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Autore: Odinforce    12/07/2015    4 recensioni
Era già trascorso un anno dal loro matrimonio, non sembrava vero... un anno che Naruto avrebbe potuto definire quasi “normale”: era stato un periodo molto tranquillo, durante il quale non era accaduto nulla che richiedesse la competenza di un ninja dagli enormi poteri come lui. La cosa, naturalmente, gli stava benissimo... dopo aver affrontato nemici del calibro di Kaguya, Toneri e lo stesso Sasuke, meritava almeno un’intera vita di riposo; meglio ancora se poteva condividerla con una persona meravigliosa come la sua Hinata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sesto passo
 
Anche per Naruto Uzumaki, che a pieno potere era in grado di superare la velocità del Raikage e di suo padre, coprire la distanza che lo separava dalla nuova destinazione richiese diverse ore di viaggio. Si trattava di una zona al di fuori del Villaggio della Foglia, lontana e isolata... un posto che in passato fu perfetto per consentire al nemico di infiltrarsi nella nazione e di portare scompiglio.
Strada facendo, i ricordi tornarono ad occupare la mente dell’erede del Lampo Giallo...
Toneri Ootsutsuki, l’ultimo del suo clan, era giunto dalla Luna con l’intento di distruggere il mondo dei ninja, convinto che meritassero una punizione per aver usato il chakra come un’arma. E dal momento che la sua residenza distava più di trecentomila chilometri dal “campo nemico”, Toneri aveva pensato bene di aprire un portale che collegava i due mondi; se ne era servito per infiltrarsi a Konoha e rapire Hinata... un tentativo andato a vuoto grazie all’intervento di Naruto. Tuttavia aveva subito ottenuto il premio di consolazione: la sorella minore di Hinata, Hanabi Hyuga, alla quale aveva preso gli occhi per ottenere il potere oculare finale. Il Tenseigan.
Dopo un consulto con gli altri Kage, il maestro Kakashi aveva ordinato a Naruto, Hinata, Sakura, Sai e Shikamaru di partire per una missione per salvare Hanabi. La missione si era rivelata molto pericolosa sin da subito: Naruto e gli altri, una volta raggiunto il portale per la Luna, erano caduti in una trappola di Toneri, imprigionati in un’illusione che li costringeva a rivivere alcuni ricordi. Naruto aveva ricordato così molti episodi passati insieme a Hinata, ma dal suo punto di vista... così aveva potuto rendersi conto di quanto lei lo amasse.
« Scrivete con chi vorreste passare il vostro ultimo giorno sulla Terra. »
« Naruto... »
« Sai una cosa? Tu mi davi l’impressione di una persona strana, timida e insicura. Però a me piacciono... le persone come te! »
« ...ho sempre tentato di seguirti, di raggiungerti. Ho sempre voluto stare al tuo fianco; ogni volta, Naruto, volevo essere al tuo fianco... »
« Oh, Hinata! Perché ti nascondi? »
« Naruto, mi hai cambiata. Il tuo sorriso mi ha salvato. Per questo, Naruto, per proteggerti... sono disposta a morire... »
« Non abbatterti, Hinata. Tu sei forte, capito? »
« Perche io... ti amo. »
Naruto non avrebbe mai dimenticato quella visione, mentre era ancora prigioniero dell’illusione di Toneri. La visione di una Hinata più giovane in mezzo a una strada innevata, alla luce di un lampione, che lo fissava con i suoi bellissimi occhi luminosi, colmi di gioia mentre gli ripeteva quelle magiche parole; il vento che agitava dolcemente i suoi capelli corvini, mentre svaniva nel nulla quando l’illusione fu spezzata.
Ma la verità persisteva. Così, mentre la missione proseguiva, Naruto era rimasto vicino a Hinata; poteva sentire il suo affetto verso di lei crescere gradualmente, fino a fargli capire che anche lui provava qualcosa. Mentre con la sua squadra continuava la ricerca di Hanabi, attraverso campi sconfinati e città abbandonate, il biondo guardava dentro di sé e prendeva una decisione che avrebbe cambiato tutto.
