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Autore: IsaMor    23/07/2015    8 recensioni
(Sterek omegaverse.)
... Il medico si sedette alla scrivania e guardando i due: "Sceriffo il suo ragazzo sta bene, deve solo riposare e prepararsi."
"Prepararmi a cosa?", chiese Stiles piuttosto confuso.
Aveva risposto ad un po' di domande durante la visita, anche se il medico sembrava aver avuto la diagnosi non appena controllato i dati di nascita del paziente sulla cartella clinica in suo possesso.
"Stiles, al calore. Sei un omega ed è arrivato il momento di andare in calore per la prima volta. Accade sempre in primavera, non per niente è considerata la stagione degli amori."...
...Scott scoppiò a ridere: "Aspetta qualche giorno e vedrai tanti di quei alpha alla porta di casa tua che tuo padre dovrà distribuire i numerini per conoscerti."
"Non essere ridicolo..."
"Stiles, meglio se te lo dico io. Odori di buono." ...
... "Vedi di stare attento. E soprattutto stammi lontano, puzzi!", ringhiò.
Lo lasciò, mentre riprendeva a camminare.
"Cosa? Io non puzzo! Mi è stato detto che odoro di buono."
"La tua giacca puzza."...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Danny Mahealani, Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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CAPITOLO VI



Stiles e Danny avevano seguito i licantropi in silenzio.
Non c'era molto che potesserò dire o fare in quel momento per fuggire, quindi era meglio assecondarli aspettando un'occasione per fare qualcosa.
Era chiaro che stessero andando da una sorta di capo, anche se Stiles non capiva come in quel gruppo di licantropi ci potesse essere un capo. La stranezza era che alcuni licantropi avevano gli occhi rossi, come quelli di Derek, e quindi di norma dovevano essere dei capi con dei propri branchi separati e distanti. Invece, collaborava e con loro anche quelli con gli occhi gialli sembravano stare allo stesso livello degli altri.
Stiles si domandò chi fosse il loro capo, visto che per mettere insieme un tale gruppo bisognava essere potenti o pericolosi.
Quando si ritrovarono in una vecchia banca abbandonata, Stiles capì che il capo era qualcosa di più complesso di un normale lupo.
Un uomo, chiaramente cieco, sembrava osservarli come a superare la propria cecità e ad insinuarsi nelle loro menti.
"Salve ragazzi. Perdonate se vi abbiamo costretto a venire fin qui."
Non capivano se fosse sincero o solo sarcastico.
"Quando ho avvertito la presenza di due omega umani che odoravano di licantropi entrare in città, non ho saputo resistere. Dovevo incontrarvi. Lasciate che mi presenti, io sono Deucalion. Sono una sorta di guida per questi licantropi."
Stiles era più curioso che spaventato e sapeva che gli altri potessero sentirlo dal suo battito e dal suo odore.
"Quindi, questo non è un branco?"
"No, il branco ha bisogno di un capo con gli occhi rossi. Quando ce ne sono più di uno non si può creare un branco con le giuste dinamiche interne e la fiducia necessaria tra i membri."
"Si salterebbero alla gola un giorno sì e uno no. Tutti quelli con gli occhi rossi, vorrebberò l'energia che il branco emana senza condividerla."
"Hai capito. Sei sveglio. Come ti chiami?"
Non era sicuro che fosse una buona idea dare informazioni, non sapeva ancora cosa volessero da entrambi, ma doveva guadagnarsi la fiducia per poter fare qualcosa.
"Stiles, mi chiamo Stiles."
Danny lo guardò come a chiedere perché desse retta ai loro rapitori.
"Nome originale."
"Senti chi parla, Deucalion.", fece notare, guadagnandosi un sorriso.
Erano circondati da licantropi, ma sembrava non esserci la tensione che precede una lotta, Stiles aveva imparato a capirlo stando con il suo branco.
"Stiles, cosa ci fanno due omega così lontano da casa e dai loro alpha."
"Eravamo solo usciti a divertirci. Non credevamo certo di invadere il territorio di altri licantropi."
"Siete di Beacon Hills, giusto? Credevo che non ci fosse più nessun branco lì, al massimo qualche licantropo solitario della famiglia Hale."
Stiles doveva capire cosa sapesse degli Hale per poter proteggere almeno Derek. Peter non era in pericolo, aveva nove vite come i gatti e la recente resurrezione lo dimostrava.
"Cosa sai degli Hale?", chiese all'uomo.
"Che sono i fondatori di Beacon Hills, una delle più antiche famiglie di licantropi. Peccato che siano stati uccisi quasi tutti durante un incendio. Conoscevo Talia, il loro ultimo capo branco. Un alpha straordinario. Ora chi è il capo branco? Peter? Sapevo che era morto, ucciso da dei ragazzini."
