Provò a muoversi, ma sentiva qualcosa di irto e duro sotto la schiena; ora gli era anche difficile respirare: se solo quella cosa non fosse stata conficcata sulla sua spina dorsale…..ma dov’era? All’improvviso riuscì a comandare alla sua mente di riemergere dalla tenebra del dolore, e cominciò a sentire la propria coscienza diventare più reale, più concreta, e con essa anche il ricordo sembrava riaffiorare lentamente. Ma cos’era quella sensazione di secchezza della gola? Non era sete, ma era a suo modo qualcosa di più….opprimente, che non avvertiva solo in gola, ma ovunque. Gli si stringeva lo stomaco, e le pulsazioni gli si irradiavano ovunque; il respiro era corto e lievemente sibilante, ma capì che non era solo per l’oggetto a punta sotto le spalle. Quella era paura. Paura e un qualcosa di misto all’angoscia ed alla disperazione. Si sforzò di richiamare a sé i ricordi: il matrimonio con Akane era fallito rovinato dai suoi amici-nemici….ma quello era successo tempo fa, quando lui aveva ancora 17 anni. Quanti anni aveva ora? Diciotto, certo, aveva festeggiato quasi contemporaneamente ad Akane. Suo padre si era ubriacato, e Happosai gli aveva regalato un reggiseno speciale…razza di maniaco! E poi? Era iniziato l’ultimo anno di scuola, e Soun aveva ricominciato a dire che si dovevano sposare. Ma possibile che nessuno si faceva gli affari propri e tutti volevano decidere per lui? Avanti di qualche mese….era estate, e al mare….no, più avanti. L’autunno era alle porte, ricordava le foglie che cadevano…mucchi di foglie, MILIONI di foglie, cespugli interi, alberi…la foresta! Era partito con Akane, Ryoga e Ucchan per un viaggio di allenamento tutti insieme. Avevano passato delle splendide giornate, tutti insieme, attorno al fuoco, e poi…e poi era successa una cosa brutta, una cosa molto brutta. Il terrore arrivò insieme alla consapevolezza di essere sveglio. Aprì gli occhi e vide spuntoni di roccia pendere su di lui come stalattiti. Si spostò di qualche centimetro e vide il grosso sasso appuntito che gli aveva quasi spezzato la schiena. Una grotta, era in una grotta! Qual’era la cosa brutta che lo stava facendo tremare di paura come un bambino stupido? C’era un burrone…un burrone alto, rivide la sua mano aprirsi e chiudersi cercando di prendere, di afferrare, poi un grido…no…un coro di grida, uno era il suo. Ma COSA voleva prendere? Una cosa blu…un pezzo di stoffa…un lembo di vestito, una mano rosea. Akane. Spalancò gli occhi rabbrividendo come di una febbre devastante. Smise per un attimo di respirare, e il cuore sembrava volerla fare finita una volta per tutte di battere.
Akane stava
morendo.
Poggiò una mano per terra
cercando di fare leva per alzarsi, e sentì la goccia di un qualcosa di caldo
cadergli tra l’indice e il medio. Vide che era sangue. Usò anche l’altra mano e
si inginocchiò. Un’altra goccia rossa. Sedette sui calcagni e con le dita si
sfiorò un punto dietro la nuca: era lì che si era ferito, dove cominciava la sua
treccia arruffata e spettinata. Stava correndo in quella grotta buia cercando la
luce dell’uscita ed era capitombolato in uno strapiombo di qualche metro; era
caduto male, e aveva battuto la testa e la schiena svenendo. Ma per quanto?
Mezz’ora? Un’ora? Stupido, stupido STUPIDO!! Aveva perso del tempo prezioso per
la fretta di arrivare alla fonte dell’acqua della vita, dove cresceva anche il
muschio che avrebbe guarito Akane.
Ma perché avevano deciso di
andare in un luogo così pericoloso come il bosco di Ryugenzawa? Lì aveva già
rischiato una volta di perderla, quando credeva che si fosse innamorata di
Shinnosuke. E poi, la battaglia col drago dalle otto
teste…..
Quando aveva allungato la
mano lei gliel’aveva presa con un sorriso facendogli toccare il cielo con un
dito. Aveva ritrovato la sua Akane. Ma ora lei rischiava la vita, forse era
già….no, non doveva pensare a quello, ora doveva solo farsi forza e ignorare il
dolore lancinante alla testa per non perderla davvero.
Si alzò, e il mondo divenne
grigio. Lottò contro la sensazione di svenire, e si rimise a correre. Cadde, si
rialzò, cadde di nuovo, di nuovo riprese: era quasi il
tramonto.
Il fuoco crepitava sulle
foglie secche, e Ryoga aggiunse un altro tronco. Sospirò, e alzò gli occhi verso
Ukyo. La ragazza lo fissò coi suoi grandi occhi marroni e accennò un sorriso che
non le riuscì, mentre poggiava un altro panno bagnato sulla ferita di Akane.
Aveva una profonda ferita alla tempia, un’altra al braccio rotto.