« No... non è che sono gentile perché ti amo o altro... sono solo preoccupato per Hanabi... »
« Co... cosa hai detto, Naruto? »
« Eh? Sono preoccupato per Hanabi. »
« No... prima di quello. »
Silenzio, che parve durare un’eternità. Le lucciole che danzavano sul lago sembravano immobili, come in attesa di risentire quelle parole dette di sfuggita.
« Hinata. Io... ti amo. »
Lo aveva detto. Era stato sincero. Naruto aveva scelto di amarla, di tirare finalmente il cuore di Hinata dalla tasca (come lo aveva definito Kiba) per ammirarlo in tutto il suo splendore... e di ricambiare donandogli il suo.
Peccato però che il momento magico fu rovinato subito dopo da Toneri, sbucato dal nulla con una proposta indecente: la mano di Hinata in matrimonio, in cambio della vita di Hanabi. Naruto non riuscì a credere ai suoi occhi mentre Hinata accettava la proposta e andava via con lui; non fu in grado di impedirlo, poiché Toneri lo aveva messo fuori combattimento con una tecnica micidiale.
Non era mai stato così vicino all’idea di arrendersi. C’era stato un solo precedente, quando il numero di morti durante la Quarta Guerra Mondiale era diventato insostenibile ai suoi occhi; e non era stata proprio Hinata a convincerlo a rimettersi in piedi? La stessa ragazza che sembrava avergli voltato le spalle e spezzato il cuore, proprio nel momento in cui aveva deciso di ricambiare il suo amore. Ma Naruto aveva ancora molto da imparare su quell’aspetto della vita; ed era pronto a scoprirlo, dopo essersi rimesso in piedi per correre da Hinata.
Alla fine di quel giorno, era tutto finito per il meglio; avevano sconfitto Toneri, salvato Hanabi e fermato la caduta della Luna. E Hinata, che non aveva mai tradito sul serio la squadra, era libera di tornare da Naruto; di correre insieme a lui mentre ripercorrevano la strada che conduceva al portale, rivivendo i ricordi in cui erano stati vicini; di finire tra le sue forti braccia mentre il passaggio andava in frantumi; di volare con lui, mentre la forza del suo Rasengan li scagliava verso l’alto. Dritti verso il cielo, sotto la luna splendente e nuovamente immobile... unica testimone del loro primo bacio d’amore.
« Hinata... grazie. »
« Grazie! » ripeté Naruto ad alta voce, ancora intento a sfrecciare tra gli alberi. Le emozioni avevano preso il sopravvento su di lui, e grosse lacrime erano venute fuori senza riuscire ad impedirlo. Ma lui sorrideva; sentiva traboccare la forza dei suoi sentimenti proprio come quella notte, là dove era tutto cominciato. Il loro amore, trattenuto troppo a lungo da una serie di tragici eventi... ma finalmente sbocciato, come un magnifico fiore che nasce tra le avversità.
Quando Naruto arrivò a destinazione, il sole stava ormai tramontando. La caverna c’era ancora, ma l’ingresso era crollato. Non aveva importanza, comunque: la sua attenzione era rivolta in quel momento verso un nuovo elemento che dominava il paesaggio... qualcosa che di sicuro non c’era l’ultima volta.
Una grande casa di legno sorgeva nei pressi della caverna, circondata da un magnifico giardino fiorito e da un corso d’acqua; Naruto rimase sbalordito, ancora di più quando si accorse che l’ingresso della casa recava due simboli a lui molto familiari.
I simboli del clan Hyuga e del clan Uzumaki.
Non c’erano dubbi, era arrivato nel posto giusto. Il biondo fece del suo meglio per impedire a se stesso di porsi inutili domande prima di entrare in quella casa, poiché si aspettava ancora molte sorprese. Non appena varcò la soglia, una donna del clan Hyuga gli venne incontro con fare gentile.
« Buonasera, Naruto-san » annunciò con un rispettoso inchino. « Vi stavamo aspettando. Prego, da questa parte. »
« Oh... grazie. »
La donna lo guidò attraverso il giardino, ancora più bello da quella prospettiva, pieno di alberi di ciliegio in fiore, e poi fino all’ingresso della casa, illuminata da un gran numero di torce. L’interno era molto ben curato, somigliava molto a Villa Hyuga... sicuramente un’idea di Hinata, anche se cercava di non chiederselo.
