UN GRANDE PASSO
 
Daichi e Koushi ormai convivevano da anni.
Il liceo era finito da un pezzo, così come l’università che avevano frequentato. Dopo molti e lunghi studi, Koushi era diventato un professore e Daichi lavorava come impiegato negli uffici di Tokyo: la città dove si erano trasferiti.
Dire che si amavano era come dire che è il cielo è azzurro.
Si erano messi insieme all’ultimo anno delle superiori, dopo una imbarazzata confessione di Daichi. Koushi lo aveva abbracciato, dicendogli che ricambiava pienamente i suoi sentimenti e, subito dopo, Daichi gli aveva preso il viso fra le mani e si erano baciati. Non era stato un bacio casto e timido. No. Era stato un bacio travolgente, colmo di amore, passione e felicità.
E si erano stretti l’uno fra le braccia dell’altro per tutto il giorno e per tutta la notte.
Inizialmente, forse, era strano per entrambi. Poter baciare il proprio miglior amico, poterlo abbracciare, tenerlo per mano.
Ma presto si erano abituati a quelle dolci effusioni e, da allora, erano rimasti sempre insieme.
Come detto prima, condividevano un piccolo appartamento in periferia e si godevano la loro relazione.
Ma Daichi voleva di più per lui e il suo compagno.
Daichi glielo ripeteva tutti i giorni, che lo amava. Ma sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto fare il grande passo.
Doveva chiedergli di sposarlo.
 
- Daichi, per favore, cambia canale. – lo pregò Koushi.
Quella giornata era stata faticosa per entrambi, e ora si godevano un po’ di tempo assieme, in quella calda serata di metà maggio.
Erano distesi sul divano e Suga era tranquillamente appollaiato sul petto del suo ragazzo e teneva le gambe distese sui cuscini. Daichi invece era seduto normalmente.
In tutta risposta, quest’ultimo spense la televisione.
- Non vuoi più guardare? – chiese Koushi, alzando il viso.
Daichi passò una mano sulla sua testa e gli donò un bacio in fronte, prima di alzarsi, dicendogli: - Resta lì. Arrivo subito. -
Si diresse all’ingresso, dove teneva la giacca e, dentro la tasca di questa, una scatolina di gioielleria.
Prese un bel respiro e tornò dal suo compagno.
- Vorrei parlarti. – disse.
A quelle parole, Koushi raddrizzò la schiena e si mise composto all’istante.
- C’è qualcosa che non va? – si preoccupò subito.
Sawamura si sedette alla sua destra e gli prese una mano, guardando in basso.
- Daichi… Il lavoro… è successo qualcosa? Ti hanno licenziato? –
Il moro sospirò e scosse la testa.
- Koushi… - iniziò – Stavo pensando che io e te stiamo da molto insieme e… io adoro stare con te. Ti amo. Ma… - fece una pausa.
La mente di Suga iniziò a formulare le peggiori ipotesi. Voleva lasciarlo? Si era innamorato di qualcun altro? Lo aveva tradito?
- Ma… - lo spronò, impaziente.
- Ma per me non è abbastanza. -
Koushi trattenne il fiato, così come le lacrime. Gli stavano bruciando gli occhi.
- Se… se ho sbagliato qualcosa… - disse, con voce tremante – Se non sono riuscito a dimostrarti che io ti amo veramente… -
- Koushi… -
- Ti prego non lasciarmi. – lo supplicò – Ti amo, Daichi. Sei tutta la mia vita… non riesco ad immaginare di andare avanti senza te. Ti prego… - calde gocce gli percorsero le guance.
- Nemmeno io non riesco ad immaginare un’esistenza senza te. Ed è per questo che… -
Daichi si alzò dal divano, sotto lo sguardo lacrimante del compagno, e si inginocchiò davanti a lui.
Prese fuori la scatoletta nera e la aprì, rivelandone un anello argento.
Koushi lo guardò, scioccato. Poi, rendendosi conto di cosa stava succedendo, si portò le mani alla bocca.
- Allora, Koushi Sugawara, amore mio, migliore amico, compagno di una vita… mi sposi? -
Koushi gli gettò le braccia al collo e lo baciò con uno slancio, facendo finire tutti e due a terra. Lacrime di gioia, ora, gli rigarono il volto.
- Daichi… -
- Diventi mio marito? – domandò l’altro, sulle spine.
- Sì, diamine. Sì. -
Sorrisero e unirono nuovamente le loro labbra.
Daichi si premurò di asciugare il volto del suo futuro sposo con dei delicati baci.
- Non ci posso credere. -
- Infatti, non puoi: devi. – gli rispose Sawamura.
 - Ti amo. –
- Anch’io, tesoro. –
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: Okay… ho buttato giù questa one-shot, venti minuti fa, e sono le 23.36 e chiedo scusa se non sono del tutto lucida, o se la scrittura non è delle migliori, ma DOVEVO scrivere questa cosa e non potevo farlo domani.
Non mi aspetto complimenti o cose varie. Se vi è piaciuta l’idea, sono felice. Se siete rimasti delusi, vi chiedo umilmente perdono.
È la seconda FF che scrivo per questo fandom, e spero non vi abbia annoiato.
Lunga vita al Fluff e alla Daisuga.
Spero di non essere andata OOC, perché non l’ho messo fra le note.
Un abbraccio.
Ps: sì, lo so, il titolo non è dei migliori ahahah…
Rystie_00