E’ un po’ come guardarsi allo specchio.
 
E’ così, anche se i capelli biondi ora sono un po’ più corti e il mio viso ha perso quella rotondezza infantile facendosi più maturo. Le guance continuano a essere distinte da quei tre piccoli segni che mi hanno sempre conferito quell’aria strana e diversa, tanto temuta dagli abitanti del Villaggio.
Gli occhi però sono sempre gli stessi. L’azzurro non si è spento, non ha smesso di rispecchiare le mie emozioni.
 
In fondo sento di essere rimasto lo stesso di sempre anche se non posso dire lo stesso della mia vita.
 
Ora ci sono meno lacrime, quindi meno sorrisi di circostanza. C’è più sincerità in me da offrire agli altri.
Cammino dritto e con calma, guardando in faccia le persone. Non corro più, pregando che non mi vedano.
Quando torno a casa, non sono più triste. Non c’è più silenzio ma solo un piacevole baccano a salutarmi.
Non passo più le notti sveglio a pensare. Adesso c’è un calore che mi culla con dolcezza anche se a volte rientro molto tardi.
 
Continuo a essere la Forza Portante del cercoterio più potente di tutti ma adesso nessuno ha più paura di lui.
Il nuovo ruolo che ho assunto è estremamente impegnativo per uno come me. Per fortuna ho un ottimo consigliere.
Vedo di rado il mio migliore amico. Però quando ho bisogno di lui, non mi fa mancare né il suo sarcasmo né la sua aria di superiorità.
Litighiamo davvero come due fratelli.
 
Sto affrontando un periodo difficile con mio figlio ma io gli voglio bene e lui questo lo sa. Ci chiariremo.
 
Lavoro molto, ultimamente riesco a passare davvero poco tempo con la mia famiglia e mi capita spesso di arrivare al limite della sopportazione fisica. Ma c’è ancora la pace e loro sono al sicuro. Non mi serve sapere altro per tenere duro.
 
Molte cose sono cambiate, in meglio per fortuna. Eppure mi sembra ancora di essere come davanti uno specchio.
 
Vedo me stesso, rannicchiato a terra sempre in un luogo diverso purché lontano dall’odio e dal disprezzo della gente. Le lacrime agli occhi per un dolore trattenuto troppo a lungo, deluso dalle ingiustizie subite, spaventato da ciò che mi aspetterà il giorno dopo. Solo, sempre solo.
 
Quel dolore non è scomparso. E’ rimasta una vecchia ferita, mai del tutto cicatrizzata.
Kurama non è in grado di curarla ma insieme a Hinata, ai miei figli e ai miei amici se ne occupa quotidianamente.
E’ come se a turno ci tenessero la mano sopra, impedendo almeno per un po’ che continui a farmi male.
Continuano a farlo ogni giorno e nemmeno lo sanno.
 
Eppure quando mi guardo allo specchio, vedo la paura che ancora si nasconde agli occhi di tutti tranne che ai miei. Non vuole essere dimenticata in un angolo. Non potrei farlo nemmeno se lo volessi.
 
Mi piacerebbe poter fare solo una cosa.
 
Avvicinarmi a quel riflesso, a quello che sono stato e che continuo a essere. Ascoltarlo piangere e soffocare i singhiozzi prima di scompigliargli un poco i capelli, facendogli alzare lo sguardo un po’ sorpreso e anche un po’ intimorito, troppa la diffidenza acquistata in tanti anni. E dirgli poche parole che però basteranno a rendere i suoi giorni meno cupi.
 
“Il futuro sarà migliore, te lo prometto.”
 
Sono sempre io. Mi basterà.





Note d'autore: Un Flash e poco più (sono 533 parole) per parlare di Naruto, di come la sua vita sia cambiata ma anche come il passato non possa essere cancellato del tutto. Per fortuna c'è chi aiuta ad anestetizzare quella vecchia ferita. Un Naruto consapevole di questo che tuttavia, vorrebbe dire al se stesso di un tempo di stare tranquillo, di rassicurarlo che non sarà così per sempre...cosa che nessuno gli ha mai detto per molto tempo ma che lui avrebbe desiderato tanto sentirsi dire. Spero vi sia piaciuta, vorrei sapere cosa ne pensate ^^ Come per la precedente storia "Perdonami", questa storia è stata ispirata da un'immagine. Quella che vedete sopra, i cui diritti solo dell'autore @polaris599 che l'ha realizzata, è la mia fonte di ispirazione che merita moltissimo ** Grazie della lettura e buona serata a tutti, alla prossima ^^