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Autore: alltimelow91    09/08/2015    2 recensioni
'...Quasi gli cadde lo spazzolino dalla bocca alla vista che gli si parò davanti pochi secondi dopo. Lei era lì, raggiante più che mai, ad accoglierlo con un sorriso che avrebbe fatto cedere anche Barbanera, se solo fosse realmente esistito.'
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo angolino: Benvenuti a tutti i lettori che approderanno su questa pagina! E' la prima volta che pubblico qui su EFP, dopo anni dietro le quinte a sbirciare e leggere i capolavori di molti/e di voi. Perchè ora: perchè questi due nsieme fanno partire mille film mentali non solo per quanto riguarda OUAT, ma soprattutto per le loro vite reali. Una sera, dopo l'ennesima replica in attesa della nuova stagione, mi si è accesa una lampadina e ho cominciato a scrivere. Non sono sicura di pubblicare ancora qualcosa, e, ad oggi, non so cosa mi spinga a farlo pechè giorno dopo giorno, scrivendo, la storia mi sembrava sempre peggio. Mi son decisa finalmente, sperando di non fare un totale buco nell'acqua. Spero di suscitare in voi anche solo un briciolo di ciò che molti sprigionano in me con i loro racconti. E spero anche che qualcuno abbia il buon cuore di recensire anche solo per dirmi che ho scritto baggianate. Apprezzerei tantissimo -e soprattutto- anche in questo caso! Ah, una piccola nota: consiglio di leggere il tutto condito da questa fantastica canzone in loop, che è poi quella che mi ha seguita durante la stesura della storia. https://www.youtube.com/watch?v=bnVUHWCynig 
Buona lettura!


›Think I’m addicted to your light.
 
 
Fu un attimo e i suoi occhi si destarono da quel dolce sogno che lo tormentava piacevolmente da qualche notte. Quella mattina fu colpa dei piccoli fili dorati che attraversavano la stanza tramite le fessure delle tapparelle, se l'incanto si era concluso.
Gli occhi ancora socchiusi e un piccolo sorriso sulle labbra. Un rigirarsi tra le lenzuola, come se, così facendo, potesse ancora raggiungere anche solo per un istante le braccia di Morfeo e godersi quella gioia.
Si tirò pian piano a sedere sul letto e si distese quel che bastó per permettere al corpo di riprendersi. Guardó in direzione del comodino, verso l'apparecchio telefonico. Aveva una voglia matta di afferrarlo e sentire la sua voce, di credere che anche lei in quel momento fosse indecisa sul da farsi, intenta a scorrere la rubrica in cerca del suo nome. 
Trattenendo quell'impulso si diresse verso il bagno e aprì il rubinetto della doccia. Il bisogno di stringerla a se stava diventando un chiodo fisso. Sentiva il bisogno di proteggerla, di farla sentire il centro del suo universo. Se solo l'acqua avesse potuto cacciare via quel tumulto di pensieri che gli scorreva nella mente. Se solo lei fosse stata lì con lui. 

 
Hit me like a ray of sun
Burning through my darkest nights
You're the only one that I want
Think I'm addicted to your light
 
