bimbi Sperduti. L'aveva aspettato. Ricordando quel bacio nascosto di cui gli aveva fatto dono, quel bacio prezioso, unico, tanto potente da permettergli di sconfiggere Uncino. L'aveva aspettato. Anche quando il signor Darling l'aveva obbligata, irremovibile, a trasferirsi in una stanza tutta per lei. L'aveva aspettato. Ogni notte, per un anno intero, seduta davanti al davanzale a guardare il cielo, con la fiducia di chi crede davvero. L'aveva aspettato.

Ma Peter non era più tornato. L'aveva dimenticata.

E così “ogni notte” era diventato “una notte ogni tanto”. Pian piano la sua fiducia si era affievolita. Pian piano smise di tenere la finestra aperta la notte, e il giorno e la luce del sole l'avevano chiamata a loro. Allora Wendy aveva cominciato a vivere la vita, e aveva smesso di sperare nei sogni.

E adesso, alla vigilia di un salto dal quale non si fa mai ritorno, lui le era tornato in mente. Stupido, stupido Peter Pan! Eppure… eppure non riusciva a odiarlo. Dopotutto, lui era solo un ragazzo. Wendy sorrise, pensando all'indimenticabile sorriso di Peter. Chissà quali e quante avventure l'avevano catturato e impegnato, una volta tornato all'Isola che non c'è! Naturale che non fosse mai tornato da lei. Lei, che aveva deciso di crescere. Lei che aveva deciso di lasciarlo. Non era certo lui quello da biasimare, pensò con amarezza.

Wendy sorrise. Si alzò e camminò fino al davanzale, lasciando vagare lo sguardo nel blu della notte, tra la miriade di stelle che celavano ai suoi occhi, oramai incapaci di distinguerla, la stella più importante di tutte. Senza un attimo di esitazione allungò una mano e fece scattare il chiavistello, aprendo la finestra. Una leggera brezza estiva scivolò dentro la sua stanza, portando con sé una pace che Wendy fece propria, mentre si incamminava assorta verso il letto. Si infilò sotto le lenzuola leggere, dimenticando di legare i lunghi capelli in una treccia com'era solita fare, e in pochi minuti una quieta dormiveglia s'impadronì di lei.

«Addio, Peter Pan…»

Fu con queste parole sulle labbra che Wendy si addormentò. Il suo respiro si fece profondo e silenzioso, e mentre sulle sue labbra giaceva ancora l'ombra di un sorriso, un'altra ombra si avvicinava, guardinga e silenziosa, ai tetti di casa Darling.

 

...which then turned into a quiet thought
which then turned into a quiet word.


 

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Ciaaaao! :D Questa è la mia prima, primissima, primissimissima storia. Ho sempre scritto per i fatti miei, senza mai davvero pensare di pubblicare qualcosa. Men che meno su Peter Pan! E invece stamattina qualcosa mi è scattato nel cervello, e invece che studiare ho aperto EFP. Non so bene che piega prenderà questa storia e come vedete il capitolo è brevissimo, perché è stata l'ispirazione di un momento… Direi che lo scoprirò strada facendo! Le parole in inglese sono tratte dalla canzone The Call di Regina Spektor. Un bacio a chiunque abbia voglia di leggere! :*

 

  
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