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Autore: AlexVause    14/08/2015    4 recensioni
Cosa accadrebbe se Emma si mettesse a studiare magia, assieme a Malefica, nel mausoleo di Regina?
Il ritrovamento di un diario appartenuto a Cora porterà nuove avventure nella famiglia dei Reali.
Swan Queen
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Malefica, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
 
Emma si era addormentata. Il sonno profondo e rilassato di chi non ha pensieri per la testa.
Regina proprio non riusciva a chiudere occhio e non lo avrebbe fatto finché non avesse chiarito le cose con Malefica, ora in mezzo a loro che dormiva.
- So che sei sveglia.
Bisbigliò la mora accanto all’orecchio della piccola che non si mosse.
- Malefica dobbiamo parlare.
Ancora silenzio.
Il livello di pazienza, già naturalmente basso nell’Evil Queen, si abbassò ancor di più sino a raggiungere livelli preoccupanti.
Strinse la piccola in un abbraccio un po’ troppo forte, suscitandone finalmente una reazione.
- Che vuoi donna!
Sbottò quest’ultima infastidita.
Regina fece un sorriso tirato. Le avrebbe mollato una testata se solo ciò non comportasse un mal di testa atroce.
- Parlare e subito!
Esclamò la mora seccata.
Malefica indicò la porta e insieme andarono in cucina.
L’ex Sindaco prese in braccio la piccola, facendola sedere sul bancone accanto al cesto della frutta.
- Spiegami perché sei così arrabbiata Regina.
Disse la bimba quasi seccata.
- E me lo chiedi?
Il tono della mora era sbalordito.
- È per come mi sono comportata?
Domandò Malefica giocando con una mela presa dal cesto.
Regina le fermò la mano trattenendola nella sua.
- Non è questo. Mi hai preso in giro.
- Odi esserti mostrata tenera con me?
Regina alzò gli occhi al cielo a quella domanda beffarda.
- Sì è così.
Continuò la bimba.
- E sai che è così.
Rimarcò il concetto.
- Hai avvicinato appositamente Emma a me?
Chiese la mora con tono piatto.
- Avete fatto tutto da sole.
Regina, udendo ciò, sospirò.
- Le cose non dovevano andare così.
Scosse il capo frustrata.
- Non capisci e, sinceramente, non so quanto mai potrai capire.
Fece scendere la bimba dal bancone per poi far comparire, sopra di esso, il contro incantesimo.
- Torna a essere ciò che eri e non farti vedere più da me.
Disse poi allontanandosi di qualche passo.
- Fuori di qui.
Ordinò infine la mora più delusa che arrabbiata.
Malefica sembrò accusare il colpo…per lei fu più duro di quanto pensasse.
Guardò il foglio, ora fra le sue mani, tornando a essere la bionda strega adulta che era prima del danno fatto da Emma.
- Regina.
Risentire quella voce di donna stranì un po’ la mora che non lo diede a vedere.
- No. Questo è un limite che non dovevi superare Malefica.
La bionda strega si alzò, serrando la mascella come a trattenere le parole.
Diede le spalle a Regina.
- Un giorno, riuscirò a spiegarti perché l’ho fatto.
Sussurrò più a sé che alla mora alle sue spalle.
- Perché non dirmelo ora?
- Io…non posso.
Disse poi, prima di muovere una mano e svanire in una nube porpora.
Un istante prima che ciò accadesse, la voce di Regina la fermò.
- Davvero non comprendi, quanto questo tuo comportamento mi abbia fatto male?
Malefica non osò voltarsi. Conosceva la sua amica e sapeva benissimo che faticava a esprimere i suoi sentimenti. Nessuna delle due era brava in questo.
- Mi hai fatto ritrovare, per giorni, la gioia dell’accudire un figlio. Sapevo che eri tu, certo, ma eri così…reale. Sai benissimo quanto io sia chiusa…quanto fatichi a dare. Quella gioia è riaffiorata in me come quando ho adottato Henry. Tutto sembrava così diverso, così bello. Le giornate sapevano di famiglia.
A Malefica fuggì una risata. Dolce e triste allo stesso tempo.
- E a te mancava…non è così?
Chiese la donna che si voltò a guardare l’amica. In quel momento le sembrò nettamente diversa dalla Regina che aveva conosciuto anni prima.
L’ex Sindaco rimase in silenzio.
