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Autore: Manu_Green8    02/08/2015    0 recensioni
Lauren poteva contare soltanto su una persona nella sua vita: Louis Tomlinson, suo vicino di casa e migliore amico da ormai tanti anni. E la svolta nella vita del neo cantante, porterà di conseguenza un cambiamento in quella della ragazza.
Il trasferimento, la conoscenza della band, il passato alle spalle.
Ma Lauren riuscirà a gestire il tutto? Con il nuovo lavoro accanto al migliore amico, un irlandese biondo e un nuovo mondo da esplorare, riuscirà ad avere una vita "normale"?
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Niall/OC; Larry Stylinson
E dopo una lunga riflessione, ho deciso di far venire a galla ancora una volta la mia ossessione per i One Direction con una fan fiction (rimandando altri lavori in programma).
Partirò dall'inizio, tenendo conto (per lo sfondo) di fatti realmente accaduti (tappe del tour, interviste e roba varia), ma tutto il resto è pura fantasia. L'unico personaggio che mi appartiene (ovviamente!) è quello originale.
Buona lettura!
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le luci della sua stanza erano spente. La porta era chiusa e nonostante tutto le urla riuscivano a giungere fino alle orecchie della bambina e a farla sobbalzare ogni volta. Era così spaventata. Tremava, con le ginocchia al petto e con il solo pensiero di essere al sicuro. Perché la scrivania era il posto più ideale per stare al sicuro. Era sempre così: tutte le volte, sotto quella vecchia scrivania.
Poi la porta di casa che sbatteva violentemente e la bambina sobbalzò. Le urla della donna che continuavano imperterrite, del vetro in frantumi sul pavimento e l’ennesimo sobbalzo.
Piagnucolò spaventata, stringendo ancora di più le gambe al petto e poi quei passi. Il ticchettio delle scarpe sul pavimento e quei passi sempre più vicini. Sempre più vicini alla sua porta.
 
