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Autore: Laix    06/08/2015    6 recensioni
Lo scopo di questa raccolta di one-shot è di sperimentare varie coppie (non solo love couples) sia tra le più conosciute che tra le più impensabili. Alcune delle presenti sono già state suggerite da voi: con diversi personaggi e couple sperimentate, si vede cosa ne esce e si cerca di accontentare tutti! Non siete vincolati alla lettura dell'ultima shot pubblicata... Ogni shot è una storia a sé, quindi liberi di aprire la tendina dei capitoli e scegliere i duetti favoriti! ;) I contesti possono essere dei più svariati, anche passando per l'assurdo :D
***
35. Mary Sera e Shuichi Akai ~ [Sei dura, donna. Dura come la pietra, il ghiaccio, sei cemento. Io con te divento calce ma tu non ti rompi mai, una corrente salata che viaggia al contrario e apre le onde. Eppure guarda cosa hai nascosto lì sotto. Dietro le botte, gli insulti, lo sguardo, l'odio, ti stai solo preoccupando per me e per il destino avverso che inseguo. Hai già visto tutto coi tuoi occhi e su un altro uomo.]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14. Chianti e Vermouth ~

[Rating: Arancio]

***







Bersagli argentei


Un colpo. Fuori dal centro.
La donna sparò prendendo meglio la mira. Sparò di nuovo subito dopo.
Due colpi. Fuori dal centro, ma più vicini.
Vedendo che il centro esatto del suo bersaglio di metallo, a diverse yard di distanza, non veniva ancora scalfito, sparò una raffica di colpi ben mirati.
Cinque colpi. Sei colpi. Fuori dal centro.
Non permise alla frustrazione e all'ira di prendere il dominio di quella situazione. Era solo un allenamento, ma era importante. Ci voleva lucidità e, soprattutto, controllo delle proprie emozioni. Chianti mirò attentamente al bersaglio per l'ennesima volta, il quale le sembrava ancora più lontano di prima, e sparò con enfasi.
Sette colpi. Fuori dal centro. Maledizione.
Prese un respiro irritato e lo trattenne per tre, quattro secondi. Nell'assoluto silenzio di quella grande sala da allenamento oscura e illuminata solo dai fari posizionati ai lati, incastrò la pupilla nel mirino e concentrò tutta la sua capacità visiva sul centro del bersaglio. Fece leggera pressione sul grilletto. Ancora qualche secondo. Restrinse impercettibilmente la palpebra, il centro era a fuoco nella sua vista.
Sentì un rumore alle sue spalle, molti metri dietro di sé, all'ingresso della sala. Ma non ci fece caso e non si fece distrarre, anzi, se era entrato qualcuno avrebbe visto di cosa fosse capace. Fece pressione totale con l'indice, liberando il proiettile dal fucile, che saettò verso il bersaglio.
Otto colpi. Centro.
Chianti espirò lievemente e sorrise silenziosa, con l'occhio ancora posato in corrispondenza del mirino. Quando lentamente si rilassò staccandosi da lì e riponendo al suo fianco il fucile, si voltò all'indietro per vedere chi fosse venuto a farle visita nel bel mezzo del suo allenamento. E quando lo capì, quando riconobbe quella sagoma nel buio accostata alla porta d'ingresso, il suo sorriso di poco prima si spense all'istante.
- Wow, Chianti! Fai progressi. - dichiarò Vermouth con un fischio, falsamente colpita dalle performance della cecchina. - Non dovremmo aumentare la distanza tra te e il bersaglio, la prossima volta? Sicuramente ne usciresti comunque vincitrice -
Mentre la donna pronunciava quelle frasi, entrò nella stanza a passi sicuri avvicinandosi a Chianti. Pian piano uscì dalla penombra per entrare nella zona più illuminata della sala, arrivando di fronte a lei di qualche metro.
- Che cosa vuoi, stronza? - le chiese Chianti senza molti giri di parole e con un'evidente sfrontatezza nella voce.
