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Autore: Elis17    24/07/2015    1 recensioni
Harry è un Cherubino ed è fedele a Dio.
Louis è Lucifero, è il Diavolo, è la tentazione fatta carne.
Louis si diverte a stuzzicare la vita terrena di Harry, fino a quando, riuscendo ad andare oltre il potere di Dio, lo porta alla morte in età tenera.
Dio riesce a riacquistare i suoi poteri e catapulta Harry in Paradiso dove lo inserisce tra i Cherubini, gli angeli più vicini a lui, in modo tale da poterlo proteggere direttamente.
Ricordiamoci che il Diavolo è terrore, è odio, è paura, è tentazione e non rinuncerà al suo giocattolino, ma ricordiamoci, inoltre, che Lucifero ha amato anche lui.
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Larry × Larry!AU × Heaven!AU × Paradise!AU × Paradiso!AU × Hell!AU × Inferno!AU
NoAge!Harry × Sixteen!Harry × NoAge!Louis
Angel!Harry × Angelo!Harry × Cherub!Harry × Cherubino!Harry × Umano!Harry × Human!Harry
Lucifer!Louis × Lucifero!Louis × Devil!Louis × Diavolo!Louis × Demon!Louis × Demone!Louis
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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×Toy Angel×




×Prologo×



 

Toy Boy: uomo giovane e attraente che ha una relazione con un uomo

più grande di lui, ragazzo giocattolo.

Angel: angelo custode, difensore, protettore, guardiano.

Human: essere umano, natura umana, la razza umana, umanità, debolezze, essere non perfetto.

Diavolo: demonio.

God: Dio, Signore, onnipotente.

Heven: cielo, paradiso, suprema felicità.

Hell: inferno, infernale, diavolo, putiferio, pandemonio, maledizione.

World: universo, pianeta, mondo, terra, vita.



 

 

