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Autore: Evaney Alelyade Eve    23/06/2015    1 recensioni
Da un post su tumblr: "E se una notte, in Purgatorio, Dean si sentisse particolarmente solo così decide di pregare per Cas e pensando che debba sentirsi anche lui solo, cominciasse a cantargli 'Hey Jude', perché pensa che questo potrebbe farlo stare meglio, visto che Mary usava cantargliela? E se diventasse una cosa usuale, un'abitudine e Cas iniziasse ad imparare le parole e a cantare insieme a lui ogni notte?"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel.
Pairing: Dean Winchester/Castiel
Rating: Verde
Chapter: 1/1
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Malinconico.
Warning: Pre-Slash, Slice of Life.
Summary: Da un post su tumblr: "E se una notte, in Purgatorio, Dean si sentisse particolarmente solo così decide di pregare per Cas e pensando che debba sentirsi anche lui solo, cominciasse a cantargli 'Hey Jude', perché pensa che questo potrebbe farlo stare meglio, visto che Mary usava cantargliela per farlo sentire meglio? E se diventasse una cosa usuale, un'abitudine e Cas iniziasse ad imparare le parole e a cantare insieme a lui ogni notte?"
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla e il mio unico scopo è quello di farli soffrire :D


 


 


 


 

Hey Jude


 


 

Le notti in Purgatorio sono fredde e silenziose; Dean si accomoda contro il tronco dell'albero – ai cui piedi si è accucciato – nella posizione più scomoda che gli riesce, nel tentativo di non addormentarsi perché dormire in quel maledetto posto vuol dire essere sicuramente ucciso da qualche mostro in agguato nel buio.
Inoltre come potrebbe dormire sapendo che Cas è lì fuori, solo e spaventato?
Socchiude gli occhi per un attimo, rilassandosi contro il tronco duro e scorticato, la lama ben salda nel suo pugno e le orecchie sempre tese per cogliere qualsiasi rumore, e comincia a pregare come ha fatto da quando Castiel è sparito.
Prega perché spera che l'angelo lo stia ascoltando e si senta così meno solo, proprio come lui.
"Ehi Cas?" chiede, esitando appena. L'ultima volta che ha pregato – più o meno due notti prima – era così frustrato e stanco ed arrabbiato che un po' si è sfogato su di lui, così distante, fottutamente introvabile nelle miglia e miglia di foresta e mostri. "Sono, uhm, io. Ovviamente." Comincia a sentirsi un vero idiota ma il pensiero che l'amico lo stia ascoltando, che in un modo o nell'altro ci sia, è confortante. "Mi dispiace per- beh, lo sai perché." brontola, sentendosi in colpa. "Immagino" aggiunge sarcastico "che nemmeno stavolta mi risponderai... silenzio radio, eh? Lo sai, non so perché ti stai tenendo alla larga ma- vorrei solo sapere se stai bene."
Grugnendo si rigira contro l'albero, cercando di allontanarsi da un bitorzolo piuttosto duro che gli si è conficcato nella schiena.
"Sono ancora qui." mormora, come se quella fosse una conversazione telefonica e l'altro potesse pensare che lui avesse riagganciato. "Andrà tutto bene." dice con sicurezza, dopo un altro attimo di silenzio. "Ti troverò e poi, beh, poi troveremo un modo per andarcene da qui. Quindi rimani nascosto, ok? Non farti uccidere perché giuro sul cielo che ti spenno con le mie mani e- e aspettami."
Dean si passa una mano sul viso, stancamente.
"Dannazione Cas" impreca arrabbiato ed impotente "vorrei che fossi qui! Comincio a-" ma non riesce nemmeno a formulare la possibilità che sia accaduto qualcosa di terribile, qualcosa di irreparabile...
"Il Purgatorio è così freddo." sembra quasi un commento sul tempo fatto in una conversazione casuale con un'estraneo.
E' così sbagliato essere grato che in quel momento Castiel sia perso chissà dove e non con lui? Perché in quel preciso momento è un vero disastro. Non che gl'importi essere ricoperto di sangue, sudore e sporco: no, quello che non vuole e che Cas lo veda così vulnerabile ed incerto... cambiato.
Dean vorrebbe aggiungere di più ma quello che pensa non osa dirlo: il Purgatorio gli piace.
C'è una sorta di purezza nella lotta alla sopravvivenza, nell'adrenalina del caccia o sarai cacciato... un po' come se fosse finito in Jumangi ma non avesse alcun desiderio di tornare indietro. Sembra strano ma per quanto la situazione sia veramente difficile nello stesso tempo è di una semplicità disarmante.
Quei pensieri lo turbano: e se fosse cambiato? Se fosse diventato un mostro?
Scuotendo appena la testa cerca di allontanare quel pensiero e nel tentativo di calmarsi e di riempire un po' l'implacabile silenzio che lo circonda comincia a fischiettare e poi a canticchiare una delle sue canzoni preferite.
Sorride, un piccolo stiracchiarsi di labbra, pensando che, nonostante gli anni, ancora quella canzone e le memorie ad essa legate sono ancora l'unica cosa che riescono a cullarlo lentamente in una quieta calma. Mentre canta, gli viene un'idea.
Hey Cas – ridacchia – don't be afraid, you were made to go out and get her...