- Oh, ma che modi. E dire che io sono venuta in pace. Chianti, tesoro, sono qui per chiederti una cosa molto seria – rispose Vermouth in tranquillità, portandosi alle labbra una sigaretta che doveva essersi accesa ancora prima di entrare lì dentro. Guardò Chianti e le soffiò poi il fumo in faccia, con altrettanta calma. Chianti sorrise perfida, accogliendo quel brutto gesto provocatorio.
- Non voglio che tu mi chieda niente. Sinceramente non voglio proprio che tu abbia a che fare con me, Vermouth. Figurati mettermi pure a farti dei favori! -
Chianti sbuffò oltremodo divertita, riafferrando il suo fucile e riprendendo l'allenamento come se fosse sola, puntandolo contro un nuovo bersaglio posizionato più lontano.
- Vattene. Ora. Mi sto allenando – concluse lei, stizzita.
- No. Lo farei volentieri, ma ciò che devo dirti non arriva da me, bensì dall'alto – le rispose la bionda.
- Ah, sì? E perché mai i piani alti avrebbero mandato te per darmi un avviso? Non ti credo. Non ti conosco benissimo, per fortuna, ma ne so abbastanza per capire che sei venuta soltanto a provocarmi – ribatté Chianti senza muoversi dalla posizione di poco prima e continuando a sondare il suo bersaglio attraverso il mirino. Le tremava il dito sul grilletto per la rabbia.
- Ma davvero pensi che io mi ritagli del tempo apposta per venire qui a farti arrabbiare? Vederti incollerita è di certo divertente, ma ho molto di meglio da fare. Adesso girati, non parlo con una tizia pateticamente altezzosa che mi dà le spalle -
- Ti ho detto di no. Di solito è Gin a passarmi gli ordini, non tu. Sparisci. -
- Non mi far perdere la pazienza, Chianti... e nemmeno il tempo, grazie. Ero abbastanza di buonumore, non vorrei uscirne diversamente -
- Oh, se ti annoi potresti andare laggiù assieme al bersaglio cercando di schivare le pallottole, così mi alleno con una sagoma umana e divento più brava. Che ne dici? Poi darò tutto il merito a te! - Chianti sghignazzò a voce alta, immaginandosi nella mente una scena simile e godendone alquanto.
- Anche se con quei bei tacchi da 10 cm, difficilmente schiveresti qualcosa. Direi che ti centrerei subito al primo, senza il minimo divertimento – le sussurrò infine Chianti, con una nota sadica nella voce.
- Ho detto di voltarti nella mia direzione e ascoltarmi, inutile pezzente – le rispose a tono Vermouth, lievemente spazientita.
Chianti sbarrò gli occhi e si staccò dal fucile, voltandosi di scatto verso di lei, irata.
- Oh, vedo che gli insulti attirano la tua attenzione. Adesso metti giù quel giocattolo ed apri bene le orecchie – le impose Vermouth con un mezzo sorriso.
- Come mi hai chiamata? -

- Inutile. Pezzente. E' chiaro o devo stenderlo meglio? -
Chianti emise un sussulto rabbioso e si voltò dalla parte opposta, cercando di dominarlo. Ma non ce la fece: in realtà quando aveva l'occasione per esternare le sue emozioni negative, non se la lasciava scappare. L'aveva fatto spesso anche con il suo caro collega e amico, Calvados, colui che aveva sempre dovuto sorbirsi i suoi sfoghi isterici durante i quali, per gentilezza, non la interrompeva mai, ma la lasciava fare, chiedendole soltanto alla fine “Ed ora? Stai un po' meglio?”. Il quale aveva sempre avuto una parola buona e paziente per appianare il suo spirito bollente, senza farle pesare nulla. Il quale aveva iniziato a provare un amore fatale per la donna che Chianti ora aveva di fronte, e che aveva causato la sua morte.
- Non ti basta tutto quello che hai già fatto, eh? Non ti basta mai. Devi continuare a danneggiare chi ti sta attorno, a far sentire la tua lurida supremazia, a spargere veleno come una schifosissima vipera che non vedrei l'ora di sfracellare sotto le ruote della macchina! - le urlò in faccia Chianti, alzando il tono frase dopo frase fino a far riecheggiare la propria voce in quel luogo chiuso.
