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Autore: Greywolf    17/07/2015    6 recensioni
Anche se tutti cerchiamo di scappare da quel dolore che non siamo ingrado di sopportare, prima o poi qualcuno ci obbligherà ad affrontarlo. E quasi sicuramente questo qualcuno sarà l'unico persona in grado di comprendere quel medesimo dolore.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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<< Fa un po’ impressione sai? >> mormora lentamente, lasciando trascorrere qualche istante in attesa di una risposta che però non arriva. Ruota gli occhi quel tanto che basta con la speranza di catturare lo sguardo della figura seduta sullo sgabello accanto al suo letto che però rimane in rigoroso silenzio.

Come sempre.

Naruto non ama il silenzio. Il suo silenzio soprattutto. Perché tutto ciò che non esce dalla sua bocca resta nella sua mente. E lui, non si sarebbe più potuto permettere di non comprendere quale fossero i suoi pensieri o il suo stato d’animo. Anche se doveva ammettere che stavolta non era difficile comprendere cosa gli passasse per la testa. Non sapeva se gli altri se ne fossero accorti ma per lui non c’era alcun dubbio. Tuttavia ha bisogno di una conferma. Si sente ancora leggermente stordito e ogni battito di palpebre sembra volerlo condurre nuovamente nell’ oblio del sonno. Deve esserne sicuro.

Si inumidisce appena le labbra secche e imploranti di un sorso d’acqua che però non gli è stato ancora concesso. Avrebbe dovuto pazientare prima di poter bere. Per quanto si sforzi, non comprende come un po’ d’acqua possa essergli negata, tuttavia allontana quel pensiero per concentrarsi su quel che deve dire.
Deglutisce un paio di volte, respirando a fondo l’aria che la cannula nelle narici gli fa arrivare più facilmente ai polmoni. Poi riprende la parola.

<< Lo sento, so che c’è. Però... è come se non ci fosse >>.

<< Zitto >> comanda imperativo Sasuke senza alzare lo sguardo, tenendolo chinato e teso verso chissà cosa.

<< Parlo quanto mi pare! >> esclama un po’ più forte il biondo finendo per tossire un attimo dopo, anche se l’aria imbronciata non scompare dal suo viso << Ti stavo dicen-... >>.

<< Ho detto che devi stare zitto >> ripete l’altro però, interrompendolo.

La Forza Portante si concede qualche lungo respiro ad occhi chiusi, cercando di calmare il demone che nel parte più nascosta della sua mente ringhia e si dimena, reclamando una sua reazione decisa a quell’ordine che gli è stato impartito e a cui sembra star dando ascolto. Kurama non riesce a comprendere che lui è semplicemente stanco. Non solo per via della spossatezza fisica dovuta all’anestesia di cui sta smaltendo gli effetti.

Hanno combattuto a sufficienza. Alla fine sono riusciti a capirsi, a comprendersi reciprocamente. Per questo non gli risponde, non continua a parlare subito ma resta in silenzio. Quella certezza che sta cercando sembra farsi timidamente concreta. Percepisce tutto ciò che è nascosto dietro quelle parole del moro. E per quanto sia profondamente doloroso, si costringe a insistere. Ma fa tanto male, lo comprende fin troppo bene.

<< Avresti dovuto farlo anche tu >>.

Lo sgabello sbatte violentemente contro il muro e in un attimo, avvolto nel proprio mantello nero Sasuke esce dalla stanza chiudendosi fragorosamente la porta scorrevole alle spalle. I passi pesanti e rapidi continuano a udirsi per qualche altro secondo prima di scomparire del tutto.

Schiude appena gli occhi e contempla quel posto vuoto che per tanto non era stato abbandonato. Doveva aver veramente esagerato se le sue parole lo avevano spinto ad allontanarsi così bruscamente. Non sapeva se pentirsene oppure no. Ora non aveva più dubbi su quale pensiero lo tormentasse ma scoprirlo ne era valso il prezzo?

Per la prima volta Sasuke si era dimostrato come l’amico per cui lo aveva sempre considerato.
E' rimasto in attesa, fuori dalla sala operatoria per tutto il tempo, nonostante l’intervento non avrebbe messo in pericolo la sua vita in alcun modo. Sakura e Tsunade lo avevano garantito.
Quando poi era stato portato in camera, il moro lo aveva seguito ed era rimasto in silenziosa attesa a vegliare sul suo sonno. Kurama lo aveva giurato. Non si era mosso di lì. Nonostante gli avessero ripetuto che non si sarebbe svegliato subito, che era meglio che andasse a riposarsi un po’ dopo le lunghe ore di celata tensione derivata dall’operazione e lo avessero invitato più di una volta a mangiare almeno qualcosa, nulla era riuscito a distrarre l’attenzione dell’Uchiha.
 
Nella calma e compostezza che lo distinguevano, Sasuke gli era stato veramente vicino per la prima volta, complice un ritrovato sentimento che per lungo tempo aveva tentato di abbattere, distruggere e scalfire ma non vi era riuscito. Anzi, dopo ogni battaglia ne era riuscito rafforzato fino all’ultima in cui definitivamente si era manifestato in tutta la sua forza.
 
Ora però lui non c’era più. Sicuramente lì in ospedale non lo avrebbe più rivisto. Ma non gli avrebbe permesso di scappare, non un’altra volta. Per quanto duro potesse rivelarsi, avrebbe dovuto affrontare un ultimo scontro che lo avrebbe visto costretto a fronteggiare ancora il suo migliore amico. L’ultimo scoglio da superare per lasciarsi alle spalle il passato.
 
Ma sarebbe stato costretto a pensarci più in là. Un profondo senso di stanchezza lo pervase, l’energia da vendere che lo aveva sempre caratterizzato sembrò essersi consumata di colpo, e quando comprese che era l’influenza del cercoterio a spingerlo verso un sonno che si preannunciava vuoto ma perlomeno ristoratore, non poté far a meno che sussurrare un ringraziamento a mezza bocca verso l’amico demone, prima di crollare definitivamente, grato che semplicemente leggendogli l’animo avesse compreso quanto arduo sarebbe stato il compito che lo aspettava al risveglio.
 
 
 
 
 
 
 


Note Finali: E quando non so proprio che pesci pigliare per risollevarmi il morale, ecco cosa esce fuori. Sto affrontando un momento di crisi con la mia long e nel mentre che cerco di portarla avanti mi si profilata questo momento nella mente. Si tratta veramente di una sciocchezza, giusto due capitoli, ma ciò che ho scritto vi assicuro che è molto sentito. Insomma se vi è mai capitato di scrivere assecondando una sensazione, un’emozione senza riuscire a fermarvi mi capirete. Chiedo scusa ai miei lettori di Guardare avanti ma davvero non posso pubblicare qualcosa che non riesco a sentire così come sento questa piccola cosa che avete appena letto. Spero mi perdonerete e che chi è arrivato fin qui riesca almeno a sentire questa breve storia di due capitoli così come la sento io. A presto.
  
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