Sapeva bene quando fosse cominciato tutto. Una chiamata per un nuovo ingaggio, l'incontro con i nuovi colleghi. LEI. Fili dorati, sorriso di pesca, due immensi laghi verde smeraldo in cui si sarebbe immerso fino a sprofondare, per poi risalire giusto quel minimo indispensabile per riprendere il respiro. 
I loro ruoli: Emma e Hook. Quel personaggio così simile alla realtà, che rispecchiava in pieno mille sue sfumature. Una più di tutte le somiglianze lo aveva spiazzato ed era il senso di non appartenenza che sembrava celarsi dietro i suoi occhi quando nessuno la guardava. Così come la Salvatrice non credeva sua tutta la storia di principesse e draghi e regine cattive, lei pareva non sentirsi pienamente soddisfatta da ciò che la circondava, come se le mancasse qualcosa. Ma nessuno sembrava accorgersene, tranne lui. Chiunque riusciva a vedere solo la facciata radiosa e spensierata che riusciva a mantenere con molta forza di volontà.
Un giorno, durante le riprese, una battuta di Emma prevedeva lei dicesse: “a parte la mia famiglia con Henry, non credo di essere mai stata parte di qualcosa”. In quell'attimo lui capì dall'intensità con cui pronunció quella frase, che la donna credeva in quelle parole più di quanto tutti loro potessero immaginare. Da quel momento, la sua voglia di colmare quel vuoto che sembrava attanagliarla si fece più forte giorno dopo giorno.
Si guardò allo specchio, ancora qualche goccia umida che gli scendeva lungo il petto, fino all'asciugamano attorcigliato in vita. Il suo viso gli parve disteso e rilassato. Avrebbe potuto dire, e al solo pensiero un altro sorriso sghembo fece capolino sulle labbra, che stare in sua compagnia in sogno gli giovasse. 
Non fece in tempo a finire di chiudere il tubetto del dentifricio che bussarono alla porta. Non senza sorpresa per l'avvenimento, si avviò verso l'ingresso incurante di coprirsi, scrollandosi momentaneamente dalla mente quei pensieri mattutini, sicuro di trovare di fronte a se il ragazzo del giornale, il postino o chissà quale vicino. 
Quasi gli cadde lo spazzolino dalla bocca alla vista che gli si parò davanti pochi secondi dopo. Lei era lì, raggiante più che mai, ad accoglierlo con un sorriso che avrebbe fatto cedere anche Barbanera, se solo fosse realmente esistito. Un sorriso che non fece fatica a ricambiare, ma che sapeva non essere all'altezza del suo ma più simile allo sguardo di un cane con la schiuma alla bocca. 
'Ciao Colin, scusami non volevo disturbarti, ripasso tra pochissimo, oppure...non passo proprio...oh accidenti avrei dovuto avvisarti' la bionda alla vista del ragazzo non poté fare a meno di nascondersi dietro il sacchetto che aveva tra le mani per trattenere a stento una risata tenue, suono che a lui sembró meraviglioso, e, già che c'era, per nascondere un po' del rossore che le era salito alle guance per averlo colto in quello stato, i capelli scompigliati e il petto ancora umidi. E quegli occhi azzurri, potevano essere più azzurri di quanto ricordasse? 
'Jen' bofonchiò Colin con la bocca un po’ impastata dal dentifricio. In realtà era grato di essere stato sorpreso in quelle condizioni, perlomeno avrebbe avuto il tempo di pensare a cosa dirle,  anche se aveva la sensazione di sembrare goffissimo ai suoi occhi. 
Le fece cenno di entrare non senza accorgersi che i battiti del suo cuore erano aumentati, da quando quella testolina dorata aveva fatto capolino davanti a lui. Tutto ad un tratto si preoccupò che tutto nei dintorni fosse in ordine e si maledisse, una volta averla fatta accomodare nell'ampia zona living, di non aver lavato le stoviglie la sera prima, sparpagliate qua e là sulla superficie della lavastoviglie. Sciacquò velocemente la bocca nel lavandino in cucina e cercò di sembrare rilassato.
Erano passati anni ormai dal loro primo incontro ma da quello che poteva ricordare non erano mai stati soli in casa sua. Solo una volta vi era entrata un annetto prima, quando tutta la grande famiglia di OUAT aveva deciso di fargli una festa a sorpresa il giorno del suo compleanno e, con una scusa, lo attirarono fuori per i preparativi. Ricordó con felicità quella sera: gli autori gli avevano chiesto di presentarsi agli studi per parlare della sua nuova storyline affiancata a quella di Jennifer, ma non poteva sapere che a casa sua tutti erano in fermento per la preparazione di un party e, ad accoglierlo agli studi, non ci sarebbe stato nessuno. Quella sera lei era fantastica, un abito semplice e senza pretese che risaltava la sua carnagione e gli occhi. Il regalo che gli avevano fatto era comune a tutti, ma lei aveva voluto farglielo a parte. Aveva spiegato agli amici, in tono leggero e divertito, che "il rapporto tra lei e Hook era troppo profondo per condividerlo con altre persone" e il suo cuore aveva avuto un sussulto quando dal piccolo pacchettino che lei gli porse quella sera, ne uscirono fuori un piccolo uncino e un piccolo cigno in argento. 'Per tenere questa esperienza sempre con te, io non me la dimenticherò mai. So che non è il tipico regalo che un uomo si aspetta di ricevere, ma spero apprezzerai' le aveva detto lei. E facendolo gli aveva rivolto uno sguardo soddisfatto e felice, le guance rosa per un lieve imbarazzo. Lui non sapeva assolutamente cosa dire, avrebbe voluto soltanto attirarla a se e baciarla così da farle capire che lui non avrebbe potuto dimenticarsene mai, nemmeno volendo.
 
