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Autore: Laura Schiller    25/07/2015    3 recensioni
I pensieri di Aoyama sul suo primo appuntamento con Ichigo: "devo ammetterlo, la mia prima reazione è stata la costernazione".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Buondì a tutti! Sono Xion92, dell'altra fanfiction che aggiorno settimanalmente! Questo è un account di traduzione di una serie di one-shot di un'autrice canadese. Ho deciso di aprire questo account perché, essendo Aoyama-kun il mio personaggio preferito ed essendo purtroppo inesistenti in italiano delle fan fiction in cui viene trattato bene, ho pensato: perché dovrei affannarmi a scrivere una buona one-shot io, quando nel fandom inglese ce ne sono tante che aspettano solo di essere tradotte? Laura Schiller ha scritto veramente tante belle one-shot su di lui, introspettive e con i personaggi IC. Quindi, quando avrò voglia e tempo, posterò una traduzione nuova delle sue storie.
Il link originale alla sua fan fiction è qui.
Il permesso dell'autrice è nelle note dell'autore.
Buona lettura, e fatemi sapere se c'è qualcosa da migliorare nella traduzione!

 

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Quando Momomiya Ichigo ha camminato per la prima volta verso di me dopo la scuola, ammetto che la mia prima reazione è stata la costernazione. Ci ho azzeccato, col fatto che lei fosse una delle mie ammiratrici; se non mi avesse fatto cedere il suo viso arrossato, lo avrebbe fatto il suo invito. Le fangirls escono di testa davanti a uno ragionevolmente bello di aspetto, disponibile, e campione di kendo. Il mio obiettivo è sempre stato quello di deluderle con delicatezza; nessuna di loro, anche a volte attraenti, è mai riuscita a catturare il mio interesse per molto. C’è qualcosa di così simile nel modo di fare di tutte loro – le loro voci stridule, gli arrossamenti, i dolcetti fatti in casa legati con dei nastri; a volte faccio anche fatica a distinguerle.

Ichigo era diversa. La sua idea di appuntamento non era visitare un negozio che vende the, una passeggiata nel parco o una commedia romantica al cinema. Invece, mi ha invitato alla Mostra di Animali Codice Rosso, la stessa che avrei voluto visitare da settimane, da quando è stata aperta. Mi sono sorpreso di aver risposto “Certo!” – che l’ha decisamente sorpresa, dato che è diventata tutta rossa. Aggiungendoci il colore dei suoi capelli, assomigliava proprio al suo nome – una fragola. Mi ha fatto sorridere.

Il tempo che abbiamo trascorso insieme è stato decente. Ha ascoltato pazientemente le mie spiegazioni riguardo le varie specie animali, le minacce ai loro habitat e cosa dovremmo fare per aiutarle. Ho visto ragazze far finta di essere attiviste ambientaliste per impressionarmi, ma il suo entusiasmo era vivace e sincero. L’ho vista rapita riguardo i gatti di Iriomote, il che non mi sorprende, considerando quello che è successo più tardi quel giorno. Ho scoperto solo mesi dopo che Ichigo, la maldestra ragazzina che a malapena riesce a parlarmi a causa della sua timidezza, era stata selezionata per essere una paladina della Terra.

Più tardi l’ho lasciata sul fianco erboso della collina del parco per andare a prendere del succo. Quando sono tornato (un po’ scosso per quello che credevo essere un terremoto, che ha fatto cadere le macchinette automatiche) ho trovato Ichigo addormentata sull’erba. C’era un sorriso sereno sul suo viso, tutta l’energia nervosa le era scivolata via. Il sole le illuminava i capelli scarlatti. L’ho coperta con la mia giacca e mi sono seduto ad aspettare.

Non ero annoiato. Da che mi ricordo, ho sempre avuto l’abilità di aspettare calmo, con occhi vacui e immerso nei miei pensieri. Ho guardato le nuvole scorrere e cambiare forma sopra di me. Ho guardato le ombre allungarsi gradualmente mentre la luce del sole diventava dorata. E ho guardato la ragazza addormentata di fianco a me, chiedendomi cosa stesse sognando di così bello da farla sorridere così.

Ho vissuto la mia vita, come dire, nelle sfumature di grigio. Ho sempre tenuto la gente a distanza – le mie fangirls, i mei compagni del club di kendo, i miei insegnanti, anche i miei genitori adottivi. Non sono mai stati quel tipo di persone a cui affezionarsi. Lo so che sono orgogliosi dei miei voti alti e dei trofei vinti ai tornei, e che mio padre mi considera  degno della sua azienda. Ma non sono il tipo di genitori che ti abbracciano e ti baciano. Un po’ è colpa mia; la gente che si avvicina troppo spesso mi trova strano, fuori del comune. Un’imitazione perfetta invece di un vero ragazzo umano.

Ma quando ho visto quella buffa ragazza con i capelli color fragola, quando l’ho vista sorridere nel sonno e stringere la mia giacca come un talismano protettivo, è stato come uno spruzzo di rosso in un’esistenza monocromatica.

   
 
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