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Autore: AngelofDrakness    21/07/2015    1 recensioni
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La guerra è finita e Loki è stato sconfitto. Thor decide di partire il giorno dopo, ma una nuova minaccia metterà in difficoltà lui e gli altri eroi.
Dal testo: L’aria fresca della sera gli pungeva gli occhi. Thor si passò una mano sui capelli biondi, arruffati dal vento. Era sulla grande terrazza esterna della Stark Tower, e da lì poteva vedere il disastro nella quale New York era sprofondata. Strade divelte, grattacieli distrutti e pericolanti, vecchie carcasse di automobili ormai inutilizzabili. I chitauri si erano già polverizzati, lasciando solo una scia di quello che avevano fatto. Thor era uscito per prendere un po’ d’aria, perché il clima di allegria dei suoi amici stava iniziando a soffocarlo. Era stremato dalla battaglia. Quella battaglia alla quale non voleva partecipare, perché c’èra anche suo fratello Loki.
*Non sono presenti nuovi personaggi
[Thorki, Clintasha, alcuni cenni alla Stony]
Genere: Avventura, Azione, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO 1 LA FINE DELLA BATTAGLIA

L’aria fresca della sera gli pungeva gli occhi. Thor si passò una mano sui capelli biondi, arruffati dal vento. Era sulla grande terrazza esterna della Stark Tower, e da lì poteva vedere il disastro nella quale New York era sprofondata. Strade divelte, grattacieli distrutti e pericolanti, vecchie carcasse di automobili ormai inutilizzabili. I chitauri si erano già polverizzati, lasciando solo una scia di quello che avevano fatto. Thor era uscito per prendere un po’ d’aria, perché il clima di allegria dei suoi amici stava iniziando a soffocarlo. Era stremato dalla battaglia. Quella battaglia alla quale non voleva partecipare, perché c’èra anche suo fratello Loki. Quando lo aveva rivisto per poco non piangeva,  l’aveva visto lasciarsi cadere dal Bifrost. La disperazione nei suoi occhi era immensa. I giorni seguenti erano stati un vero incubo per il dio del tuono. Il palazzo gli ricordava troppo l’infanzia passata con Loki: i giardini della madre dove leggevano e giocavano; la sala delle armi dove si allenava; la sua camera e quella del fratello, condivisa per passare la notte a combattere mostri e paure di entrambi. Ma la felicità era durata solo un istante, perché nelle parole di Loki c’èra solo odio e rabbia. Gli urlava contro, lo insultava e lo guardava con evidente odio. Avevano lottato, si erano battuti eppure Thor sperava che l’altro  si fermasse, si arrendesse. Ma non era stato così. Avevano vinto loro, i Vendicatori. E il dio degli inganni aveva perso. Nonostante ciò a Thor sembrava di essere un perdente. Sì, perché aveva perso suo fratello. Tirò un pugno sulla ringhiera alla quale era appoggiato. Non gli fece male. L’aria continuava a pungergli gli occhi. All’improvviso cominciò a piangere. Poggiò i gomiti sulla ringhiera e si passo le mani tra i biondi capelli. Sentì una mano sulla spalla, ma non ci fece caso.
“Thor?” lo chiamò Steve. Provò ancora.
 “Che hai? Thor dai rispondi!” lo incitò ancora l’amico, ma in tutta risposta ricevette solo un singhiozzo. Steve allora abbracciò il dio, per fargli capire che se aveva bisogno lui c’èra. Con la testa appoggiata sulla sua sentì il respiro del dio calmarsi. Quando capì che si era completamente rilassato si staccò.
“Grazie, Steve. Sei un buon amico” Sussurrò Thor.
“Sai che non mi piace vedere la gente in difficoltà… bhè, vieni dentro?” si guardarono.
“No, ho bisogno d’aria. Come va la festa?
“Tony è completamente ubriaco, Bruce è andato a fare joga, Natasha  e Clint stanno parlando della loro vecchia vita: Budapest mi pare di aver capito. Io stavo parlando col direttore Fury e tu…” lasciò scorrere la frase, non sapendo bene come finirla. Il dio del tuono guardò la città, poi sospirò.
“Sai, c’è stato un momento oggi in cui credevo che tutto questo fosse un sogno, o un incubo. Non solo perché Midgard stava per essere attaccata, ma perché ho ritrovato Loki.” Il capitano lo guardò senza dire nulla. Thor gli spiegò la loro storia, dall’infanzia fino al suo esilio sulla Terra. Passarono un’ora a parlare. Steve fece lo stesso. Ripercorse la sua vita prima e dopo aver ricevuto il siero del supersoldato. Fino a Bucky.
“E un po’ come Loki alla fine, tutti e due sono cambiati. E sia io che te vogliamo riportarli indietro…” disse Thor. Guardarono l’orologio.  Mezzanotte passata.
“E’ notte, meglio andare a letto” Insieme entrarono dentro e lasciarono il compito di pulire tutto la mattina seguente. Trovarono un Tony ubriaco dietro al bancone della riserva di alcolici e Steve lo portò a letto, poi si salutarono. La notte la passarono cullati dai propri pensieri.
 