« Lady Hinata vi sta aspettando » disse ancora la donna, dopo averlo guidato in una saletta privata. « Desidera che vi rinfreschiate e indossiate questi abiti, prima di incontrarla. Fate pure con comodo. »
Naruto abbassò lo sguardo. Su un tavolino era appoggiato l’abito che avrebbe dovuto indossare, quello che sembrava un lungo kimono bianco e nero; quando lo prese tra le sue mani, lo riconobbe per ciò che era davvero.
Il suo abito nuziale.
Il biondo, facendo appello a tutta la sua pazienza residua, si tolse gli abiti da ninja, si diede una ripulita e indossò il kimono, senza porsi nemmeno una domanda riguardo la situazione. Quando fu pronto, notando l’assenza della donna che lo aveva accompagnato, proseguì da solo e spostò il pannello che aveva di fronte.
Naruto giunse in un salone in perfetto stile tradizionale, come il resto della casa, che offriva una magnifica vista sul giardino fiorito. Davanti a lui, posta sopra i tatami, vi era una grande tavola imbandita, ricolma di un sacco di pietanze di cui non riusciva a tenere il conto. L’ambiente era illuminato da un gran numero di candele, per dare un’atmosfera decisamente romantica, se non addirittura intima. Ma l’attenzione del biondo fu interamente rivolta, pochi secondi dopo essere entrato, all’unica persona presente nella sala oltre a lui, la quale lo stava fissando con lo sguardo più dolce che potesse esistere.
« Hinata! »
Finalmente l’aveva trovata, dopo aver trascorso l’intera giornata a cercarla. Sua moglie era lì davanti a lui, in ginocchio sul pavimento, vestita con il suo stupendo abito bianco da sposa. Gli si illuminarono gli occhi: vista la situazione, a Naruto parve di essere tornato indietro nel tempo di 365 giorni... e non poteva che esserne estasiato. Senza indugiare un altro istante, il biondo corse da lei per stringerla tra le braccia. Profumava di gelsomino, proprio come il giorno delle nozze.
« Ce l’hai fatta, mio eroe » dichiarò Hinata, orgogliosa. « Mi hai trovato. Buon anniversario! »
« Hehe » ridacchiò Naruto, incapace di farsi uscire dalla bocca suoni più dolci. « Oh, Hinata... è stato... incredibile! Questa idea che hai avuto... come hai fatto... come ti è venuta in mente? »
« È stato più facile di quanto pensi » rispose lei, sorridendo. « Su, accomodati... sarai affamato, e la cena è pronta da un pezzo. Non vorrai mica ignorare gli sforzi compiuti dal mio clan per preparare tutto questo? »
« Oh... certo che no! »
Solo in quel momento Naruto ricordò di quanto avesse fame. Non aveva toccato cibo per tutto il giorno, determinato com’era a proseguire nella caccia al tesoro; ma ora che finalmente si era conclusa, era libero di placare le proteste del suo stomaco. Si sedette accanto a Hinata e attaccò il bendiddio che aveva di fronte, cercando nel frattempo di mantenere la giusta compostezza.
Doveva ammetterlo, Hinata aveva avuto un’idea straordinaria: al confronto, l’idea del biondo di andare al mare per il loro anniversario non valeva un granché, ma evitò di esprimerlo ad alta voce. Mentre mangiavano, sua moglie raccontò come avesse organizzato tutto.
« Ho iniziato a lavorarci su dalla notte scorsa » spiegò. « Dapprima ho realizzato gli indizi da lasciare per te... diciamo che servivano a distrarti, mentre io e i miei “collaboratori” preparavamo tutto questo; volevo comunque che quelle tappe avessero un significato... per noi due. Ero certa che avresti ricordato i momenti che abbiamo trascorso insieme... sia quelli belli, che quelli brutti. Perché non mi pento di nulla, Naruto... non mi pento di essere sempre stata così timida nei tuoi riguardi, né per aver rischiato la vita per salvarti da Pain; ne valeva la pena, per te. »
Naruto annuì, senza dire nulla. Era proprio come aveva immaginato, e non aveva senso obiettare.
