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Autore: Strongheartz    18/06/2015    1 recensioni
[POST AGE OF ULTRON]
Esattamente quattro mesi prima Steve aveva ritrovato il Soldato d'inverno, o meglio il soldato aveva trovato lui e col passare dei giorni aveva ritrovato anche il suo Bucky che pian piano recuperava la memoria; ma nonostante fosse felice, un pensiero costante lo assillava: l'Hydra, che sarebbe potuta tornare a riprendersi il suo Bucky. E aveva ragione ad averne paura perché il Soldato d'inverno non era l'unico esperimento per creare macchine assassine umane. Il progetto Starlight risaliva allo stesso periodo, ma c'erano voluto anni per trovare la candidata perfetta e solo pochi secondi ci vollero perché essa mandasse tutto all'aria.
Mary Anne Starlight ricordava poco o niente di sè, ma nella sua mente erano stampati tutti i dettagli delle tortura che aveva subito durante il suo soggiorno all'Hydra, prima di riuscire a scappare e ritrovarsi faccia a faccia con Iron Man che l'avrebbe poi condotta allo Shield e alla sua nuova casa, insieme a Steve e Bucky.
Ma l'Hydra stavolta non si sarebbe data per vinta e avrebbe cercato di prendere due piccioni con una fava. Avrebbero distrutto lo Shield e gli Avengers dall'interno. Di nuovo.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff, Nick Fury, Nuovo personaggio, Steve Rogers
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Incest
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Questa storia non è assolutamente scritta a scopo di lucro o plagio. I personaggi non appartengono a me, ma alla Marvel, tranne il personaggio Mary Anne alias Starlight. Nonostante nell’universo Marvel esista una super eroina col nome di Starlight il mio personaggio non ha nessun tratto in comune, se non il nome. La copertina è stata realizzata da me e per Mary Anne ho utilizzato come prestavolto Jenna Coleman (anche sa dal disegno non ci sembra).

