Io.
Un
sospiro freddo.
Uno
specchio.
Vuoto.
Il
riflesso che gli avevo affidato si rifiutava
di guardarmi mentre io mi urlavo contro chiedendo pietà.
Vuoto.
E silenzio.
Non
avrei dovuto usare quell’inchiostro rosso.
Non avrei dovuto dipingere un addio con le mie dita. C’erano
le mie impronte in
ogni dove, che cercavano quel riflesso scomparso e non trovavano un
volto da
imbrattare con rabbia.
Vuoto.
Silenzio. Forse
una lacrima.
Ridevo
per non vomitare. Piangevo perché ridere
faceva male alla mia gola che aveva urlato troppo in quel doloroso
strazio
muto. Odiavo l’espressione terrorizzata dei miei occhi quando
qualcuno mi
frustava con quelle crudeli parole.
“Sei
bella.”
Tachicardia.
Ansia. Disperazione.
Annuivo
ed ingoiavo angoscia, senza mai
digerirla. Troppi sorrisi bugiardi.
Vuoto.
Silenzio. Una
lacrima. Una carezza teneramente indifferente.
Avrei
rotto quello specchio, se non ci avessi
vissuto dentro. Lo odiavo e lo amavo, perché era
incondizionatamente me.
Vergognosamente.
“Sei
bella.”
Un
altro sputo in faccia.
Com’è
facile uccidere un insicuro.
Vendevo
menzogne in cambio di illusorie verità a
mercanti di ipocrisia che mi volevano semplicemente più sana
di quanto io sarei
mai potuta essere. Perfetta così, dietro alla mia facciata
con scarabocchiato
sopra un sorriso disciolto.
Singhiozzandomi
addosso, giravo la chiave e
spegnevo la luce, riversa sul pozzo nero in cui mi sarei volentieri
annegata.
“Sei
bella.”
Ero
orribile, ma nessuno lo avrebbe mai visto.
Non lo avrei permesso. Mi ricucivo le labbra dopo ogni delirio,
pulendomi la
bocca dal troppo gridare. Nessuna acqua mi avrebbe mai lavata dallo
sporco che
mi incollavo sulla pelle.
Collassando
su un pavimento impregnato di me,
tra i frammenti di specchio colorati con l’inchiostro della
tinta sbagliata, mi
addormentavo sognando l’annullamento.
E
se io avessi soltanto un’altra notte da vivere?
Vuoto.
Silenzio. Una
lacrima. Una carezza teneramente indifferente. Inarrestabile buio.
Che il sole risorga presto.
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A/N:
niente di particolare
da dire su questa nonsense febbricitante, se non che la frase
“E se io avessi
soltanto un’altra notte da vivere?” è
tratta direttamente da The Wayfarer dei
Nightwish, ed è usata a fini poetici senza alcun lucro.