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Autore: Sa_hp    27/06/2015    7 recensioni
- Diamine, Swan! Hai rovinato tutto. – si lamentò.
- Buongiorno anche a te, tesoro. – gli rispose, calcando volontariamente l’accendo sull'ultima parola come lui faceva spesso. – che stai pianificando, Capitano?
- Volevo portarti la colazione a letto, ma ormai il mio piano è andato in fumo. Pazienza, vorrà dire che dovrai accontentarti di un buongiorno meno romantico.
Una raccolta di one-shot l’una indipendente dall’altra, il cui unico scopo è di raccontare come Emma e Killian si rapportano alle piccole cose quotidiane.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Poggiò l’ennesimo scatolone sul pavimento e si accasciò esausto sulla sedia accanto a lui.
- Ti prego, dimmi che questo era l’ultimo! – implorò, portandosi la mano sugli occhi per la stanchezza.
Emma poggiò lo scatolone che aveva tra le braccia sul tavolo, l’unico pezzo d’arredamento che occupava quella stanza grande e luminosa.
- Perché, ti sei già pentito di esserti offerto come aiutante? – lo prese in giro.
Si avvicinò a lui e si sedette con naturalezza sulle sue gambe, avvolte da dei jeans scuri.
- No, ma magari la prossima volta saresti così gentile da spiegarmi precisamente in cosa mi sto cacciando?
- Avanti, tutto questo per un misero trasloco?
- Ecco: trasloco! Non dimenticherò questa parola tanto facilmente. Non credo lo farò una seconda volta. – disse risoluto.
- Tranquillo. – gli accarezzò una guancia e sentì i suoi muscoli rilassarsi al suo tocco. – Non ho intenzione di ripeterlo per molto, molto tempo. – lo rassicurò.
Ebbene sì. Finalmente dopo aver riconosciuto che Storybrooke era la sua casa, il posto a cui apparteneva, dopo mesi e mesi di temporeggiamento, non di certo per colpa sua, ora aveva trovato un posto tutto suo. Una casa in cui stabilirsi, stavolta in modo permanente.
Le era piaciuta da subito, fin da quando era andata con Henry a “ispezionarla”. Grande, luminosa, forse troppo spaziosa per una sola persona. Ma tanto già sapeva che non lo sarebbe stata.
Si guardò attorno soddisfatta, osservando come si intonassero bene i colori che aveva scelto per le pareti. Una volta sistemate tutte le sue cose e ordinato tutte quelle scatole che occupavano gran parte del pavimento, sarebbe stata perfetta.
- Ti piace, non è vero?
La voce di Killian la riscosse dai suoi pensieri. Lasciò che le togliesse una ciocca di capelli dal viso e che le cingesse i fianchi in modo protettivo. Si meravigliava sempre di più per l’attenzione che poneva anche quando solo la sfiorava accidentalmente con la sua seconda “mano”. La considerava una cosa carina, e sapeva che non le avrebbe mai fatto del male.
Annuì, in risposta alla sua domanda e portò le mani tra i suoi capelli.
- Non avevo un posto tutto mio da anni ormai. Sarà strano tornare a stare da sola. – aggiunse.
- Ma non sarai sola. Henry sicuramente ti farà compagnia.
Emma rise, ricordando come suo figlio fosse eccitato per quella casa. Aveva anche scelto la sua stanza prima di lei. Incredibile.
- Allora. – gli disse. – Sei pronto per un altro carico di scatole?
- Cosa? Ma io credevo avessimo finito! – protestò.
Emma rise, stringendosi ancora di più a lui.
- Avanti, Capitano. Credevo che qualche piccola scatola non fosse un problema per un uomo forte e coraggioso come lei. – gli sussurrò persuasivamente all’orecchio, muovendo intanto un dito su e giù lungo i bottoni della sua camicia.
Lo sentì irrigidirsi sotto di sé, le sue braccia presero a stringerla con più forza, la sua mascella si contrasse visibilmente, segno che stava cercando di trattenersi.