La mattina seguente si alzarono tutti con un gran mal di testa. Si ritrovarono tutti in cucina a fare colazione. Di Tony non c’èra traccia. “Troppo alcool”aveva detto il capitano.  Non parlarono molto durante il pasto, erano troppi i pensieri che affollavano le loro menti. “Cosa farete voi?” domandò Clint, attirando l’attenzione su di sé.
“Lavoro, lavoro e ancora lavoro” rispose prontamente Natasha. Spalmò un po’ di nutella sul pane. “E poi… chissà… forse anche un po’ di attenzione da parte di un arciere che conosco non guasterebbe” disse maliziosa passando il barattolo di Nutella a Bruce e facendo l’occhiolino a Clint, il quale arrossì.
“Io tornerò in India a curare pazienti” il dottore riempì il panino.
Steve alzò le spalle, come per dire che non aveva risposta. Guardarono poi Thor, intento a mangiare/sbafarsi il quarto panino. Li osservò uno a uno, poi sbuffando appoggiò la colazione sul piatto. “Che domande! Io torno ad Asgard, con Loki” pronunciò il suo nome con tristezza. Ma gli altri non se ne accorsero. Calò il silenzio solo a sentire quel nome. Un nome non tanto gradito.
“Avete fatto colazione senza di me!!? Siete degli ingrati!” ruggì Tony Stark entrando come uno zombie in cucina. Aveva i capelli ancora più spettinati del solito e aveva due grandi occhiaie. “Io vi accolgo in casa mia e voi…” arrivò vicino al tavolo tra le risatine trattenute dei vendicatori “mi avete finito la nutella!!??” tutti iniziarono a ridere, sotto lo sguardo arrabbiato e deluso del milionario. “Esigo sapere chi è stato!” urlò quasi ridendo anche lui. Tutti puntarono il dito su Thor, che subito alzò le mani in segno di resa facendo uno sguardo innocente. “Maledetto dio da strapazzo. Prima mi porti tuo fratello pazzo in casa e poi mi finisci la mia crema preferita” bofonchiò dirigendosi sulle scale per andare in sgabuzzino. Finirono di pulire e si sedettero tutti sul divano e sulle poltrone. “Quando partite?” chiese Bruce esitando. Il capitano gli aveva riferito quello che era successo la notte prima, ma aveva notato negli occhi di tutti la stesso dubbio.
Thor si morse il labbro:“Non so, il pomeriggio…” disse agitando le mani e guardando fuori. Non sapeva neanche lui quando partire, aveva paura della punizione che il padre avrebbe inflitto a Loki. Però era anche desideroso di tornare a casa e riabbracciare i suoi genitori e i suoi fidati guerrieri. “A proposito” lo interruppe dai pensieri Tony “Chi è cosi tanto coraggioso e intrepido da andare a controllare il pazzoide?” Giusto, se ne era dimenticato.
“Vado io. E’ comunque mio fratello alla fine” cercò di sdrammatizzare il dio. Ma nessuno fiatò. Il biondo allora usci dalla stanza, pronto per andare a fronteggiare suo fratello Loki.

