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Autore: vale_9826    18/07/2015    2 recensioni
E se il sortilegio di Regina non fosse mai stato scagliato? E se Emma fosse cresciuta come la principessa che sarebbe dovuta essere? Beh in questa storia la nostra eroina è stanca di tutte le sue responsabilità, fragile e distrutta per la morte dell'uomo che ama, e desiderosa di scappare lontano dalla sua migliore amica Elsa, ad Arendelle. E sarà proprio quest'ultimo desiderio che la porterà ad incontrare un pirata in grado di darle il passaggio che cerca, e di farle ritrovare finalmente la gioia di vivere.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

L'incontro

Erano ore che Emma stava cercando un modo per fuggire dal suo castello, ma era ancora bloccata lì. Voleva andarsene, assolutamente. Voleva partire e andare ad Arendelle dalla sua migliore amica Elsa e stare con lei per un po’, e anche con Anna, sua sorella.
Voleva andarsene perché ormai era davvero stanca, stanca di quella vita piena di impegni e aspettative, di balli, ricevimenti, udienze, manco fosse la regina.
Tecnicamente sarebbe salita al trono un giorno in quanto principessa, quello era vero, ma non era ancora la sovrana e voleva la sua libertà, anche se per poco. Se ne sarebbe andata per qualche settimana, ormai era più che determinata, certo non sapeva ancora come lasciare il castello senza farsi scoprire, ma un modo l’avrebbe trovato.
E infatti non dovette aspettare poi molto, perché quando vide che stavano preparando la carrozza che avrebbe riaccompagnato Aurora, una vecchia amica di sua madre, al suo castello, ebbe un lampo di genio.
Si avvicinò furtiva alla suddetta carrozza e una volta che le guardie si furono allontanate si infilò sotto il mezzo di trasporto, sistemandosi in modo che non cadesse e non rimanesse nel caso schiacciata, poi aspettò che i passeggeri salissero. Si stava tenendo saldamente quando la carrozza partì, per poi attraversare il grande cortile di ingresso.
Una volta raggiunto e oltrepassato il cancello un sorriso raggiante apparì sul volto della principessa, poi prima che la carrozza prendesse velocità lasciò le prese e cadde a terra di schiena. Certo, qualche livido se l’era procurato ma tutto sommato stava bene, anche perché aveva fatto attenzione a non battere la testa. Si alzò quindi un po’ dolorante ma soddisfatta e si incamminò verso il porto, dove sperava di trovare una nave che con la dovuta ricompensa l’avrebbe aiutata ad arrivare ad Arendelle.
Le ci volle quasi un ora, poiché era a piedi, per arrivare alla zona costiera. Guardava la gente camminare felice per il suo regno, che era uno di quelli semplici ma in pace. Una grande agitazione vi era per i mercati che in quel periodo dell’anno si allestivano in numerose piazze cittadine. Emma si ritrovò desiderosa di vederne uno e così si recò verso una delle piazze principali, dove c’era davvero di tutto. La gente poi era così allegra, i bambini si rincorrevano giocando, piccoli palchi con artisti di strada che si esibivano riempivano i volti della gente di allegria. Tutto era semplice e gioioso, talmente tanto che anche il cuore della principessa per un po’ non sentì il peso del suo ruolo.
Stava tranquillamente camminando quando Emma si sentì chiamare.
< Principessa Emma? > disse una voce a lei stranamente familiare, chi poteva conoscere lì?
Si voltò di scatto e quando si rese conto di chi fosse il ragazzo bruno davanti a sé sorrise estremamente contenta.
< August! > esclamò abbracciandolo.
August era il figlio di Geppetto, un falegname molto noto nel paese per la sua straordinaria bravura. Egli era un caro amico dei sovrani e aveva prodotto personalmente i mobili per la camera della principessa. Era così che quest’ultima aveva conosciuto August, erano praticamente cresciuti insieme, e poteva tranquillamente considerarlo il suo migliore amico, anche se non lo vedeva da quasi un anno.
< Allora siete voi! Non mi sembra vero. >
< Quando la smetterai di darmi del voi? > lo rimproverò Emma.
< Sai com’è, l’abitudine. > si difese August sorridendole.
< Quando eravamo piccoli non ce l’avevi quest’abitudine. > gli fece notare lei.
< Era diverso, eravamo dei bambini. Comunque per farmi perdonare vorrei offrirti qualcosa nella mia locanda preferita, ci stai? > le chiese facendole l’occhiolino.
< Direi proprio di si! > rispose lei prendendolo a braccetto contenta.
Ed entrambi si avviarono verso la locanda in questione. Quando presero posto August cominciò subito a farle domande su domande.
< Allora, come mai sei qui da sola? Oltretutto vestita da contadina, che a dirla tutta non ti si addice molto. > chiese.
Emma allora guardò il suo abbigliamento, una lunga veste da contadina color crema ed un mantello blu. In effetti non era da lei un abbigliamento simile, ma era l’unico modo per passare inosservata.
< Beh, te lo dico se prometterai di non ostacolarmi. > disse lei cominciando a bere un po’ della birra che la cameriera aveva appena portato loro.
< Prometto! > disse August portandosi una mano sul cuore, fu abbastanza convincente da far parlare Emma.
< Sto cercando il modo di arrivare ad Arendelle senza che i miei lo scoprano, ma devo andarmene entro oggi. >
< Che cosa?! Sei per caso impazzita? > chiese August sgranando gli occhi.
< No, ma impazzirò presto se non me ne vado da qui al più presto! > disse Emma abbastanza frustrata.
< E come pensi di fare? Non capisco perché tu non possa chiedere una nave ai tuoi genitori. > 