Poi ritornó alla realtà e la sua bellissima bionda era ancora lì, di fronte a lui.
Ci fu ancora un breve momento di silenzio prima che lei prendesse l'iniziativa.
'Ho pensato di condividere la colazione con il pirata. Sai...' fece una pausa '...mi sono detta che non passo abbastanza tempo con gli amici ed eccomi qui. Spero di non aver scombinato i tuoi piani per la mattinata' 
Lui cercò di recuperare la sicurezza che ostentava in sua presenza sul set 'hai scelto la persona giusta. Quale altro affascinante pirata. oltre me, conosce una bionda così? E non preoccuparti, nessun impegno per oggi,' Jennifer parve arrossire nuovamente, ma forse era semplicemente una sua impressione. 'Dammi solo il tempo di vestirmi e sono tutto tuo' 
Facendo lo stesso percorso a ritroso, fino all'ingresso per salire su per le scale, venne abbracciato dall'odore floreale e fresco di un profumo che sapeva bene essere quello usato da Jen. Si soffermò qualche secondo in più del dovuto e se ne lasciò inebriare, poi salì alla svelta gli scalini.
 
***
 
'Tuo' i pensieri di Jennifer si fermarono nell'udire quella parola. 
Spesso aveva creduto che qualcuno fosse Suo, mai era davvero successo. Cambiava tutto da un momento all'altro, sempre: ripensamenti, tradimenti, incertezze. Nessuno le era mai riuscito a dare più di tanto. Le erano rimaste solo paure, insicurezze, incomprensioni, litigi, indifferenza, solitudine, rabbia. L'avevano usata, rivoltata come un calzino e poi abbandonata come si fa con gli indumenti vecchi.
Aveva perso le speranze. Essere Jennifer Morrison non era il passe-partout per la felicità, tutt'altro. Sembrava essere la calamita per certi tipi di uomini, per il dejavù che si trovava a rivivere costantemente con tutti. Era esausta di quella situazione, tanto da cominciare a pensare che sarebbe rimasta così, zitella per sempre. 
Pensó che l'unico che da tempo riuscisse a tirarla su di morale fosse proprio il ragazzo da cui si era catapultata quella mattina, l'ennesima in cui la sveglia aveva suonato e lei aveva già gli occhi sbarrati contando i minuti, in attesa che scattasse.
Era stato il primo a venirle in mente quando, tirandosi a sedere sul letto, aveva deciso che quel giorno le cose sarebbero dovute cambiare, che non aveva più intenzione di vagare in quel mare di disperazione, desolazione e solitudine. Non che fosse sola ma la presenza degli amici, seppur molto importante, non riusciva a bastarle. Non più. Non che non fosse contenta di vederli, ma uscire con molti di loro significava dover sbattere il muso contro la loro vita che pareva essere perfetta, fatta di mariti dolci e coccoloni, mostriciattoli gironzolanti per casa e tanta, tanta invidia da parte sua. Mentre lei a 30 anni suonati, non sapeva nemmeno da che parte cominciare. La decisione di riprendere in mano la propria vita e tornare ad essere la ragazza sicura di un tempo, era arrivata così, con una determinazione che si sentiva di aver perso da un periodo troppo lungo.
Doveva ammettere che trovandoselo davanti a petto nudo ancora fresco di doccia l'aveva fatta sussultare. Conosceva la sua bellezza, parecchie volte si era sentita libera di guardarlo ridere e scherzare con chiunque lo incontrasse sul set, da lontano. Sembrava il fulcro dell'attenzione di tutti. Lo adoravano, pendevano dalle sue labbra o ancora meglio, dai suoi occhi oceano. 
Anche lei ci era cascata. A volte, mentre recitavano, sentiva il cuore più leggero, tanto da desiderare di dover recarsi a lavoro pure di domenica. Baci tra loro ce n'erano stati abbastanza da poter dire che qualcosa in lei si smuoveva in quegli attimi più che per tutti i baci avuti fino ad allora con altri colleghi. Lo sguardo che le doveva rivolgere in alcuni ciak era quello tipico di Hook: sopracciglia sollevate nel suo caratteristico modo e sguardo furbetto. Quello però non era il suo preferito, oh no. Si era scoperta amante dello sguardo che notava rivolgerle nei brevi momenti di pausa tra una scena e l'altra, quando, immersa nei suoi pensieri si risvegliava d'improvviso sentendosi bruciare la pelle dalla concentrazione di lui nel guardarla. Non capiva il perché, non poteva nemmeno lontanamente immaginarlo, ma lo coglieva nel farlo tanto spesso che lei non poteva non vedere che dietro quella concentrazione c'era anche qualcos'altro. Forse solo uno studio del personaggio, magari delle prove di sguardi tra i due sul set.
 
