Nick su EFP: Nephertiti
Titolo: 'Cause your love is all I need.
Protagonista/i: Ichigo Momomiya/Strawberry || Ayoma Masaya || Kisshu Ikisatashi/ Ghish
Prompt scelto: #30: Smeraldo
Altri personaggi: ---
Coppie: Ichigo x Kisshu
Generi: Introspettivo, sentimentale
Raiting: Giallo
Avvertimenti: What if?
Eventuali note: One-shot (1980 parole)
“Mi
dispiace ho perso la battaglia”
Strawberry
vide la spada di Profondo Blu affondare nello stomaco di Ghish.
“Oh
no, Ghish!” strillò la mew-neko, con voce tremante.
L'alieno
dai capelli neri gettò il corpo dell'altro a pochi metri
dalla
ragazza.
Strawberry
sollevò il capo di Kisshu, tirandolo a lei, come se, solo in
quel
modo, potesse strapparlo dalla morte.
“Sai
Strawberry, in fin dei conti sono fortunato, me ne vado fra le tue
braccia. Addio per sempre.” disse la voce arrochita
dell'alieno e
fu come una pugnalata al cuore per la mew-rosa,le lacrime rigarono,
copiose, la sua faccia coperta di ferite.
“Stai
piangendo per me, Strawberry?” domandò lui,
visibilmente sorpreso.
Ma
Strawberry non lo stava ascoltando. Era stata risucchiata da un
turbinio di ricordi passati: tutti gli incontri/scontri con l'alieno
le tornarono alla mente, immagini disconnesse e confuse.
“Ascoltami
bene, prima di andarmene, voglio dirti una cosa.” fu di nuovo
la
voce di Ghish, ridotta ad un mormorio, a destarla dai suoi pensieri,
vide il viso di lui avvicinarsi al suo.
Sentì
il suo profumo invaderle le narici, i loro respiri si mescolarono, i
capelli verde smeraldo dell'alieno le solleticarono il viso. Le loro
labbra si sfiorarono.
Poi
l'alieno cadde a terra, esanime...
“Nooooo!”
Una ragazza urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Strawberry
scattò in piedi, la faccia contratta in una smorfia di
dolore.
Si
asciugò la fronte imperlata di sudore, i capelli color
lampone
appiccicati sul viso le impedirono di vedere dove si trovasse.
Sbattè
più volte gli occhi color cioccolato e si rese conto di
essere nella
sua stanza, si lasciò andare sul materasso,
aveva avuto un incubo, di nuovo. Quella battaglia l'avrebbe segnata
a vita.
Decise
di alzarsi. Spalancò le ante dell'armadio e l'occhio ricadde
su una
maglietta verde smeraldo. Senza spiegarsi il motivo, il suo cuore
rallentò e lei faticò a respirare.
Afferrò
rapidamente un paio di shorts azzurri e una maglietta bianca a
maniche corte, richiudendo con forza il guardaroba.
Aveva
un appuntamento con il suo Mark, l'avrebbe rivisto dopo settimane, in
cui lui era stato via per il nuovo lavoro.
Avrebbe
dovuto saltellare per tutta la casa, emozionata all'idea di
rivederlo, ma una morsa nello stomaco annientava i suoi pensieri
positivi.
Si
vestì velocemente e, dopo aver salutato i genitori,
uscì, godendo a
pieno del profumo degli alberi in fiore e il cinguettio degli
uccellini.
La
Primavera era la sua stagione preferita. Non andava a scuola* e
poteva vedere più spesso le sue amiche, in compenso, quello
scorbutico di Ryan la faceva lavorare tutto il giorno nel locale,
aperto in memoria dei bei vecchi tempi.
Ma
una brutta sensazione la tormentava, come una mano che scorreva su e
giù per la sua schiena, provocandole brividi spiacevoli.
Si
sentiva angosciata e...osservata.
Raggiunse
in fretta il parco Inhoara. Tra le coppiette innamorate e i bambini
scalpitanti, individuò la chioma scura del suo amato.
Sedeva
su una panchina, indossava un paio di pantaloni neri e una
maglietta...smeraldo.
Di
nuovo, quel colore le arrivò come un pugno nell'occhio.
Quella
tonalità di verde le era sempre stata indifferente,
perchè ora le
dava quella sgradevole sensazione di vuoto e...rimpianto?
