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Autore: Evil_Regal    21/07/2015    2 recensioni
Una raccolta di 7 OS OUTLAWQUEEN basate sui prompt della OutlawQueen Week. Una OS al giorno,per un'intera settimana.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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OutlawQueen day 1: OutlawQueen Bandit AU

Quello era un periodo nero per Robin Hood e la sua banda. Pianificavano tutto e quando arrivavano nei castelli della ricca gente,non torvavano nulla. E Robin Hood era arrabbiato. Non riusciva a capire chi ci fosse dietro. Chi stette rubando tutto l’oro che loro dovevano rubare.

Era arrabbiato,ma anche demoralizzato. Stava deludendo la sua gente,li stava facendo morire di fame. Non riusciva a dar loro ciò di cui avevano bisogno. Stava fallendo.

E così,in quel pomeriggio caldo e afoso,decise di andare al lago. Per schiarirsi i pensieri. Per scrollarsi tutti i problemi di dosso. Aveva bisogno di una piccola pausa. Di un momento per se stesso.

Immeggersi nella natura era sempre la soluzione giusta per il grande Robin Hood. Lì non si sentiva l’eroe della gente,non sentiva tutte le responsabilità che aveva pesargli sulle spalle. Lì era Robin. Un uomo. Un padre. Una persona. Un umano.

Riuscì a rilassarsi. Fino a che non vide Little John correre verso di lui affannato “ROBIN! ROBIN!” esclamò. Robin si allarmò subito e in men che non si dica era in piedi,pronto ad affrontare qualsiasi cosa stesse accandendo.

“Little John? Che succede?” chiese e i suoi occhi blu erano preoccupati.

“Si tratta di Roland” e Robin impallidì al nome di suo figlio. Cosa era successo?

“L’ho perso di vista solo per un attimo mentre giocava e ora è scomparso”

“CHE COSA? DIAMINE LITTLE JOHN,E’ UNA FORESTA CHE NON CONOSCE QUESTA! TI AVEVO DETTO DI GUARDARLO!” ma decise che  agire era meglio di perdere tempo a parlare. Corsero di nuovo al campo dove Robin diede ordini per trovare suo figlio.

Si divisero per setacciare la foresta. Doveva trovarlo. Non c’era altra opzione.

Roland era solo un bambino. Aveva quattro anni e non sapeva badare a se stesso,tanto meno in una foresta che non conosceva. Robin era preoccupato. Voleva suo figlio.

Era un bambino curioso e nel suo cammino andò a scontrarsi contro una brunetta. Una bella drunetta dagli occhi color cioccolato e dal sorriso brillante.

Regina Mills.

Quando la bruna sentì qualcuno contro le sue gambe,abbassò lo sguardo e vide quel piccolo ometto con una matassa di ricci sulla testa. Regina lo guardò sorpresa e confusa quando lui la salutò mostrando le sue belle fossette.

“Ehm…ciao” disse Regina.

“Io mi chiamo Roland” Regina sorrise,era una situazione buffa. Trovava che il bambino fosse davvero dolce,ma  non aveva tempo da perdere. Aveva da fare.

“Ciao Roland” rispose la bruna e lui sorrise ancora “Sei molto carina. Sei bella come una principessa. Perché non sei una principessa?” chiese il bambino,con tutta l’innocenza del mondo.

Regina sorrise ma per un attimo i suoi occhi si rattristarono. Lei era stata una principessa ma aveva perso tutto.

Decise di non pensarci. Il bambino non ne aveva alcuna colpa. Non poteva sapere la sua storia “Bhe,ti ringrazio Roland. Ma sai che non dovresti essere qui da solo? E’ pericoloso. Dove sono i tuoi genitori?”

“Papà ha detto che la mia mamma è in cielo,come un angelo”

Regina rimase senza parole. Non aveva idea che non avesse la mamma “E il tuo papà dov’è?” il bambino fece spallucce. Allora Regina cominciò a capire.

“Roland,ti sei perso per caso?”

“Stavo giocando a rincorrere le farfalle e poi all’improvviso mi sono girato e il campo non c’era più. E nemmeno Will o Little John”

Regina intuì che dovessero essere persone a lui vicine o almeno vicine a suo padre.

Subito dopo vide che gli occhi del bambino si riempirono di lacrime. Si sentì male per lui “Ehy,ehy…tranquillo” si chinò per guardarlo negli occhi. Gli asciugò le lacrime e gli sorrise

“Senti,sono sicura che il tuo papà e i suoi amici ti stanno cercando ora. Vedrai che andrà tutto bene”

Roland annuì debolmente e si grattò l’occhio. Regina non ce la faceva a guardarlo così triste.

