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Autore: eugeal    12/07/2015    0 recensioni
Questa è una raccolta di “missing moments” che appartengono all'universo della serie “From Ashes” e che possono collocarsi prima, dopo o durante le storie “A World That Will Not Turn to Ash” e “The Nightwatchman”. Per non rischiare spoiler e per capire meglio i racconti, vi consiglio di leggere prima le altre due storie.
I racconti non saranno in ordine cronologico.
In ogni caso all'inizio di ogni racconto segnalerò il momento in cui esso si colloca.
Se ci sono momenti che avreste voluto vedere approfonditi nelle altre storie, vi invito a dirmelo nei commenti. Non garantisco né prometto nulla, ma se uno o più di essi dovessero ispirarmi, potrebbero diventare racconti. :)
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Questo racconto può essere letto indipendentemente sia da "A World That Will Not Turn to Ash" che da "The Nightwatchman" e si colloca durante l'infanzia di Guy. ****************************************************

Il bambino correva senza guardare dove stava andando, gli occhi azzurri offuscati dalle lacrime.
Voleva solo allontanarsi il più possibile dalla casa e dall'ennesima umiliazione.
Ma come, Guy? Hai dieci anni e bagni ancora il letto? Cosa penseranno Lord e Lady Knighton di te adesso? Dovresti vergognarti.
La voce di Isabella, la sua sorellina minore, risuonava ancora nella sua mente, spingendolo a correre ancora di più per sfuggire alla sua derisione.
Un gruppo di garzoni di stalla più grandi di lui di qualche anno lo osservarono mentre correva lungo la strada e ghignarono, pregustando qualche minuto di divertimento.
Quel moccioso in lacrime era troppo ben vestito per essere uno di loro, doveva essere un nobile, probabilmente il figlio della donna francese che era giunta in visita a Knighton Hall.
Uno dei ragazzi allungò una gamba con fare indifferente proprio mentre Guy gli passava accanto e il bambino inciampò, cadendo a terra nel fango della strada.
I ragazzi scoppiarono a ridere, poi si dileguarono vedendo che stava arrivando qualcuno.

Kate di Knighton si accigliò nel vedere i monelli che fuggivano dopo aver fatto cadere un bambino più piccolo di loro. Aveva riconosciuto un paio dei ragazzi che lavoravano nelle loro stalle e si ripromise di parlarne con Edward, suo marito, perché i colpevoli fossero rimproverati.
Spostò il manico del cestino che aveva in mano nell'incavo del gomito per avere le mani libere e sollevare leggermente il vestito da terra affinché non la intralciasse mentre si affrettava verso il bambino ancora steso a terra.
Appoggiò al suolo il cestino e si chinò, un po' impacciata dal ventre arrotondato dalla gravidanza.
- Ti sei fatto male? - Chiese gentilmente, aiutando il bambino a rialzarsi, e quando lo vide in faccia riconobbe il piccolo Guy, il figlio maggiore di Lady Gisborne.
Il bambino la guardò e la riconobbe a sua volta, ma invece di essere sollevato per la presenza di una persona familiare, i suoi occhi azzurri sembrarono oscurarsi ancora di più e Guy abbassò lo sguardo a terra, senza osare guardarla.
Lady Kate prese un fazzoletto ricamato e fece per pulirgli il viso, sporco di fango e rigato dalle lacrime, ma Guy sussultò e scoppiò a piangere più forte.
- Mi dispiace, signora! Mi dispiace tanto!
Kate lo fissò, stupita da quella reazione.
- Perché dici così? Cosa hai fatto?
Guy arrossì e le rivolse uno sguardo tanto vergognoso e disperato da farle rimpiangere di avergli fatto quella domanda. Ricordò all'improvviso che quella mattina, prima di uscire di casa per recarsi al mercato aveva sentito uno dei servitori di Knighton Hall lamentarsi con la cuoca perché uno dei figli di Lady Ghislaine aveva bagnato il letto.
Lady Kate guardò il bambino, dispiaciuta di averlo messo in imbarazzo con la sua domanda e decise di cambiare discorso.
- Hai gli stessi occhi di tua madre, sai? Ma non piangere più adesso, sono più belli senza tutte quelle lacrime.
Stavolta Guy le permise di asciugarle il viso e sospirò, afflitto.
- Non volevo, signora, davvero non volevo...
Lady Kate lo prese per mano e gli sorrise.
- Lo so, non ti preoccupare. Sono cose che possono succedere.
- Isabella è più piccola di me e a lei non capita mai...
Kate gli fece una carezza, scostandogli dalla fronte una ciocca di capelli scuri e leggermente mossi.
- Hai fatto un incubo?
Guy annuì debolmente.
- Vuoi raccontarmelo? A volte le cose fanno meno paura quando ne parli con qualcuno. Ma vieni, sediamoci all'ombra di quell'albero, comincio a essere troppo grossa per stare in piedi tanto a lungo.
Lady Kate sedette su una panchetta ombreggiata dalle fronde di un melo e Guy la seguì, confortato dalla gentilezza di Lady Knighton.
Isabella gli aveva sibilato malignamente che i padroni di casa lo avrebbero rimproverato per quello che era successo, ma Lady Kate invece lo aveva consolato.
Sedette ai piedi della nobildonna e sospirò di nuovo.
- Ho sognato mio padre... Era a cavallo e indossava la veste bianca con la croce, quella che aveva quando è partito, e combatteva con valore. Ma poi i nemici lo hanno circondato per colpirlo con le loro spade e la croce sulla sua veste non si vedeva più perché tutti i suoi abiti erano rossi di sangue…
La voce di Guy tremava e Lady Kate vide nuove lacrime brillare nei suoi occhi.
- Il tuo è stato davvero un brutto sogno, ma dimostra che il tuo animo è gentile. Ti preoccupi per tuo padre, e hai paura che gli capiti qualcosa di brutto al punto di avere gli incubi. Non devi vergognarti di questi sentimenti, Guy, ti fanno onore. Se a Isabella non capita è perché lei era troppo piccola quando vostro padre è partito per la Terra Santa, non lo ricorda bene come te.
Il bambino la guardò, non del tutto convinto, e, per distrarlo da quei pensieri cupi, la donna indicò i rami dell'albero sotto il quale erano seduti.
- Guarda che belle mele rosse! Peccato che siano tanto in alto, avrei avuto voglia di mangiarne una.
Guy le sorrise e Kate vide il suo viso illuminarsi di colpo. Divertita, pensò che un giorno quel sorriso avrebbe fatto innamorare perdutamente qualche fanciulla.
Il bambino si arrampicò agilmente sull'albero fino a raggiungere i rami più alti, raccolse due frutti maturi e poi scese lungo il tronco in pochi secondi e ne porse uno a lady Kate.
- Mi permettete di offrirvi una mela, mia signora? - Chiese Guy, cortesemente e Kate accettò il frutto, sorridendo nel vedere l'aria orgogliosa e soddisfatta del bambino.
- Ti ringrazio, Sir Guy di Gisborne. - Rispose con altrettanta cortesia, poi entrambi scoppiarono a ridere.
Lady Kate si sfiorò la pancia con una mano.
- Spero che tra qualche anno il mio bambino diventerà un ragazzo gentile come te, Guy.
Guy la osservò per qualche secondo.
- Io invece spero che sia una bambina.
Kate lo guardò.
- Perché?
Il bambino arrossì, e le rivolse un sorriso che inspiegabilmente riusciva a essere timido e sfacciato allo stesso tempo.
- Perché se sarà bella e dolce come voi, un giorno la sposerò.

   
 
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