"Diciamo che era morto. Ucciderlo è stato abbastanza facile, farlo restare morto un po' più complicato."
Quella battuta era più rivolta ai licantropi che giravano intorno ai due. Voleva mettere in chiaro di poterli uccidere se fosse stato necessario, non era uno sprovveduto e dovevano capirlo, anche se stava mentendo.
"Quindi lo hai ucciso tu. Interessante. Avevo avuto la sensazione che fossi un omega particolare.", si avvicinò a lui: "Ora capisco perché sei il compagno di un capo. L'odore non mente."
"Non sono il compagno di nessuno.", disse stizzito.
"Anche senza sentire quel lieve odore di capo branco che ti porti addosso, l'avrei capito dal modo in cui hai evitato di dirmi il suo nome. Lo stai proteggendo come solo il compagno di un capo sa fare.", sostenne dirigendosi poi da Danny.
"Tu invece, sei il compagno di un licantropo giovane. Potresti trovarne uno più forte qui se volessi. Aiden e un paio di alpha cercano un compagno umano forte, ciò vale anche per te Stiles."
Finalmente erano arrivati al punto, pensò: "Lui ha già un compagno. Lascialo in pace.", affermò cercando di restare calmo.
"Dovremmo parlane con il vostro capo branco. Chiamalo."
"Mai!"
"Allora dovremmo regolarci tra di noi. Aiden, quale preferisci.", domandò al gemello alpha.
"Devo rifletterci.", iniziò a girare in torno a Danny, come ha studiarlo.
Stiles non poteva permettere che accadesse qualcosa all'amico per colpa sua. Danny meritava di essere felice con il suo Isaac.
"Ok, chiamo il mio capo branco, solo se lasciate tornare Danny a casa. Quando sarò certo che è al sicuro chiamerò Derek."
"Sei pronto a sacrificarti per proteggere un amico? Interessante.", affermò l'uomo.
Si allontanò dicendo ai suoi licantropi: "Lasciatelo andare."
Danny si avvicinò a Stiles: "Sai cosa stai facendo? Potrebberò farti del male, ora che sei solo.", sussurrò per non farsi sentire.
"Sospettò che non lo faranno. Ascolta, va' da Scott o Peter e non da Isaac, potrebberò seguirti e attaccare, loro sono più forti. Quando sei al sicuro chiamami e poi chiama Derek e raccontagli tutto quel che hai visto qui, soprattutto degli occhi dei licantropi."
"Stiles..."
"Fa' come ti ho detto e andrà tutto bene, spero."
Danny si avviò per essere accompagnato alla sua auto. Stiles lo chiamo un'ultima volta: "Danny. Mi dispiace per tutto."
"Stiles, non mi devi scuse. Andrà tutto bene."
Stiles rimase solo con i gemelli, tre licantropi alpha e Deucalion.


Era passata un'oretta dalla partenza di Danny.
"Non c'è motivo di essere preoccuparti.", sostenne Ethan che si era seduto di fianco su una vecchia scrivania.
Stiles si tormentava le mani nell'attesa. Era preoccupato soprattutto per Danny, ma anche il fatto d'aver esposto Derek lo faceva stare male.
"Si vede che non hai uno come Derek per capo branco. Se non mi uccidete voi, lo farà lui.", disse sarcastico.
"Potresti restare con me e mio fratello. Credo che tu gli piaccia."
Osservò Aiden, che spostò subito lo sguardo da un'altra parte, dopo averlo fissato per tutto il tempo.
"Non credo mi sopporterebbe a lungo. Non sono l'omega che tutti si aspettano."
"Questo è evidente, altrimenti non avresti l'odore di un capo addosso. Quelli con gli occhi rossi scelgono solo il meglio."
"Beh... Io non lo sono.", sbuffò.
L'altro sorrise, mentre il cellulare suono.
Era Danny: "Sono da Peter."
"Stai bene? Ti hanno seguito?"
"Sono al sicuro. Lui sta controllando dalle finestre se ci sono movimenti sospetti."
"Fammi capire che sei davvero al sicuro."
"Stiles bello, io sto bene. Ora chiamo Derek e lo mando da te."
L'altro tirò un sospirò di solievo.
"Ok, l'aspettiamo."


Passò meno di mezz'ora prima che una Camaro nera si parcheggiasse davanti alla banca.
Il licantropo entrò senza essere fermato o accompagnato. Sembrava che lo temessero tutti. Stiles capì il perché quando notò la sua aria da omicida rivolta a lui e non hai licantropi.
