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Autore: Cuoredoro    12/08/2015    0 recensioni
ATTENZIONE: REVISIONE DEI CAPITOLI! (Adesso sono scritti meglio). Un'altra cosa che volevo aggiungere era che IL RAITING POTREBBE CAMBIARE. Detto questo spero che la mia storia vi piaccia:
Chi moriva dalla voglia di una seconda stagione di Hyouka a parte me? Spero in tanti, perchè proprio qui potrete trovare il seguito dell'anime dal mio punto di vista! Ci saranno colpi di scena, suspence, scene romantiche, incomprensioni, gelosie, un mistero irrisolvibile e un'incontro che cambierà la vita non solo di Eru, ma soprattutto quella di Oreki!
Genere: Fluff, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eru Chitanda, Houtarou Oreki, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 3

PREMIO


La luce del sole primaverile si fece strada tra le tende bianche della camera, raggiunse i pavimenti con fare furtivo, risalì le coperte spiegazzate del futon fino a battere sulla faccia di un ragazzo dai capelli marroni sprizzanti, facendo pian piano aprire due occhi assonnati di un verde erba.

<< Mmh.... >>

Mentre Oreki si stava pian piano svegliando, nella stanza accanto c'era qualcuno che era ormai sveglia già da un pò, e fissava una bimba che, al contrario, sembrava ancora profondamente legata al mondo dei sogni.

POV. CHITANDA

Ieri, quando ho aperto la porta e ho trovato Oreki-san davanti a me ho pensato che magari gli era caduto qualcosa per strada, poi si è girato e l'ho vista. Piccina, accovacciata sulla sua schiena, una bambina dai lunghi capelli neri che le si erano appiccicati alla faccia e sulle spalle che dormiva. Il vestitino, bianco e spiegazzato, la faceva sembrare ancora più piccola. E poi non l'avevo mai visto così... Oreki-san che mi chiede aiuto. Appena entrati ho portato la bimba in camera. Accipicchia...la storia di cos'è accaduto ieri sera a Oreki-san non mi ha fatta dormire...Chi mai avrà avuto il coraggio di abbandonare una creatura? Una bambina? Una vita! Non riesco a capire, non comprendo come possa accadere una cosa del genere, non ci riesco proprio...

Si alzò e se ne andò. Due occhietti scuri come il mare di notte si aprirono di colpo, la piccola Yui si stava guardando attorno spaesata, poi di botto ricordò tutto quanto. Si alzò, spinta da una fame indomabile, guidata dal dolce odore dei pancakes appena fatti, arrivò in cucina dove trovò la ragazza che la sera prima l'aveva fatta sentire, per la prima volta, veramente amata e anche il ragazzo che l'aveva salvata e non che, come spesso le era capitato, l'aveva semplicemente schinata come se fosse spazzatura. Strofinò gli occhi con la mano, un pò per il sonno e un pò per l'inverosimilità della scena che le si presentava davanti.

<< Oh, ohayo Yui-chan! >> disse sorridente Chitanda

<< Ohayo gozaimasu >> Disse Oreki guardandola.

<< Ohayo... >> rispose Yui.

<< Vieni, la colazione è pronta, vuoi mettere tu lo sciroppo d'acero sui pancakes? >> disse, sempre sorridendo, la ragazza.

Yui fece cenno di sì con la testa e si sedette a tavola assieme ai due.

<< Oh...wooooow...>> Dinanzi a lei si presentò una tavola imbandita di pancakes, sciroppo d'acero, blocchettini di burro, latte, tovaglioli colorati, tutto su una bella tovaglia azzurra a quadretti bianchi, la tavola imbandita sembrava servire la colazione per dieci persone. Tutto emanava un odore caldo e dolce, era un sogno. Le due persone che l'avevano accolta erano ora seduti a tavola, intenti nel dare il via all'assalto di quelle delizie. Yui non li fece aspettare e si sedette a sua volta fra i due, sbaffandosi la colazione. D'istinto a Yui venne da sorridere, si sentiva felicissima, più che mai, e un enorme sorriso a trentadue denti le si fece strada sul viso, tanto che sia Oreki che Chitanda la guardarono stupiti e... contenti. Sembravano un'allegra famigliola americana che faceva colazione la domenica mattina. Già, una famiglia. Per Yui fu un impulso dirlo.

<< Arigatou! mamma, papà, sono felice! >>

Lo disse con così tanta vitalità e felicità che il modo in cui lo aveva detto la faceva sembrare spenta il giorno prima e tutto a un tratto accesa al massimo oggi. Oreki e Chitanda erano talmente distratti da tutto quello che stava succedendo quella mattina che ci misero un pò a rielaborare quello che aveva appena detto la piccola. I due congelarono sul posto, voltandosi con lentezza snervante.