Detto questo spero la storia vi piaccia, a prestoo
 

 
Tony stava sorvolando New York da almeno un'ora, doveva testare la resistenza della sua nuova armatura che, come sempre, era impeccabile. Era arrivato ai quartieri malfamati, ma a quell'ora di notte per le strade non c'era un'anima viva, così decise di tornare indietro, ma poi vide qualcosa che gli fece cambiare idea. In un vicolo pieno di cassonetti, vide una ragazza circondata da sei, sette ragazzi, forse membri di una gang, che non sembravano avere una buona intenzione. Scese in picchiata per andare a salvare la ragazzina e dare una lezione a quei bambocci; ma prima ancora di riuscire ad avvicinarsi, si sprigionò una forte luce  e un campo d'energia gli impedì la vista per qualche secondo. Quando la luce sparì, vide che i ragazzi erano stesi a terra ed i lro vestiti fumavano, mentre la ragazza era rannicchiata su sé stessa ed emanava piccole scintille. Atterrò a qualche metro da lei, facendola sussultare e per non spaventarla ancora, si tolse la maschera e cercò di farle il sorriso più rassicurante che potesse fare, ma trattandosi di Tony Stark che di rassicurante non aveva nulla, il suo sorriso assomigliava più a quello di un miliardario playboy che voleva conquistarla. Lei si alzò, avvicinandosi al muro per proteggersi e Tony notò che sotto lo straccio che indossava al centro del petto c'era una strana luce azzurrognola, ma non se ne curò molto e si avvicinò per rassicurarla, uscendo dall'armatura.
"Tranquilla, non voglio farti del male Voglio solo aiutarti" le disse tendendo le mani verso di lei.
Lei lo guardò sospettosa, aggrottando la fronte.
 "Chi mi dice che non mi rinchiuderai come quelli di prima e mi torturerai, per poi fare degli esperimenti su di me? " gli chiese, con voce tremante.
"Non sono il tipo da fare prigionieri o torturarli, anche se Banner dice che ascoltarmi parlare a macchinetta é una tortura. Comunque, no, non voglio fare esperimenti su di te.Se venissi con me, a casa mia ti aspetterebbe un bagno caldo per ripulirti e un doppio hamburger con patatine." disse sperando che la sua fame, in quel momento, fosse più forte del suo istinto di auto protezione.
"Ho così fame che non rifiuterei mai un hamburger" disse lei con occhi supplichevoli. Tony rientrò nella tuta, avvicinandosi a lei.
"Allora, affare fatto?"
"Affare fatto"
Tony afferrò la ragazza per la vita avvisandola di aggrapparsi forte e poi partì a razzo per tornare alla Stark Tower e avvisò Jarvis di preparare una vasca d'acqua calda e hamburger con patatine.
Arrivarono dopo una decina di minuti e Tony condusse la ragazza verso il bagno, poi chiamò Pepper, spiegandole la situazione e chiedendole di tenere d'occhio la ragazza e aiutarla, perché gli era sembrata leggermente scossa, cosí Pepper si diresse verso il bagno e bussò alla porta, prima di sentire il consenso per entrare. Quando entrò, vide che la ragazza continuava a fissare la vasca da bagno.
"Non é che appena entro, la inonderete di corrente elettrica, vero?"
Pepper fu scioccata dalla domanda della ragazza, cosí subito le rispose di no e per provarlo mise la mano in acqua.
"Posso aiutarti" le disse e vedendo che la ragazza titubava, aggiunse "se vuoi"
Alla ragazza bastò uno sguardo per capire che quella donna era gentile come sembrava, perché le bastava guardare qualcuno negli occhi per capure se poteva fidarsi e di lei poteva.
Cosí tolse quei pochi stracci che aveva addosso, mostrando a Pepper il suo corpo cosparso di cicatrici, molte ancora in via di guarigione e la pietra azzurra che aveva al centro del petto (così come Tony aveva il mini reattore fino a poco tempo fa) e poi entrò in acqua per nascondersi tra le bolle di sapone.
"Come ti chiami?" le chiese la donna dai capelli a metà tra il biondo e l'arancione per smorzare quell'atmosfera, appesantita dalla vista di quelle cicatrici.
La ragazza aggrottò la fronte, come se si stesse sforzando poi le rispose in un sussurro "Mi chiamo Mary Anne e facevo parte del progetto Starlight, ma loro non volevano che si sapesse cosí hanno... hanno fatto qualcosa" si prese la testa tra le mani, come se in quel modo potesse ricordare.
Pepper la incitò a continuare, ma Mary Anne cambiò discorso.
"Io... non ho niente da mettere, se non quei pochi stracci."
Al che Pepper di alzò e le disse che sarebbe andata a cercare qualcosa che potesse mettere. Poi andò da Tony e lo trovò a parlare con l'interfaccia di Jarvis, cercando di trovare qualcosa riguardo quella ragazza tramite il riconoscimento facciale.
"Si chiama Mary Anne." gli disse Pepper. Lui si girò a guardarla.
"Ha detto di far parte di un progetto, Starlight, qualcosa di abbastanza segreto, dato che molto probabilmente le é stata cancellata la memoria. Sembrava non ricordare nemmeno il suo nome. E non immagini le cicatrici che ha." si coprí gli occhi perché compativa quella ragazza che aveva affrontato chissà cosa per essere ridotta cosí. Tony la abbracciò e le diede un bacio sulla fronte per rassicurarla, al che lei si staccò e lo avvisò che andava a cercare qualcosa da farle mettere e si diresse verso l'ascensore. Tony inserí la parola Starlight nel motore di ricerca e quando Jarvis gli mostrò i risultati capí che la situazione era piú grave di quanto pensasse, dato che nei risultati continuava a spuntare un'altra parola che era stata il tormento dello Shield e del capitano Rogers da sempre.
L'HYDRA era ancora viva.
 
*
 
Pepper tornò dalla ragazza con un cambio di biancheria, diversi blue jeans di diverse taglie e delle t-shirt delle Stark industries. Mary Anne era avvolta in un asciugamano e continuava a guardarsi allo specchio passando le dita tra i capelli.
"Sono molto più lunghi di quanto ricordassi. Anche io sono diversa." disse guardando verso Pepper "Sono più alta e magra e le cicatrici sono aumentate, ma non riesco a ricordare quanto tempo mi hanno tenuto in quel laboratorio." disse prendendo i vestiti che le porgeva Pepper e cominciando a vestirsi.
"Quale laboratorio?"
"Quello dove mi hanno messo questa" e si toccò al petto, dove c'era la pietra che assomigliava ad un brillante. Pepper la guardò e con dei vestiti puliti sarebbe passata per una normale ragazza sui vent'anni o poco più. Era alta nella media e magra, si, ma con le curve al posto giusto. Aveva la carnagione chiara e degli occhi color cioccolato, così come i lunghi ed ondulati capelli.
"Vieni, Tony vuole farti conoscere delle persone" le sorrise, invitandola ad uscire dalla stanza.
Lei attraversò la soglia della porta, ma aspettò che Pepper la guidasse verso il salotto e rimase dietro di lei, quando vide che nel salotto non c'era soltanto l'uomo dell'armatura che l'aveva portata lì, ma anche altri.
Si sedette sul divano, dove l'aspettavano l'hamburger e le patatine che le erano state promesse e mentre cominciava a mangiare osservò gli altri ospiti.
 