Novembre 2010
E i suoi occhi si aprirono di scatto. Le lenzuola attorcigliate alla gambe e il suo respiro accelerato.
Sospirò pesantemente e si alzò dal letto. Aprì la porta della sua camera, chiusa a chiave dalla sera prima e tirò fuori la testa. Il corridoio sembrava deserto e il silenzio tombale la rassicurò.
Raccattò dei vestiti dall’armadio e uscendo dalla camera si chiuse in bagno. Era ormai abituata a quello stile di vita. Ogni mattina impiegava 9 minuti esatti per prepararsi dentro a quel bagno e il più in fretta possibile usciva di casa. Si guardò allo specchio un’ultima volta e sistemò la sciarpa intorno al collo attentamente, lasciando che i capelli lisci e color caramello le ricadessero morbidi sulle spalle.
Si affrettò a scendere al piano di sotto, continuando a guardarsi intorno. Prese una brioche dalla dispensa, non curandosi del fatto che non fosse il suo ripiano e che si sarebbe cacciata nei guai. Camminò fino all’ingresso e improvvisamente sentì dei passi pesanti che scendevano le scale e dei borbottii al seguito. Spalancò gli occhi e recuperò in fretta la giacca e la borsa a tracolla, aprendo la porta il più in fretta possibile.
Fece in tempo a sentire la voce profonda che diceva il suo nome, poi la porta si chiuse alle sue spalle e lei si affrettò nel vialetto, mentre si infilava la giacca. Non appena mise piede fuori dal piccolo cancello rosso e arrugginito, sospirò. Anche quella mattina era andato tutto liscio. Per sua fortuna.
Prese a camminare come ogni mattina verso il negozio di musica di Doncaster, dove lavorava. E come sempre lanciò uno sguardo alla villetta blu accanto alla sua. Proprio in quel momento la loro porta di ingresso si aprì e due bambine bionde corsero fuori con i loro zaini sulle spalle.
Dietro di loro, la madre le intimava di stare attente, mentre loro ridacchiavano.
E poi la videro. “Lauren!” urlarono, andandole incontro.
“Buongiorno, ragazze” disse loro, mentre prendevano a camminare insieme sul marciapiede, dopo che la ragazza ebbe salutato la loro mamma con la mano e lei aveva ricambiato sorridendole. “Come va sta mattina?” chiese, sorridente.
“Tutto bene. Oggi vieni a vedere Louis da noi, vero?” le chiese eccitata Lottie, la più grande delle due, che aveva appena dodici anni.
Lauren sorrise. “Certo. Come sempre dopo il lavoro” risposi. Proprio come ogni puntata di X-Factor si ritrovava davanti al televisore, in casa dei suoi vicini: i Tomlinson. Ebbene sì, Lauren Frost era sempre stata la migliore amica di Louis Tomlinson dai tempi dell’asilo. Erano cresciuti insieme, per la strade di Doncaster o spesso e volentieri in casa Tomlinson, condividendo tutto e considerandosi quasi fratelli.
Avevano sempre avuto quel rapporto speciale che nessun altro bambino, se non loro, riusciva a comprendere. Stan e gli altri ragazzi avevano sempre fatto parte della loro cerchia, ma nonostante tutto a volte si ritrovavano quasi esclusi dai loro sguardi complici o dalle loro battute incomprensibili.
Insomma, dopo anni di lunga amicizia erano praticamente inseparabili.
Avevano entrambi lo stesso caratteraccio ribelle, sempre pronti a tutto con la testa alta, nonostante dietro ai loro atteggiamenti si nascondesse un animo dolce e sensibile.
Avevano tante di quelle cose in comune che tutti non potevano fare a meno di chiedersi chi fosse stato influenzato da chi. In particolare amavano la musica e lo sport.
Per parecchi anni avevano fatto sempre la stessa solita vita: scuola, lezioni di musica e allenamenti (anche se in sport diversi), fino a quando a Louis non venne l’idea di presentarsi ai provini di X-Factor.
Erano tutti così entusiasti. Lauren aveva sempre amato la sua voce ed era sicura che avrebbe potuto passare i provini senza problemi. Non fu di certo strano che la prima proposta di Louis era stata quella di presentarsi con lei, come duetto, ma il rifiuto della ragazza era arrivato repentino e deciso. Il ragazzo si era un po’ scoraggiato a quel punto, ma Lauren lo aveva incitato a farlo. Lei sarebbe stata al suo fianco. Beh, dall’esterno, ma lo avrebbe comunque appoggiato e sostenuto.
E così i provini erano avvenuti e Louis era diventato un membro di una band insieme ad altri quattro ragazzi. I One Direction erano nati.
Lauren li aveva seguiti con la famiglia Tomlinson passo dopo passo e li aveva amati fin dall’inizio. I momenti più divertenti erano quelli dei video diari, in cui i cinque ragazzi interagivano e quelli più emozionanti erano ovviamente le esibizioni sul palco.
A poco a poco i cinque ragazzi avevano fatto dei progressi enormi ed erano diventati la boyband più amata dalle ragazze. Beh, che avessero delle voci strepitose e che fossero belli era un dato oggettivo.
Lauren non era riuscita a vedere Louis dal vivo durante quei mesi e per lei furono i più tragici.
Quando il tuo migliore amico non era più a casa sua, dopotutto, era decisamente più difficile avere delle scuse per uscire dalla propria, di casa.
Era riuscito a sentirlo una o due volte, ma al telefono non erano riusciti a dirsi quasi nulla. Il ragazzo comunque le aveva promesso che una volta uscito di lì le avrebbe raccontato tutto.
Ovviamente Lauren aveva già capito un paio di cose, solo dai video che vedeva in tv e non vedeva l’ora di sentirgli confermare cose che lei aveva soltanto supposto.
Primo tra tutti: Harry Styles. Il componente più piccolo della band; il riccio dagli occhi verdi che con molta probabilità aveva lasciato un segno sul componente più grande.
Lauren aveva studiato i comportamenti del suo migliore amico già dai primi video e si era accorta palesemente che Louis provava qualcosa per il ragazzo. Tutto sommato non sarebbe stata una novità per lei. Louis aveva avuto qualche ragazza qua e là negli anni (come quella che aveva mollato per entrare nel loft di X-Factor), ma le ragazze non erano le sue uniche preferenze. Questo discorso lo avevano già affrontato qualche anno prima, quando Louis aveva iniziato a consigliarle i ragazzi e talvolta a fare qualche commento di apprezzamento. In un primo momento Lauren era rimasta stupita, ma quando Louis era andato nel panico, pensando che lei non lo avrebbe accettato, lo stupore era svanito in un attimo e abbracciandolo gli aveva detto che per lei non era affatto un problema. Era sempre lo stesso Louis Tomlinson a cui voleva un bene dell’anima. L’aveva solo presa alla sprovvista, considerando che era già stato con diverse ragazze.
Insomma, Lauren fremeva per sapere qualcosa di concreto sui due ragazzi, già prima che circolasse sul web la Larry Stylinson.
Era anche così curiosa di conoscere i quattro ragazzi, gli altri componenti della band.
Con questi pensieri in testa si era ritrovata quasi senza accorgersene davanti al negozio di strumenti musicali della città. Aprì la porta, facendola scampanellare e Fred le venne incontro. “Oh Lauren, sei qui. Oggi ho delle commissioni da fare, va bene se ti lascio il negozio? Te la cavi anche senza di me?” le chiese.
Lauren sorrise e annuì. Era sempre così: Fred, il vecchio proprietario del negozio con la barba grigia e gli anni giusti per poter andare in pensione, sgattaiolava chissà dove per ore, lasciando il negozio nelle mani della ragazza. Era ormai così abituata a farlo che le sarebbe venuto semplice anche diventare la proprietaria. Ridacchiò, pensando a quanto Joyce, il nipote di Fred della sua stessa età la odiasse. Dopotutto suo nonno dava più attenzioni a lei che a lui e non c’era da stupirsi se avesse preferito intestare in futuro il negozio a lei, piuttosto che al ragazzo scapestrato e poco attento qual era suo nipote.
Lauren amava quel lavoro. Fred era un uomo davvero gentile nei suo confronti e quasi sempre le lasciava il compito di chiudere il negozio, lasciandole la possibilità di usare gli strumenti ed esercitarsi per un po’, come se fosse una cosa normalissima. Lauren avrebbe davvero voluto avere un nonno del genere.
Fred le strinse la spalla e scappò via, lasciando la ragazza in mezzo a quello che considerava quasi il suo habitat naturale. Era ancora presto e sapeva che aveva ancora del tempo prima che qualche cliente si facesse vivo. Così, non poté fare altro che sedersi e aspettare.
 