<< Mamma? >>

<< Papà? >>

Eh? aspetta un attimo, mamma e papà? Entrambi arrossirono di botto all'idea che Yui li avesse chiamati in quel modo. Chitanda si mise una mano di fronte alla bocca e distolse lo sguardo dal ragazzo che l'aveva raggiunta pochi minuti prima, che adesso era intento a fissare il pavimento come se lo avesse visto per la prima volta in vita sua. Forse... dato che non si erano presentati il giorno prima, Yui aveva sostituito i loro nomi con quelli. Oreki non ci pensò un attimo.

<< No, io mi chiamo Hotarou, Oreki Hotarou. >>

<< E io sono Chitanda Eru, piacere di conoscerti >>

Yui li guardò confusa, poi sorrise, mostrando un sorrisino da bimba semplicemente tenerissimo.

<< Mamma e Papà! >> 

Oreki aveva aggrottato la fronte e si era girato dall'altra parte per nascondere il rossore insistente che gli inondava le guance mentre Chitanda faceva lo stesso, girandosi ogni tanto verso Oreki per poi rigirarsi subito. Era una situazione un pò imbarazzante: due liceali che facevano da genitori a una bambina. Decisamente imbarazzante. Non doveva saperlo nessuno.

POV. HOTAROU

<<" Hoy hoy...... non va bene.. mamma e.. papà? Stiamo scherzando?... ma chi è questa bambina... oh, a proposito...">>

A un certo punto, dopo aver finito di mangiare, mentre Chitanda e Yui sparecchiavano, Oreki chiese:

<< Piuttosto, Yui, hai una casa dove tornare? >>

<< Eh? >> Yui si voltò verso colui che chiamava papà e abbassò lo sguardo, con evidente difficoltà a trovare una risposta.

<< Mh mh, non mi ricordo >>

Oreki scambiò uno sguardo complice assieme a Chitanda, poi volse l'attenzione verso Yui:

<<" Avrà perso la memoria?" Mah, chissà..." >> di sicuro era un bel mistero, ma decise che gli intricati ragionamenti da fare sul caso li avrebbe rimandati a più tardi.

La giornata passò veloce e tra risate, giochi a nascondino per la casa e riposini pomeridiani dopo una sana merenda, per i due "genitori sostituti" era giunta ora di andare al club.

<< Oreki-san, se vuoi vado io oggi al club, così mi scuso con Mayaka per aver saltato l'appuntamento >>

<< Mmh, ok, dì agli altri che ho preso un raffreddore >>

<< Emh... ok, ma... sarà davvero il caso di nasconderglielo? >>

<<" Aiah. Bisogna distrarre Chitanda, o altrimenti la mia vita tranquilla (più o meno) andrebbe a farsi benedire da Satoshi. Se lo venisse a sapere non mi lascerebbe più stare per il resto della vita.">> guardò Chitanda e le rispose col tono più convincente che riuscì a fare.

<< Se ci pensi sarebbe meglio: se girasse voce a scuola che la figlia dei Chitanda stà "crescendo" una bambina trovata per la strada si penserebbe subito male >>

<<"Ti chiedo scusa Chitanda, ma stà sicura che è meglio così">>.

La ragazza sembrò pensarci un pò su, e unfine gli concesse la vittoria. << Mh, hai ragione >> Fiuu... pericolo scampato, pensò Oreki con un sospiro di sollievo.

Chitanda prese la cartella e si avviò verso la scuola. << Allora io vado! >> disse salutandolo con uno dei suoi classici sorrisi.

<< Mamma! >> Con voce angosciante Yui chiamò la ragazza. Lei le si avvicinò, si chinò alla sua altezza e le sussurrò queste parole:

<< Non ti preoccupare, Yui, la mamma torna sta sera per preparare la cena tutti insieme! Che ne dici? >>. Con una faccina imbronciata Yui gonfiò le guance e distolse lo sguardo, poi si girò verso Oreki, guardò "la mamma" e disse, abbassando lo sguardo, poco convinta: << Ok.. >>

<< Mmh! A sta sera allora!>> Chitanda le diede una carezza sulla testa, le schioccò un bacio sulla guancia, rivolse lo sguardo al ragazzo che aveva di fronte, sorrise e se ne andò. Oreki la guardò allontanarsi, accennando un sorriso appena percettibile (abbastanza per Yui, visto che prese a fissarlo con la bocca leggermente socchiusa) e si girò per tornare a casa, assieme a Yui, che lo prende per mano. Nel frattempo, dietro l'angolo che svoltava verso il liceo, una macchina nera se n'è andò.