“Sai cosa ti potrebbe far sentire meglio?” il piccolo scosse la testa. “Un abbraccio” sorrise Regina e Roland scattò la testa in alto e Regina rivide quel suo bel sorriso con tanto di fossette. Lo abbracciò e non riuscì a ignorare la sensazione di gioia e pace che la invase nel momento in cui le braccia di Roland si strinse attorno al suo collo.

“Senti Roland,voglio aiutarti a tornare a casa. Ma ho bisogno del tuo aiuto” disse Regina e Rolan annuì

“Sai descrivermi com’è il tuo campo?”

“E’ vicino a un graaaaaaande lago blu,dove ci sono tante lucciole la sera. Non stiamo qui da tanto tempo ma papà qualche volta mi porta a vederle e io ci gioco”

Le lucciolo accesero una lampadina nel cervello di Regina. Sapeva che lago era. Era un lago famoso proprio per le lucciole.

Regina le sorrise “Bhe Roland,sei il più bravo aiutante che potesse capitarmi! Su andiamo,ti porto dal tuo papà” tese la mano e lui la guardò con gli occhi che gli brillavano “Davvero?”

“Mhmh” annuì. Roland saltò dalla felicità e poi le prese la mano. Regina sorrise. Si era completamente dimenticata di tutte le cose che doveva fare.

La compagnia di Roland era veramente piacevole. Era un bambino molto solare e gioioso e le trasmetteva tanta di quella gioia che Regina si sentì sopraffatta. Non si sentiva così da tanto tempo. Era bello.

La camminata fu piuttosto lunga e intanto si fece buio. Ad un certo punto Regina sentì Roland stringerle la mano.

“Roland,tutto okay?” gli chiese e lui scosse la testa. Lei si chinò e lo guardò “Vuoi venire in braccio?” sapeva che camminare con un bambino in braccio non era la migliore delle cose da fare,ma non voleva farlo morire di paura. Lo vide annuire e lei lo prese in braccio. Roland subito si incollò a lei e nascose il viso nel suo collo e tra i suoi capelli. Non voleva vedere tutto ciò che lo circondava.

Alla fine Regina e Roland arrivarono al lago e Roland alzò subito la testa quando vide una figura a lui familiare. Suo padre. Erano tornati al campo perché avevano cercato invano e lui si era ritirato accanto al lago,per tranqullizzarsi. Quella volta non aveva funzionato.

“PAPA’!” esclamò Roland. Regina lo mise giù e il bambino corse tra le braccia del padre.

“ROLAND!” esclamò Robin quando sentì la voce di suo figlio e lo afferrò al volo quando lui volò tra le sue braccia.

Regina li guardò da lontano con un sorriso.

“Oh Roland! Mi hai fatto preoccupare! Non farlo mai più” esclamò Robin con le lacrime agli occhi. Si era davvero preoccupato.

“Scusa papino” Robin gli diede un bacio e poi lo mise giù “Va’ a dire a Little John che sei qui!”

Roland annuì ma prima corse da Regina e le diede una bacio sulla guancia “Grazie Gina” .
Regina sorrise e gli fece una carezza. Roland poi corse via.

Robin si avvicinò e Regina per un attimo tentò di non guardarlo. Si concentrò sulle lucciole che volavano attorno a loro e sulla superfice dell’acqua.

“I-io non so davvero come ringraziarti” disse Robin guardandola. Quella delle lucciole era l’unica luce che aveano,ma erano così tante che era abbastanza prchè loro due riuscissero a guardarsi negli occhi.

Ed entrambi per un attimo si persero. Regina si perse in quegli occhi profondi e blu e Robin si perse negli occhi scuri di Regina. Occhi che,secondo lui,avevano una storia interessante dietro.

“Non c’è problema. E’ un bambino simpatico,è stata una passeggiata piacevole” sorrise e Robin rise

“Ha straparlato non è vero? E’ un gran chiacchierone”

“Mi ha raccontato qualche storia. E’ un piacere incontrarti finalmente,Robin Hood” disse Regina inarcando un sopracciglio.

Si guardarono e Robin vide qualcosa negli occhi di Regina. E così capì.

“Tu sei quella che sta mandando a monte tuti i miei piani?!” esclamò Robin. Regina rise.

“Non li mando a monte. E’ solo che sono più brava”

“Ah,davvero?”

“Non hai la minima idea di quanto sia brava” che cosa? Stavano per caso filrando? Non si conoscevano nemmeno.

