Intervista al presidente
-Presidente Toudou, prima di incominciare, ci tengo a ringraziarla vivamente per l’intervista che ci ha concesso. Per tutti quelli che non lo sapessero, sono Ichigen Gou e oggi sono molto emozionato: sa, Presidente, è un grande onore per me essere seduto qui, accanto a lei, l’uomo più potente del mondo, si potrebbe dire! Ma andiamo con ordine: il successo dell’operazione è esemplare per tutti i cittadini non solo del Giappone, ma anche del mondo. Lei aveva, anche solo in modo approssimativo, stimato quanto tempo ci avrebbe messo a debellare la minaccia che costituivano i cosiddetti “Second Stage Children” di cui negli ultimi anni si è fatto un gran parlare?-
-Signor
Ichigen, anche per me è un piacere averla qui oggi.
…-
Toudou,
che cosa ti hanno obbligato a
fare… Tu che sei taciturno di natura, tu che preferisci
rintanarti nei tuoi
appartamenti, al fresco, in compagnia di un buon libro – Beer
, Grillparze,
Schnitzler, Ebner, Bernhard (*) e tanti altri – che sono
capaci di portarti in
un mondo dove non sempre sono necessarie le parole.
Parole, parole… Ti hanno sempre messo in bocca un sacco di
parole. Ti sei fatto
di nuovo dire cosa devi fare, eh, Toudou? Proprio tu,
“l’uomo più potente al
mondo”? … Tsk, bazzecole.
-…
Era opinione pubblica che i Second andassero fermati ed è
quello che abbiamo
fatto. Le stime c’erano, ma in merito al tempo in
tutt’altro ambito da quello
che lei immagina. Un’equipe di ricercatori specialisti ha
collaborato fino
all’ultimo per il bene comune: io sono qui a parlare in nome
di tutti.-
-Oh,
signor Presidente, che parole le sue! Sono commosso… Questo
è il segreto della
sua leadership, la condivisione delle responsabilità e dei
lavori?-
-Ichigen-san,
presumo lei conosca il significato della parola
“leadership”, quindi non
capisco la sua domanda. Il potere è detenuto da me e
null’altro, è chiaro
tuttavia che avevo bisogno di collaboratori –fidati- per
riuscire nel mio
intento. L’unico mio pensiero fisso è il benessere
dei cittadini.-
“Ti
sta sbranando, Presidente, così non va
bene. Non scaldarti.” Ti staranno dicendo dal buco del
suggeritore ai tuoi
piedi. Aah, Heikichi, perché ogni tanto non ti prendi la
soddisfazione di
tirare un bel calcio in faccia al consigliere occultato e parli con le
tue
parole? Tu hai bellissime parole dentro, io lo so: forti, cariche di
entusiasmo, puntuali. Sì, anche puntuali. Sapresti piazzare
ogni virgola al
posto giusto, senza l’aiuto del suggeritore al fianco in ogni
momento, eppure
non lo fai. Incassi il colpo e riparti, in contemporanea. Compiacente e
determinato: per questo non stracci il copione, per questo non mandi il
simpaticissimo Ichi-kun a farsi un giro e non fai capire al mondo, che
d’improvviso sembra pendere dalle tue labbra screpolate, che
sei stanco.