"Stiles!?", disse furente prima di avvicinarsi.
"Uno Hale.", si fece sentire Deucalion, bloccando la marcia spedita dell'uomo verso Stiles.
Non servivano gli occhi per riconoscere il tono di voce e l'odore di Derek.
"Sapevo che solo uno Hale poteva creare un branco in questa zona."
Derek lo osservò: "Deucalion, ti davano tutti per morto."
Stiles rimase sorpreso che i due si conoscesserò.
"Avevo annusare il tuo odore sul ragazzo, ma sono passati anni da quando ci siamo incontrati."
"Sì, è vero. Tua figlia come sta?"
L'altro abbassò il viso: "È morta durante un attacco al mio branco. Ora mi rimangono solo Ethan e Aiden."
Derek riconobbe nei due gemelli i ragazzini che aveva conosciuto quasi otto anni addietro, quando aveva cenato con quella famiglia nella stagione dei calori.
"Mi dispiace, anche la mia famiglia è stata uccisa da un incendio e non ho più mantenuto i contatti con i vecchi alleati."
"Ho saputo.", fece intendere di sapere molto di più, senza però farne parola: "Mio marito, due nostri figli e la maggior parte del branco sono stati sterminati qualche anno fa da una creatura che ama annientare i licantropi. Quelli che vedi sono i licantropi di più branchi distrutti. Abbiamo perso le nostre famiglie e i nostri amici e abbiamo deciso di unirci e trovare una sistemazione in questa città, ma non come branco. Attireremmo solo la creatura. Tu invece, hai ricreato il branco?"
"Sì. Ti ricordi Peter? È riuscito a fare un tale casino che mi sono trovato costretto a diventare il capo."
"E stai facendo nuovi acquisti vedo.", guardò l'umano: "Ti sei scelto un omega con del carattere e suppongo molto sveglio."
Stiles tentò di far segno a Derek di non cadere in quella trappola, ma si guadagnò solo l'occhiata furente del licantropo.
"Lui non è il mio omega.", disse senza alcuna inclinazione nella voce, come se non gli importarse nulla.
"Bene, bene... Aiden era giusto interessato."
Derek squadrò l'alpha.
"Non credo che suo padre permetterà una cosa simile. È lo sceriffo di Beacon Hills ed è a conoscenza dei licantropi. Non lascerà mai il suo unico figlio ad un licantropo di un'altra città."
"Troveremo una soluzione.", sostenne Deucalion, poi sembrò illuminarsi: "Sai Aiden non si separa mai da Ethan, potrebberò venire nella vostra città. Sarebbe una buona cosa se trovasserò un branco. E poi, tu non hai un omega e Ethan è un licantropo degno per un capo."
"Non cerco un omega."
"Davvero vuoi rinunciare ad uno come lui. Tra non molto sarà in calore e nessun alpha era giusto per lui."
Derek si voltò a guardare il bel licantropo, quasi a volerci pensare.
"È carino e sembra forte."
"Insieme al fratello è più forte. Sono inseparabili."
Sì avvicinò ad osservarlo negli occhi.
Stiles non capiva cosa stesse accadendo e perché Derek prestasse attenzione al licantropo. Sapeva che dopo l'ultima luna piena fosse tornato in sé ed era cambiato il suo comportamento nei confronti degli omega. Ora non odiava più se stesso come alpha e di conseguenza neanche gli omega.
Vide i due guardarsi negli occhi e farli brillare di rosso in modo pacifico.
Lo chiamo: "Derek."
"Sta' zitto Stiles!", ottenne in risposta.
Derek stava studiando Ethan accuratamente. Si era anche piegato di poco per annusare il suo collo coperto da una giacca. Sembrava inebriato da quel profumo, tanto da produrre un suono simile a fusa.
"Derek?", chiamò ancora, ma ottenne solo un ringhiò d'ammonimento.
"Tranquillo, a te ci penso io.", disse Aiden che si era avvicinato a lui di soppiatto.
Stiles si paralizzò, sentendo una mano del licantropo sul braccio.
Si liberò della mano dopo alcuni secondi senza alcun problema e fece ciò che andava fatto.
Derek guardava ancora Ethan e stava per accarezzargli il viso, quando si sentì afferrare una mano da dietro.
"Derek.", sussurrò Stiles al limite del dolore per quella situazione.
Derek si voltò e si trovò gli occhi umidi di Stiles fissi nei suoi. Fu un attimo e Ethan passò in secondo piano.
"A quanto pare un omega ce l'hai. Peccato, i gemelli potevano essere un ottimo acquisto per il tuo branco.", aggiunse Deucalion, per nulla infastidito dal rifiuto che i suoi figli stavano ricevendo.