 
'Scusami non ti ho nemmeno chiesto se volessi qualcosa di fresco da bere, fa un tale caldo là fuori, non sembra nemmeno di essere a Vancouver' 
Riapparve ancora scalzo ma aveva indossato una T-shirt con scollo a V nera e degli skinny jeans neri anch'essi.
Jennifer, che si era intanto accomodata su di uno sgabello del bancone della cucina, scrolló le spalle e sorrise 'fai tu, mi fido'
Non le sembrava vero di aver pronunciato quelle parole. Ma in fondo pensó che fosse una frase innocente, Colin non ci avrebbe nemmeno fatto caso, erano tutte congetture nella sua testa. Si riperse nei suoi pensieri tanto da non rendersi nemmeno conto del bicchiere di succo d'arancia ghiacciata che Colin le aveva piazzato davanti.
 
***
Di nuovo quello sguardo perso.
Non resistette, in due falcate attraversó la stanza e prima che lei potesse accorgersi cosa stava succedendo, due braccia le stavano circondando le spalle da dietro, il suo viso accanto a quello della donna, le due guance l'una attaccata all'altra, i due respiri caldi fusi in uno solo. Colin si accorse con un pizzico di soddisfazione che il suo non era l'unico cuore ad aver accelerato il passo, poteva sentirlo. 
'Un penny per ogni tuo pensiero' le bisbiglió sottovoce all'orecchio. Lei non ebbe la prontezza di rispondere, la sua sicurezza era andata a farsi benedire.
Allora gli diede modo di continuare 'sai...hai sempre questo sguardo quando te ne stai da sola in un angolino. Vorrei tanto sapere cosa ti angoscia, cosa ti tormenta. Sento che c'è qualcosa che mi sfugge di te. Forse non avrei dovuto farlo, ma la voglia di stringerti era così forte, è così forte, che non ho saputo resistere. È da tempo che ti osservo, non riesco a non pensare che ci sia qualcuno che ti abbia ferita talmente tanto che...ma non oso  nemmeno credere che qualcuno abbia potuto fare delle cose orrende proprio a te.' Sentì qualche goccia calda scorrergli sul braccio. 
'Jen, perché piangi per l'amor del cielo' la strinse ancora più forte.
'Ho forse ragione? Devo credere che qualcuno possa aver causato così tanti danni da farti tirare su una maschera da sfoggiare con chi ti sta intorno ma da far calare quando torni a casa, da sola?' 
'Li indossi ancora dopo tutto questo tempo' Fu tutto ciò che riuscì a dire lei tra le lacrime. Si era accorta solo adesso, tra quel tumulto di sentimenti e pensieri, che Colin aveva al polso un bracciale di cuoio su cui aveva fatto attaccare i due ciondoli regalati da lei per il suo compleanno. Riuscì ad abbozzare un mezzo sorriso che lui percepì 
'Sempre. Mi ricorda quanto eri raggiante quella sera, sembravi così contenta di consegnarmi questo piccolo, grande regalo'
Ci fu un piccolo momento di silenzio, poi inaspettatamente la prima a riprendere fu lei
'In questi ultimi tempi mi sono sentita spaesata, attorno a me vedevo solo felicità e più guardavo a me stessa, alla mia vita, più capivo che forse stava cominciando ad essere un po' tardi per trovare la mia strada. Buffo no? Dovrebbe essere Lana quella con i problemi da "lieto fine" e invece la qui presente ne è piena fino al collo.
Però stamattina mi ero svegliata con una nuova forza, finalmente avevo raccolto coraggio sufficiente da permettermi di uscire dal guscio e riprovare. Di cacciare questo vuoto che sento e riempire le giornate alla ricerca di quel qualcosa che manca. Sono uscita di casa...ed eccomi qua. Il cuore mi ha portata qui.'
Riuscire a pronunciare quelle parole ad alta voce fu come togliersi un macigno dalla bocca dello stomaco.
Fece ruotare lo sgabello e si ritrovò a qualche centimetro con il petto del ragazzo è l'unica cosa che le venne in mente, dopo aver gettato una piccola occhiata alla sua espressione che avrebbe potuto giurare fosse il sorriso più dolce della terra, fu quella di stringerlo come aveva fatto lui poco prima, affondando il viso contro di lui e inspirando il profumo del bagnoschiuma. Si sentì in pace con se stessa, decise che non avrebbe più abbandonato quella comoda posizione per nulla al mondo. 
'Avevo dimenticato questa sensazione' provó a farfugliare, le labbra appiccicate alla sua maglietta. Per tutta risposta lui cominció ad accarezzarle i capelli con una tenerezza infinita. Ora poteva udire chiaramente la velocità dei battiti di Colin. Sembrava agitato. 
 
