23 gennaio-Tribute to Sasori

In questo giorno celebriamo la nascita di un marionettista… No, non di un marionettista ma del marionettista.

L’unico degno di essere chiamato così.

Sua nonna Chiyo era una dilettante al confronto.

Nonna… Come si può considerare nonna la donna che uccide il proprio nipote?

Sasori non è stato ucciso. Si è lasciato uccidere.

Lui, che credevano non avesse cuore.

Lui, il cui cuore aveva smesso di provare sentimenti umani da troppo tempo.

Lui, il cui cuore, in punto di morte, si è rimesso a funzionare.

In quella caverna ormai distrutta, un cuore ha ripreso a funzionare. E batterà in eterno.

Dei passi, leggeri, quasi inudibili ma presenti.

Una lunga chioma bionda. Due occhi azzurri bagnati dal dolore della morte del suo migliore amico. Due braccia calde, forti, che lo avvolgono.

Una fronta poggiata sulla spalla.

E poi l’urlo. Un urlo non acuto, non frivolo, non quello di una ragazzina quando vede il suo innamorato.

Ma un urlo profondo, pieno di dolore, che potrà voler dire niente per molti, ma che dice tutto per uno:

-DANNA!!!

Non devi piangere, Deidara.

Lui se n’è andato in combattimento, assieme alle sue adorate marionette, e il suo ultimo pensiero è stato quello di non averti mai dedicato una parola gentile, di non aver mai avuto rispetto per te, quando tu ne avevi per lui.

Il suo ultimo pensiero sei stato tu.

Lasci quel corpo che non conosce la sofferenza adagiato sulla roccia.

Esci e con la tua argilla crei uno Scorpione.

-Katsu!

 La parte superiore della caverna crolla e copre il corpo del tuo Danna. Per sempre.

-Addio, Danna. Un giorno ci rivedremo. E allora staremo insieme. Di una sola cosa sono contento: hai avuto la morte che volevi. Artistica, per te. E, nonstante le mie credenze, tu rimarrai sempre eterno.

Ti volti e te ne vai portandoti Sasori nel cuore. Che ancora batte.

In questo giorno celebriamo la nascita di un marionettista… No, non di un marionettista ma del marionettista.

Che dopotutto aveva un cuore.

In ricordo di Akasuna no Sasori.