Derek presto attenzioni al licantropo: "Ora cosa accade? Avete intenzione di attaccarci?"
"Non farei mai del male al figlio di Talia e poi ho assistito alla morte di troppi famigliari e compagni... Non dovete temere nulla da noi. Eravamo alleati e resteremo alleati."
"Grazie."
"Andate. Credo che voi due abbiate molto da chiarire."
I due si avviarono all'uscita, ottenendo anche un cenno di saluto dai gemelli.
"Ah, Stiles. La prossima volta che vuoi uscire a divertirti in questa città, avvisaci.", scherzò.
Stiles fece uno sguardo da cucciolo, anche se sapeva che l'altro non poteva vederlo.
Derek si fermò anche lui, ricordandosi di fare una domanda: "Come si chiamava la creatura che vi ha attaccato?"
"È un demone senza corpo, si impossessa di quello della creatura più intelligente e amata di un branco e lo annienta dall'interno, causando dolore e morte. Il suo nome è Nogitsune."


Erano già accanto alla Camaro quando Stiles chiese: "Come si uccide un Nogitsune?"
Alla domanda Derek sembrò risvegliarsi da una sensazione di tranquillità dovuta alla mano di Stiles nella sua.
"Sta' zitto! È meglio se non parli o ti lascio qui.", ringhiò al ragazzo aprendogli la portiera e separandosi dalla mano.
Stiles abbassò la testa e si sentì abbandonato pur essendo seduto accanto a Derek in auto.
Tentò di chiedere altre informazioni sul demone, sperando di portare il licantropo a parlare di ciò che era successo tra di loro solo pochi minuti prima.
"Sarebbe meglio raccogliere maggiori informazioni per...", venne interrotto.
"Smettila! Hai già fatto abbastanza danni per stasera, se fossi in te non mi andrei a cacciare in un'altro.", fissò la strada aumentando la velocità.
"Derek..."
"Dannazione, ti stai zitto."
Questa volta guardò l'altro per sottolineare il rimproverò, ma si trovò due occhi in lacrime. Non si era accorto del battito irregolare e dell'odore diverso dal solito, se l'avesse fatto, si sarebbe accorto che Stiles era spaventato per quello che era accaduto e per la prospettiva di affrontare un demone che distrugge i branchi di licantropi.
Non riusciva a sopportare quella vista ed in più era arrabbiato con lui. Doveva assolutamente scendere dall'auto.
Sterzò e si fermò in una piazzola di sosta scendendo di corsa.
"Derek?", non capiva cosa stesse facendo il lupo e lo seguì.
Si erano allontanati di alcuni metri dall'auto, inoltrandosi nella vegetazione.
"Stammi lontano Stiles! Io non so più come fare con te. Come ti è venuto in mente di allontanarti con Danny dalla città?"
"Volevo solo... Non lo so cosa, ma non credevo che finisse così.", si giustificò.
"Ed è finita bene. Se vi foste imbattuti in dei licantropi rivali, vi avrebberò uccisi o peggio. Splendida idea indossare la mia giacca.", fece notare.
L'altro si guardò la giacca di pelle addosso: "Lo messa per coprire il mio odore d'omega."
"E hai attirato tutti i licantropi in zona, potevano uccidervi per colpa del mio odore."
"Mi dispiace.", biascico.
Derek si voltò di spalle, mentre urlava: "Rivoglio la mia giacca prima che tu vada a farti ammazzare a causa del mio odore!"
Stiles a quel punto s'infuriò: "Perché diavolo l'hai messa nel mia armadio se non volevi che portarsi il tuo odore? È colpa tua. Tutta questa storia è colpa tua. Solo la settimana scorsa mi dicevi che dovevo trovare un bravo alpha e poi hai preteso che fossi un omega sottomesso. Io non ci sto capendo più niente e avevo bisogno di un po' di tempo per me."
Quando Derek tornò a guardarlo per ribattere, rimase sconvolto. Gli occhi divennerò rossi e si concentrarono su un punto preciso e cioè il collo scoperto di Stiles.
La giacca era ferma in una mano del ragazzo che la tendeva al licantropo. La parte superiore del corpo era coperta solo da una maglietta di cotone e con lo scollo a punta per di più.
Stiles notò quasi subito il cambiamento di Derek.
"Cosa ti succede?", domandò.
L'altro tese il naso e iniziò a ringhiare, prima di trovare un po' di controllo e gridare tra il disperato e il furioso: "Stiles copriti il collo. Ora!"
L'altro non capiva come potesse il suo collo nudo fare quell'effetto, ma si sbrigò a rimettersi la giacca spaventato dall'espressione dell'alpha.
