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Autore: _Lullaby99_    12/08/2015    1 recensioni
[ Song-fic ] [ Serena!Centric ]
Da fan di Serena torno sul Fandom con questa One Shot scritta di getto due sere fa, venuta fuori in seguito alla visione delle ultime - fantastiche - puntate della diciottesima stagione.
Una song-fic scritta per riscattare un personaggio che, personalmente, ho adorato dalla prima comparsa nell'Anime, ritrovandomi sin da subito in lei e nelle sue insicurezze.
Sulle note di This is me - nonostante non sia mai stata una fan né di Demi Lovato, né dei film sfornati da Disney Channel -, un omaggio al cambiamento drastico di un personaggio - per ragioni a me oscure - non sopportato da molti del Fandom, ma per me con grandi potenzialità.
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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~ This is me
 
I compagni di viaggio giacevano nei loro sacchi a pelo da qualche ora, ronfanti e beati, mentre lei nel suo non riusciva ancora a prendere sonno. 
Il respiro regolare della piccola Clem si era rivelato l’unica misera consolazione di quella notte insonne, benché la consapevolezza di essere la sola sveglia avesse continuato ad innervosirla un po’. 
Cosa le stava capitando? Erano secoli che non soffriva più di questo genere di cose.
Da quando si era unita al viaggio di Ash e compagni la parola noia aveva smesso di far parte del suo vocabolario. Ogni giorno si era infatti rivelato così pieno e ricco d’avventure che i suoi occhi,  a tarda sera, le concedevano giusto il tempo di cenare prima di lasciarsi subito andare ad un meritato sonno ristoratore.
Un pensiero il colpevole secondo Serena dell’insonnia di quella notte: quanto fosse cambiata dall’inizio del viaggio ad oggi – capelli e look esclusi, ovviamente –.
Scivolò così fuori dal suo sacco a pelo – ormai convintasi che solo un Canto ben assestato sarebbe riuscito a farla addormentare – e cominciò a guardare silenziosa le stelle, abbandonandosi finalmente ai pensieri che tanto le avevano tempestato la mente durante il giorno.
 
I've always been the kind of girl 
That hid my face 
So afraid to tell the world 
What I've got to say 

 
Ricordava ancora il periodo pre-viaggio – o così a lei piaceva chiamare la parte della sua vita che non ancora includeva Ash, Lem e Clem -, anche se adesso sembrava distante anni luce dalla nuova lei
Era diversa quella Serena, a tratti addirittura insopportabile.
Costretta ad inseguire un sogno che mai era stato suo. Spaventata all’idea di dire la verità alla madre tanto convinta che quella e nessun altra fosse la strada più adatta alla figlia.
Per un periodo Serena ci aveva anche creduto – o meglio, si era costretta a crederci -. Nessun’altra prospettiva si era posta di fronte a lei oltre alla Formula Rhyhorn, tanto valeva provare ad impegnarsi come la mamma voleva.
L’unica cosa che riusciva a fare però in sella a quel Pokémon era cadere e sporcarsi, nulla di più. 
Aveva pianto e urlato e sbraitato, ma il giorno dopo ci aveva sempre riprovato, per far felice la campionessa di formula Rhyhorn, per non deludere le sue aspettative.
La Serena che molla al primo ostacolo, così sua madre aveva da sempre etichettato la vecchia lei. Ed infondo era vero. Ma l’aveva fatto solamente perché un sogno tutto suo da inseguire non ancora lo aveva trovato. Almeno fin quando quella sera in tv non aveva rivisto lui - lo stesso ragazzo che le aveva rubato il cuore da bambina - intento a lanciarsi dalla Torre Prisma per riacchiappare il suo affezionato Pikachu.
Non ancora sapeva però che proprio lui l’avrebbe presto allontanata dalla oramai opprimente realtà di tutti i giorni, esattamente come anni prima l’aveva condotta fuori da quel bosco di Kanto. 