< Non lo so ancora come farò. E comunque gliel’ho già chiesta, una nave, e vuoi sapere che mi hanno risposto? Che non c’è tempo da perdere perché devo trovare un pretendente. Ti rendi conto? Dopo quello che è successo meno di un anno fa. > la principessa adesso stava urlando, con le lacrime che le uscivano dagli occhi.
< Emma mi dispiace tanto per quello che è successo a Neal, ma renditi conto che ormai hai quasi 19 anni e quando succederai al trono dovrai essere già sposata. > disse August stringendo la mano che Emma aveva poggiato sul tavolo.
< Non ce la faccio, mi sembra quasi di tradirlo, capisci? >
Neal era stato il promesso sposo di Emma, non era nobile ma suo padre era il Signore Oscuro e il matrimonio dei due avrebbe fatto si che Tremotino non decidesse di attaccare il regno e che inoltre lo proteggesse. Contro ogni aspettativa, Emma e Neal si erano innamorati ed erano stati davvero felici, fino a quando lui non era più tornato da un viaggio d’affari in mare non andato nel verso giusto. Neal era morto, lasciando Emma con un vuoto al posto del cuore.
< Per un po’ avevo pensato che sarei stata diversa da tutte le altre mie coetanee costrette a sposarsi con uomini di cui non sono innamorate, mi ero illusa che le favole esistessero almeno in parte, ma mi sono resa conto che invece questo mondo fa schifo. Non è passato neanche un anno dall’accaduto e i miei genitori pensano già a un mio prossimo marito. Io non ci riesco, non ce la faccio proprio. > disse Emma triste mentre guardava le sue dita sfiorare il suo bicchiere di birra.
Rimasero per un po’ in silenzio, non sapendo entrambi cosa dire.
< Io posso capire come ti senti, non ti do torto e credo che un paio di settimane lontano da qui possano davvero farti sentire meglio, quindi ti appoggerò! >
< Grazie davvero August. Non puoi fare niente per aiutarmi? > chiese lei riconoscente e, soprattutto, speranzosa di avere una mano.
< Purtroppo no, mi dispiace. Però devo darti un avvertimento: qualche giorno fa è arrivata qui al porto una nave pirata, devi fare attenzione a non avvicinarti troppo. Chiedi aiuto alle navi mercantili, ma sta attenta agli uomini che si aggirano attorno a quella nave pirata, mi raccomando. >
Dopo aver parlato poi del più e del meno August e Emma uscirono dalla locanda, quest’ultima si fece promettere una visita al castello per stare ancora un po’ insieme, dopodiché si salutarono.
Emma si avviò così verso il porto, e una volta arrivata cominciò a vedere cercare di capire a quali navi avrebbe potuto chiedere passaggio, fino a quando delle guardie di suo padre la videro.
< Ecco la principessa, l’abbiamo trovata! >
Emma non ci pensò due volte, se le guardie la stavano cercando voleva dire che si erano già accorti della sua assenza, cominciò così a correre più veloce che poteva con le guardie alle calcagna, e riuscì a seminarle di parecchi metri, ma non sapeva ancora dove nascondersi. Vide poi una nave collegata alla terraferma da una passerella e prontamente la percorse. Proprio all’ultimo passo però inciampò nella sua veste e cadde rovinosamente sul pavimento della nave, ma questo non fu un male, poiché trovandosi già a terra si nascose dalle guardie dietro le balaustre e queste andarono avanti nella loro corsa.
Neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo che Emma venne violentemente sollevata da terra da un uomo muscoloso e di colore, con un occhio coperto da una benda. La principessa capì subito, anche dal suo abbigliamento, che si trattava di un pirata, forse salire su quella nave non era stata proprio una buona idea.
Cominciò a dimenarsi ma l’uomo la teneva così stretta che fu impossibile per lei liberarsi.
< Toglimi le mani di dosso! > urlò minacciosa.
< Altrimenti? > chiese l’uomo, il suo alito puzzava di rum.
< Buono Felix, non si tratta così una fanciulla! >
Pirati, c’erano pirati ovunque che la guardavano con sguardi che ad Emma non piacevano per niente, le sembrava quasi che non desiderassero altro che metterle le mani addosso, il che la spaventava parecchio.
Quando poi alzò lo sguardo vide un uomo che aveva al massimo qualche anno più di lei, capelli neri e occhi di un azzurro anche più intenso di quello del mare. Sul viso un espressione che era un mix tra il sorridente e il divertito, e che nonostante da un lato potesse essere irritante, da un lato era inspiegabilmente, insopportabilmente e dannatamente sexy.
< Chi siete? > chiese Emma per niente tranquilla.
< Killian Jones, il capitano della Jolly Roger! Ma probabilmente potreste conoscermi più con il nome di… >
Il capitano dicendo ciò alzò il braccio sinistro, dove al posto della mano vi era uno scintillante uncino. E a quel punto ad Emma venne naturale completare la frase dell’uomo che aveva davanti, e che ora aveva un identità ben precisa.
< Uncino! >
< La mia fama mi precede, esatto sono io! E voi chi siete? >


Salve a tutti, per chi non mi conosce vi basti sapere che sono un'appassionata (in realtà forse malata sarebbe il termine più giusto XD) di Once Upon A Time e che amo incondizionatamente la CaptainSwan, come potete facilmente dedurre dalle storie presenti sul mio profilo. Questa storia ce l'ho in cantiere da moltissimo tempo, ed oggi ho finalmente deciso di pubblicarla. Spero tanto che vi piacerà, e se continuerete a seguirmi vi prometto che avventura, azione e amore non mancheranno. Se vi va lasciatemi una recensione e ditemi come vi sembra questo inizio, grazie mille già comunque  a chi lo farà ma anche a chi leggerà soltanto. Un saluto e a presto, Vale!
 
  
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