Tony era stupito dalla velocità con cui Fury era arrivato alla Stark Tower (ormai diventata la torre degli Avengers data la loro assidua presenza) e vide che con lui c'erano anche la Vedova Nera e il Capitano Rogers, seguito come un ombra dal suo ritrovato migliore amico, il Soldato d'Inverno. Ma la storia di come il soldato fosse pian piano ritornato colui che Steve conosceva come Bucky Barnes è una storia che per ora è meglio non raccontare.
Tornando alla conversazione che stava per avvenire tra i presenti, il primo a parlare fu il direttore Fury
"Allora, Stark, qual è la notizia urgente e importante che dobbiamo assolutamente sapere?"
"La vedete la mia nuova ospite?" chiese Tony, facendo un cenno verso Mary Anne che ormai aveva finito l'hamburger e stava attaccando le patatine. Gli altri annuirono.
"L'ho trovata circa due ore fa per le strade di New York, mentre era attaccata da una gang. Vi domanderete dove sia la parte interessante: bene, stavo per andare a salvarla, ma c'è stato un forte lampo accecante e i bambocci erano fritti come quelle patatine e lei sembrava una lampadina azzurra."
"Stai dicendo che lei è una mutante, Tony?" chiese la Romanoff, squadrando la ragazza.Mi
"Non è una mutante, ha detto di far parte di un progetto chiamato Starlight-" Tony non riuscì a finire la frase che Bucky si era mosso fino a torvarsi di fronte alla ragazza.
"Lo Starlight è un progetto dell'Hydra" ringhiò, cercando di attaccare la ragazza che, come aveva fatto poche ore prima, emanò un campo di luce per pochi secondi per difendersi.
E quando la luce si attenuò, gli altri che erano già pronti all'attacco, videro che si era nascosto dietro al divano, raggomitolata su sé stessa.
"Mi hai mentito! Avevi detto che non mi sarebbe successo nulla e questo qui tenta di uccidermi!" gridò verso Stark e lanciando un'occhiata omicida verso Bucky, che era tornato vicino a Steve e la stava guardando come se non fosse ciò che si era aspettato.
"Capitano, se deve portarsi il cane da guardia ovunque vada, sarebbe meglio se lo tenesse al guinzaglio." disse Fury, con tono di rimprovero, al che Steve guardò Bucky e disse "Buck, cosa c'è che non va?"
"Il progetto Starlight era un progetto dell'Hydra, che sarebbe servito a distruggere una volta per tutte lo Shield, volevano creare un arma peggiore del Soldato d'Inverno. Lei è quell'arma, ma non capisco. Non è come dovrebbe essere." si spiegò Bucky, guardando la ragazza che si era rialzata.
"Non hanno terminato l'addestramento" disse Mary Anne, facendo voltare tutti.
"Prima di scappare, ho sentito uno degli scienziati dire che qualsiasi procedimento eseguito su di me era in regressione: quindi cancellazione della memoria, condizionamento mentale... tutto. Per questo sono riuscita a scappare. Perché non ero più sotto il loro controllo."
"Forse è vero"disse Steve "Ma questo non spiega perché loro ti abbiano lasciato scappare, non sono molto arrendevoli."
"Non hanno potuto inseguirmi." disse in un sussurro Mary Anne.
"Che vuole dire?" fece la Romanoff, che fino ad allora era stata in silenzio.
"Ho fatto esplodere l'edificio." disse la ragazza.
"Come hai fatto?" chiese Tony, interessato a questa parte del discorso.
"Non ne ho idea" scosse la testa.
Fury si grattò il mento, pensando.
"Chiaramente è un pericolo perché non controlla i suoi poteri, qualsiasi essi siano. Ma ha comunque bisogno di aiuto per recuperare la memoria, in modo da fornirci informazioni sull'Hydra." cominciò a riflettere Nick.
"Non possiamo portarla allo Shield, potrebbe essere anche una farsa questa sceneggiata" disse la Romanoff, abbassando la voce.
"Di certo non può rimanere qui da me" disse Tony.
"Tranquillo, Stark non affideremmo mai una responsabilità come questa a te" scherzò il capitano.
E l'attenzione di quei quattro si rivolse momentaneamente a dove portare la ragazza, ma l'attenzione di Bucky era ancora su di lei, infatti le si avvicinò lentamente e si sedette sul divano accanto a lei.
"Scusa" disse "credevo ci avresti ucciso tutti."
"Magari se avessi aspettato delle spiegazioni.." lo guardò lei.
Lui accennò un sorriso. "Avendo avuto a che fare con l'Hydra non si sa mai."
"Ricordi da quanto tempo ti tenevano lì"
"Non so, mesi, forse qualche anno... E' difficile tenere il tempo quando ti tengono o surgelata o ti torturano o ti tengono sotto sedativi. Sono poche le cose che ricordo, soprattuto le cose che riguardano me."
"Datti tempo, non è così facile ricordare. Te lo dico per esperienza." disse Bucky, sistemandosi i capelli che, nonostante Steve avesse tanto insistito, non aveva tagliato più di tanto. E nel farlo, la ragazza notò il braccio di metallo.
"Il tuo braccio..." disse allungando una mano e poggiandola sull'avambraccio del moro.
"Ormai mi sono abituato. Non riesco a percepire molto, ma almeno funziona come dovrebbe."
"E' strano che tu non possa percepire le sensazioni, il braccio è perfetto, ci sono tutte le terminazioni nervose collegate alla percezione."
"E tu che ne sai?" la guardò stupito.
"Ogni persona, cosa, oggetto manda delle vibrazioni di energia e io riesco a percepirle e a capirle. Il tuo braccio dovrebbe funzionare perché è costruito nei minimi dettagli." disse, rigirando il braccio di Buck e studiandolo. Poi il suo voltò si illuminò.
"Ora ho capito."
"Cosa?" si preoccupò Buck.
"Le terminazioni nervose non sono state attivate tutte per questo non senti nulla, ma se riuscissi a trovare la frequenza giusta, magari..." s'interruppe chiudendo gli occhi e concentrandosi sul braccio di metallo. Riuscì a sentire gli ingranaggi, i fili, ogni meccanismo e trovò quelli che erano spenti. Fu un attimo e una scossa le partì dalla mano e andò a toccare proprio quei fili, accendendoli.
Bucky tirò indietro il braccio, sussultando.
"Il braccio formicola... Oh, mio dio, com'è possibile?"
"E' normale è rimasto addormentato per tutto questo tempo." gli sorrise Mary Anne. Lui era sconvolto, cominciò a toccare il divano sul quale erano seduti, meravigliandosi di sentirne la stoffa. Si alzò e corse da Steve, abbracciandolo.
"Oh, mio Dio, Steve, è fantastico."
Tutti rimasero interdetti da quell'improvvisa manifestazione d'affetto. Perfino il capitano.
"Buck, che ti prende?" gli chiese Steve, ricambiando l'abbraccio con delle pacche sulla schiena.
"Mi ha riparato il braccio, riesco a sentire la stoffa della tua maglia!" esclamò estasiato Buck.
E la sua esclamazione riportò l'attenzione di tutti sulla ragazza, ancora seduta sul divano, che guardava Bucky felice come un bambino.
 