- Swan, allontanati immediatamente se non vuoi che ti salti addosso. Letteralmente. – mormorò. La voce roca tradiva il suo stato d’animo.
Emma ridacchiò e lasciò le sue gambe, posandogli un bacio sulla guancia.
Si stiracchiò, sentiva i muscoli indolenziti a causa di tutte le scatole che aveva trasportato. Allungò il braccio verso di lui, invitandolo a prenderle la mano.
- Vieni, ti faccio vedere una cosa. – gli spiegò, notando il suo sguardo interrogativo.
- La tua camera? – azzardò, nella voce un misto di divertimento e di eccitazione.
La donna gli rivolse un sorriso ironico, alzando gli occhi al cielo.
- A quanto pare no. – disse quello tra sé e sé, scatenando le risate della donna. – Devo ammettere che sono deluso ma non sorpreso, Swan.
- Sta zitto e seguimi!
- Vedi? Poi dici che non sei una prepotente! Nessuno può permettersi di rivolgersi in questo modo al Capitano, a meno che non voglia fare un giro sulla passerella. – la prese in giro.
Emma sbuffò esasperata.
- Non sono prepotente, Killian. Piantala.
- Come non detto, tesoro. – ridacchiò.
Per il resto del breve tragitto che li separava dalla loro meta restarono in silenzio. L’unica comunicazione erano le loro mani che si stringevano.
Emma lo condusse al piano superiore, dove oltre alla sua camera – che qualcuno era molto impaziente di vedere – e a qualche altra stanza, c’era anche qualche altra cosa.
Si fermò dinanzi a una grande finestra e senza la minima esitazione la aprì, permettendo a un venticello fresco di investirli completamente. Si incamminò all’esterno, nella grande terrazza che offriva una vista fuori dal comune. In realtà questo era stato uno dei tanti motivi per cui si era innamorata di quell’appartamento e aveva deciso di acquistarlo.
Respirò a pieni polmoni l’aria leggermente salmastra, chiudendo gli occhi per goderne appieno. Le ricordava il suo odore. Dinanzi a sé cielo e mare si confondevano, di un azzurro così intenso che alla sola vista le sembrava di affogare. Le ricordava i suoi occhi, dove le era capitato moltissime volte di perdersi. Qua e là qualche puntino bianco, le vele delle poche navi ormeggiate al porto, si muoveva su e giù, assecondando il movimento delle onde del mare. Proprio come il suo corpo, che assecondava inerme ogni sua carezza, ogni suo bacio. E là, leggermente distante dalle altre imbarcazioni, c’era ovviamente la Jolly Roger. Si stagliava fiera e maestosa, sotto i colpi del vento e delle onde e nonostante i suoi anni non sembrava avere alcun cenno di cedimento. Era segnata dal tempo, certo, il legno presentava qualche cicatrice, ma non sarebbe mai affondata, nessun colpo, nessun nemico avrebbe potuto distruggerla del tutto. Era forte e sicura, proprio come il suo capitano.
Osservò di sottecchi l’uomo accanto a lei godere di quel panorama, estasiato ed esaltato. Sapeva che gli sarebbe piaciuto.
- Swan, è stupendo. – mormorò sorridente.
Emma si diresse verso il piccolo dondolo che il proprietario precedente – chiunque fosse – aveva lasciato lì. Era leggermente malmesso ma lo avrebbe sistemato.
Gli fece cenno di prendere posto accanto a lei e intrecciò le dita con le sue una volta che l’ebbe raggiunta.
- Killian, volevo chiederti una cosa. – iniziò seria, spaventando leggermente l’uomo accanto a lei.
Aveva fatto tanto per arrivare a quella complicità, per fare in modo che si fidasse di lui, che vedesse una possibilità per loro due e ora, quasi inspiegabilmente, aveva paura che tutto potesse scomparire da un momento all’altro. Non riusciva nemmeno a formulare un pensiero del genere, non dopo tutto quello che avevano passato, dopo tutti i nemici sconfitti e i mondi presenti e passati attraversati. Non dopo essere diventato un uomo migliore per lei.