Procedette
spedita verso Mark, gli si gettò al collo, tentando di
scacciare
quel sentimento negativo fra le braccia del ragazzo. In effetti, dopo
tutto quel tempo, ritrovarsi stretta al moro, la confortò.
“Anch'io
sono felice di rivederti!” esclamò Mark,
stringendola di più a
sé.
Dopo
lunghi attimi di silenzio, Strawberry si allontanò dal
ragazzo,
permettendogli di riprendere fiato.
Gli
sorrise raggiante e, finalmente parlò: “Sono
così contenta che tu
sia qui!” annunciò calorosamente.
Il
moro la fece accomodare insieme a lui sulla panchina, circondandole
le spalle con un braccio.
“Quanto
mi sei mancata...” disse Mark, accarezzandole una guancia e
avvicinando il suo viso. Poi la baciò, un bacio semplice e
dolce.
Nulla
a che vedere con il bacio di Ghish, pensò Strawberry, le
labbra
dell'alieno erano sempre irruenti e passionevoli.
Quando
questo pensiero balenò nella mente della giovane, di scatto
l'ex
mew-mew s'irrigidì e Mark di conseguenza.
“Qualcosa
non va?” domandò gentilmente, malcelando una certa
sorpresa.
“Scusa,
è che sono stanca...” mentì la ragazza,
fingendo un'espressione
sofferente.
“Ryan
ti fa lavorare troppo?” continuò Mark,
più tranquillo rispetto a
prima. Strawberry annuì, con fare melodrammatico:
“Mi fa sgobbare
tutto il giorno!” protestò, incrociando le braccia
al petto. Vide
il ragazzo accanto a lei esitare, come se stesse valutando se fare
qualcosa o meno.
Alla
fine, Mark estrasse dalla tasca dei pantaloni una scatolina quadrata,
di velluto blu.
Strawberry
si ritrovò a ingoiare un groppo in gola e a sudare freddo.
Cosa
significava? Cosa stava per darle il suo amato? Aveva solo diciotto
anni, era davvero intenzionato a chiederle di sposarlo?
Mark
allungò l'oggetto verso di lei: “Considerato che
è più di un
anno che stiamo insieme, ho pensato di farti un regalo!”
annunciò
un po' incerto.
La
ragazza quasi tirò un sospiro di sollievo, capendo che lui
non
voleva sposarla...
Ma
perchè? Aveva sempre desiderato sposare Mark, era stata
milioni di
volte a fantasticare sul loro matrimonio, sul suo abito da sposa,
sulla luna di miele...Perchè aveva avuto paura di dire 'si'
per
l'eternità al suo Mark?
Con
mani tremanti, afferrò la scatola, lentamente la socchiuse e
questa
rivelò un bellissimo anello d'argento, con al centro
incastonato...uno smeraldo.
Uno
smeraldo a forma di cuore. Intagliato con precisione e brillante
sotto la luce solare.
“Ti
piace Strawberry?” la voce di Mark le arrivò
ovattata.
La
ragazza rigirò fra le dita quel gioiello, fissando la pietra
preziosa con sguardo assente.
Il
moro la scosse per una spalla, spaventato dalla sua reazione.
La
giovane rivolse lo sguardo vacuo al suo amato. Passò un
lungo
attimo, in cui nessuno dei due fiatò, entrambi incapaci di
capire
cosa stesse succedendo.
Strawberry
stessa non si spiegava perchè quel colore la facesse stare
così
male. Improvvisamente, il viso di una persona le apparve nella testa,
come un fulmine a ciel sereno...
Il
volto di un ragazzo non troppo grande, con la pelle diafana, le
orecchie a punta, gli occhi dorati e i capelli verde smeraldo...
“Si,
è molto bello, ma non posso accettarlo.”
Mark
sgranò gli occhi e la sua bocca minacciò di
spalancarsi.
“C-cosa?
P-perchè?” balbettò il giovane,
incapace di elaborare
l'affermazione della fidanzata.
“Mi
dispiace tanto Mark, però ho bisogno di tempo...”
“Strawberry,
se è per l'anello, io non volevo chiederti mica di sposarmi,
so che
è presto..”