*
 
Nonostante Fury fosse stato riluttante a dare il consenso, in quanto tenere due esperimenti dell'Hydra sotto lo stesso tetto, a suo parere, non era la miglior cosa da fare, anzi era la più stupida, avevano deciso che la ragazza sarebbe andata a vivere temporaneamente nella casa sicura di Steve nel bosco, dove da quattro mesi ormai abitava anche Bucky. Proprio Bucky aveva insistito affinché la ragazza stesse con loro perché così come Steve aveva aiutato lui, lui voleva aiutare lei che gli aveva restituito la sensibilità al braccio e ciò lo faceva sentire meno un mostro e poi era stufo di stare confinato in quella casa, senza poter far nulla perché considerato ancora come potenziale minaccia.
 
Mary Anne era felice di non essere stata trasferita in un laboratorio, poco importa che la casa sicura di Steve fosse in mezzo ad un bosco e che i suoi effetti personali erano soltanto quei vestiti che Pepper le aveva portato prima. In quella nuova casa, aiutata dal suo nuovo amico, perché era sicura di poter chiamare Bucky un amico, forse sarebbe riuscita a recuperare quello che l'Hydra le aveva strappato. Forse sarebbe tornata quella che era prima. Forse le sarebbero tornati i suoi ricordi più felici. Forse non si sarebbe sentita un mostro, ripensando all'unico ricordo della sua vita che era rimasto e che era il motivo per cui l'Hydra l'aveva scelta. 
Forse avrebbe smesso di usare tutti quei forse.
  
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