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Autore: Pikky    08/07/2015    6 recensioni
Spoiler seconda stagione
Ethan/Vanessa || One Shot || Missing moment post 2x07.
Davanti al camino, aveva riversato su di lei tutta la rabbia che provava verso se stesso per averle permesso di diventare come lui, ma soprattutto per non essere stato in grado di proteggerla.
Sentiva di doverlo fare, non riusciva a spiegarselo.
Fin da quando l’aveva incontrata, sentiva di doverla difendere ad ogni costo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ethan Chandler, Vanessa Ives
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Chained Souls
 
 
Vanessa non riusciva a prendere sonno, Ethan lo sapeva.
La sentiva girarsi di continuo nel letto, un debole frusciare di coperte accompagnato dal leggero scricchiolio delle vecchie assi di legno del soppalco.
Dopo la discussione che avevano avuto davanti al camino, gli aveva voltato le spalle, senza dire una parola, ed era andata di sopra per poi coricarsi. Forse non riusciva a sopportare il suo sguardo d’accusa, oppure si era illusa di trovare pace nel sonno.
Non ci sarebbe riuscita.
La prima notte da assassini era una notte insonne, una macabra veglia, lo era per tutti.
Lo era stata anche per Ethan, sebbene non si fosse trattato di una notte.
Nemmeno sapeva come fosse successo; una mattina si era svegliato in un bosco e accanto a sé aveva visto un uomo con la gola squarciata, ricoperto di sangue. Tutto ciò che era stato in grado di fare era stato alzarsi e fuggire al sicuro, nella propria stanza, dove aveva sperato invano di trovare un po’ di pace.
Era rimasto sdraiato nel letto per ore, immobile, lo sguardo fisso sul soffitto sopra di sé, i muscoli irrigiditi e gli occhi aperti. Appena provava a chiuderli, infatti, l’immagine del delitto di cui si era reso responsabile si affacciava alla sua mente per perseguitarlo, senza dargli tregua.
Era diventato un assassino, un mostro.
Il suo animo non sarebbe stato più completamente sereno, da quel momento in avanti, la bestia assetata di sangue che si nascondeva in lui era uscita allo scoperto e avrebbe lasciato dietro di sé un’interminabile scia di sangue e di morte.
Ethan era certo che per Vanessa in quel momento fosse lo stesso, che non appena chiudesse gli occhi vedeva quell’uomo sbranato dai cani che lei gli aveva aizzato contro.
Era ben conscio della sua sofferenza, e avrebbe tanto voluto farsene carico. Era stato persino pronto a farlo. Era stato pronto a macchiare di sangue le proprie mani, pur di preservare quelle immacolate di Vanessa. Le nuove tracce del resto si sarebbero confuse con quelle già presenti, non ci avrebbe nemmeno fatto caso; erano chiazze tutte uguali, ormai, erano diventate parte integrante di lui, rivelavano la sua vera natura.
Vanessa invece avrebbe notato quelle macchie ogni singolo giorno, finché altre non fossero giunte.
Era ben conscia di ciò che aveva fatto e delle conseguenze che ciò aveva già portato e che in futuro si sarebbero solo aggravate, Ethan lo aveva capito. Le sue parole avevano avuto soltanto l’effetto di rimarcare ciò che la donna già sapeva, di prospettarle un avvenire che aveva già immaginato. Il suo era stato un gesto ben calcolato, non da incosciente; probabilmente lo aveva meditato sin dal loro arrivo lì, in quel posto sperduto.
Vanessa aveva voltato le spalle a Dio, aveva abbracciato l’oscurità che da sempre la perseguitava e lui non era riuscito a fermarla.
Ci aveva provato, eppure non era stato abbastanza abile dal farla desistere, né abbastanza veloce da arrivare alla tenuta di quell’uomo e premere il grilletto prima che lei mettesse in atto qualunque cosa le avesse permesso di aizzargli contro quei cani.
Era questo ciò che lo faceva più infuriare, il fatto di non essere riuscito a tenerla al sicuro.
Non era riuscito a proteggere la donna che amava.
Ethan la amava, e quella consapevolezza era tale da mozzargli il respiro. Quando era con lei sentiva di avere uno scopo, di essere al posto giusto in quel mondo pieno di oscurità che lei con la sua generosità rischiarava.
Davanti al camino, aveva riversato su di lei tutta la rabbia che provava verso se stesso per averle permesso di diventare come lui, ma soprattutto per non essere stato in grado di proteggerla.
Sentiva di doverlo fare, non riusciva a spiegarselo.
Fin da quando l’aveva incontrata, sentiva di doverla difendere ad ogni costo.
Era per quel motivo che non era riuscito a premere il grilletto quando era stata posseduta, nonostante lei lo avesse implorato. Si era sentito in dovere di compiere un ultimo, disperato tentativo per salvarla e ce l’aveva fatta, ci era riuscito. Aveva recuperato l’anima di Vanessa dalle tenebre in cui era precipitata.
Questa volta, però, aveva fallito.
Quella stessa mattina le aveva promesso che non avrebbe permesso a nulla di farle del male, eppure era proprio quello che era successo.
Aveva lasciato che si facesse del male, che macchiasse in modo indelebile la sua anima, che avanzasse sempre più verso l’oscurità, proprio lei che era stata una grande fonte di luce e serenità per lui.
Non era riuscito a proteggerla da se stessa, ad allontanarla dai suoi demoni.
Non era riuscito a farle capire che poteva e doveva fermarsi, preservando così la sua anima già abbastanza in bilico.
Erano più simili di quanto non credesse, e in virtù di questo sapeva che non c’era nulla che potesse fare per farla stare meglio, per renderle meno duro il confronto con se stessa, per alleviare il dolore che certamente stava provando. Non poteva farsene carico, non ora a fatto compiuto.
Sospirò.
Anch’egli a causa di tutti quei pensieri e di tutta quella rabbia non riusciva a prendere sonno. Non ci sarebbe riuscito.
Si mise a sedere sul divano e fissò il fuoco che crepitava nel camino.
Udì l’ennesimo scricchiolio provenire dal soppalco e si voltò. Scosse la testa e si alzò, dopodiché mosso dall’istinto salì le scale. Non era in grado di fare finta di niente e di ignorare i tormenti interiori di Vanessa.
Il soffitto era così basso che dovette chinarsi per non pestare la testa, proprio come la prima volta che era stato lì per aiutare Vanessa a sistemare, appena erano arrivati da Londra. Avevano riso entrambi nel constatare che Ethan era troppo alto per quel soppalco, e lui era stato felice di vederla così serena e sorridente.
Sembrava passata un’eternità, eppure si trattava solo di poche settimane.
Vanessa gli dava le spalle, lo sguardo fisso alla parete. Doveva averlo sicuramente udito, ma forse aveva preferito far finta di niente, magari perché temeva un’altra discussione, un’altra resa dei conti in cui lui l’avrebbe messa di fronte a se stessa.
Non era quello che Ethan aveva intenzione di fare, però.
Avanzò verso il letto e si sdraiò, facendo aderire il proprio petto alla schiena di Vanessa. La circondò con un braccio, nella speranza di poter lenire un po' di quel dolore, di quel senso di colpa per aver fatto un altro passo verso quell’oscurità da cui cercava così disperatamente di fuggire e che ora l’avvolgeva.
Vanessa accettò quel conforto quasi immediatamente, stringendosi ancora di più a lui. Gli posò una mano sul braccio che la stringeva, e con l’altra mano intrecciò le dita a quelle di Ethan. Le sfuggì un sospiro, mentre si abbandonava a quell’abbraccio.
Nessuno dei due disse una parola, non ve n’era alcun bisogno.
Erano due anime affini, lo erano sempre state.
Due anime perseguitate dai propri demoni e mostri, che non erano soltanto interiori, ma reali.
Due anime che cercavano conforto l’una nell’altra, nella speranza di salvarsi a vicenda.
Due anime i cui destini erano incatenati nell’oscurità.
 