- Mi dispiace…davvero. Non ho pensato.
Il tono dispiaciuto non toccò minimamente Regina.
- La popolazione umana non riflette mai…soprattutto in questa famiglia.
Sbottò poi.
- Perché tu sì?
L’Evil Queen sorvolò all’istante su quella domanda che, se solo avesse provato a rispondere, avrebbe generato un battibecco senza fine.
- Perché non mi spieghi cosa ti ha portato a questo comportamento?
Domandò poi cercando di capire la persona di fronte a sé.
- Te ne parlerò, ma non ora.
A quella risposta la mora sospirò rimanendo in silenzio.
- Regina…vuoi ancora che me ne vada?
Chiese Malefica ricordandole per un attimo quella bimba che, fino il giorno prima, teneva fra le braccia.
- Sì.
La bionda strega si morse il labbro inferiore, trattenendo una cosa che non sentiva da tempo…un nodo alla gola.
Si voltò dando le spalle all’amica che distolse lo sguardo dal suo, quasi in contrasto con la decisione presa in quell’istante.
- Saluta Henry da parte mia.
Quelle furono le ultime parole di Malefica, prima di svanire nel nulla lasciando Regina sola con i suoi pensieri.
 
Quando Emma si svegliò, erano circa le sei del mattino. Regina, seduta su di una poltrona accanto al letto, stava leggendo il diario di sua madre.
- Ehi.
Bofonchiò la bionda Swan con la voce ancora impastata dal sonno.
La mora alzò lo sguardo sorridendo lievemente.
- Ehi.
Rispose quasi in un bisbiglio.
Emma si guardò intorno.
- Malefica?
Chiese poi.
- Andata.
Il tono piatto mentre tornava a leggere o per lo meno dare l’impressione di farlo.
- Ma…come!
Esclamò la figlia di Biancaneve, mettendosi a sedere sul letto di fronte alla mora.
- Abbiamo fatto una bella chiacchierata.
A quella risposta la bionda Swan sembrò rilassarsi. Ciò che vide Regina, però, fu tristezza.
- Ed Henry?
- Se ne farà una ragione.
Disse freddamente l’ex Sindaco chiudendo il libro.
- Ieri, Gold mi ha detto apertamente che vuole il diario di mia madre.
La mora sapeva benissimo che quello era un ottimo argomento per sviare la conversazione su altro.
- Non penserai di darglielo vero?
- Certo che no!
Esclamò Regina alzandosi in piedi.
- Pensi che proverà a impossessarsene con la forza?
Chiese Emma conoscendo ormai di che pasta era fatto quell’uomo.
L’Evil Queen si sedette sul letto di peso.
- Non lo escluderei.
Lo Sceriffo si avvicinò alla mora davanti a sé. Le scostò dal collo una ciocca di capelli per poi accarezzarlo con le proprie labbra.
Regina sorrise a quel tocco delicato.
Nonostante la bionda non fosse molto arguta in certi momenti, non si poteva dire che non capisse a fondo la madre di suo figlio. Sin dai primi giorni era riuscita a valicare quelle mura indistruttibili costruite da quella donna e ora, riusciva finalmente a vedervi oltre con chiarezza.
Qualcosa era successo quella notte con Malefica…qualcosa che l’aveva turbata…ed Emma, Emma lo capì.
- Vuoi che dica io a Henry di Malefica? Tu prenditi un attimo di riposo…un po’ di tempo per te.
Regina voltò il viso, incontrando quei bellissimi occhi color del lago.
Come poteva averla capita così a fondo?
Emma sorrise.
- Ti ho osservata molto in questi giorni e ti osservo anche ora. Nei tuoi occhi e nel tuo sorriso c’era qualcosa di diverso…sembrava come se ti sentissi completa.
La mora ascoltò quelle parole, abbassando lo sguardo. Ne seguì poi un silenzio assordante, infranto dal rumore dei pensieri di Regina.
- Perché lo ero…stranamente lo ero.
Emma sorrise a quella confessione.
- Per quel che vale, non vado da nessuna parte.
L’Evil Queen incatenò nuovamente lo sguardo a quello della bionda dietro di sé.
- Vale molto invece.
Le rispose dolcemente baciandole le labbra.
