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Autore: bisy    13/07/2015    2 recensioni
Il titolo dice più delle mie parole. La storia è una pura invenzione. Niente di più e niente di meno. Commentate senza paura, mi farebbe davvero tanto piacere.
La storia in breve: "Here comes the sun", dei Beatles e una ragazza speciale.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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A Himawari piaceva il sole.
Ma proprio tanto, avresti dovuto vederla, lì, sull'amaca in mezzo al giardino. Come una piccola lucertola. Amava chiudere gli occhi e vedere attraverso le palpebre quella magica danza di colori, scegliendone uno ogni volta. Quando li riapriva si sorprendeva nel vedere tutto il giardino immerso in quel colore, come se qualcuno vi avesse versato un enorme barattolo di vernice.

A Himawari piacevano i colori caldi.
Sì, perchè anche quando è buio tutto è variopinto. Basta puntare una luce intorno a sé. Per lei il sole era come una torcia, di quelle che si ricaricano senza le pile. Quella torcia non si può perdere, pensava tra sé, perchè per quanto cerchi di nascondersi è sempre là. Immobile. Mentre tutto intorno gira, senza sosta.

A Himawari piaceva sognare.
Cosa?, ti domanderai. Beh, non chiederlo a me. Sono solo una canzone, una melodia quasi perduta nel tempo. I sogni sono un po' come le canzoni, ma di quelle che anche riascoltandole centinaia di volte non riescono mai a stancarti. Forse era Himawari stessa ad essere un sogno.

A Himawari piacevano i ragazzi con la tartaruga.
La facevano proprio impazzire. Una volta ne aveva trovato uno, non mi ricordo come si chiamava. Questo tizio era un po' innamorato di lei. Solo del suo corpo. Fatto sta che i due avevano fatto amicizia, c'era stato uno scambio di numeri di telefono e non chiedermi come si ritrovarono sul letto di lui. Abbracciati come due piccoli di koala.
-Fammi vedere la tartaruga,- gli fa lei, rossa in viso.
-Oh, beh, si. Vieni con me in giardino...,- dice lui un po' imbarazzato.
Ma certo. Non voleva essere visto senza maglietta. Devi sapere che casa sua era piena di finestre, mentre il giardino era circondato da un muretto alto più o meno quanto te, forse tre centimetri in meno. Erano lì, soli e un po' impacciati. Lui all'improvviso fischia, rivolto verso una graziosa casetta di legno dipinta di rosso. Aki esce. Autunno.

A Himawari piaceva l'autunno.
In giapponese, come forse avrai capito, Aki significa autunno. Aki uscì con passo lento e calcolato. Era stupendo, avresti dovuto vedere il suo guscio lucido di cera, le graziose rughette sulla sua pelle che seguivano a ritmo l'andatura. Una lentissima danza.
Dunque una tartaruga c'era. Perfetto, si disse la piccola Himawari, accarezzando la testolina di Aki.
Lei e il tizio si sposarono proprio d'autunno. Gli alberi festeggiavano gli sposi tirando un soffio di foglie rosse e gialle. Lei indossava un fermaglio a forma di delfino.

A Himawari piaceva il suo corpo.
Ti starai chiedendo perchè si sia sposata con un tizio al quale piace solo il suo corpo. Che superficiale che è stata. Invece un motivo c'è.
Il suo corpo era unico. E lei era l'anima del suo unico corpo. Sono curiosa di sentire come te la sei immaginato/a.
Lei era un po' in sovrappeso. Non era come la maggior parte dei giapponesi.
Quando camminava sfregava le cosce tra di loro, ma non era brutto a vedersi. Tutt'altro.
Quando respirava sembrava sempre inverno.
Sapeva di neve, non saprei descrivere meglio di così il suo profumo.
E non aveva bisogno di truccarsi.
Aveva degli occhi grandi, con iridi color notte. Un oceano blu.

A Himawari piaceva il suo sorriso.
Prova a immaginarti le labbra più belle che puoi. Ecco, moltiplicale per centotrè. Quando le dischiudeva vedevi un sorriso perfetto, una gioia bianca ornata da rosee gengive.
Lei sorrideva sempre.

A Himawari piaceva la vita.
Perchè la vita è un sole a mezzogiorno. Proprio a mezzogiorno è nata una bambina, la sua. Quella bambina è stata adottata. Due anni. Aveva due anni quando l'hanno abbandonata. Due anni in cui Himawari le cantava una canzone per farla addormentare. “Here comes the sun”, dei Beatles. Cos'altro avrebbe potuto cantare una come lei?
Mettila, se vuoi, penso che si abbini bene al resto della storia. O a tutta la storia.
Poi l'incidente. Immaginati una strada costeggiata ai lati da alberi di ciliegio in fiore. Una meraviglia. Himawari era in macchina con suo marito, la bambina era a casa con la nonna, non mi ricordo se la mamma di lui o di lei.
Poi arriva il fuoco. Rosso caldo. Benzina versata sull'asfalto, un camion rovesciato, tre autisti pietrificati. E poi una Toyota color senape. Distrutta. C'era un bellissimo femaglio a forma di delfino, lasciato sull'asfalto a pochi metri dall'inferno.

A Himawari piaceva il suo nome.
Himawari in giapponese significa girasole.

   
 
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