Vermouth, per tutta risposta, iniziò a ridere.
- Accidenti, Chianti, che bel quadretto! E cosa avrei mai fatto per danneggiare te? Non ricordo di averti mai ritenuta così importante da indurmi a farti qualcosa. Forse è solo per via del tuo amico, Calvados, se te la prendi con me? Ma mica l'ho ammazzato io – rispose lei con insidiosa e fittizia ingenuità, riportandosi la sigaretta alle labbra.
- E' a causa dei tuoi assurdi e inconsistenti piani se lui è morto. L'hai costretto a seguirti la notte di Halloween, e... -
- Costretto? Io? Quello mi seguiva come se fosse il mio cane. E' stato molto utile, lo ammetto, fino a che non ha deciso di farsi ammazzare come un idiota. Ma che ci vuoi fare, la vita è anche questo – concluse Vermouth, cercando di arrivare subito al nocciolo della questione. Ma Chianti, con gli occhi lampeggianti di furia, non glielo permise.
- Non parlare di lui in questo modo. Non azzardarti mai più, o ne vedrai delle belle, stronza psicotica. Te lo garantisco. - le sussurrò Chianti con la voce simile ad un tetro sibilo.
Vermouth parve sia infastidita sia esaltata dall'atteggiamento della sua interlocutrice. Iniziò a scrutarla attentamente e trattenne a stento una risata crudele, prima di parlare.
- Ci tenevi davvero tanto a lui, vero? Ti piaceva, lo amavi? Scommetto di sì. Dimmi la verità -
- Non vengo certo a dirlo a te, bastarda -
- Vuoi che ti dica tutte le cose che diceva a me? O preferisci sapere il modo in cui mi guardava? E in cui mi desiderava? Ci tieni a saperlo? -
Chianti strinse i pugni, il labbro che iniziava a tremarle per la collera e l'indignazione. Doveva resistere, perché Vermouth avrebbe continuato ad accanirsi su quel suo punto debole fino a che non l'avesse vista crollare.
- Penso non mi avesse mai parlato di te. Forse una volta, così, di sfuggita, quando gli ho chiesto da chi fosse composta la sua squadra di cecchini. Mentre sono certa che a te parlasse di me, eccome, non faceva altro – riprese Vermouth, con quel sorriso affilato allargato.
- Smettila, Vermouth. E' un consiglio – ribatté la cecchina con voce ringhiosa.
- Questa cosa ti infastidiva? Che cosa ti diceva su di me? Tutto ciò che avresti voluto sentire su di te? -
- Ti ho detto di smetterla, sul serio. Non sto scherzando, questo è un... -
- Te l'ho portato al patibolo appena prima che tu riuscissi a fartelo, eh? Ma tranquilla! Non ci sarebbe mai stato, con te – si affrettò a puntualizzare la bionda, rivolgendole un sorriso falsamente compassionevole.
A quel punto Chianti perse le staffe e, senza potersi controllare o analizzare le conseguenze delle proprie azioni, sputò in faccia alla donna di fronte a sé. Fu una liberazione, un gesto che le fece addirittura tirare un lievissimo sospiro di sollievo. Ma sapeva che non sarebbe durata a lungo, nel momento in cui la reazione dell'altra sarebbe arrivata. Perché l'altra, che a lei piacesse o meno, era un membro dotato di cariche più elevate della sua: sperava che questo non comportasse una reazione a catena di vari membri sulla gerarchia.
Senza comunque scomporsi, la cecchina fissò la sua controparte chiudere ermeticamente gli occhi per svariati secondi di immobilità, portarsi lentamente un braccio verso il viso per asciugarselo in modo accurato col tessuto della sua maglia e poi riabbassarlo, senza emettere neanche un respiro. Poi la vide riaprire gli occhi di scatto, grigi e taglienti come scaglie di iceberg. Dall'espressione che indossava sembrava le fosse nata una nuova ombra dentro, pronta ad uscire fuori e scagliarsi contro di lei. Quella scena, in qualche modo, soddisfò Chianti: ormai era fatta, tanto valeva andare fino in fondo.