Ryoga riuscì a parlare in un
soffio, con una voce dolce che non sembrava nemmeno la sua “La mia povera Akane.
E’svenuta da almeno quattro ore….Ucchan, sei sicura che….” La ragazza riuscì a
regalargli un sorriso stavolta: “Il suo cuore batte, piano ma batte. Il suo
respiro è debole, ma respira. Posso quasi dire che è stata fortunata a….bè
insomma lo sai”
Ryoga prese un respiro
profondo “E’in coma, vero?” “Credo proprio di sì. E’stato difficile fermare
l’emorragia al suo braccio rotto. Credo che si sia ferita fino alla vena del
braccio. Ha perso molto sangue anche alla testa, e ha preso una gran brutta
botta” “Ha perso troppo, troppo sangue….il braccio l’abbiamo steccato e
medicato, ma sulla testa….quella ferita…” Le lacrime gli salirono agli occhi, e
il ragazzo afferrò una manciata di terriccio con una rabbia talmente accorata
che gli sanguinarono le dita. Ukyo gli prese la mano, e strizzò delicatamente
col panno bagnato qualche goccia d’acqua sui tagli. Lui alzò il viso e la guardò
con occhi grandi come quelli di un bambino. “Non è facendoti del male che la
salverai….vedrai che Ranma tornerà con il muschio che la guarirà” Ryoga annuì;
la sua bocca tremò, ma si asciùgò le lacrime e sfiorò delicatamente il viso
bianco di Akane. “La ami molto, vero?” Ryoga annuì “Akari è la mia fidanzata”
dichiarò “Ma per Akane….per lei provo qualcosa di molto bello. E’ stata la prima
amica che ho avuto, il primo amore, lei è stata speciale per me” “:::come io
sono stata speciale per Ranchan…peccato che l’amicizia sia così diversa
dall’amore…” Ryoga la guardò con un sorrisetto tagliente “E’strano che tu ti
prenda cura della fidanzata del tuo Ranma in maniera così attenta e amorevole”
La ragazza abbassò gli occhi tristemente. “Lei è troppo importante per Ranma,
non sopporterei di vederlo soffrire per la perdita di Akane” “Ma c’è
dell’altro…vero?” Ryoga ammiccò, e Ukyo scosse la testa per riavviarsi dal viso
i lunghi capelli castani con un movimento che al ragazzo sembrò molto
affascinante. “E’ vero –disse la ragazza con la spatola-le voglio bene anch’io;
diamine, checchè io ne dica è mia amica anche Akane, e non mi piacerebbe affatto
vederla morire” Ryoga le rivolse un sorriso dolce che la fece quasi arrossire
“Sei molto buona, Ucchan. Ranma ha ragione a volerti bene” Stavolta arrossì
davvero “Che dici Ryoga, non hai mai parlato così…..” Ryoga si rese conto della
sua frase e arrossì a sua volta. Sussultò sentendo una mano di Ukyo posarglisi
sulla guancia “Anche tu – disse lei – sei molto buono, sei un caro amico” Ryoga
si sentì avvolto da un profondo senso di affetto per la piccola Ukyo, così come
per Ranma e per tutti quelli che definiva suoi “nemici”. Era sempre stato solo,
ma da quando aveva ritrovato Ranma e conosciuto l’allegra brigata del Furinkan
la sua vita era stata piena di amicizia e avventure. Era grato al destino di
aver conosciuto persone speciali come Ucchan. Prese la mano che la ragazza gli
aveva posato sul viso e la strinse. Ranma sarebbe tornato presto, e tutto
sarebbe stato di nuovo al suo posto.
Il bosco si infittiva, e le
ombre si stavano allungando. Ranma sentì crescere dentro di sé il terrore di
perdersi come faceva sempre quello stupido di Ryoga. Se solo non fosse caduto e
svenuto in quella grotta……l’acqua della vita era servita per poco, per troppo
poco, e non sarebbe bastata a lungo: Akane era troppo grave, aveva bisogno di
quel dannato muschio che prima cresceva sul corpo di Orochi. Era una fortuna che
avessero deciso di piantare l’albero della vita, su cui il muschio si
riproduceva accanto alla sorgente, non avrebbe dovuto perdere tempo a lottare
con quel mostro.
Mentre correva vide aprirsi
davanti agli occhi la valle, e sentì le gambe così leggere che avrebbe potuto
volare: lì c’era la fonte, e lì c’era…..Il mondo si fermò, la testa ronzava
incessante. Un grido muto gli salì alla gola (“Perché, perché!!!”) come quel
giorno che Akane sembrava volerlo abbandonare per un altro (“Vuoi più bene a lui
che a me?!”) e lui aveva corso (“Perché Akane, cos’ha lui che io no ho,
PERCHE’!!!!”) e aveva gridato :”PERCHEEEEEEE’!!!????!!!!”.Il grido risuonò
nell’aria vuota e fredda, e il ronzio aumentò.
Il muschio non c’era
più.