« Mentre tu giravi per il villaggio seguendo le mie tracce » proseguì Hinata, « io sono venuta qui insieme ad alcuni miei parenti. Sono stati più che lieti di aiutarmi ad allestire questo posto. La casa è stata creata dal capitano Yamato... gli sono bastati circa dieci secondi, con la sua Arte del Legno; anche l’acqua e il giardino li ha realizzati lui, con un piccolo contributo da parte di Ino che ha fornito i semi per i fiori. Io e gli altri, invece, abbiamo pensato a cucinare: è lo stesso menu che ci fu preparato al matrimonio, se ben ricordi. Volevo ricreare, in un certo senso, le parti migliori di quel giorno. »
« Cavolo » commentò Naruto, sempre più ammirato. « Ecco perché hai recuperato anche i nostri abiti nuziali! »
« Già... anche se, mentre li prendevo, ho pensato a un’altra cosa. Era un peccato indossare vestiti così belli una volta sola, per poi conservarli in un armadio per tutta la vita. »
Hinata tacque, approfittandone per vuotare la sua tazza.
« Il matrimonio... » riprese, « lo so che è molto più di una festa... quella da cui abbiamo cominciato. Ma negli ultimi tempi ho visto molte persone sposate da anni, che si comportano come se avessero dimenticato quel giorno in cui hanno legato le loro vite. Come se avessero dato per scontato tutto ciò che quel giorno aveva di bello: i fiori, il bianco, gli invitati, la musica... l’amore. Io non voglio dimenticare quel magnifico giorno, Naruto... non voglio dimenticare nulla di ciò che abbiamo fatto insieme. »
Naruto restò in silenzio fino alla fine, accettando ogni parola da lei pronunciata. Poi la strinse ancora a sé e la baciò sulla fronte.
« Non succederà » disse. « Non dimenticheremo. Sai che ti dico? Dovremmo fare questa cosa ogni anno, se ti piace tanto... faremo altre cacce al tesoro, ci vestiremo ancora con i nostri abiti nuziali e ci divertiremo un mondo. Te lo prometto! »
Hinata arrossì parecchio, ma fu comunque in grado di annuire con un sorriso. Ripresero dunque a cenare, chiacchierando su argomenti decisamente più leggeri.
« Naruto » disse Hinata poco dopo, « ricordi la missione che abbiamo svolto insieme prima che tu partissi per il tuo viaggio? »
« Oh? Aspetta... quale missione? Ne ho fatte così tante, è difficile ricordarle tutte... »
« Dài, quella in cui dovevamo trovare l’insetto bikochu. »
« Bikochu? Cos’è un... ah! »
Il ricordo di quei giorni lontani gli attraversò la mente con la forza di un rospo gigante in fuga.
Sasuke era appena fuggito dal Villaggio della Foglia. Naruto aveva fallito nel tentativo di riportarlo indietro; era pronto ad aggrapparsi a qualsiasi cosa che potesse aiutarlo nell’impresa a cui non aveva rinunciato. Proprio per questo si era unito al Team 8 nella loro missione di trovare un bikochu, un raro insetto dal potentissimo fiuto; grazie ad esso avrebbero potuto trovare Sasuke, ovunque fosse finito. La missione, tuttavia, era fallita per colpa dello stesso Naruto, che con una delle sue gaffe aveva impedito al bikochu di adattarsi all’odore di Sasuke.
« Heh... sì, ora ricordo bene » commentò Naruto, grattandosi la testa imbarazzato. « Non è che vado molto fiero di quell’episodio... »
« Capisco » disse Hinata. « Sai, il posto in cui abbiamo eseguito quella missione non è lontano da qui... per questo mi è tornato in mente. Ricordo bene il lago dove ci siamo fermati per la notte... uno dei più belli che abbia mai visto. »
« Il lago... » ripeté Naruto, e qualcosa scattò ancora nella sua mente. « Ehi, ora che mi ci fai pensare... è proprio laggiù che ho visto la fata. »
« La fata? »
« Esatto... o meglio, doveva essere qualcosa del genere. Non l’ho vista molto bene, ma somigliava a una bellissima ragazza, che danzava nuda sul pelo dell’acqua. Quella del sogno che ho fatto due notti fa, ricordi? Ecco dove l’avevo vista... durante quella missione. Ehi, va tutto bene? » S’interruppe e fissò Hinata, il cui viso era diventato molto rosso.
« S...sì, certo » rispose in fretta lei, e abbassò lo sguardo sul suo saké. Naruto riprese a parlare, non facendoci caso.
