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Autore: Sunny0909    22/06/2015    2 recensioni
:- Signori DumBroch, vi ho fatti chiamare per via del comportamento a dir poco deplorevole di vostra figlia Merida -: Elinor sospirò nuovamente, poi con voce stanca chiese :- Che ha fatto stavolta?-: L'uomo tirò su col naso
:- In poche parole signora DumBroch, vostra figlia ha lanciato una serie di sassi contro le finestre della sua aula provocandone di conseguenza la rottura e contando anche i danni provocati nell'ultimo mese, ovvero tingere i capelli del maestro di matematica, far scappare i topi e le rane presenti nel laboratorio di scienze e prendere parte a risse con studenti addirittura più grandi di lei in difesa dell'ambiente che secondo la signorina DumBroch i suoi coetanei non rispettano, sono costretto ad espellerla-:
Merida è sempre stata una ragazza strana, senza amici e con una collezione di scuole da cui è stata espulsa per via di avvenimenti paranormali a cui le attribbuiscono la colpa. Il giorno del suo undicesimo compleanno però tutto cambia: un omone grande e grosso compare nella cucina della sua casa con una lettera la cui ceralacca rappresenta uno stemma con quattro animali...
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Pitch Black, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La famiglia DumBroch era composta da persone rispettate da tutti, perfettamente normali come solo dei buoni scozzesi potevano esserlo, un po' stravaganti secondo alcuni. A prima vista infatti i DumBroch potevano suscitare solo ilarità:  il capofamiglia, Fergus era un omone grande e grosso, alto all'incirca due metri, con ricci capelli rossi i quali non stavano quasi mai al loro posto e una protesi alla gamba sinistra che lo faceva inciampare ogni qual volta non stava attento, ma ovviamente ciò non gli impediva mai di evitare una sana rissa insieme a i suoi vicini Dingwall e Macintosh, o a bere una birra nel suo pub preferito ad imprecare e domandarsi perché la sua squadra preferita non vinceva mai il campionato insieme a McGuffin. La moglie, Elinor era una donna dal portamento serio ed elegante, a dir poco regale, capelli castani perfettamente lisci e in ordine apparentemente calma, anche quando andava a ripescare il marito e i vicini da una delle loro solite zuffe uscendone stranamente illesa sempre per quanto il pancione glielo potesse permettere. I DumBroch infatti aspettavano un bambino, anzi per la precisione tre gemelli. La coppia si stava dirigendo a passo svelto verso la scuola elementare del quartiere. Non appena entrarono nell'edificio un inserviente riconoscendoli si avvicinò ai due e indicò loro la presidenza. Appena entrati nell'ufficio del preside notarono seduta su una delle poltrone davanti la scrivania una bambina con le braccia incrociate al petto e dai ricci capelli rossi, così voluminosi da coprirle parte del viso. Elinor sospirò nel vedere la figlia richiamata per l'ennesima volta e con non poca difficoltà si sedette sulla poltrona accanto a quella della bambina, mentre il marito si avvicinava al suo schienale. Il preside, un uomo piccolino con spessi occhiali e naso appuntito, si schiarì la voce con un "Ehm Ehm" e si rivolse ai due adulti con un'espressione indecifrabile sul volto
:- Signori DumBroch, vi ho fatti chiamare per via del comportamento a dir poco deplorevole di vostra figlia Merida -: Elinor sospirò nuovamente, poi con voce stanca chiese :- Che ha fatto stavolta?-:  L'uomo tirò su col naso 
:- In poche parole signora DumBroch, vostra figlia ha lanciato una serie di sassi contro le finestre della sua aula provocandone di conseguenza la rottura e contando anche i danni provocati nell'ultimo mese, ovvero tingere i capelli del maestro di matematica, far scappare i topi e le rane presenti nel laboratorio di scienze e prendere parte a risse con studenti addirittura più grandi di lei in difesa dell'ambiente che secondo la signorina DumBroch i suoi coetanei non rispettano, sono costretto ad espellerla-: 
Elinor si limitò a scuotere il capo e guardare la figlia con un'espressione desolata in volto.
Quando salirono in macchina Elinor si rivolse alla bambina
:- Merida, è la terza scuola che ti caccia perché devi sempre essere così.... Ingestibile? Non capisco perché fai così eppure io e tuo padre ti abbiamo educato in maniera egregia, certo ammetto che sei una bambina un po' esuberante, ma arrivare addirittura a farti espellere da tre scuole diverse! Perché Merida, perché fai così?-:
La bambina che era rimasta fino ad allora con il viso rivolto al finestrino si girò di scatto e in maniera quasi esasperata si rivolse alla madre
:- Ma mamma! Non è colpa mia te lo giuro! Non stavo facendo niente quando ad un certo punto le pietre hanno incominciato a muoversi e poi si sono lanciate a tutta velocità verso le finestre, come per magia!-: 
Fergus guardò preoccupato Elinor. Non era la prima volta che Merida affermava che la causa dei suoi disastri fosse la magia. Fin da quando aveva incominciato le elementari gli insegnanti avevano dichiarato che possedeva una fervida fantasia, così fervida che le faceva addirittura distorcere la realtà creando così situazioni paranormali. Una volta provarono persino a mandarla da uno psicologo. L'uomo giustificò la bambina dicendo che le situazioni create dalla sua fantasia, per quanto la descrizione dei fenomeni fosse realistica, era solamente un modo per evitare di sentire la mancanza dei coetanei. La piccola DumBroch infatti non aveva amici e per quanto i genitori provassero a farla socializzare portandola nei più svariati centri di socializzazione saltava sempre in mezzo  "Lo sai a volte vedo cose strane..." e dopo un discorso approfondito su strane fiammelle blu e finestre che esplodono con la forza del pensiero i bambini scappavano terrorizzati da Merida. Capendo la situazione delicata Elinor si limitò a sospirare.
Il viaggio in macchina trascorse in un silenzio assoluto. Nessuno aveva voglia di parlare Merida troppo impegnata a tenere il broncio per la sua espulsione dalla scuola, Elinor immersa nei suoi pensieri e Fergus osservava la strada.
   
 
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