Non aveva mai sentito di un Signore del Tempo che non sapesse fare una semplice torta, ma non aveva neanche mai sentito di un Signore del Tempo che la sapesse fare.
Semplicemente, i Signori del Tempo non facevano torte. Ma lui non era mai stato uguale agli altri, questo è certo.
Al Dottore piaceva sperimentare, imparare, stupire e, soprattutto, pasticciare. Quindi, quando gli si era presentata l'occasione di far tutto ciò, non aveva resistito e si era ripromesso di provare a preparare una dolcissima torta per il compleanno della sua adorata River. Quanto poteva mai essere difficile mescolare uova, farina e zucchero? Doveva solo riuscire a regolarsi con le quantità. Di certo, dodici uova dovevano bastare per duecento grammi di farina e quattrocento di zucchero. E, poiché si sentiva piuttosto sicuro di sé, aggiunse un cucchiaino di cacao.
Certo, avrebbe potuto usare uno dei forni nelle cucine, ma dove sarebbe finito il divertimento, poi? Infilò la teglia stracolma nello sportello del motore del TARDIS ed aspettò qualche minuto.
River, puntuale come sempre, non dovette aspettare molto per vedere il risultato degli sforzi del Dottore.
Le sua aspettative, quando suo marito le aveva annunciato di aver preparato una torta, non erano granché, eppure rimase comunque allibita davanti al pastrocchio giallastro e informe che il Dottore le posò davanti, sul tavolo decorato con palloncini.
“Hai una macchina dello Spazio e del Tempo che avrebbe potuto portarti dai migliori pasticcieri della storia e dell'universo, e ti sei messo a pasticciare?”
Il Dottore corrugò la fronte e sistemò il farfallino, offeso.
Ma mai offeso quanto River, che non riusciva a smettere di fissare l'obbrobrio di fronte a sé. “Dolcezza, la prossima volta la torta comprala, ti prego.”