Non poteva credere di essere avvolto in un abbraccio con lei. Fino a quel momento non avrebbe nemmeno mai immaginato sarebbe potuto essere così piacevole. La stava cullando e lei lo lasciava fare. Una miriade di sensazioni ed emozioni si erano impossessate di lui da quando era entrata in casa. Se ne sentiva completamente saturo. Eppure ne voleva ancora. Sentire le sue labbra sul petto fece si che qualche brivido gli attraversasse il corpo, accelerando di nuovo il battito. 
Non ci pensó più di tanto ed agì d'istinto dando voce ai suoi pensieri con le azioni, distaccandosi quel tanto che bastasse per far si che lei lo guardasse negli occhi. 'Non immagini nemmeno da quanto desiderassi farlo' Apparì un piccolo sorriso tenero dalle sue labbra e dopo un momento che a lui, e forse anche a lei, sembró interminabile, coprì la breve distanza tra le loro labbra. Le labbra di Jen erano più morbide di quanto si aspettasse, l'incontro tra le loro lingue fu come fuoco per lui. Le prese il viso tra le mani e aumentó un po' la pressione dei suoi baci, sempre dolcemente. Avrebbe voluto baciarla per tutta la mattina. Per tutta la vita.
Quando finalmente riuscì a staccarsi da lei e la guardó in viso, la trovó con ancora gli occhi chiusi e le labbra schiuse. Le accarezzò le guance con le mani e rimase a bearsi di ciò che era appena accaduto. Non un bacio da set cinematografico, con tutte quelle persone attorno, le luci, il momento rovinato dalle parole entusiaste del regista subito dopo le scene. Un bacio che si potesse definire tale, uno di quelli che lasciano il segno, intimità, dolcezza, quattro mura a proteggerli da occhi indiscreti, la sua timidezza palpabile, un abbraccio caldo come contorno.
Non Emma Swan, non Killian Jones. 
Erano semplicemente Jennifer e Colin. 
Lei aprì gli occhi e una nuova scintilla fece capolino sul suo volto. Poi gli sorrise con una nuova consapevolezza di se stessa.
'Questa è la luce che vorró sempre veder risplendere nei tuoi occhi Jen. ' disse con fierezza.
 
***
 
Remember those walls I built
Well baby they're tumbling down
And they didn't even put up a fight
They didn't even make a sound
 
Fu come un'esplosione atomica. Aveva spazzato via tutti i brutti ricordi, le paure e le incertezze con una dolcezza infinita.
Si sentiva intontita da quel tumulto di emozioni e stupita per il trasporto con cui si era ritrovata a rispondere al bacio di Colin. Quando lui si staccò lei era ancora stravolta e si tenne forte a lui per non cadere dallo sgabello. 
Ora sapeva perché aveva scelto lui quella mattina, il suo inconscio aveva fatto la scelta giusta per lei. La vastità, la profondità e il colore dell'oceano degli occhi di lui anzichè farla sentire persa, come avrebbe fatto qualsiasi altro paio di occhi azzurri, la fecero sentire al sicuro. 
'Credo proprio che dovremmo fare quella colazione insieme' disse con una rinnovata fiducia. Poi lo attiró a se e lo bació di nuovo, oltremodo grata di aver incrociato il suo destino con il suo.
 
I found a way to let you in
But I never really had a doubt
Standing in the light of your halo
I've got my angel now
 
 
 
  
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