-Ora
si può dire che è tutto risolto… Sa
dirci qualcosa a riguardo dei ragazzini,
signor Presidente?-
Chiamalo
ancora una volta “signor
Presidente” e sta a vedere che ti combino, appena mi capita
di incrociarti per
strada. Stupido di un giornalista…
-Non
posso rivelare la loro ubicazione precisa per motivi di privacy
soprattutto
medica, ma il Consiglio si è occupato in prima persona di
sistemare tutti i
ragazzi in apposite strutture dove verranno regolarmente visitati e
tenuti
sotto controllo. Verranno poi, sempre affiancati da assistenti sociali
e
dottori, reinseriti in società. Per il momento tutto questo
è puramente a
livello teorico, ma personalmente mi considero ottimista: ho fiducia
negli
uomini che da tempo hanno preparato precisi standard di lavoro e ho
fiducia nei
Second. Quei ragazzi sono e rimarranno potenzialmente pericolosi,
perciò
bisogna assicurare loro tranquillità e sostegno. Solo
così otterremo la loro
fiducia e saremo tutti al sicuro. Può sembrare un discorso
un po’ instabile,
considerato tutto quello che negli ultimi anni è successo:
ma ora che li
abbiamo resi mansueti dobbiamo cambiare tattica o rischiamo di
incattivirli
ancora.-
-La
sicurezza della popolazione allora è tutt’altro
che stabile, signor
Presidente!-
-Al contrario: alla base della convivenza fra gli esseri umani c’è la fiducia e l’egoismo. Se quei ragazzi e noi troveremo un giusto equilibrio fra ammirazione del nostro ego e dei nostri beni e compassione degli altri, il mondo sarà salvo.-
Lo
sai, Toudou, vorrei tanto avere la
certezza che li stai prendendo allegramente per i fondelli. Dal primo
all’ultimo, l’intera popolazione giapponese oggi
sarà sintonizzata su questo
canale, probabilmente, come me del resto. Se quel tuo sguardo serio, se
quelle
tue parole fossero davvero tue, ma nel contempo te le stessi inventando
sul
momento, ripescando le ultime
strafalcionate che hai letto in una rivistaccia prima di coricarti la
scorsa
notte, allora sì che vorrei stringerti la mano, appena ci
rivediamo. Perché vorrebbe
dire che tu, tu in persona, sei cosciente di star dicendo delle cose
che in
realtà non pensi. Invece… Eh. Invece,
Heikichi-kun, l’amara verità è che tu
sapevi da giorni le domande che ti sarebbero state rivolte e qualcuno
ha
scritto per te le risposte: o magari te le sei anche scritte da solo,
poi le
hanno controllate. Hanno appurato che fosse tutto a posto, come vuole
la norma.
Dopodiché hai semplicemente imparato a
memoria: come le filastrocche nei primi
anni di scuola, come le canzoni.
Ti stai cantando la colonna sonora da solo, bravo. Complimenti. La cosa
più
desolante è che, fissando i tuoi occhi, sembra davvero che
tu creda a quello
che stai dicendo.
Hai fatto tue parole e pensieri che gli altri ti hanno elargito? Per
l’ennesima
volta, per di più? Dopo tutto quello che sei riuscito a fare?
… La prossima volta voglio fargliela
io, l’intervista, al signor Presidente.
Gli farò sputare il rospo e anche i suoi girini. Poi
probabilmente mi
sbatteranno in gattabuia, ma desidererei davvero, per un istante,
guardare
quegli occhi sanguigni e leggerci dentro la verità, se
esiste.
-In
merito ai tanti che hanno perso la vita negli scontri armati avvenuti
ultimamente, invece? Ritiene che anche in quel caso è
opportuno parlare di
egoismo e fiducia?
Uh,
incalzante e piccato. Anche Ichigen
deve essere un gran bravo attore: perlomeno, il suo lavoro lo fa bene.
-Le
frasi di circostanza in questo caso
sono pressoché illimitate, se mi è permesso,
approfitto tuttavia dell’occasione
per far sempre e continuamente presente ai cittadini che sono vicino a
tutti
coloro i quali hanno dovuto soffrire a causa di questi difficili
momenti… Non
si ripeteranno, non per quello che riguarda i Second Stage Children,
almeno.-
-E’
vero, signor Presidente, che anche lei ha patito in prima persona una
situazione spiacevole?-
Bastardo…
Dello stile, il tatto l’ho
dimenticato in valigia all’hotel, proprio.
Chiudo gli occhi d’impulso. Non posso incrociare quelli di
Toudou, anche se
attraverso lo schermo della televisione. Certe reazioni ritengo non
siano da
commentare: non da me, perlomeno.
-I
miei figli erano stati portati, in un primo momento, in una zona
sicura, con
gli altri bambini della capitale. Mia moglie doveva andare con loro, ma
insistette a tal punto a starmi accanto che non si riuscì a
farla ragionare in
nessun modo, per questo rimase con me in città. Ero molto in
pensiero,
soprattutto perché non tornavo praticamente mai a casa.