« Bah... chiunque fosse, devo averla spaventata a morte con la mia goffaggine. Hai detto che il lago è qui vicino... che coincidenza, dopo averla sognata l’altra notte... ma ti assicuro che per me non ha alcuna importanza, tesoro! » si affrettò ad aggiungere, temendo una reazione negativa da parte di Hinata. Lei, tuttavia, si limitò a ridacchiare.
Poco dopo, i due avevano finito di cenare. Naruto si sdraiò sulla schiena, sospirando con la tipica soddisfazione di chi ha appena fatto una scorpacciata; Hinata lo raggiunse divertita, stendendosi su un fianco per guardarlo.
« Sei soddisfatto, tesoro? »
« Oh sì » commentò il biondo, perdendosi nei suoi occhi perlacei. « Hai avuto davvero una magnifica idea. »
« In verità, è tutto merito tuo » rivelò Hinata con un sorriso.
« Come? In che senso? »
« La caccia al tesoro » spiegò. « Mi hai dato tu stesso l’idea, quando ieri mi parlasti della lezione disastrosa con gli studenti; mentre dormivamo mi è tornata in mente, e mi sono messa subito all’opera. Quindi, Naruto... è merito tuo se ora ci troviamo qui, distesi su questo tatami. »
Naruto rise, felice di sentire questa realtà delle cose. Hinata, tuttavia, non si fermò alle parole, e si avvicinò ulteriormente a lui, cingendolo con un braccio e baciandogli il collo.
« La notte è ancora giovane, amore mio » gli sussurrò all’orecchio. Naruto la guardò, stupito da quelle parole cariche di un tono che non si aspettava minimamente. « La nostra festa non è ancora finita... non sei d’accordo? »
« Oho... certo che lo sono » commentò Naruto con un ghigno.
« Ho preparato anche una camera da letto al piano superiore, tutta per noi. Raggiungimi tra quindici minuti. »
Hinata si alzò subito dopo, lasciando il suo stupefatto marito sul pavimento. Mentre Naruto si alzava lentamente a sedere, ebbe appena il tempo di vedere lo sguardo malizioso di lei mentre si allontanava dal tavolo, per poi sparire oltre la soglia del salone. Il biondo non era più rilassato, ma eccitato... impaziente di procedere con l’ultimo atto di quell’incredibile giornata che stava per volgere al termine. Tuttavia volle obbedire all’ordine di Hinata, perciò rimase al suo posto in attesa, sperando che quei quindici minuti passassero in fretta.
« Nervoso, ragazzo? »
Naruto trattenne il fiato per la sorpresa. Kurama era sveglio, e aveva deciso di fare quattro chiacchiere.
« Heh... penso che lo saresti anche tu al mio posto. »
« Ma non sono al tuo posto » commentò la Volpe, « e non lo sarò mai... quindi mi toccherà ancora una volta stare a sentire gli echi del tuo rumoroso rituale di accoppiamento. Lo sai che rimbomba parecchio qui dentro, vero? »
« Sì, me lo hai ripetuto più volte » sospirò Naruto. « Mi dispiace che tu debba sopportare tutto questo... ma oggi è il mio anniversario, devo stare con mia moglie. Domani passeremo un po’ di tempo insieme noi due, va bene? »
Sentì Kurama grugnire a lungo, come se valutasse la proposta.
« Giocheremo a morra cinese. »
« Hehe... affare fatto! »
E nelle profondità del suo essere, il ragazzo e la bestia si diedero il pugno.
Quindici minuti dopo, Naruto si recò al piano di sopra, come d’accordo. Il cuore batteva forte, mentre un’emozione potente dominava i suoi sensi. La camera da letto era di fronte a lui, chiusa da un pannello.
« Hinata, sei pronta? »
Nessuna risposta. Incerto, Naruto aprì lentamente il pannello e varcò la soglia... e una nuova dose di stupore prese il sopravvento su di lui, cancellando l’eccitazione.
Hinata non c’era. Non c’era traccia di lei nella stanza, né sopra il letto matrimoniale sopra il quale si aspettava di trovarla in intimo; al suo posto vi era solo un rotolo, contrassegnato dal numero 7.
La caccia al tesoro non era ancora finita.    
   
 
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