 
But I have this dream 
Right inside of me 
I'm gonna let it show, it's time 
To let you know 
To let you know 

 
 
I suoi piedi non ricordavano più quanta strada avessero percorso sino a quell’ennesimo cielo stellato. 
Era una ragazzina senza meta all’inizio, giunta lì col desiderio di trovare un sogno da inseguire, un sogno proprio, non di qualcuno che credeva di fare il suo bene. 
Ash l’aveva ispirata sin da subito. Se non ne fosse già stata così innamorata dal principio se ne sarebbe di sicuro infatuata durante il viaggio ancora in corso.
Era così che funzionava con lui, dopotutto: non potevi odiarlo. 
La sua sconsiderata vitalità e quella voglia incondizionata di realizzarsi sempre e comunque l’aveva spronata a fare lo stesso, sebbene all’epoca non riuscisse ancora a capire bene da dove lei sarebbe riuscita a cominciare. 
Quando poi al Campo Estivo aveva conosciuto tutti quei coetanei carichi di sogni nel cassetto e aspettative riposte nel futuro, la tristezza l’aveva stretta nella sua morsa letale, ricordandole quanto insulsa e senza speranza fosse la sua esistenza. 
Non scorderà mai la prima volta che Shana le aveva parlato dei Varietà Pokémon. Le farfalle nello stomaco si erano fatte sentire più delle volte in cui Ash si trovava nei paraggi.
Quello era stato il suo vero amore a prima vista. Una carica esplosiva era cresciuta dentro di lei, sebbene anche allora bloccata dai dubbi e dalle insicurezze con cui da sempre si era abituata a convivere. 
La notte però le aveva portato consiglio. 
Strano a dirsi ma quello era proprio il suo momento preferito della giornata: poter star al chiaro di luna a pensare le piaceva, specialmente se con lei c’era l’amata Fennekin. 
Doveva inseguire quel sogno, non importava cosa sua madre avrebbe pensato dopo di lei. La faceva finalmente star bene la prospettiva di aver qualcosa in cui sperare, qualcosa per cui lottare assieme al suo amato Pokémon, esattamente come aveva fatto da sempre Ash.

This is real, this is me 
I'm exactly where I'm supposed to be, now 
Gonna let the light, shine on me 
Now I've found, who I am 
There's no way to hold it in 
No more hiding who I want to be 
This is me 
 
Catturare Pancham era stato difficile, ma ne era valsa la pena.
Le era servito a darle un motivo in più per inseguire quel sogno ancora tanto distante: i suoi Pokémon. 
Loro – come le aveva ricordato Arianna, o meglio, Aria la regina di Kalos quella mattina – avevano il suo stesso obbiettivo nel cuore. 
Pancham voleva esibirsi, allora lei lo avrebbe fatto, non le importava né quando né come. L’avrebbe fatto perché quel piccolino se lo meritava ed avrebbe dato il meglio di sé per far si che il suo sogno si avverasse. 
Il bene dei suoi Pokémon sopra tutto il resto.
Peccato che il giorno del tanto atteso primo Varietà avesse rovinato tutto per un fiocco più lungo del dovuto. Era stata una stupida imprudente e la povera Fennekin si era rivelata l’unica vittima di quell’incidente.
Aveva messo su il miglior sorriso falso che le era riuscito davanti ai suoi amici, dando persino appuntamento a Shana, vincitrice meritatissima di quel Varietà, alla sfida successiva, come se dentro di lei non si stesse affatto rompendo qualcosa di irreparabile.
Così si ritrovò al tramonto su quel molo, dove, coi suoi due poveri – e pazienti - Pokémon di fianco, lasciò finalmente andare quel fiume in piena che erano state le sue emozioni in quella lunga giornata.
Sarebbe stato meglio abbandonare tutto. Lei era ancora la Serena che mollava. Persino sua madre si era sbagliata il giorno della corsa sugli Skiddo: il suo aveva dovuto percepire la determinazione di qualcun altro, non la sua.
Quando poi i suoi occhi umidi e appannati dalle lacrime avevano incontrato quelli grandi e intristiti dei piccoli Fennekin e Pancham era rivenuta, vergognandosi terribilmente di quello che stava ancora una volta facendo.
Lei teneva davvero al sogno da Performer Pokémon: allora perché stava frignando come da bambina? Non era appena caduta da un Rhyhorn, aveva solamente perso uno dei tanti Varietà a cui da lì in avanti avrebbe partecipato. Per sé ed anche per i suoi Pokémon che, fedeli, c’erano stati sempre lì per lei. 