 

 

*°*



 

Castiel è nascosto tra due massi, le braccia gli circondando le ginocchia strette al petto nel tentativo di nascondersi il più possibile nella cavità fredda e scomoda.

Le notti in Purgatorio sono fredde ma non silenziose, non da quando Dean continua a parlargli anche se lui non può rispondergli. Il suo corpo trema nello sforzo di impedirsi di volare dal suo cacciatore e stringerlo a sé, ricoprirlo con le proprie ali e tenerlo al sicuro dal freddo e dai mostri... ma non può, deve ricordarsi, ogni giorno, che se sta facendo questo è, ancora una volta, solo per Dean e la sua salvezza.
Chiude gli occhi quando ne avverte la voce, un eco in lontananza poco chiaro: gli angeli generalmente non raccolgono le parole ma piuttosto il sentimento in esso celato e lui può sentire la preoccupazione, la rabbia, la tristezza... ma soprattutto la paura dell'uomo. Li sente scivolargli addosso come acqua, impigliarsi come gocce di pioggia nelle piume delle sue ali, impossibili da asciugare nemmeno scrollandole.
Sospira, stringendole attorno alla propria essenza, cercando di calmarne il leggero tremito: sono notti che Dean prega per lui. Non costantemente ma, in un modo o nell'altro, trova sempre il tempo di farlo e questo lo conforta perché vuol dire che è vivo, che ancora sta lottando e non si è arreso.
Castiel vorrebbe essere lì, vorrebbe potergli dire: "Non aver paura, andrà tutto bene... troverò il modo di farti uscire."
Apre gli occhi di colpo quando un fiotto di calore gli riempie il petto: è Dean.
Deglutisce quando, nel silenzio della notte, concentrandosi più che può, comincia a discernere le parole che l'altro gli sta... canticchiando?
Sorride, un leggero stiracchiarsi di labbra, perché conosce le parole di quella canzone e ciò che rappresentano per Dean.
Si appoggia con la testa contro un masso e socchiude gli occhi di nuovo: gli angeli sono conosciuti per cantare le Lodi al Signore ma in quel momento... in quel momento è Dean l'angelo che canta e lui si lascia travolgere dalla dolcezza ruvida della sua voce, dal calore dei suoi sentimenti e, inavvertitamente, si ritrova a canticchiare all'unisono con lui.
"Hey Dean" canta con un sorriso "don't make it bad, take a sad song and make it better..." almeno per quella notte, pensa soddisfatto l'angelo, il Purgatorio sembra meno spaventoso del solito.


 

   
 
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