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Autore: Ossimoro Vivente    23/06/2015    3 recensioni
"Garfield si girò facendo un sorriso sfacciato. Lo guardò allontanarsi intontita, poi osservò la statuetta del corvo sulla mano. Si soffermò sulle ali e sull'aspetto maestoso del volatile. Effettivamente le somigliava."
E se Beast Boy e Raven si fossero già incontrati da bambini senza mai riconoscersi l'un l'altra una volta entrati nel gruppo dei Teen Titans? Due capitoli che descriveranno come si sono conosciuti da bambini, e come si rendono conto di ciò molto tempo dopo.
(E no: il titolo non c'entra nulla con quello del famoso fumetto.)
Spero vi abbia ispirato e interessato!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AZARATH
Era popolata. C'erano centinaia di bancarelle dove si aggiravano calche di persone, ed esse si impastavano in chiacchiericci vari.
In pieno giorno di mercato solo tre persone si distinguevano dagli abitanti di Azarath, a partire dall' assenza del neo magico sulla fronte e del tipico mantello scuro: era una famigliola, alla quale saltava subito all'occhio il loro abbigliamento da esploratori color terra con anfibi resistenti e zaini enormi ben equipaggiati.
Jane aveva i capelli castani ben raccolti in una coda di cavallo, e il corpo minuto; suo marito Kevin, nonostante avesse la carnagione abbronzata come Jane, presentava sulla cute capelli biondissimi e i suoi occhi erano azzurro ghiaccio. Il terzo componente scorrazzava tra la gente dando quasi fastidio. Cercava di farsi strada in continuazione, incuriosito da cosa vendeva ogni bancarella. I due genitori si scambiarono uno sguardo d' intesa sospirando con gli occhi a fessura.
-Gar, smettila o farai confusione!-
Il bimbo di otto anni sbucò dalla folla alzando i suoi occhi verde scuro, per rivolgersi a colei da cui li aveva chiaramente ereditati.
-Ma se è già tutto confusionato qui!-
Il padre abbassò la testa sconsolato, mentre Jane soffocò una risata.
-Confusionato...- ripetè Kevin a bassa voce, mentre scompigliava con veemenza i capelli biondi del figlio. -Si dice semplicemente confuso, spazzolino! E poi non possiamo farci una brutta reputazione in un posto dove non siamo mai stati.-
-E' vero... qui sono tutti così noiosi... Ahia!- Il padre gli sbattè una mano sulla nuca.
-Scusatelo, è un bambino un po'... sciocchino, ecco!- si giustificò in fretta Jane davanti agli sguardi offesi degli abitanti che si erano già girati di scatto.
Garfield si massaggiò dietro il collo infastidito.
-Comunque ora so quale giocattolo potrete comprarmi- affermò fiero di sè.
-Aspetta un po'... giocattolo? Ma se te ne abbiamo comprati un centinaio! Guarda caso erano tutti animali, come se a casa nostra in Africa non ce ne fossero abbastanza!-
-Avanti Kevin, siamo in vacanza- cercò di rallegrarlo Jane.
Il bambino acchiappò la manona del padre senza preamboli e cercò di trascinarlo alla bancarella interessata.
-Voglio questo!- e indicò un corvo di plastica, fatto apposta come giocattolo per bambini. Era rappresentato con le ali ben spiegate.-Questo qua manca nella mia collezione. Dai, per favore, papà!-
Kevin sbuffò rasssegnato prendendo il portafogli.
- Ma quanti piaceri dovremo farti passare?-
Mentre frugava in cerca di qualche spicciolo, mamma e figlio si guardarono: il bimbo sogghignava da biricchino; la donna gli strizzava l'occhio.
-...che poi, non è nemmeno un corvo africano, non c'entra nulla con la tua collezione di animali africani- bofonchiava il capo della famiglia.
-Non so, i corvi sono... affaccinanti-
Fu Jane a intervenire sull'ennesimo errore di parlato del figlio.
-Si dice affaSCInanti, tesoro...-
-Oh...- ridacchiò Garfield.
-Ah, che figlio!- si lamentò Kevin prendendo la statuetta del corvo già pagata. E gli fece la linguaccia.
-Papà!- e continuarono a bisticciare e a prendersi in giro come facevano sempre.
La madre li guardò apprensiva scuotendo la testa. Era inevitabile che due personalità così infantili è immature si scontrassero tra di loro. Ma Jane sapeva che in realtà quei due avevano un legame padre e figlio che si consolidava solo con i frequenti battibecchi. Un legame speciale.