 
Le giornate per Regina passarono più lente del solito. Henry, dopo qualche giorno di broncio, della dipartita della bionda strega se ne fece una ragione ma la mora pensò di starsene un po’ da sola a riflettere. Tentò più volte di evitare Emma ma questa la cercava perennemente. Decise così di mantenere un comportamento meno schivo. La bionda Swan non meritava di soffrire solo perché Malefica le aveva fatto un torto.
Si schiarì la voce e scelse di prendere in mano la situazione. Avrebbe ricominciato a dare lezioni di magia alla figlia di Biancaneve.
Tirò fuori dalla tasca il suo smartphone e scrisse un messaggio di testo a Emma. Lo cancellò subito senza nemmeno inviarlo. Quella sbadata…chissà quando l’avrebbe letto. Compose il numero e attese che rispondesse.
- Dove sei?
- Buongiorno anche a te Regina.
Rispose spiritosamente la bionda dall’altro capo del telefono.
- Sono in biblioteca…perché?
- Resta lì. Ti raggiungo.
Rispose secco l’ex Sindaco per poi riagganciare.
 
Era una giornata piovosa. La biblioteca, in quel momento, sembrava proprio il luogo ideale per allenarsi con la magia…o almeno così Regina pensava.
- Ho programmato una lezione molto semplice. “Molto semplice” significa che non potrai renderla un inferno come quella passata.
Informò l’Evil Queen guardando la giovane bionda seduta a un tavolo. Un’anfora in argento troneggiava davanti a lei.
- In mia difesa, vostra maestà, oserei dire che non mi sono stati dati compiti precisi.
A quell’affermazione Regina alzò un sopracciglio.
- Ti cresce il naso, Pinocchietta.
Rispose poi ironica ricevendo in risposta una smorfia da parte della giovane.
- Comunque, tutto ciò che dovrai fare è una cosa soltanto: trasformare quest’anfora in un libro.
La faccia di Emma fu inimitabile.
- Lo sai vero che non ci riuscirò mai e combinerò altri disastri?
- Suvvia Miss Swan è di una semplicità unica. Pensi all’oggetto, pronunci la formula ed è fatta.
Annunciò Regina quasi frustrata per l’ovvietà dell’incantesimo.
- Ah eh…pronunciare formule…certo…
Dopo quella convinzione caratteristica dello Sceriffo, la mora si mise una mano sulla fronte.
“Perché a me” si ripeté nella mente.
- Dai, prova con qualcosa di semplice. Per far si che la tua energia magica s’incanali in un solo punto, ti do una bacchetta. Almeno sai dove colpisci.
- Come Harry Potter…anche se mi sento molto Neville Paciock.
Sorrise la bionda divertita per poi abbattersi nuovamente.
- Non voglio sapere di cosa sta parlando. Prego pensi ad un oggetto semplice e poi legga ad alta voce l’incantesimo sul foglio davanti a sé, puntando la bacchetta dritta verso l’anfora.
- Forma di cortesia…bene…dai ce la posso fare.
Si fece coraggio la figlia di Biancaneve.
Belle, a distanza di sicurezza, sorrise divertita.
- Allora penso, leggo e punto.
- No! Devi pensare mentre leggi e punti.
La corresse Regina prontamente.
- Ma devo puntare dopo aver letto?
- No, Emma, nel mentre.
- Ok…ci sono. Respiro profondo e vai. Yeah dai.
La mora sospirò nuovamente. Quella giovane sembrava una causa persa.
Emma inspirò ed espirò come a calmarsi e catturare l’attenzione che l’esercizio richiedeva.
Pensò intensamente a un libro. Di certo non avrebbe voluto di nuovo una sala piena di serpenti.
Puntò la bacchetta verso l’anfora ma qualcosa, o meglio qualcuno, richiamò seppur senza volerlo l’attenzione della bionda su di sé.
- Regina so che…
Malefica, comparsa a fianco a Emma, s’interruppe ma non per volontà sua.
La bionda, persa nella sua massima concentrazione, sussultò verso la strega voltandosi.
Un fascio di luce bianca colpì la donna che si trasformò in un topo.
- Un topo?
Chiese Regina sentendo ammontare la rabbia dentro di sé.
- Non è colpa mia, ero concentrata!
- Non è mai colpa tua eh? E meno male che eri concentrata. Se davvero lo fossi stata ora sarebbe un libro non un topo!
Ringhiò la mora verso lo Sceriffo.
Il topolino si mise a guardarsi intorno incuriosito.
- Muoviti e trasformala.