Quando riuscì a tirare la cerniera fin sotto al mento si accorse che Derek era a pochi centimetri. Deglutì.
"Cosa vuoi da me Derek?", era la frase meno appropriata da usare in quel momento, ma la risposta fu terribile.
"Che tu sia mio.", lo disse con rabbia afferrando il braccio di Stiles.
L'altro tentò di divincolararsi senza successo.
A quel punto, urlò: "Non sarò mai il tuo omega! Sei proprio come tutti gli altri alpha!"
L'altro parve colpito da quelle parole e si allontanò.
Dopo un po' sembravano entrambi più tranquilli, mentre un silenzio tombale era calato tra di loro.
"Vieni, ti porto a casa prima che Peter e Danny decidano di cercarci."
Stiles seguì il licantropo fino all'auto e continuò a stare in silenzio. Non c'era più rabbia o odio in lui nei confronti di Derek, ma si sentiva svuotato di qualsiasi emozione, il che era peggio.
Avevano provato un'infinità di emozioni in quel periodo e ora volevano solo smettere di lottare, però non volevano cedere l'uno a l'altro solo per stanchezza.
Derek sapeva che c'era ancora tanto da fare, ma quella sera era giunto a capire dove volesse arrivare alla fine di tutto ciò.
Si fermò davanti a casa Stilinski e prima che Stiles scendesse, promise sottovoce: "Sarò un alpha degno di te."
Stiles non disse nulla. Aveva compreso bene quelle parole, ma era stanco di tutto e voleva solo andare a dormire e svegliarsi dopo il calore.


Il giorni dopo, quasi mezzo branco lo guardava storto.
Per evitare un'altra accusa di tradimento a Peter, Danny aveva confessato tutto a Isaac. Il ragazzo aveva reagito impedendo a Danny di stare in compagnia di Stiles per più di mezz'ora per volta. Non era stato un comportamento oppressivo, ma solo protettivo nei confronti del suo omega.
Scott cercava di tirar su Stiles, senza successo.
Il branco si era riunito nel loft di Derek per parlare della sera precedente.
Sapere che c'erano altri licantropi in zona e una creatura come il Nogitsune, aveva preoccupato i presenti.
Nessuno sapeva se continuare con i programmi per il calore fosse una buona idea, visto che sarebberò stati deboli e scoperti, e Derek era il solo a poterli proteggere durante quei giorni, se non si fosse legato.
Alla fine, grazie al parere di Stiles, si era convenuto che Deucalion poteva essere un alleato.
Peter aveva spiegato che se Deucalion era venuto da questa parte del Paese, significava che il Nogitsune stava andando nella direzione opposta. Sarebberò passati anni prima di doverlo affrontare. Nel frattempo Deaton avrebbe cercato il modo di ucciderlo o catturarlo, con l'auto di Stiles che non vedeva l'ora di mettersi al lavoro per dimostrare che non era solo un peso o un fastidio per il branco.
Derek aveva passato molto tempo della riunione con gli occhi puntati sull'omega. Non era arrabbiato, ma era chiaro a tutti che covasse qualcosa.


Quella sera Stiles aveva l'ultima cena con un alpha. Solo l'idea lo aveva già distrutto.
Quando si trovò Jackson con i suoi genitori sulla porta, fece un sospiro di solievo perché ricordava la politica del compagno di scuola nei confronti degli omega.
Dopo tutto sarebbe stata una cena rilassante.
Uscirono in giardino per stare un po' soli, come al solito.
"Allora, adesso sei un licantropo.", constatò, ora che potevano parlarne lontano dai genitori dell'alpha.
"Sì, credevo che non sarebbe più accaduto."
"Pensavo di vederti alla riunione stamane."
"Derek ha detto che non era necessaria la mia presenza. Non sono ancora in grado di dare dei pareri su argomenti sovrannaturale e poi sono ancora debole come licantropo. La luna piena mi ha levato le forze per giorni, ecco perché sono venuto a cena solo adesso.", si erano seduti su un gradino.
"Se sei sempre della stessa opinione riguardo agli omega, come mai continui a incontrarne?"
"Per stare un po' con i miei genitori. Da quando ho saputo che erano solo i miei genitori adottivi, mi sono comportato male con loro. Dopo tutta la storia del kanima ho deciso di essere diverso. Sto anche facendo un pensierino sul trovarmi un omega.", sorrise.
Stiles si rese conto che stava tentando di sedurlo.
"Non pensarci Jackson!", l'ammonì.
"E dai Stilinski. Tu già sai tutto di me, sarei una buona scelta."
"Noooh..."