Nel pomeriggio chiuse il negozio e decise di andare via prima del solito, dopo aver suonato un po’ il pianoforte. Dopotutto quella sera avrebbe dovuto vedere i ragazzi alla tv e lei stava fremendo per quello.
Così, chiuse il negozio e andò via. Senza passare da casa si ritrovò davanti casa Tomlinson. Non ebbe neanche il tempo di suonare il campanello che la porta si aprì e due bambine di sette anni le saltarono addosso.
“Laurie, vieni dentro! Sta iniziando” urlarono.
La ragazza sorrise e si avviò in salotto, dove tutti erano stravaccati sul divano in attesa che iniziasse.
Si avviò in cucina dove Johannah stava pulendo i fornelli e abbracciò la ragazza.
“Ciao tesoro. Tutto bene?” le chiese.
Lauren annuì e sorrise. La donna la guardò e continuò: “Hai cenato?”.
La ragazza scosse la testa. “Ma sto bene, non preoccuparti”.
Johannah roteò gli occhi, con un sorriso bonario e tirò fuori dal forno un piatto pieno di cibo.
“A te” disse, porgendoglielo.
Lauren non poté fare a meno di sorridere. Quella donna era sempre stata una mamma per lei e ne era talmente grata. Se non l’avesse accolta in casa sua, non sapeva neanche lei come avrebbe fatto in quegli anni.
“Grazie, Jay” disse dolcemente.
“E’ iniziato!” urlarono dal salone e così le due donne raggiunsero gli altri, pronti per vedere il loro splendido Louis in televisione.
 
 
 
 
  
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