Alle mie compagne di squadra Princess e Jess.
Complimenti donne!
Too Much
Indossava
e toglieva abiti, dal costo improponibile, da almeno un’ora, e Sakura cominciava ad essere visibilmente stanca e nervosa.
Il giorno
seguente ci sarebbe stato il Ballo e non solo le mancava
il vestito giusto, ma anche l’accompagnatore!
Fissò il
proprio riflesso nello specchio del lussuoso camerino, esasperata.
I capelli
erano troppo corti e appariscenti, le ciglia troppo sottili, il seno troppo
piccolo, la vita troppo stretta, i fianchi troppo esili, le gambe troppo scarne.
Sakura
si sentiva troppo, troppo tutto per
essere non carina, ma solo vagamente guardabile.
E
quel damerino dell’Uchiha, che non faceva altro che
ignorarla da mattino a sera, non aiutava certo nella lotta contro la sua scarsa
autostima.
Avrebbe
tanto voluto essere come Ino. Lei non era mai troppo, era solo, sempre
perfetta. E aveva la fila, di ragazzi che volevano
uscire con lei: Itachi, Kiba,
Kankuro, Shikamaru…
Sbuffò,
un nodo alla gola che pesava nel petto e un’incredibile voglia di piangere.
Sfilò
l’abito dorato reggendosi in piedi a fatica, troppo vicina ad una crisi di nervi.
”Al
diavolo!” gridò verso la pila di stoffe preziose accatastate
sullo sgabello. Poteva anche non andarci, pensò, a quello stupido ballo. E così si tagliava la testa al toro.
Un
singhiozzo le sfuggì dalle labbra, mentre continuava, imperterrita, a
paragonarsi alle altre, troppo ostinata per apprezzare
la propria personalità, per capire che la vera bellezza sta nell’essere
diversi.
Quelle
parole così sagge gliele aveva dette qualcuno per
consolarla, pensò mentre usciva dal negozio - senza aver ovviamente comprato
nulla - ma proprio non riusciva a ricordare chi.
“Sakura-chaaaan!” una voce allegra la riscosse da suoi
sconsolati pensieri.
Naruto
le stava di fronte, in tutta la sua abbondante inadeguatezza.
I capelli
erano troppo biondi e disordinati, gli occhi troppo limpidi per non essere sinceri, le labbra troppo carnose per essere di un ragazzo,
le spalle troppo poco possenti, le braccia troppo magre, l’abbigliamento troppo
informale e soprattutto arancione.
“Cosa vuoi, Naruto? Ti avverto che
oggi non è giornata” proferì scontrosa, incrociando le braccia la petto.
“Ehm, io…
Insomma…” tentennò, “Argh, ‘tebayo! Vuoi venire con me al ballo, Sakura-chan?” sputò. “So che è tardi e che
probabilmente avrai già qualcuno e mi manderai a quel paese a suon di pugni, ma
io te lo volevo chiedere lo stesso!” Aggiunse senza neanche prendere fiato per
respirare.
Sakura
alzò un sopracciglio, scrutandolo scettica. “E me lo
dici adesso perché sono la tua ultima spiaggia, vero baka?”
“Ma no! Non dirmi che non ti sei accorta che mi piaci da una
vita, Sakura-chan! Ho anche rifiutato Hinata-chan perché io voglio te!” sbrodolò
sincero, accompagnando le parole con ampi gesti delle braccia e buffi saltelli.
Sakura
lo guardò stralunata, “Davvero?”
“Certo! Sakura-chan, tu mi piaci troppo,’tebayo!”
rispose senza la minima esitazione.
Sakura
si portò una mano al mento, fingendo di pensarci su, “Basta
che ti vesti di nero” concesse con un sorriso genuino.
“Yattaaaa!!!” esplose,
abbracciandola di slancio tanto da sollevarla da terra. “E
tu cosa ti metterai, Sakura-chan?”
“Non lo
so” rispose cupa, osservando imbarazza i jeans slavati
e la maglietta sdrucita che indossava.
“Non
importa.” Assicurò, “Così sei bellissima.”
Ed
era vero. Sakura non si era mai sentita così bella
come riflessa nell’azzurro dei suoi occhi.