Continuarono a vagare per i mercati e Garfield vedeva solo mantelli alti che gli sbarravano sempre il passaggio. Iniziava a stufarsi di non vedere nessun bambino con cui giocare. E poi erano tutti così seriosi...
Allora il biondino, approfittando della disattenzione dei suoi genitori, decise di allontanarsi un po' e andare dove c'era meno gente. Lo faceva spesso, e altrettanto spesso i suoi lo lasciavano fare, dando sfogo alla sua incontenibile (ma di solito anche invadente) curiosità.
Girovagando col sacchetto del suo nuovo giocattolo in mano, Garfield notò un corpo minuto avvolto completamente da un mantello blu. Perciò non si riuscì a distinguere chi fosse, ma di certo era l'unica persona che se ne stava raggomitolata in un angolo per terra con la testa incappucciata e affondata tra le braccia. Nessuno si fermava per stargli vicino, nessuno si preoccupava, e l'indifferenza della gente di quel posto provocò al bambino una certa stizza. Allora, senza vergogna andò da quell'individuo che sentiva della sua stessa età.
Udì dei singhiozzi e capì che era una bambina. Lei avvertì un ombra, così alzò la testa incappucciata, di cui si vedeva solo il viso rosso, completamente bagnato di lacrime. Gli occhi scurissimi e profondi non mostravano alcun riflesso, sembravano senza vita. Garfield la guardava ancora dall'alto con la testa inclinata, rimasto un po' sconvolto dalle condizioni della bambina.
-Scusa, posso sapere che cos'hai?-
L' Azarathiana inclinò le sopracciglia sulla difensiva.
-Non ti interessa-
Aveva una voce rauca per essere quella di una bambina. Il biondino notò uno zaino accanto a lei.
-Stai per caso... scappando di casa?- questa frase la indusse a riaffondare la testa tra le braccia.
-Non sono affari tuoi. Va via!-
Nessun'altra frase avrebbe convinto Garfield più di così a restare. Piegò le gambe davanti a lei.
-Hai litigato con i tuoi genitori?-
Nessuna risposta. La bambina si era stufata, ma sembrava quasi che avesse acconsentito a tutte le domande.
-Ti consiglio di ritornare a casa. I genitori vogliono sempre bene ai propri figli, lo sai?-
-Ti sbagli di grosso.- rispose lei ancora nascosta nel mantello.
Garfield fece una smorfia triste. Si chiese che cosa avesse passato di così brutto da negare quello che lui stesso aveva detto.
Si sentì rumore di plastica che veniva smossa, così quando la bambina alzò la testa incuriosita, si ritrovò la statuetta del corvo a un pelo dal naso e trasalì.
Il biondino si mise a ridere.
-Lo sapevo che ti saresti spaventata! Divertente, vero?!-
L'incappucciata lo osservò inerte chiedendosi perchè quel bambino avesse un sorriso così spensierato. Finì per ammirarlo.
"Già, di sicuro non hai un padre crudele che come suo unico obiettivo ha la conquista assoluta del pianeta. E il tuo destino non è segnato per sempre dalla nascita."
Ma continuò a guardare il suo coetaneo ridere così di gusto, e senza rendersene conto le venne un sorriso spontaneo, che spense subito.
-Non è affatto divertente- obiettò indispettita.
-Oh, avanti! Tutti mi dicono che sono divertente!-
-E' un corvo. Non è che faccia tanto ridere-
Garfield sbuffò col broncio sentendosi preso in giro.
-Beh, allora tienitelo. In fondo ti somiglia.-
La bambina non seppe se prenderlo per un insulto, visto che, per rassegnazione, sapeva di per sè di non far ridere.
-Ehi!- cercò di difendersi.
-E' un complimento! I corvi sono affascinosi! Come te! E poi smettila di fingere, che ti ho vista sorridere!-
L' Azarathiana arrossì sentendosi scoperta. Poi vide quel bambino strano girarsi.
-Oh cavolo, mi chiamano- le lasciò il corvo sulla mano e si alzò per andarsene. -Trattalo bene per me!-
-Ma non posso tener...-
-Ciao, Corvina!- e corse a cercare i genitori.
-...E comunque, si dice affascinante!- gli gridò dietro la bambina.
Garfield si girò facendo un sorriso sfacciato.
-Ah... si, quello!-
Lo guardò allontanarsi intontita, poi osservò il corvo sulla mano. Si soffermò sulle ali e sull'aspetto maestoso del volatile. Effettivamente le somigliava.
"Forse anche io dovrei spiegare le mie ali, e andarmene via una volta per tutte da questo inferno di nido."
Certo; "Corvina" era solo un nomignolo che le era stato appioppato. E poi quella bambina si chiamava Rachel... ma chi l'avrebbe detto che tempo dopo si sarebbe chiamata davvero così?

Buonsalve!
E' da un bel po' che non scrivo su efp (e chi se ne frega??) proprio perchè sono stata tutto il tempo a trovare qualche idea figa su una delle mie OTP preferite. Dio adoro quei due, ero strasicura che nel cartone avessero del tenero, ma quando mi sono accorta del contrario è stato uno shock. (ripeto: e chi se ne frega???)
Cooomunque. Banali ammonimenti: spero tanto che vi sia piaciuto e che recensiate in tanti, ho visto che questo fandom sembra un po' abbandonato ç_ç ma io ci provo anche se forse non se lo cagherà nessuno, sono in work in progress per il secondo capitolo che mistafacendoletteralmenteschifo ops cos'avrò detto? (Ossimoro non ha ancora capito bene che non frega ancora un bel niente a nessuno di quello che sta dicendo)
...Ma di quello che sto dicendo non dovrebbe fregare nulla a nessuno! (alleluia...)
Ok. Basta.
Shiao!
   
 
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