POV HOTAROU.
Poco dopo che Chitanda uscì di casa, Oreki ricevette un messaggio a caratteri cubitali e grossi quanto una casa che gli ordinavano assolutamente di ricordarsi di annaffiare tutti i giorni i fiori in balcone. Sua sorella andava su tutte le furie se, tornata a casa dopo i suoi viaggi, trovava le piante appassite, e Oreki aveva imparato quella lezione col tempo. Così decise che sarebbe tornato a casa, dove ad attenderlo ci sarebbe stato il totale silenzio e la più completa tranquillità ma, questa volta, accompagnati da una misteriosa bambina con le guance paffute. Mentre si incamminavano a casa sua mano nella mano, Yui non spiccicò parola ma la curiosità la si poteva leggere nello sguardo luccicante. Arrivati di fronte alla casetta bianca Oreki tirò fuori le chiavi e aprì la porta di casa, permettendo a entrambi di entrare nel salone.

<< Waaaa!!! Dove siamo? >> chiese Yui, affascinata e con la curiosità che le si poteva leggere in volto.

Oreki non si voltò a guardarla che la bambina prese a curiosare in giro come un cagnolino. << A casa mia, adesso io vado a fare una doccia, se vuoi puoi andare in camera, vieni ti ci accompagno >> . Detto questo Oreki la portò nella sua stanza, che appena la vide fece un gridolino di gioia mettendosi a saltare sul letto. Oreki non disse nulla anche se nel profondo si stava pentendo di averla fatta entrare nella sua stanza, il suo luogo sacri di pace e serenità, adesso tutto in disordine. << Intanto vado sotto la doccia >>.


Una volta entrato nella doccia Oreki fece scorrere l'acqua fresca su di sè, lasciandosi travolgere dal getto con un sospiro carico di tensione. Non era abituato a stare con i bambini, men che meno quelli sbucati dal nulla e di cui sei costretto a prendertene cura. Mentre i pensieri scivolavano via dalla sua mente, come lavati via dall'acqua, uno in particolare gli rimase fisso in testa. << Curiosa e vivace, come la madre >> dopo aver pensato questa frase Oreki si fermò un attimo a riflettere su ciò che aveva appena detto.
<<" Aspeetta un attimo... che ho detto?! Come la madre!? Oreki sveglia! Chitanda non è la sua vera mamma, non siete una vera famiglia, dovrete consegnarla pur a qualcuno prima o poi questa bambina! Non si tratta di un gattino o di un pulcino trovato per strada! E' una persona, là fuori da qualche parte ci sono i suoi veri genitori, non siamo noi che ci dobbiamo prendere cura di lei! Dannazione.." >> terminato il monologo interiore su quanto quell'idea fosse assurda e su quanto fosse stupido in quel momento, Oreki finì di lavarsi i capelli, sospirando fra sè e sè. Ma quando fu lì lì per uscire ecco che sentì una voce. E non era quella di Yui.

<< Hotarou, sei tu? Dai sbrigati ad uscire, devo prendere le mie cose! >>

<< Si, si Tomo- ... EEEEEEEH!?!? T-TOMOE? che ci fai qui? non eri partita ieri sera? >>

<< Ah.. si, ma poi mi sono accorta che avevo dimenticato un pò di cose e sono tornata indietro, hai finito? >>

<< Eh? ah si, esco. >> "Dannazione! Si mette male!!" Oreki uscì di fretta dal bagno con solo un asciugamano addosso e corse in camera. Tomoe nel frattempo era entrata in bagno a prendere le sue cose. Entrato in camera chiuse subito la porta e, senza neanche voltarsi, prese alla svelta i vestiti e uscì per cambiarsi in corridoio finchè sua sorella non era nei paraggi.

<< Yui? Yui! Dove sei? >> Si vestì alla svelta, preso dal panico, tanto da non accorgersi che Yui non era più in camera. Quando se ne accorse lo travolse il panico.

<< Yui? Dove sei Yui? >> bisbigliò.

<< Hai detto qualcosa Hotarou? >> la voce di Tomoe rimbombò per il corridoio, segno che si stava avvicinando.

<< No niente! >> Doveva trovarla alla svelta. Sua sorella non doveva assolutamente scoprirla altrimenti...

<< Yui? Yuuuiiii? >> Scese di corsa le scale e, con enorme sollievo e con lo sconforto per aver quasi preso un infarto, la trovò seduta a tavola, mentre guardava un libro che avrà trovato in camera sua.

<< Yui! Dov'eri? >> Yui si girò e lo vide preoccupato, con uno sguardo un pò duro, ma tipico di lui.