 
Do you know what it's like 
To feel so in the dark 
To dream about a life 
Where you're the shining star 
Even though it seems 
Like it's too far away 
I have to believe in myself 
It's the only way

 
Conservava ancora il paio di forbici con cui si era lasciata alle spalle la vecchia Serena.
Mai come su quel molo si era sentita veramente sicura di cambiare. Voleva lottare davvero come Ash, Shana, Lem e gli altri. Per farlo però doveva prima credere in se stessa, non più nascondersi dietro ai lunghi capelli color miele come aveva sempre fatto quando imbarazzata o spaventata.
Gli istanti più salienti di quel viaggio le si erano stagliati nitidi nella mente mentre ciocche di capelli volevano leggiadre nell’aria, trascinate in quei fatidici attimi solamente dalla tenue brezza marina.
I momenti in cui si era sentita una ragazza qualunque di Borgo Bozzetto erano finiti. Era una Performer Pokémon adesso e puntava a diventare Regina di Kalos, assieme ai suoi meravigliosi Pokémon e agli amici di sempre a sostenerla. 

 
This is real, This is me 
I'm exactly where I'm supposed to be, now 
Gonna let the light, shine on me 
Now I've found, who I am 
There's no way to hold it in 
No more hiding who I want to be 
This is me 

Era Serena, adesso. La vera Serena. 
Ricordava ancora le reazioni dei suoi amici al nuovo look. 
Lem e la sua buffa perplessità e Clem e la sua momentanea – fortunatamente - tristezza per il nuovo e drastico taglio di capelli dell’amica. La reazione che però si era guadagnata un posto privilegiato nel suo cuore era stata sicuramente quella di Ash, colma di una sorpresa e di un’approvazione da lei del tutto inaspettata.
Non si era rivelato triste o perplesso come gli altri, anzi, alla biondina era parso quasi a conoscenza del valido motivo per cui lei lo aveva fatto. E Pikachu – perché sì, Serena teneva molto anche alla sua di reazione – le aveva sorriso contento, agitando entusiasta la coda a forma di saetta e sfoggiando due dolci fossette ai lati del muso.
Ash aveva poi notato persino il nastro blu che le aveva regalato giorni prima e che lei aveva all’ultimo secondo deciso di aggiungere al nuovo outfit. Così facendo – aveva pensato mentre attenta sistemava il suddetto fiocco sulla maglia – avrebbe portato con sé il ricordo di quella meravigliosa serata per sempre. Non si aspettava certo che il ragazzo lo avrebbe considerato rilevante però e quella volta fu lei quella a rimaner piacevolmente sorpresa.
Seguendo la scia di quei dolci ricordi Serena si voltò verso il sacco a pelo di Ash, trovandolo a ronfare beatamente con l’affettuoso Pikachu sulla testa intento ad usare come giaciglio per la notte la zazzera corvina del suo allenatore. Sorrise, perché quella al momento le sembrava la scena più tenera al mondo. 