“Non
è per l'anello...” Lo interruppe lei,
afferrandogli una mano: “Ho
solo bisogno di tempo. Io ti voglio bene, tantissimo. Ma affetto e
amore sono due cose diverse e forse le ho confuse...”
spiegò con
gentilezza. Non voleva ferirlo, ci teneva davvero a lui,
però aveva
capito che non poteva continuare così.
“Ti
darò tutto il tempo di cui hai bisogno!” rispose
Mark, sforzandosi
di apparire dolce, come suo solito.
Strawberry
gli sorrise, aveva gli occhi lucidi...Anche se stava per lasciarlo,
lui ostentava quella pacatezza che tanto lo caratterizzava. E di
questo la ragazza ne gioì, non avrebbe sopportato di vederlo
soffrire.
Ma
ancora una volta, suo malgrado, si ritrovò a fare un
paragone con
Ghish. Lui non avrebbe mai accettato un suo rifiuto, non si sarebbe
mai arreso, avrebbe lottato per tenerla con sé, avrebbe
usato ogni
mezzo per averla.
Con
quella consapevolezza, più decisa che mai, Strawberry si
alzò dalla
panchina, restituendo quel gioiello a Mark.
“Tienilo
pure.” disse invece lui. “Se lo porterai, significa
che ho ancora
speranze con te, se non mi vorrai, potrai disfartene. Nel frattempo,
ti auguro ogni bene.”
La
fanciulla abbozzò un sorriso, carezzò la guancia
di Mark e andò
via, rimurginando sulle sue parole.
In
un lampo, si ritrovò nella stradina, in cui l'alieno le
aveva rubato
il suo primo bacio. Alzò gli occhi cioccolato sull'edificio
di
fronte, aspettandosi che Ghish le piombasse addosso da un momento
all'altro, per rispettare la sua promessa. Quella promessa che,
precedentemente, l'aveva intimorita e spaventata: “Ti
porterò via con me”
Quanto
avrebbe voluto, adesso, che l'alieno avesse rispettato quel
giuramento, così folle e così romantico. In
fondo, era una promessa
di amore eterno.
Ma,
a parte i suoi passi strascicati e il vento che stuzzicava le fronde
degli alberi, non c'era anima viva in quel luogo solitario.
Stancamente,
la rosa si poggiò sul muro, guardando un punto impreciso
davanti a
sé.
Fissò
con intensità delle foglie che spuntavano da un ciliegio,
non
avevano una forma normale...
Poi
Strawberry perse un battito perchè capì che
quella non era la
chioma dell'albero, bensì quella di una persona.
Ma
chi mai potrebbe avere dei capelli di quel colore? Di quel verde
smeraldo?
Corse,
la ragazza, corse verso quell'arbusto.
Infine,
la voce che infestava i suoi sogni, le arrivò dritta alle
orecchie,
come una carezza.
“Ciao
Micetta.” Quella voce melliflua e lasciva la
destabilizzò. E
Strawberry si ritrovò davanti Lui:
“Ghish...”
mormorò, la voce rauca dall'imminente pianto.
“Felice
di vedermi?” domandò con un sorriso sornione. Ma
il suo volto
s'incupì, nel momento,
in
cui delle lacrime rigarono la faccia della sua gattina.
“Koneko-chan,
qualcosa non..”
Venne
interrotto da labbra tremanti e gentili. Labbra che conosceva fin
troppo bene. Sbarrò gli occhi per lo stupore, le pupille
feline si
dilatarono, mostrando meglio quelle iridi dorate.
Strawberry
lo stava baciando, un bacio semplice e casto.
Proprio
come se lo sarebbe aspettato da lei, proprio come, a lungo, l'aveva
sognato.
Alla
saliva, si mischiarono le gocce salate, che inumidivano le guance di
Strawberry, per questo motivo, l'alieno riuscì a staccarsi.
“Stai
bene?” domandò apprensivo.
La
ragazza credette di sognare. In quale mondo parallelo, lei baciava
Ghish e lui la respingeva?
Si
accovacciò sul suo petto: “Mi dispiace.”
sussurrò con un fil di
voce.
“Per
cosa?” chiese l'alieno, accarezzandole i capelli.
Da
quando era così...dolce?
“Per
tutto. Ti ho sempre trattato male” singhiozzò l'ex
mew-mew: “E
tu, tu sei morto per me e io...” si strinse più
forte al giovane.