“Bhe,smetti di rubare”

“Smetti tu”

“Mai”

“Nemmeno io”

“Allora immagino che sarà una competizione. Uno vince,l’altro perde” disse Regina. “Ci si vede,Robin Hood” si girò e fece per andarsene ma Robin le afferrò il braccio tirandola indietro “Perché non ti fermi? Scommetto che Robin ti ha fatto saltare la maggior parte della giornata. Starai morendo di fame e probabilmente il viaggio di ritorno è lungo”

Era bella. Era incredibilmente bella. Era un capolavoro. E Robin non poteva smettere di guardarla. Era tutto così bello.

Regina si morse il labbro e lo guardò. Si guardarono. A lungo. Così a lungo che si persero nel tempo e non si resero conto di quanto a lungo si fossero guardati negli occhi.

“Suppongo che non sia una brutta idea” disse Regina e Robin sorrise. “Bene” sembrò un po’ più felice di quanto avesse voluto mostrare. Regina si imbarazzò e abbassò lo sguardo. Uno sguardo che stava ora sorridendo.

Dopo cena tutti si ritirarono a letto,tranne Robin. E Regina.


A Regina non piaceva la notte.

“Sei stato molto gentile,ma è meglio che vada” sussurrò Regina e Robin la guardò confuso “Non penso sia una grande idea. Potrebbe essere pericoloso”

Regina rise “So badare a me stessa”

“Lo so. Ma credo comunque che restare sia la cosa migliore da fare” si avvicinò a lei e ancora una volta si persero uno negli occhi dell’altro.

Regina deglutì “Ti sto rubando tutto il denaro,perché ti interessa così tanto la mia incolumità?”

Robin le spostò una ciocca di capelli che le era caduta sul viso,dietro l’orecchio

“Perché mi sentirei in colpa se succedesse qualcosa alla donna che ha salvato la vita a mio figlio” sussurrò e Regina deglutì . Regina si obbligò a prendere in mano la situazione e controllarla.

“Ti immaginavo diverso,Robin Hood” lui rise “Ah,si? E come mi immaginavi,Regina Mills?” rispose

“….più sporco” Robin rise

“E io credevo che tu fossi un uomo…in realtà un gruppo di uomini. Non mi capacito di come tu possa fare tutto da sola. Potresti unirti a noi,sai?”

Regina scosse la testa “Lavoro da sola” e poi fece un sorriso triste “Addio,Robin Hood”

“Aspetta Regina!” la fermò e lei si voltò verso di lui “Veramente,resta”

Lei voleva restare. Ma non poteva. Davvero non poteva. “Non posso” mormorò.

Non poteva affezionarsi. Non poteva avvicinarsi. C’erano troppi segreti e troppi scheletri,troppi fantasmi del passato che glielo impedivano. Regina era troppo tormentata per poter essere parte di una cosa bella e pura come questa. Come la vita di Robin e quella della sua famiglia.

La bruna si avvicinò a Robin. Gli sorrise. Appoggiò le mani al suo petto e si alzò sulle punte.

Un semplice e uno bacio,un “Addio” e poi scomparve.

Ma Regina Mills quella sera non avrebbe potuto immaginare che in seguito Robin Hood l’avrebbe cercata e trovata.

Robin Hood l’aveva cercata ovunque e quando la trovò,le confessò che in un solo attimo lei gli aveva cambiato la vita e che non poteva vivere senza di lei.

Regina si lasciò avvolgere dalle sue braccia forti e sicure e lasciò che le sue parole la rassicurassero.

Quella sera,Regina Mills non avrebbe potuto prevedere che due anni dopo,lei sarebbe diventata la Signora Hood e di certo non avrebbe potuto prevedere che al suo matrimonio ci sarebbe andata con un bambino in grembo. Il loro bambino.

E ancora oggi Regina sorride,perché non riuscirà mai a non sorridere al ricordo delle mani di Robin che le accarezzavano dolcemente il pancione mentre si scambiavano il primo bacio da marito e moglie.

E ancora oggi Regina sorride,perché non riuscirà mai a non sorridere al momento in cui sua figlia prende sonno tra le sue braccia dopo che lei l’ha allattata. Ai momenti in cui Roland la chiama “Mamma” . Ai momenti in cui Robin la tiene tra le braccia ricordandole quanto la ami,a quelli in cui la guarda come se fosse la cosa più preziosa al mondo. A quelli in cui le sorride e le accarezza il viso e i capelli. Ai momenti in cui lo guarda giocare con Roland o cullare la piccola Ella. Ai momenti in cui fanno l’amore e lui la fa sentire come se oltre a loro due non ci fosse più nulla. Ai momenti in cui le sussurra “Ti amo” prima che si addormentino,uno tra le braccia dell’altro.

Regina Mills semplicemente sorride. E sa. Sa che Robin Hood è il suo vero amore. La sua anima gemella.
  
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