<< Eh?..papà sei... arrabbiato? >> aveva gli occhi lucidi e stava iniziando a singhiozzare.

<< Oreki? Tutto bene? Cos'è stò rumore, ora scendo a vedere.>>

<< Accidenti! Yu- >> Neanche finire di parlare che Yui non c'era più. Dove cavolo era finita? Intanto Tomoe era scesa e stava proprio dietro Oreki.

Nel frattempo al club...

<< Ah, non fa niente Chii-chan, comunque potevi chiamarmi.. >> Disse Mayaka con finta faccia imbronciata, per poi regalare un bel sorriso alla sua amica, che si era preoccupata tutta la mattina per niente.

<< E così Hotarou ha il raffreddore? >> chiede Satoshi, non completamente convinto.

<< Eh già, eheheh... Aveva una voce irriconoscibile al telefono! >> Chitanda provava a mentire come meglio poteva, ma in fondo sapeva di non riuscirci.

<< Mmmmh, secondo me le vacanze hanno vinto la sua pigrizia e adesso se ne stà a casa a dormire tutto il giorno! >> Disse Satoshi con un sorrisino furbetto sul volto.

Hotarou stava correndo come un matto per tutta la casa a cercare Yui. Dopo essersi trovato Tomoe dietro aveva cominciato a sudare freddo ma riuscì ad allontanarla con la scusa che non sarebbe sopravvissuta senza una tavoletta di cioccolato durante il viaggio, così, facendo leva sul punto debole della sorella, era riuscitro a farla uscire di casa per almeno 10 minuti, giusto il tempo di andarne a comprare una e tornare. In quel breve lasso di tempo stava cercando Yui, che trovò poco dopo nascosta al secondo piano, nello sgabuzzino, che piangeva.

<< Sigh, sigh... Yui non voleva far arrabbiare papà, non vuole essere sgridata!.... papà, scusa... >>

<<"Accidenti... e ora che faccio? Non sono molto bravo in queste cose, qui ci vuole Chitanda...uff... questo mi costerà uno sforzo enorme..">> Oreki sapeva che l'unico modo per fare pace era fare come faceva sempre Chitanda. Così, con tutta la forza di volontà che gli era rimasta, si chinò e disse, accennando un mezzo sorriso:
<< Non ti preoccupare, dai stai tranquilla... non sono arrabbiato, ma papà non ti trovava più e si era preoccupato. Dai, esci e andiamo da mamma, ok? >>

<< Papà, non sei più arrabbiato? >> chiese Yui, che si strofinava le piccole manine sulla faccia.

Oreki la guardò, accennando un lieve rossore alle guance, intenerito.<< No, non sono arrabbiato>>

<< Evvai, menomale! >> disse Yui allegra donandogli un enorme sorriso.

<<"E questa è fatta" >> pensò sollevato..

<< HOTAROOOUU!! >>

Per un secondo Houtarou fu di nuovo inondato da un'ondata di panico ma, questa volta, non si fece travolgere. <<" Accidenti! E' aneki, che razza di tempismo...">> Possò lo sguardo sulla bambina contenta che aveva di fronte e, di colpo, gli venne in mente un'idea.

<< Yui, facciamo un gioco! >>

<< Un gioco? Quale ? >> chiese, curiosa.

<< Nascondino >> disse con fare complice.

<< Ok! Cerchi tu papà? >>

<< No, questa volta è diverso, dobbiamo uscire di casa senza che Tomoe ci veda. Se vinci, Yui, ti compro qualcosa >> A Yui brillarono gli occhi, sembravano diamanti neri.

<< MMh!! Okay, ci stò! >>

Per un attimo anche quelli di Oreki brillarono, preso da un fremito di divertimento che non si era aspettato di provare. << Pronti, via! >>

<< Hotarou! Con chi stai parlando?>>

<< Nessuno, ero al telefono! >> Oreki era davanti alle scale che portavano in cucina, di sotto, dove c'era Tomoe. Si era leggermente chinato per vedere che faceva sua sorella: si stava preparando una spremuta. Yui era dietro di lui. Quando vide che Tomoe si era girata dall'altra parte, la bambina corse silenziosamente le scale per andare subito sotto il tavolo, a pochi passi dalla donna.