- Ah... allora adesso lo capisci, come ci si sente? A sentirsi sputare addosso certe affermazioni? -
E detto questo Chianti le sorrise graffiante, gustandosi appieno il suo cupo disappunto. Ma anche Vermouth, dopo alcuni secondi di palpabile silenzio dominante in quel luogo nero, ricominciò a dirle qualcosa.
- Chianti, cara. A questo punto... - cominciò la bionda, a voce relativamente bassa ma molto chiara. - ...si rende necessario che tu capisca da subito la differenza che separa noi due. -
Chianti era dotata di grandi riflessi, ma non poté anticiparla. Vermouth fece uno scatto rabbioso in avanti, verso di lei, alzando un braccio. La cecchina portò le mani in avanti per bloccarla dalle spalle e apparentemente ce la fece, finché non percepì un dolore lancinante sul collo scoperto. Fu come se qualcosa penetrasse in un unico e piccolo punto, ma fino in fondo, bruciando tutto. E da un certo punto di vista era così: capì che Vermouth le aveva premuto con forza la brace della sigaretta ancora accesa sul collo, per spegnerla sulla sua pelle. Chianti lanciò un urlo di dolore, digrignò i denti e tentò di respingerla, portandole a sua volta una mano al collo e afferrandoglielo, stringendo poi con una certa pressione. Vermouth le sorrise cupamente, non poteva sbagliarsi: adesso erano vicinissime, potevano udire i respiri pesanti l'una dell'altra.
- La differenza sta qui, Chianti. La differenza sta nel fatto che se tu ora premi di più sul mio collo, brava, così... - a quel punto dovette sforzare di più la voce, che faticava ad uscire per via della stretta. - ...e ancora di più, arrivando a strangolarmi o a farmi seriamente del male, ti succederà di tutto. Il capo lo saprà, saprà soprattutto che la causa è stata una stupida lite e te ne combinerà di tutti i colori, senza lasciarti pace. Ma se invece io faccio questo... - premette ancora di più la sigaretta sul suo collo, girandola a destra e a sinistra per spegnerla e costringendo Chianti a trattenere faticosamente altri gemiti doloranti, mentre il sudore le imperlava il viso. - ...se io faccio questo a te, non importa. Potrò fare anche di più, potrà saperlo chiunque ai piani alti, anche il boss in persona, che non succederà nulla... non è ritenuto grave! – a quel punto la bionda si staccò bruscamente da lei, tossendo e portandosi la mano al collo per massaggiarselo, e vedendo l'altra fare altrettanto, vedendola coprirsi la ferita circolare nera provocata dalla brace. Recuperando fiato, Vermouth la guardò dritta negli occhi e concluse il suo discorso.
- Ecco, Chianti. E' proprio questa la differenza. E se non vuoi che la prossima volta il risvolto sia peggiore, ti conviene abbandonare da subito certi slanci sprezzanti come quello di poco fa -
- Brutta... lurida... sgualdrina... - ansimò Chianti, premendosi nervosamente il punto di pelle bruciante. L'odio che stava provando in quel momento non aveva misura alcuna. Realizzò che, anche se quel suo discorso aveva senso, non le importava nulla. Prima o poi, quando magari non avrebbe più avuto nulla da perdere, l'avrebbe fatta fuori. Nel peggiore dei modi.
- Diventerai il mio bersaglio mobile e umano, Vermouth... fosse l'ultima cosa che faccio... -
- Ti auguro che sia proprio, ma proprio l'ultima. - ribatté la bionda sottovoce, prima di girare i tacchi per uscire da quella stanza. Ma poi, come colta da un'illuminazione, si rivoltò verso Chianti.