- Seriamente Regina? Non ho fatto abbastanza danni?
Domandò contrariata Emma già salita sulla sedia per paura di quell’animaletto.
- È un incantesimo su cui non posso intervenire.
Informò l’Evil Queen spazientita.
- Funziona solo la mia magia quindi?
- Esatto.
- Ma sei impazzita? Dico io, ti sembrano cose da fare? Sai che sono un disastro e tu vai a fare qualcosa a cui solo io posso porre rimedio? Mi fai salire l’ansia!
L’Evil Queen alzò gli occhi al cielo.
- Pensa a Malefica e punta la bacchetta verso di lei pronunciando l’incantesimo.
- Ma prima non mi è servito. Pronunciare l’incantesimo dico.
Ammise Emma guardando la mora accanto a sé.
Regina si mise una mano al mento rimuginando.
- In effetti non hai detto nulla. Emma complimenti, sei più potente di quanto immaginassi. Smetti di abbatterti. Il potenziale ce l’hai. E ora trasformala!
Terminò il complimento con un ordine quasi rabbioso.
La bionda Swan alzò le mani in segno di resa.
- Va bene, va bene. Allora penso a Malefica e punto.
- Mentre Emma, mentre.
- Mentre cosa?
- Pensa a Malefica mentre punti quella cavolo di bacchetta!
- Ok, ok!
Sbottò Emma esausta. Aveva sempre detto che la magia non faceva per lei.
Puntò la bacchetta verso il topolino che la guardava incuriosita. Si concentrò e prima che il fascio di luce bianca colpisse l’animale, quest’ultimo si mise a correre verso gli scaffali.
- E che palle!
- Swan!
L’ammonì Regina.
- Amore, ti amo, ma questa situazione non alimenta la mia pazienza.
- Emma…
Il tono di Regina si era addolcito improvvisamente.
- Dai riprovaci prima che quella sciocca scappi.
Emma si concentrò nuovamente. Era come usare una pistola no?
A ogni scaffale l’animale guardava in alto prima di spostarsi.
Cercò di sfruttare quel momento per colpirlo.
- Preso!
Esclamò Emma trionfante, ma qualcosa non andò come aveva sperato.
- Un gatto? Perché!
Urlò Regina.
- Eh, ehm…credo per via del cartello con il gatto là…in…cima?
Ipotizzò la giovane quasi dispiaciuta.
L’Evil Queen si poggiò una mano sulla fronte.
- Mi sta venendo un grosso mal di testa.
Bofonchiò la donna giunta al suo fianco.
Emma notò nuovamente che il gatto dal pelo rossiccio, si soffermava all’inizio di ogni scaffale guardando in alto. Comportamento curioso.
- Ha! Stavolta ce l’ho fatta.
Gridò voltandosi verso Regina, ma la faccia della mora non era dello stesso avviso.
La donna guardò alle sue spalle con un sopracciglio alzato, quasi incredula. Le braccia incrociate al petto.
- Questa Emma me la devi davvero spiegare.
Disse l’Evil Queen scuotendo il capo.
Un barrito la fece voltare trovandosi faccia a faccia con un elefante.
L’animale sembrò guardare se stesso prima di rivolgere uno sguardo, che parve interrogativo, verso la bionda.
- Credo di aver posato lo sguardo su uno dei disegni fatti dai bimbi dell’asilo…quello là.
Rispose Emma indicando innocentemente un disegno a pennarelli proprio accanto all’animale.
- Io non ho più parole.
Regina sospirò. Raccolse l’ultimo goccio misero di pazienza rimastole nel corpo e si rivolse alla ragazza davanti a sé.
- Ascolta, respira e smetti di distrarti con qualsiasi cosa. Te lo chiedo per favore.
La figlia di Biancaneve fece un piccolo broncio.
- Lo sai vero che non è voluto. Mi basta vedere l’oggetto anche solo un secondo per cambiare il mio pensiero.
- Lo so. E ora che lo sai pure tu, concentrati ancora di più.
Emma sorrise.
- Fa rima.
La mora non poté evitare di sorridere a sua volta.
- Dai che Malefica la vedo perplessa sotto questa forma.
In effetti, guardava le due donne in modo strano.
Stavolta lo Sceriffo fece davvero del suo meglio.
Il grosso pachiderma fu circondato da una nube porpora e, quando si dissolse, finalmente si poteva vedere Malefica.