You're the voice I hear inside my head 
The reason that I'm singing 
I need to find you, I gotta find you 
You're the missing piece I need 
The song inside of me 
I need to find you, I gotta find you 
 
 

Ringraziava Arceus per aver riportato quel gentile ragazzo di Biancavilla sulla sua strada.
Senza di lui non sarebbe mai riuscita a trovare un sogno tutto suo. Senza di lui molto probabilmente sarebbe ancora a Borgo Bozzetto ad allenarsi col Rhyhorn della madre invece che lì, sotto a un bellissimo cielo stellato a pensare a quanto fosse fortunata ad aver vissuto e a star ancora vivendo un viaggio straordinario come quello. 
Strinse il fiocco blu tra le mani come un cimelio prezioso pensando che sì, anche Ash faceva parte del suo nuovo sogno.

 
This is real, this is me 
I'm exactly where I'm supposed to be, now 
Gonna let the light, shine on me 
Now I've found, who I am 
There's no way to hold it in 
No more hiding who I want to be 
 
 
Ed era tutto vero, questa era lei. 
Finalmente nel posto giusto, con le persone giuste, al momento giusto.
Recuperò dalla tasca le due Pokéball contenenti Braixen e Pancham – l’evoluzione del primo di poche ore prima era stato il pezzo di puzzle che aveva completato il quadro della sua felicità - e le portò vicino alla bocca, quel tanto che bastava per sussurrare sotto a quel bellissimo cielo stellato un sentito « Grazie » rivolto a loro, ai suoi fedeli compagni Pokémon.
Poi, dopo aver lanciato un altro sguardo riconoscente all’addormentato Ash, uno alla dolce Clem e una volta riservato un pensiero anche all’amico Lem a Luminopoli, si rinfilò appagata dentro il suo sacco a pelo, salutando il cielo e dandogli appuntamento al giorno seguente. 
Prima di chiudere una volta per tutte gli occhi, si ritrovò a pensare di nuovo, stavolta però ad una sola ed importante constatazione: « Finalmente ho trovato chi sono e non posso più nasconderlo. Questa sono io, questa è finalmente la vera Serena ». 

 
This is me. 
 
 
 
 
 
 


                             
Ed eccomi qua
, a fare la coraggiosa che non sono e a postare questa One Shot, terrorizzata come sempre 
all'idea che 1) sia scritta male e 2) vi faccia vomitare tutti stile chiamate un esorcista
Per la prima volta nella mia vita non ho pensato tanto prima di fare qualcosa, perciò sono fiera di me già per questo. ^^ Piccoli traguardi.
E poi condividere con voi questa Slice of life scritta di getto è come donarvi un pezzo di me, perché io e Serena ci assomigliamo in mooolti aspetti. Questo ha fatto si che mi innamorassi di lei sin dalla prima puntata dell'Anime in cui appare e che cominciassi a difenderla a spada tratta da tutti gl haters che ha.
Ma perché compagni di Fandom, perchè? Cosa ha di diverso dalle altre Pokégirl? Io so dirvi solamente cosa ha in più, sinceramente.
Pensate che in questi ultimi episodi mi ha messo in crisi: non posso lasciarle superare Lucinda nella mia personale classifica delle Pokégirl-che-mi-hanno-rubato-più-il-cuore! Non posso proprio. Piplup mi ammazzerebbe. 
Ma chiusa questa parentesi da fangirl pazzoide, torniamo alla dolce Serena.
Dovevo farle un qualche sorta di tributo e, guardando un fan video dedicato a lei con This is me in sottofondo, l'ispirazione è arrivata. Scritta in una serata, riletta in due. 
E nulla ragazzi, spero solo che questa One shot vi abbia trasmesso quanto lei sia un personaggio con potenzialità, non messo lì solo per sbavare dietro ad Ash. Magari poteva sembrare così nei primi episodi ma poi si è rifatta più che bene secondo me. 
Ringrazio tutti coloro che si prenderanno la briga di leggerla, come sempre significa molto per me 

Buona serata di caldo estivo, io vado ad annegare le mie paure nel cibo. 
 

 
 
 
 
  
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