“Non
importa. Ora sono qui. Tu sei abbracciata a me. Non potrei chiedere
di meglio dalla vita.” affermò Ghish e
sollevò il mento di
Strawberry: “Non piangere Micetta...”
soffiò sul suo viso e poi
la baciò, come solo lui sapeva fare.
In
quell'istante, la ragazza capì quanto bramava quelle labbra,
quanto
era stata stupida a pensare di poterne fare a meno.
“Ti
amo.” annunciò Ghish, tra un bacio e l'altro.
Un
calore si diffuse nel corpo della fanciulla, uno sfarfallio si
librò
nel suo stomaco.
“Ti
amo.” ripetè Strawberry. E non c'era traccia di
falsità in quelle
due parole. Perchè lei lo amava, sia quando era dolce e
battagliero,
sia quado era malizioso ed arrogante e il suo amore era tutto quello
di cui aveva bisogno.
L'alieno
fece scorrere le dita, lunghe e affusolate, sui suoi fianchi e
l'attirò a sé, per la vita. Depositò
una scia di baci sulle guance
arrossate della giovane, sullo zigomo, fino a raggingere l'orecchio:
“Lo so.” rispose Ghish, in un sussurro.
“Portami
in spiaggia.” ordinò la fanciulla e lui
eseguì.
Rapidamente,
l'alieno si teletrasportò nella spiaggia più
vicina e, sopratutto,
più isolata.
Riprese
a baciare Strawberry, con più foga.
Ma
lei lo bloccò: “Aspetta”
Ghish
alzò gli occhi al cielo, seccato: “Non credi abbia
aspettato
abbastanza?”
Alla
ragazza venne spontaneo ridacchiare, nonostante fosse visibilmente
imbarazzata: “Devo fare una cosa.”
dichiarò, raggiungendo il
bagnoasciuga.
Le
sue scarpe nere si sporcarono di sabbia umida e acqua salata, ma non
se ne curò.
Si
preoccupò, invece, di aprire la mano sinistra, quella che,
per tutto
il tempo, aveva stretto la scatola vellutata. Depositò
l'oggetto blu
sulla superfice liquida e il mare trasportò via l'anello di
Mark.
Non avrebbe avuto ripensamenti, né dubbi.
Solo
una domanda, preferiva lo smeraldo di una chioma allo smeraldo di una
pietra?
Si
rimise in piedi, incontrando gli occhi di Ghish. Annegò in
quell'oro
fuso.
Si
baciarono di nuovo, con ardore e passione.
Strawberry
affondò una mano fra i capelli dell'alieno e si disse che,
si, era
decisamente quello l'unico smeraldo
che voleva.
SPAZIO
AUTRICE: Salve
a tutti ^_^ Questa One-shot partecipa al contest di Merion Selene
(che ringrazio per aver lanciato questa 'sfida', mi sono divertita
molto a scrivere la storia!), ma questo lo sapete già
dall'introduzione.
Quindi
vi spiegherò, brevemente, il perchè ho voluto
fare questa ff!
Adoro
Kisshu (per chi ancora non lo sapesse XD) e ho voluto scrivere
qualcosa su di lui!
Ho letto molte Kisshu x Minto, Kisshu x Zakuro e, ultimamente, su suggerimento di un'amica, anche alcune Kisshu x Retasu (Incredibile solo a dirsi ^-^) ma ci sono molte KisshuxIchigo, sebbene io non sia una fan della Mew-Rosa. Non è che non mi piace, anzi, la trovo molto divertente, però (probabilmente dopo l'ultimo episodio) ha perso la mia stima(?)
Starete
pensando “E allora perchè hai fatto una
KisshuxIchigo?” oppure
“Chi se ne frega??” (il che sarebbe comprensibile
^_^”) però,
volevo che la nostra Mew-neko si sentisse un pochino in colpa per
quello che è successo. Insomma, l'alieno combatte per lei
fino alla
fine, rimettendoci le penne(?!) e lei torna alla sua vita normale con
il suo Mark? Perciò è uscita questa...cosa
>w
Detto
questo, spero vivamente che vi piaccia (l'ho riletta milioni di volte
e ancora non mi convince!), fatemi sapere che ne pensate, vi mando
un bacione ^3^
-Nephy-