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Autore: Dregova Tencligno    03/08/2015    0 recensioni
Tanti quesiti.
Nessun responso.
Solo fatti.
Il tuo respiro diventa anche il mio.
Le tue labbra il mio nutrimento.
La tua anima la mia prigione di libertà.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu. L’Universo.
La prigione. La libertà.

 
 
Nella tua anima si cela il mio riflesso,
uno specchio opaco che tu fai diventare limpido.
La tua voce per me ha il suono dell’infinito proprio del mare
e rido al contatto dei miei piedi nudi con la sabbia dorata.
E mi perdo nel cosmo dei tuoi occhi
che brillano come l’intero firmamento che mi fa sentire piccolo,
una grandezza che mi riduce in prigionia;
in essi vedo l’alba e il tramonto,
il sole, i pianeti e le galassie.
Come un bambino osservo beato il miracolo che in me hai creato.
Il cuore era fermo, non pulsava,
chiuso in una scatola insonorizzata giaceva.
Niente poteva entrare.
Niente poteva uscire.
Ma tu,
soltanto tu hai avuto il coraggio di aprire quella scatola
e prendere in mano, con immensa dolcezza, il mio cuore nero
sanguinante e ferito.
Lo hai stretto a te, non l’hai lasciato cadere disgustato,
lo hai stretto al tuo petto come se fosse un cucciolo impaurito
e hai cantato per lui.
Per me.
Ho voluto vedere i tuoi occhi,
ma questi ardevano come braci sul mio peccato.
Non sono mai stato quello che dicevo di essere
e tu lo sapevi,
ma non te ne è importato nulla.
Mi hai accettato per ciò che ero.
Sono.
Sarò.
Una vita persa a credere nel nulla,
almeno fino a quando la tua immagine non è comparsa
manifestandosi come un improvviso incendio
che ha carbonizzato i miei muri e le mie protezioni.
Mi stringi forte,
talmente tanto che potrei nel tuo corpo,
caldo mentre fuori il mondo è freddo,
gelato per via dell’indifferenza che serpeggia tra gli uomini.
Sussurri parole,
accarezzi il mio cuore di palude,
mi guardi con i tuoi occhi di stelle
e io mi chiedo cosa si celi dietro quei veli oscuri in cui trovo sicurezza.
Ne sono sicuro,
ci sarà un tempo in cui tutte le mie domande otterranno una risposta.
Per esempio cosa tu abbia fatto di male per entrare violentemente nella mia mente.
Perché mi ami e non mi odi?
Non vedi il mostro che sono?
Cosa ti spinge ad avvicinarti a me? Pietà o altro?
Perché tu per me sei l’oceano della creazione,
la tempesta della vita,
la palpitante terra su cui i miei piedi si muovono?
Perché con te non mi sento perso?
Perché il buco nero nel mio petto si rifiuta di inghiottirti per sempre e cancellarti?
Perché ti vuole vedere giorno dopo giorno?
Perché? Perché? Perché?
 
Tanti quesiti.
Nessun responso.
Solo fatti.
Il tuo respiro diventa anche il mio.
Le tue labbra il mio nutrimento.
La tua anima la mia prigione di libertà.
   
 
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