- Ah, giusto, il motivo per cui ero venuta. Il capo ti chiede di smantellare tutto il rifugio di Calvados, contenente fin troppe tracce e prove della sua presenza. Sa che tu lo conoscevi meglio di altri, perciò... -
- E perché non lo fa fare a te, visto che l'hai provocata tu questa perdita? Eh?! -
- Perché io non ho tempo per questo genere di cose. Buona serata, Chianti – disse la bionda avviandosi verso l'uscita, e prima di varcare la soglia si rivoltò inviandole uno “smack”. - E per tutto il resto... good luck! -
Poi si richiuse la porta alle spalle, scomparendo alla vista. Chianti sbraitò un urlo rabbioso afferrando il fucile e scagliandolo a terra con violenza. Afferrò poi il proprio telefono, senza esitazione, e telefonò a Gin.
- Gin! Dammi una commissione, adesso. Devi darmi qualche target, qualcuno da colpire, oggi stesso. Non c'è qualcuno? Va bene qualsiasi cosa! -
- Sei impazzita, Chianti? Non ci sono lavori in vista, e comunque non appena vengo informato ti... -
- Devo sfogarmi, trovami qualcuno! Ti scongiuro! -

Gin le chiuse la chiamata, senza ascoltare oltre. Un altro bastardo.
Chianti guardò il telefono con mano tremante, per poi sbatterlo di fianco a sé. Si piegò per recuperare il fucile lasciato a terra, si avviò al pannello di controllo della sala e premette con forza i tasti che liberavano sul campo molteplici bersagli di metallo, da colpire con velocità. Tornata alla postazione si concentrò facendo del suo meglio per ignorare il dolore pulsante e acuto ancora presente sul collo, al fine di abbattere quanti più bersagli possibili. Alzò il fucile e si rimise in posizione d'attacco, prendendo la mira e individuando le sagome metalliche.
“Il capo ti chiede di smantellare il rifugio di Calvados, contiene troppe tracce della sua presenza.”
Un colpo, due colpi. Fuori dal centro. Tre colpi, un bersaglio tramortito.
“Sa che tu lo conoscevi meglio di altri, perciò...”
Quattro colpi, cinque colpi. Vicini al centro. Sei colpi, sette colpi, scarica a raffica, perdita del conto. Otto bersagli tramortiti in tutto.
“Perché io non ho tempo per questo genere di cose.”
Ultimo colpo, netto. Centro.







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E arriviamo ad uno scontro tra le due donne cattivelle dei MIB. Non so voi, ma io le a-d-o-r-o, entrambe. E lo stesso vale per questo conflittuale rapporto che intercorre :P Ho preso spunto dalle varie scene in cui loro, nel manga, se ne dicono un po'. Se vogliamo questa shot è collegata alla numero 10 (Vermouth e Calvados), una specie di seguito che possa giustificare le reazioni di Chianti - non si sa esattamente quale tipo di legame ci fosse tra Chianti e Calvados, ma era qualcosa che ha portato lei ad odiare la bionda che ne ha indirettamente provocato la dipartita. Ho provato comunque ad interpretarlo nel modo che avete letto, anche perché secondo me le motivazioni sono più o meno quelle lì.
Fatemi sapere cosa ne pensate del confronto tra queste due serpi! Che a me ispira aggressività, ma magari qualcuno le avrebbe viste meglio ad un grazioso tavolo da tè, chi lo sa :P Come sempre siete liberi di darmi le vostre impressioni anche solo su questa shot, se vi ispira qualcosa, senza vincoli ;) EEEEE ragazzi! Vorrei sinceramente ringraziarvi di cuore per le vostre minacce di morte in seguito al capitolo precedente, yuppi! Detto così è assurdo, e per fortuna non tutti voi l'avete fatto XD Ma per me questo significa avervi fatto leggere un testo che in qualche modo non vi ha lasciati indifferenti, quindi ditemene pure di tutti i colori! :') E grazie a Dudi_Mouri che ha fatto sì che la Porsche sia stata giustamente rinominata col nome del modello che dovrebbe essere, perché sennò rimaneva la 911 iniziale che avevo scritto io e che, come dire, per quanto figa e sportiva... no .___.
Grazie a tutti ragazzi, davvero! <3 

  
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