"Forse hai già un lupacchiotto interessato, ma spero che tu rifletta sulla proposta. Quest'anno pensavo di andare a Parigi per concludere il liceo. Potresti tranquillamente venire con me, invece di avere a che fare con licantropi, psicopatici e mostri vari."
"E come farai per le lune piene?"
"Imparerò a controllarmi, c'è tempo."
"Noi due non siamo proprio compatibili. Meglio evitare di metterci in una tale situazione."
"Ci ho provato.", riserò entrambi e continuarono a chiacchierare.


Anche l'ultima cena era finita per Stiles. Ora non gli restava più modo di conoscere altri alpha ed iniziava ad essere tardi per trovare un compagno o una compagna.
Mancavano solo poco più di cinque settimane all'inizio del calore vero e proprio e doveva pensare se tra gli alpha conosciuti ci fosse qualcuno adatto a lui.
Due nomi gli tornarono in mente continuamente, quello di Bobby e quello di colui che non sarebbe entrato dalla finestra come al solito.
Di tanto in tanto fissava la finestra senza capire se era una sorta di invito al licantropo lasciarla aperta. Ancora non aveva capito perché suo padre avesse dato un tale permesso a Derek, sapendo che poteva essere pericoloso, ma sospettava che ora passasse le serate sul divano del salotto per avere una visuale sul giardino sottostante alla camera, così da notare il lupo.
Le parole di Derek la sera prima e gli occhi puntati su di lui quella mattina gli avevano messo ansia tutto il giorno.
Non capiva cosa avesse in mente, se tentare di riconquistarlo o tenerlo lontano. Una parte di lui sperava nella prima ipotesi, ma l'altra parte era stanca dei continui cambiamenti di carattere di Derek. Era lui l'omega con i cambiamenti d'umore non l'altro, pensò.
Ripensò anche a Bobby, ma non se la sentiva di trascinarlo in quella vita fatta di mostri e morte, eppure gli piaceva.
Lui era l'opposto di Derek e anche molto carino.
Passò la notte a chiedersi chi dei due dovesse scegliere o se l'ipotesi di passare il primo calore da solo fosse una brutta idea.
Si addormentò sulla scrivania e quando si svegliò la mattina dopo, si accorse di avere la giacca di Derek sulle spalle e la finestra era accostata, ma non chiusa.
Solo due persone potevano averlo protetto dalla brezza fresca di quella notte e non era stato suo padre.


Per non pensare all'assenza di un alpha a suo fianco, decise di andare a fare ricerche da Deaton sulla creatura chiamata Nogitsune.
L'uomo l'aveva lasciato solo per occuparsi di un cavallo dall'altra parte della città e lui si annoiava particolarmente quel giorno.
Voleva dimostrare a se stesso che non era solo bravo a cacciarsi nei guai e di conseguenza si cacciò nei guai.
Aveva creato un piccolo portale che comunicava con un mondo sotterraneo, grazie ad uno dei libri che possedeva il druido.
Di norma quei portali si aprivano naturalmente ogni trent'anni, ma erano di dimensioni maggiori, questo invece era contenuto.
Stiles l'aveva creato grande poco più di trenta centimetri di diametro, certo che nessuna creatura pericolosa potesse oltrepassarlo.
Una volta soddisfatto del proprio lavoro iniziò a pronunciare le parole per chiuderlo, ma un esserino saltò fuori dal foro che si era formato sul pavimento.
Era piccolo dall'aspetto umano, con le orecchie a punta, il cappello che ricordava quello dei sette nani, lo sguardo vispo e sembrava eccitato da ciò che vedeva intorno a sé.
Non pareva avere paura del gigante Stiles, tanto che iniziò a correre per tutta la stanza infastidendo anche un paio di gatti nelle loro gabbiette.
"Aspetta, vieni qui! Cosa fai? Non si tocca. Cosa sei? Torna qui prima che ti vedano.", tentò Stiles, senza ottenere risposta, tranne dei versi di stupore per ogni cosa che guardava.
Stiles tentò anche di afferrarlo, ma era veloce a sgusciargli dalle mani.
Non passò molto che anche altri esserini raggiunserò il primo.
Ne contò dodici in tutto prima di riuscire a creare un cerchio intorno all'apertura fatto con del sorbo, così da riuscire a contenere quelle creaturine. Non vide più altre creature balzare fuori, ma quelle che correvano per tutta la stanza erano impossibili da prendere.
Pensò di sfruttare la loro curiosità per farli entrare in una gabbia gia presente nella stanza, usando oggetti che potevano attrarli, ma proprio in quel momento Deaton aprì la porta lasciandoli fuggire.
"Ma cosa... Stiles?!"