Inizialmente, quando
cominciammo a registrare le prime informazioni chiare sui
“ragazzi
ultraevoluti”, il lavoro
era alle stelle
e non staccavamo mai, se non per brevi pause. Dopo quattro mesi dalla
prima
incursione in città, il rifugio dove stavano i nostri figli
venne raso al
suolo: fu un giorno terribile per tutto il Giappone. Il mio dolore in
quel caso
fu al pari di un qualsiasi altro padre della capitale: avevo una
responsabilità
nei confronti di quei ragazzi… Non sono riuscito a
proteggerli. So che nessun
mio discorso potrà mai restituire quello che ciascuna
famiglia ha perso, quello
che mi auguro è che la speranza e la fiducia possano
germogliare ancora nel
cuore dei cittadini: ora chi ha bisogno sono i ragazzi che facevano
parte della
Feida. Abbandoneremo questi giovani? La mia risposta è no.
Non rifarò lo stesso
sbaglio.-
-Sono
parole cariche di speranza e di forza le sue, signor Presidente. Mi
hanno
infuso una nuova energia! …-
Un
sorriso, eccolo, piccolino, che spunta
sulle labbra di Toudou. E’ la prima volta da quando
è cominciata l’intervista.
Il tuo problema, Heikichi, secondo me, è proprio questo: fai
la voce grossa, ti
riempi la bocca di parole emozionate, ti vesti bene e poi crack,
sorridi. Nel
momento in cui sorridi, sei vulnerabile.
Tutto sommato, sei una persona genuina, Toudou. E’ solo che
ti fai sviare: non
cammini davvero sulla strada che vorresti e non per codardia,
semplicemente
perché è stato deciso così.
Fin da piccolo sei stato circondato da persone che hanno preso
disposizioni nei
tuoi riguardi ed è per paura di vanificare tutto il lavoro
che è stato fatto da
queste persone tempo addietro, per formarti come persona civile e
conforme alla
società – anzi, non solo conforme, in grado di
dirigerla e dominarla – che, ora
che potresti prendere da te le decisioni, preferisci continuare a
tirarti
indietro. Ti lasci scrivere un copione perché in fondo sei
una persona
orgogliosa, ti piace fare bella figura. Però non sei
esibizionista: quel
sorrisino gratificato è spuntato quasi da solo e tu hai
permesso questo perché
in fondo ti trovi da solo, in una stanza, con un uomo che ti regge il
microfono
e l’altro con la telecamera puntata su di te. Infondo, sei
solo, in compagnia
di pochi altri individui. Sono certo che se tu fossi stato con lo
stesso
microfono con però davanti una platea stracolma di
spettatori – come del resto
accade, ma telematicamente – quel sorriso non sarebbe mai
spuntato.
Sei orgoglioso e riservato, il palcoscenico non fa per te eppure sei
fra i più
potenti uomini del Giappone.
Il destino è stato meschino con te: saresti stato una
splendida persona
qualunque. Avresti socializzato quel che basta con i tuoi compagni a
scuola,
trovandoti quei pochi amici fidati, avresti conseguito un titolo di
studi che
avrebbe reso orgogliosi i tuoi genitori, avresti svolto con diligenza
il tuo
lavoro e avresti creato una famiglia piena d’amore e
riservatezza. Forse non
saresti stato “qualcuno”, forse a parte quella
stretta cerchia di amici
occasionali che la vita ti avrebbe offerto non avresti allargato a
dismisura le
tue conoscenze, forse saresti morto senza dover lasciare un centinaia
di
autografi nelle documentazioni ogni giorno… Però
saresti stato più sereno. E
per parlare, casomai ti avessero intervistato, avresti usato parole tue.
Saresti stato una splendida persona qualunque, Toudou: avresti sorriso
più
spesso.
-…
Signor
Presidente, la ringrazio immensamente per il tempo che ci ha concesso.
E’ stato
un piacere e un onore parlare con lei, le sue parole sono state di
grande
ispirazione per tutti!-
-Anche
per me, vi ringrazio.-
Una
stretta di mano, un’ultima
inquadratura sul Presidente – che adesso si è
alzato in piedi – e io gli rubo
un estremo guizzo di luce dagli occhi mentre lentamente sospiro.
Pubblicità.
… Che se ne vada al diavolo, anche quella.