La stanza dove avevano rinchiuso Loki si trovava più in basso da dove loro alloggiavano. L’ascensore si aprì su un lungo corridoio spoglio e al buio. L’unica porta era collocata alla fine della parete. Ad ogni passo che Thor faceva sentiva un nodo stringergli la gola. Cosa gli avrebbe detto? E se il moro avrebbe reagito in modo violento?  Sarebbe da lui dare di matto. Si fermò a pochi centimetri dalla porta, incerto. Non aveva maniglie, solo Jarvis, il sistema inventato da Tony, poteva aprirla a comando. Dall’altra parte non proveniva nessun suono. Prese un profondo respiro per calmare i battiti furiosi del suo cuore. “Jarvis, apri la porta. Desidero parlare con mio fratello”
“Subito, signorino” la porta emise un leggero fischio e poi si aprì. La luce investì il corridoio vuoto e il biondo poté vedere la cella. Era un vecchio ufficio per conferenze, successivamente adattato come magazzino con una toilette. Era rimasto un tavolo e una sedia. Avevano portato una brandina per dargli un posto comodo dove dormire. E lui era lì seduto, che fissava il pavimento. Gli avevano lasciato le catene ai polsi e la museruola. Loki alzò lo sguardo e rimase sorpreso di vedere Thor. Deglutì a vuoto, nascondendo la felicità per l’arrivo del fratello. Thor gli si avvicinò e per prima cosa gli tolse quella strana museruola. La odiò fin da subito. Loki si passò una mano sulla mascella intorpidita.
“A cosa devo una tua visita, figlio di Odino?” gli chiese sprezzante.  Thor lo guardò serio. Incrociò le braccia al petto mentre il fratello iniziava a gironzolare per la stanza.
“Voglio delle risposte”
“Per volere delle risposte, devi prima formulare delle domande, Thor” sibilò Loki con calma e facendo il suo solito sorriso di scherno.
“Perché rendi tutto ogni volta così difficile?
“Perché se no non sarei io” si fermò in mezzo alla stanza. Si girò e iniziò ad avvicinarsi al fratello. “Oh, ma tu vuoi sapere dov’è finito il tuo fratellino. Vuoi capire perché è diventato cattivo e ha attaccato Midgard… ecco cosa vuoi sapere” il moro si fermò. “Vedi, il tuo fratellino è morto” gli sibilò all’orecchio.
“Taci!” urlò Thor afferrandogli i polsi. Incontrò i suoi occhi verde smeraldo. Le labbra si Loki si aprirono in un sorriso beffardo.
“Sempre manesco, il principino d’oro! A quanto pare il vizio è duro a morire!” Thor esasperato lo spinse con forza contro il muro, tuttavia il sorriso non scomparve. Il biondo cercò di calmarsi. Voleva dirgliene quattro a quell’ingrato: aveva preparato un discorso con cura e concentrazione. Il primo della sua vita, a quanto pare. Ma tutto stava andando a rotoli.
“Loki…” lo guardò negli occhi:“Cosa sei diventato? Io non riesco  più a vedere il ragazzo che conoscevo. Sotto quante bugie e menzogne che hai creato si nasconde mio fratello?”
“Io non sono tuo fratello” Loki sentì un nodo alla gola. Pronunciare quelle parole gli costò una fatica immensa. Odiava dirlo ogni volta, ma doveva farsi vedere forte, sempre. Vide un lampo di tristezza e malinconia negli occhi blu e nel sorriso di Thor. Subito si tramutarono in rabbia. Il biondo si staccò e andò a prendere la museruola, appoggiata sul tavolo. Loki comprese all’ultimo quello che voleva fare il fratello. Tentò di divincolarsi ma l’altro fu più svelto e con un semplice gesto gliela agganciò.
“Partiamo oggi pomeriggio” disse con tono staccato il dio del tuono:“Spero che quando torneremo a casa avrai la punizione che meriti” La porta si chiuse di scatto lasciandolo di nuovo solo nella sua cella. Loki rimase in piedi senza fare nulla. Io sono già stato punito, fratello.

Thor raggiunse gli altri nel salone. Tony si accorse di lui e gli andò incontro. “Come è andato il colloquio famigliare?” Il biondo aprì la bocca, ma al posto della sua voce si sentì un boato immenso.


Angolo dell'autrice: 
Piccola cosa che mi frullava in testa qualche settimana fa, capitemi ;) Non avevo visto ne Thor ne gli Avengers, e allora la mia mente strana ha creato una storia bizzarra... quindi bhè, chi lo sa xD Ne vedremo delle belle! Loki avrà trovato un modo per scappare? Grazie per coloro che hanno letto. A presto, AngelofDrakness
 
 
 
 
   
 
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