"Posso spiegare.", fece per inseguirli, venendo però afferrato per la felpa dal veterinario.
"Non puoi acciuffare dei folletti da solo.", sostenne senza mostrare irritazione per tutto ciò: "Chiama il branco. Sarà un ottimo allenamento per tutti catturarli."


Venti minuti dopo erano tutti riuniti alla clinica, ciascuno con una gabbietta in mano e uno sguardo omicida su Stiles che li aveva disturbati per fare una caccia al folletto serale.
Era presente anche Jackson, che era il più divertito dalla situazione. Per lui era un modo per mettere alla prova i suoi nuovi poteri da licantropo; per gli altri era un sistema per allenarsi, visto che Beacon Hills era tranquilla da un bel po' di tempo, ma era meglio essere preparati a tutto.
"Non fategli del male. Catturateli e portateli qui. Li faremo tornare a casa loro."
Qualcuno ritrasse le unghie sconsolato dal non potersi sfagare sui folletti a causa della serata saltata per colpa di Stiles.
I licantropi avevano già memorizzato l'odore delle creature dagli oggetti che avevano toccato nella stanza e le coppie erano state fatte come l'ultima volta.
Visto che l'olfatto di Jackson aveva bisogno d'allenamento, Scott e Allison l'avevano preso con loro.
Stiles si ritrovò neanche ventiquattro ore dopo di nuovo sulla Camaro con Derek.
"Cosa sentì?", Derek lo guardò confuso, poi capì che si riferiva alla caccia al folletto e non ai suoi sentimenti.
"Sono diretti verso il tuo liceo. Potrebberò essere due."
Arrivarono all'edificio scolastico e entrando dall'accesso alle piscine, il ricordo del kanima e di Derek tra le sue braccia inerme tornò prepotente.
Trovarono uno dei folletti che camminava tra due vasche senza prestare attenzione a nessuno.
Riuscirono a bloccarlo su quello stretto corridoio e Derek lo spinse verso Stiles e la gabbia aperta. Il piccolo non sembrava spaventato dalla gabbia tanto che ci si fiondò quando sentì un ringhiò da predatore provenire dal licantropo.
"Credo che abbiano paura delle piscine.", concluse, mentre chiudeva la gabbietta.
"Se è per questo non piacciono neanche a me negli ultimi tempi."
"Tesoro adesso andiamo a casa.", annunciò dolce Stiles.
Derek si era voltato di scatto a guardarlo, prima di capire che le parole erano rivolte al folletto impaurito.
Sperava in fondo al cuore che fossero per lui.
"Ce n'è un'altro nell'edificio.", disse con un tono di voce più alto del solito.
Lasciarono il primo nell'auto e andarono a cercare il secondo. Lo trovarono lungo i corridoi che gironzolava curiosando qua e là.
Appena si rese conto dei due, fuggì.
Derek gli corse dietro a quattro zampe e in meno di dieci metri lo prese.
Stiles che era più lento venne subito notato dell'unico insegnante presente alle otto di sera nella scuola e cioè, Bobby Finstock.
"Stiles cosa ci fai qui da solo?"
Sembrava che non avesse visto passare Derek o il folletto davanti alla porta dell'aula in cui si trovava.
Derek si nascose dietro l'angolo a fine corridoi coprendo la bocca al folletto che si agitava e guardando Stiles.
"Io... Beh, io ero...", non sapeva cosa inventarsi: "Bobby, io ero venuto per...", abbassò la testa senza sapere cosa dire.
Non riusciva a mentire a quell'alpha.
"Sapevi che ero qui per gli allenamenti dei piccoli nel campo della scuola.", spiegò Bobby, togliendolo dall'impaccio.
Non confermò, ma gli venne istintivo sorridere visto che anche l'altro sorrideva.
"Quindi mi cercavi?"
Accennò un sì con la testa.
Derek sbuffò da dietro l'angolo mettendolo ancora più in tensione.
"Potevi telefonarmi."
"Non ci sono riuscito.", era la verità e anche Derek lo capì dal battito del cuore.
"Va bene. C'era qualcosa che volevi dirmi?", si era alzato dalla cattedra su cui stava controllando dei certificati, ma non accennò ad avvicinarsi all'omega.
"Volevo dirti che sono stato molto bene in tua compagnia qualche sera fa."
"Anch'io. Potremmo ripetere?"
Derek, sempre più infastidito gli fece segno di muoversi, visto che il folletto mordeva e leccava la sua mano per provocarlo.
"Sì. Per me va bene. Ora devo andare o faccio tardi. Ciao."
Corse verso Derek, ma appena girato l'angolo Bobby lo chiamo facendolo bloccate in quel punto.