 
 
Note
Salve a tutti!
Sono approdata anche in questo fandom, ebbene sì.
Penny Dreadful è la mia ossessione, in questo periodo, e questi due mi stanno letteralmente risucchiando l’anima. Me li sogno di notte, fanno da sfondo al mio tablet, al mio cellulare e al mio pc. Era solo questione di tempo prima che iniziassi a scrivere su di loro, poveretti.
Avevo iniziato a buttare giù qualche riga qualche giorno fa, ma la 2x10 mi ha dato la carica per dare una conclusione a questa cosa, per quanto io stessa mi renda conto che non ha comunque molto senso. Mi sono lasciata andare un po’ troppo all’introspezione, come mio solito. Non mi convince molto, ma ho voluto provare a buttarmi, anche perché era da un po’ che non scrivevo nulla di autoconclusivo.
Come avrete capito, si tratta di un missing moment collocato alla fine della 2x07. La conclusione mi aveva lasciata un po' con l'amaro in bocca, quei due non possono discutere. Mi si spezza il cuore, così ho voluto immaginare le motivazioni di Ethan e una sorta di riconciliazione. Mi ronzava in testa già da un po', ma grazie al season finale sono riuscita ad aggiungere qualche elemento in più.
Spero che vi sia piaciuta. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando :)
Sara
   
 
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