- È normale avere voglia di noccioline?
Domandò la bionda strega inclinando il capo.
- Malefica.
Salutò freddamente Regina.
- Comprendo ancora che non è il momento.
Rispose con una punta di tristezza la donna per poi svanire in una nube porpora.
- Regina…non credi sia ora di perdonarla?
Domandò Emma sospirando.
- Non dirmi come comportarmi.
La bionda Swan alzò le mani in segno di resa.
Il telefono della mora squillò e uscì dalla biblioteca per rispondere.
Emma fece una smorfia.
- Tu mi dici sempre come comportarmi.
Bisbigliò canzonando la compagna assente.
- Posso uscire?
Chiese una timida vocina da dietro il bancone della reception.
Belle, si era sapientemente nascosta per non essere colpita dalla magia di Emma-danno Swan.
La giovane dai capelli castani, uscì lentamente dal suo nascondiglio sorridendo timidamente alla bionda che rise di gusto.
I loro sguardi però vennero attirati da un qualcosa entrato in volo dalla finestra.
- Uh, uno Storno.
Lo sguardo perplesso di Emma fece sorridere Belle che fu pronta subito a darle una spiegazione.
- Lo si riconosce dalle sue cangianti piume porpora e verdi.
Emma annuì con il capo continuando a guardare l’animale.
Il piccolo uccellino si era posato in alto su uno scaffale e, in quel momento, vista l’assenza di Regina allo Sceriffo balenò un’idea.
- Se sono riuscita a trasformare Malefica in svariati animali, potrei provare a trasformare quell’uccellino in qualcos’altro. Faccio pratica così quando torna Regina le mostro cosa so fare.
Belle a quelle parole alzò al cielo il dito indice.
- Posso proporti di continuare con il libro? Non mi sembra una buona idea.
Emma rise.
- Le mie “cattive idee” vi hanno spesso salvato dai guai.
Belle gonfiò le guance pensierosa per poi assentire con il capo.
- In effetti…
Asserì poi la bibliotecaria facendosi da parte dopo aver notato la determinazione negli occhi della figlia di Biancaneve.
Emma si sfregò le mani. Prese la bacchetta e pensò a qualcosa di piccolo e delicato.
Un fascio di luce colpì l’uccellino intento a scostare un libro con il becco.
L’animale si trasformò in un criceto dal pelo rossiccio.
- Oh ma che carino.
Disse Belle sbucando con la testa dal bancone. Se fosse stata un cartone animato, avrebbe avuto gli occhi a cuoricino.
Il criceto si guardò incuriosito per poi infilarsi tra un libro e l’altro.
- Oh no!
Esclamò Emma prendendo una scaletta e salendoci sopra.
Iniziò a spostare alcuni libri per scovare il criceto e trasformarlo nuovamente, ma fu il piccolo animale a trovare lei mordendola a un dito.
La giovane bionda gridò dal dolore cadendo all’indietro e finendo col sedere a terra.
- Emma? Tutto bene?
Domandò Belle per poi guardare fuori dalla porta della Biblioteca.
- Stavo meglio prima.
Rispose lo Sceriffo alzandosi per poi massaggiarsi il punto dolorante.
- Regina sta parlando con tua madre. Entreranno a breve mi sa.
- Ok, ok…ora lo ritrasformo.
Emma si concentrò nuovamente. Il piccolo criceto vagava sullo scaffale come se leggesse i titoli dei libri. Un piccolo particolare che alla bionda non sfuggì. Una strana coincidenza?
Questo le fece venire in mente Malefica e mentre puntò la bacchetta, un’immagine della strega le balenò nella mente. Peccato non fosse la forma umana.
Una nube porpora circondò l’animale facendosi sempre più ampia.
Emma iniziò a scostarsi velocemente da quella zona. Qualcosa di enorme prese il posto del criceto.
Un drago nero fece cadere alcuni scaffali sbattendo le ali, per poi afferrare un oggetto con gli artigli e sfondare la finestra della biblioteca sotto gli sguardi attoniti di Emma e Belle.
Regina e Snow entrarono proprio in quel momento. La bocca di Biancaneve, calata dallo sbigottimento. Ira funesta per quanto riguardava l’Evil Queen.
- Ehm…un uccellino?
Disse Emma cercando di giustificarsi simpaticamente.


Nota di Alex: Avevo voglia di caos hahaha mi giustifico così :D
  
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