Il licantropo era nascosto agli occhi del coach che ora era sulla porta dell'aula.
"Sì, Bobby?", allungò il corpo da dietro l'angolo.
L'uomo pareva nervoso: "Stiles, mi chiedevo se domani sera ti andasse di andare a vedere una partita di lacrosse tra squadre universitarie? Un mio vecchio allievo gioca e mi ha chiesto di essere presente. Mi farebbe molto piacere portare anche te. Sono sicuro che ti possa interessare."
Stiles era distratto da Derek che aveva iniziato a fare segni concitati con il folletto in mano e d'istinto rispose: "Ok Bobby."
L'altro sorrideva felice: "Allora passo a prenderti alle sette. Meglio se vai adesso. Ciao."
"Ciao."
Derek aveva smesso di fare gesti e quando Stiles gli fu accanto non sembrava avere più tanta fretta.
Infilarono il folletto nella gabbia con l'altro sui sedile posteriori dell'auto e salirono.
"Domani esci con quello?", fece dopo un lungo silenzio Derek.
Stiles che si era già dimenticato della promessa, si rese conto solo in quel momento della grossa cazzata che aveva fatto.
"Se non mi avessi messo fretta, non sarei stato costretto ad uscirci.", diede la colpa a lui.
Era scesa un'aria fredda nell'abitacolo pur facendo caldo.
"Potevi dire di no. Non devi mica assecondare qualcuno solo perché sei distratto."
"E chi ti dice che io non volessi assecondarlo inconsciamente."
L'altro lo fisso serio, ottenendo come risposta: "Che vuoi?!"
Derek digrignò i denti e scese il silenzio tra i due.
"Il più grosso è geloso di un tizio che ha dato un appuntamento a quello carino.", la voce proveniva dai sedili posteriori.
"Quello carino è anche dolce. Mi ha chiamato tesoro..."
"Silenzio!", ringhiò Derek senza levare gli occhi dalla strada.
Stiles invece era d'altro avviso e si voltò a chiacchierare: "Davvero sono carino?"
"Sì. Profumi pure di buono."
"Grazie."
"Lui è il tuo compagno?", domandò l'altro.
"Chi, questo lupone acido? No. Non ho un compagno."
"Quell'altro era dolce e gentile. Questo invece, è solo geloso e rabbioso. Scegli l'altro."
"Tu dici. Credo che lo farò."
"Stiles, smettila di parlare con quei cosi!"
"E perché? Hanno ragione."
Per fortuna Derek era arrivato a destinazione dopo pochi minuti, altrimenti avrebbe fatto dei due un sol boccone...anzì dei tre.
All'interno della clinica veterinaria erano giunti tutti con il proprio bottino di folletti e guardavano storto Stiles.
"Sai Stiles, mi stai tanto simpatico, ma quando mi combini questi casini vorrei sbranarti.", affermò infastidito Peter: "Ero finalmente riuscito a convincere Lydia a togliere la barriera di sorbo e a farmi entrare in camera sua e tu mi fai correre per tutta la città!"
"EHI!", lo rimproverò Lydia.
"Scusa piccola, ma sono un alpha e ho le mie esigenze e potresti concedermi...", si beccò una borsettata in testa dalla sua omega.
Jackson non era messo di umore migliore, visto che era pieno di fango e foglie, mentre Scott mostrava delle sue foto fatte con il cellulare agl'altri che almeno erano meno astiosi nei confronti di Stiles.
"Ci sono tutti?", chiese Deaton tranquillo.
Sembrava sempre in pace con il mondo quell'uomo.
"Sì.", rispose avendoli contati e riconosciuti.
"Allora rimandiamoli a casa."
In pochi minuti Stiles riuscì a chiudere il portale con l'aiuto del druido.
Tutti tornarono a casa compreso Stiles.
Non c'erano stati rimproveri da Deaton, ma era chiaro che doveva cambiare. In poche sere era riuscito a mettere in serio pericolo il branco con le sue bravate. Era l'ora di diventare un adulto responsabile e c'era una sola persona che poteva aiutarlo in tale passaggio: Bobby.



NOTE DELL'AUTRICE
Riecco Bobby, nel caso vi fosse mancato.
Nel prossimo capitolo ci sarà un po' di sbaciucchiamento, ma non vi dico con chi...
Credo che siamo quasi vicini al capitolo del calore, aspettatevi di tutto.
Tranquille non scrivo cose oscene. Quelle le sto concentrando in una Steterek...
[...il triangolo no, non l'avevo considerato...]
Vi terrò aggiornate.
Grazie per le recensioni. Sono sempre gradite.
Baci. A presto.
   
 
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