Si limitò ad annuire per invitarla ad andare avanti.
- Ecco, lo so che ne abbiamo passate tante ma tecnicamente usciamo insieme da poco quindi capirò se la tua risposta dovesse essere negativa, non preoccuparti di dirmi quello che pensi realmente, ok?
In realtà non aveva capito molto di quel breve discorso, concentrato com’era sulla possibilità che tutto stesse per finire. Ma a quanto pareva le cose non stavano così, quindi si concesse di rilassarsi un po’.
- Certo. Va avanti. – la incoraggiò.
Emma respirò per trovare la forza di parlare e fissò gli occhi nei suoi.
- Io mi chiedevo se ti andasse di venire a stare qui. Con me. E Henry quando ci sarà. Insomma di vivere assieme. – concluse.
Il pirata strabuzzò gli occhi. Pratica e coincisa la sua Swan, come sempre. Ma in quel momento gli aveva quasi provocato un colpo al cuore.  
Vedendo la sua reazione, Emma si pentì totalmente di quella proposta. Effettivamente era troppo presto per loro, però le sembrava una cosa naturale.
- Sì, so che è presto e che hai da poco riavuto la tua nave. La Jolly Roger è la tua casa da secoli ormai e capirò se non vorrai lasciarla. Tranquillo Killian, puoi dirmi quello che vuoi. – lo tranquillizzò.
- Certo che mi piacerebbe vivere con te, Emma. E con Henry. – le rispose finalmente, sorridendole e a sua insaputa suscitando una stretta allo stomaco della donna. – Ma ne sei proprio sicura? Sono un pirata, vivo nella mia cabina e sulla mia nave da così tanto tempo che potrei non essere il miglior coinquilino in circolazione. – ammise, abbassando gli occhi.
- Io sono molto scorbutica e irritata la mattina presto. Perciò sta molto attento quando decidi di interrompere il mio sonno. – confessò a sua volta.
- Solo la mattina? – rise. – Io mi sveglio all’alba e sono un tipo molto ordinato e quasi maniacale per quanto riguarda le mie cose.
- Bene, vuol dire che metterai in ordine tutte le cianfrusaglie che lascerò sparse per casa. – scherzò.
- Abbiamo ancora molto da imparare. – le fece notare. – Rimani ancora ferma nella tua decisione? Potrei renderti le giornate molto difficili. – la prese in giro.
- Ed io potrei farti diventare matto con tutte le mie stupide abitudini a cui non rinuncerò mai. Ma potremmo farcela, abbiamo affrontato sfide peggiori.
- E da quando in qua sei così ottimista, Swan? – le sorrise.
- Sarà colpa di mia madre. – ipotizzò, sorridendo a sua volta.
Lo baciò dolcemente, incredula per quello che stava per accadere. Pian piano la loro relazione stava diventando sempre più stabile e se da un lato la cosa la spaventava parecchio, dall’altra si scopriva ogni giorno più felice per avere accanto a lui quel temibile pirata.
Si strinse a lui, ammirando il sole che iniziava a tramontare.
- Sai, - le disse, posando un bacio sui suoi capelli che illuminati da quella luce sembravano addirittura più dorati. –Potrei davvero farci l’abitudine.
 
Innanzi tutto vorrei ringraziarvi per essere arrivati fin qui. Questa è una raccolta di one-shot l’una indipendente dall’altra, il cui unico scopo è raccontare come Emma e Killian si rapportano alle piccole cose quotidiane e potrebbero collocarsi temporalmente in un futuro in cui Emma non è più il Signore Oscuro. Spero che questa prima storia vi sia piaciuta, e sarei contenta se mi lasciaste un piccolo commento. La prossima non tarderà ad arrivare dato che è già pronta. A presto!
  
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