• Day 7: Family

Family

Yona si sveglia di soprassalto, con la fronte colpita dai forti raggi della luce del giorno; sobbalza e muove le braccia d'istinto, come per afferrare qualcosa che è già troppo lontano, scivolato tra i sogni del suo subconscio. Davanti a lei, Yoon è chinato verso il pentolone dello stufato e la osserva con la coda dell'occhio, senza scomporsi, troppo occupato a proteggere il pranzo dagli attacchi di fame del drago giallo lì presente.
Hak, però, non ha niente che lo trattenga, ed è abbastanza vicino da imprimere nella propria voce quel poco di malizia che sa di scherno leggero e appena intimo.
-Sognavi di inseguire qualcuno?
La ragazza scaccia tracce di sonnolenza con uno sbadiglio istintivo, e solleva la mano al viso per strofinarsi gli occhi. È stata questioni di qualche minuto, ma assaggiando quel poco di riposo tutti i suoi muscoli si sono abbandonati, per quella pausa, alla mollezza, e riprenderne il controllo veloce non è così semplice.
Eppure, alla domanda di lui, risponde più che velocemente.
-No, davvero no!
Non lo guarda in viso, e questo non gli piace molto. Con quei tratti infantili che lo portano a desiderare, puerilmente, un'attenzione spicciola e anche superficiale, si porta a usare una provocazione banale, che le difese di lei non prevedono.
-Hai sognato di andare a caccia e di farti scappare un coniglio?
Sorride con un angolo della bocca, e lei è tutta rossa di stizza quando gli si rivolge.
-Oh, ora smettila!
Viene sorpreso dal suo tono, così come dal gesto veloce dei suoi occhi – ma non fa in tempo a chiederle nulla che interviene, tra di loro, il cuoco e medico del gruppo, in difesa della ragazza.
-Evidentemente Hak preferisce bisticciare piuttosto che mangiare. Pazienza, darò la sua porzione a Zeno.
Il drago giallo esulta, accanto al pentolone, che sembra quasi avere voglia di svuotare da solo; Hak si alza e va a recuperare in fretta la propria ciotola, prima che finisca nelle mani sbagliate.
Yona allora si sente libera di sospirare, appiattendosi di nuovo contro l'albero che ha sostenuto il suo sonno leggero. Chiude gli occhi, e si ritrova più rossa in viso: le immagini di prima le tornano alla memoria, e non può fare altrimenti.
Non sarebbe riuscita a spiegare, d'altronde, la fantasia di un bimbo piccolo, che corre e cade a terra e piange cercando lei, chiamandola “mamma”. Neanche quei capelli del rosso del tramonto, e quegli occhi chiari quanto il cielo che sostiene lo stesso sole; la felicità di un peso ingente contro la pancia, fianchi un poco più rotondi e qualche ruga in più sul viso. Hak, anche, che tiene in braccio suo figlio.
-Yona?
La ragazza si riprende per la seconda volta, prendendo la ciotola del proprio pranzo dalle mani gentili di Yoon – gli sorride, evitando così di affrontare le sue eventuali domande, e lui ha la delicatezza di sorridere e ritirarsi. L'imbarazzo è tutto di lei, così come anche quel piccolo segreto che non le lascia il cuore in pace.
Yona guarda per sbaglio la schiena della Bestia del Tuono, girato verso il gruppo e verso un piccolo Ao che zampetta nella sua direzione, puntando un pezzo di tubero sfuggito alla sua bocca. E per quanto sia paradossale la sola idea razionale e per quanto ancora la sua mente rifiuti una cosa del genere, le nasce spontaneo, sulle labbra, un sorriso intenerito, che nessuna logica le può rubare.