Lucifero, o Louis, come lui amava farsi chiamare, era conficcato, dalla vita in giù, in una montagna di ghiaccio, sbatteva con estenuante forza e velocità le sei grandi ali da pipistrello che imponenti si ergevano dietro di lui creando forti mulinelli di vento, leggeri spifferi e rilasciando una fredda ed incombente brezza.
Vi erano anime in pena che camminavano per un lungo percorso, a piedi nudi sul ghiaccio che rovente pareva, che mai sarebbe terminato, vi erano anime che si strappavano occhi, anime che si laceravano la pelle, anime che si mordevano perché irati contro sé stessi, anime che da sole si fustigavano, auto-punendosi, sperando che Dio li notasse e li salvasse, ma Dio li aveva buttati, catapultati lì, abbandonandoli, e piangevano, piangevano e urlavano perché erano pentiti e perché volevano vivere sereni ed in pace, ed invece erano lì, al freddo a torturarsi e ad essere torturati.
Vi erano anime che tra loro litigavano buttandosi addosso merda, urlandosi contro ognuno i peccati dagli altri compiuti, cercavano invano di far capire al loro interlocutore che avevano sbagliato quando loro per primi lo avevano fatto, da quanto andavano avanti?
Vi erano anime che ridevano e prendevano per il culo altre anime, anime che contro l'alto urlavano e pregavano di essere ripresi tra le braccia del Salvatore, ma per loro rimaneva solo una bufera che contro loro si scagliava.
Vi erano solo anime che avevano la stessa fisionomia del corpo che sulla Vita Terrena le avevano ospitate, i loro volti erano straziati dal dolore, dal freddo, dalla rabbia, dalla tristezza, erano stanche, infreddolite e doloranti, erano semplicemente sfinite, quando sarebbe finita tutta quella tortura?
C'era un'anima in particolare che aveva attratto l'attenzione del Diavolo, Louis: era la sua.
Essa aveva l'aspetto di Lucifero, l'angelo più bello di tutti gli angeli, le grandi e piumose ali bianche lo proteggevano dalla bufera, ma no, la sua punizione non era essa.
Lucifero, Louis, osservava tutte quelle anime, piangeva ed urlava straziato dal dolore che da solo si stava procurando, si stava mangiando, tra le sue aguzzi fauci c'era la sua stessa anime, ma le sue sembianze erano uguali a quelle dell'angelo che era prima, bello, luminoso, imponente, le sue ali erano meravigliose, piangeva perché Dio gliele aveva strappate senza nessuna premura e con un calcio lo aveva spedito lì.
Louis era stanco, stanco che qualcuno lo comandasse, tutta quella situazione gli doleva, gli faceva schifo.
Così, per la seconda volta, si ribellò al volere di Dio, fottendosene altamente, bestemmiò e rise, sbatté così forte le ali che tanto odiava e riuscì a sradicarsi dalla montagna in cui era conficcato.
Basta, si disse, ora comando io.
Tutte le anime smisero di fare qualsiasi cosa stessero facendo, per un secondo, che parve un secolo, nessuna anima in quel regno subì alcuna tortura, il sollievo si vide nei loro occhi, ma nulla dura in eterno se non la pace, infatti, quel secondo finì e le torture che stavano subendo si moltiplicarono.
Ora, oltre ai pianti e alle urla, si sentì una forte e crudele risata, Louis si era finalmente ribellato ed era diventato l'Imperatore degli Inferi.
Era il Dio che avrebbe sempre voluto essere, aveva il suo mondo, l'Inferno, e lui ne era il Re, il Diavolo.
L'Inferno era la brutta copia del paradiso, era il negativo di esso, il contrario, era tutto ciò che Dio non voleva, e Louis rise, rise perché era riuscito ad andare contro il suo stesso Dio creando il suo Paradiso e diventando egli stesso Dio di questo.
Volò in alto in modo tale da osservare il suo maestoso Reame, rise e ghignò, voltò il bellissimo volto verso l'alto e, ancora, bestemmiò.
In quel preciso secondo percepì una piccola ed innocua vita nascere sulla Terra e decise che quello era il momento di intervenire e di rovinare qualcosa, qualsiasi cosa.
Guardò verso la terra e rise di ilarità, Dio aveva donato al bambino una famiglia amorevole, parenti felici ed amici commossi per il nuovo arrivato.
Tutta quella situazione lo turbò lo devastò, tutta quella felicità lo infuriava, non era giusto che chi non faceva niente nella vita ottenesse tutto quel ben di Dio. No, non andava bene.
Infuriato, Lucifero, con un semplice schiocco di dita distrusse quell'ampolla di serenità: Anne, la madre del bambino, non era più una donna solare, dolce e laureata in medicina, ma una ragazza di appena sedici anni che viveva di droga e alcool, che, non avendo pagato la roba che egli riforniva, gli aveva venduto il figlioletto di appena pochi mesi.
Harry non era più il figlio tanto atteso della donna laureata e dell'uomo che l'amava, era il frutto di uno stupro. Anne era stata stuprata dal padre. Un incesto. Qualcosa di malato, impossibile da concepire. Uno scempio, uno schifo. Era stata sbattuta fuori di casa dalla madre dopo aver scoperto l'accaduto, l'aveva ripudiata. Era sopravvissuta per miracolo, e con lei suo figlio.
Harry non era nato in un ospedale accolto da madre e padre, nonni e nonne, zii e zie, cugini e cugine, ma in un vicolo vicino ad un parco. Un parco che ospitava zingari, spacciatori, alcolisti, barboni. Era lì che sua madre aveva iniziato a vivere, a sopravvivere. Lì si era fatta la prima canna, pagata in natura, donando il suo corpo. Era lì che aveva provato a guadagnare soldi donando il suo corpo a uomini e donne, di qualsiasi età. Ma di sicuro era lì che finì la sua vita.
Anne morì quando il figlio aveva due anni, lo stava vendendo per qualche grammo di eroina. Lo spacciatore non voleva dargliene perché sapeva che non aveva soldi, aveva conti arretrati. Debiti. Vendette il figlioletto per tutto, per saldare i debiti, ma il pusher le aveva sorriso, malignamente, aveva preso in braccio il bambino, le aveva puntato la pistola alla testa e con un ironico "Bye-Bye" aveva sparato, perforandole la fronte. Il bambino aveva visto tutta la scena, non aveva pianto o urlato, la sua innocenza l'aveva portato a sorridere e a battere la manine contento.
Harry era cresciuto come tutti i bambino sulla faccia della terra, più o meno. Viveva in un caravan che da anni non si muoveva più, molto probabilmente suo “padre” lo aveva rubato da qualche parte, forse lì dentro, prima di loro, ci viveva qualcun altro. Suo padre, o meglio, l'assassino della sua vera mamma lo aveva tirato su a forza di bestemmie, parolaccie, pallottole e cibo raccattato nei cassonetti.
Harry andava nella scuola pubblica, lì tutti erano accettati, qualsiasi tipo di ragazzo poteva accedervi, quel posto era peggio di dove viveva. Spacciavano nei corridoi, nei bagni facevano sesso e in classe non ascoltavano i professori, fumavano erba, c'era anche chi sniffava il gesso.
Lucifero osservò rapito la vita di quel ragazzo, proprio come si contempla l'opera più bella di tutta la galleria d'arte del miglior artista di sempre. La stava sgretolando con le sue stesse mani, la stritolava in un pugno e la rovinava ridendo e invocando il nome di Dio. Lo derideva, lo insultava e continuava sopraffarlo decidendo il destino di quel povero ragazzino.
Harry aveva i capelli corti e ricci, castani, e grandi occhi verdi, mai luminosi, sempre tristi. Aveva iniziato a tagliarsi, ogni tanto aumentava la profondità dei tagli sperando di rimanerci secco, ma a quanto pareva, qualcuno, lassù, non voleva dargli pace, ma torturarlo ancora, ancora e ancora.
Dio riuscì a riprendere in mano il suo potere, decise, nell'impeto della rabbia di portare la suo fianco Harry e di farlo diventare l'angelo più bello del Paradiso, lo voleva mettere al posto che prima era di Lucifero. Invidia, ecco cosa provava Louis in quel momento e furente riprese in mano le redini del destino della vita di quel fottuto ragazzino.
Era una battaglia a chi era più potente. Il diavolo guardava in alto e Dio in basso, i loro occhi si scontravano, furenti.
Lucifero fece si che Harry si suicidasse, riuscì a tagliarsi le vene. Sorrise, il sangue sgorgava.
Violento contro sé stesso, sarebbe dovuto finire all'inferno per essersi violato, ma Dio fece eccezione, quella non era la vita che si era prospettato per lui quindi gli diede la possibilità di rivivere, portandolo al suo fianco.
Harry apparve in un luogo lucente, bianco, pulito, leggiadro. Dietro di lui si innalzavano grandi ali bianche, immense, meravigliose. Brillavano.
Lucifero furente ed invidioso di quel ragazzino sorrise. La battaglia era appena iniziata.


 
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Buonasera!
Eccomi qua con una nuova fan fiction! Come vi sembra come primo capitolo?
Spero vi piaccia, fatemi sapere con una recensione!
Elisabetta.

  
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