Ad Oreki mancò un battito. <<" Ma che diavolo fa?! >> pensò. << Così si farà scoprire!!!">>. Intanto Yui, schiacciata fra le gambe delle sedie la sotto, era scomoda, così per farsi un pò di spazio si spostò un pochino, facendo emettere uno scricchiolio.
<< Ma che cosa? >>
Tomoe si era girata e si stava chinando a terra per dare un'occhiata...quando un forte rumore rimbombò per tutta la casa facendola sussultare dallo spavento. Alzò gli occhi di fronte a sè, dimenticandosi completamente del tavolo e sgranò gli occhi. Pezzi di metallo. Sul pavimento. Sparsi ovunque. Anche di vetro. Una cover rossa spaccata. Uno strap volato chissà dove.

<<" Addio cellulare" >> pensò Oreki, che lo aveva letteralmente buttato giù dalle scale.

<< Oh mamma! Hotarou! Ti ci vorranno mesi per ricomprarne uno, lo sai? Dai, spostati, pulisco io. >> La giovane donna nel frattempo si era chinata per raccogliere i resti del defunto telefono, allontanandosi dalla cucina. << Ma tu oggi non avevi le attività al club? >> chiese con un'espressione che lasciava intendere: te ne sei stato a casa a girarti i pollici tutto il giorno. Mentre parlava, dietro Tomoe la piccola Yui era sgattaiolata fuori e Oreki sfruttò l'occasione per depistare la sorella con qualche scusa farfugliata, uscendo di casa e seguire la piccola.

<< Fiuuu, c'è mancato un pelo >> sospirò esausto. << Finalmente posso respirare, questo mi è costato troppa energia per oggi, ahhh... >>

<< Evvivaa!!!!! Ho vinto!! Andiamo, papà, il premio! >> Yui era contentissima, alzava le braccine in alto come se avesse appena vinto la partita più importante del mondo, come se fosse la prima volta che riceveva un premio e la preoccupazione che potesse essere scoperta in quella frazione di secondo non la sfiorasse nemmeno.

<< Si, si. >> Assentì il ragazzo, chiedendosi i che razza di guaio si era andato a cacciare. Tuttavia una promessa era una promessa, così entrambi andarono a mangiarsi un bel gelato con cacao e chili di panna sopra, la specialità più gustosa dell'intero quartiere.
Nel frattempo Chitanda aveva appena finito le ore al club, aveva salutato Satoshi e Mayaka, che erano tornati a casa insieme, e si era diretta verso l'uscita. Mentre camminava passò davanti allo spazio apposito per le biciclette.

<<" Me ne ero completamente dimenticata! Chissà che fine ha fatto la mia bici... chiederò a Oreki-san di pensarci un pò su" >> pensò, e si diresse a casa. Arrivata davanti al portone di casa sua aprì, entrò e disse ad alta voce: << Sono a casa! >> ... nessuna risposta. Camminò fino al salotto dove, sul divano, c'erano Oreki sdraiato con un braccio dietro la nuca e una mano appoggiata sulla testa di Yui, che gli dormiva beatamente abbracciata sul petto . Erano adorabili! Chitanda non potè fare a meno di sorridere alla vista di quelli che, a primo sguardo, parevano padre e figlia ( senza contare l'età). Andò in camera e prese una coperta in modo da coprire i due, si avvicinò loro e disse:

<< Vi siete divertiti tanto oggi, eh? >> Si voltò verso il tavolo per appoggiare la cartella, quando si accorse che sopra c'era qualcosa. << Eh? e questo cos'è? Waaaaaw.. >> si avvicinò e notò con curiosità che sopra vi erano un piatto pieno di pasticcini colorati, di tutti i tipi! Alla frutta, con la panna, al cioccolato, quelli al Wishky ( che le piacevano tanto ) e altri. Accanto vi era un disegno di una bambina che sorrideva e che teneva per mano una persona simile a lei, con i capelli lunghi e neri e dall'altra un ragazzo coi capelli corti e marroni. Vicino c'era scritto: la mia famiglia, scritto da Yui e sui pasticcini c'era un biglietto pieno di disegnini e con su scritto: bentornata mamma, con la scrittura del ragazzo che ora dormiva sul divano. Il cuore prese a batterle così forte che pensò addirittura che la potessero sentire, mentre un calore piacevole le imporporò le guance. Chitanda non poteva far altro che sentirsi felice a tal punto che gli occhi presero a pizzicarle. Si avvicinò alla sua piccola bimba e le accarezzò una guancia, Yui sorrideva. Poi si avvicinò a Oreki, lo guardò, e con coraggio e un pò di esitazione, gli diede un veloce bacio sulla guancia. Imbarazzzata e col rossore che le bruciava le orecchie, si allontanò lanciando un'ultima occhiata ai due addormentati sul divano. Sorridente e travolta da una strana sensazione di ansia e pace contemporaneamente, si voltò verso la cucina, si mangiò un pasticcino e andò a dormire. Anche Oreki sorrideva.
   
 
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