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Autore: herr    18/08/2015    0 recensioni
Tre ragazze, Jule, Clare e Sarah, sono decise a registrare un documentario su un vecchio Centro di Ricerche nella campagna di Kalos. Strani fenomeni psichici, e l’artefice — gli artefici — più impensabile dietro tutto ciò.
{ angst ; comica ; rating giallo }
**


« Mi stai dicendo che sono immobili ma si muovono? »
« Guarda tu stessa! È una pazzia »
« Non è una pazzia. È la realtà! »
« Ragazze, anche voi avete notato che da tre sono passati ad essere dieci? »

Storia forse ripresa
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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I Pokémon ed ogni cosa a loro associata è di proprietà della Nintendo Ltd., fatta eccezione per i miei personaggi originali. Delle brevi cose che dovete sapere prima di leggere la storia. 1. non è la versione Pokémon di ESP, affatto, ho solo associato al nome del film un gioco di parole sugli Espurr 2. non ci saranno fatti macabri né altro che possa esser motivo di paura (per quanto una fan fiction possa far paura) ragion per cui non la considero una creepypasta 3. è la mia prima long (anche se durerà relativamente poco) da tempo, spero vi piaccia. Non mi resta che augurarvi buona lettura! 


 
ESPᵁᴿᴿ - Fenomeni Paranormali

 
 

❛ primo capitolo ❜
 
La campagna si estendeva calma e placida nei dintorni di Camphrier Town, prospettandosi alle ragazze la data ideale per cominciare le riprese del loro documentario. I campi ricoprivano una zona circolare sviluppatasi attorno l’edificio, seppur in lontananza fosse molto chiaro il Shabboneau Castle ed il suo complesso rinascimentale di costruzioni che si elevava attorno, mentre una strada abbastanza rovinata collegava la città alle zone più rurali, incluso l’edificio Pokémon.
Durante quella mattina, le tre ragazze si trovavano nell’ampio spiazzo che precedeva l’entrata del Centro Ricerche, il quale un tempo ospitava un grande parcheggio. La piccola costruzione floreale a base quadrata al centro dello spiazzo era ormai ridotta ad un polveroso spazio vuoto che le amiche usarono per sedervisi comodamente.
« Come dovremmo entrare? » esordì Jule, la più giovane del gruppo, indicando le catene a cingere la porta d’entrata. Era una ragazza piuttosto bella, dai capelli di un biondo abbastanza scuro e gli occhi molto chiari. Si scostò una ciocca di capelli dalla fronte e si riprese la parola.
« Sempre se abbiamo intenzione di buttarci a capofitto in quello che sembra un film di serie b sulla vita di tre raga—
« Sto cercando le parole più adatte ma zitta suona abbastanza chiaro alle mie orecchie, Jule » la interruppe la castana, Clare, maneggiando una telecamera nuova di zecca fra le sue mani.
« Tornando a noi, Jule » sorrise, per quanto quel suo gesto fosse tutto tranne che cortesia   « quando tu e Sarah siete andate a comprare questa telecamera pensavate che “PROMO” fosse la marca e che quel 30% in meno fosse cosa, un optional simpatico di ripresa? »
« Videocamera, Clare, è una videocamera, e poiché noi non siamo la KBC e non possiamo permetterci dei mezzi più potenti di questo » la corresse la bruna Sarah, facendo per indicare la videocamera « questo è ciò che useremo » 
« Pensavo di aver specificato che l’apparecchio non avrebbe dovuto trovarsi in un museo del cinema » la incalzò Clare scorrendo con i polpastrelli sugli evidenti segni di caduta e rovina del rivestimento metallico « cosa siamo, hipster creativi? »
« Sorvolando sul fatto che gli hipster si sono estinti qualche mese fa » soggiunse Jule rubando l’apparecchio di mano all’amica « la nostra priorità è entrare nell’edificio » finì, cercando lo sguardo delle sue amiche intente a rimbeccarsi sui più futili particolari.
Le due ricambiarono lo sguardo concludendo che l’entrata avrebbe dovuto essere il loro obiettivo nell’immediato e si adoperarano per fare breccia nelle massicce catene di acciaio. Pur chiamando in aiuto i loro Pokémon, le ragazze non riuscirono a trovare una soluzione che non implicasse la demolizione di buona parte del primo piano, ed essendo interessate a visitare anche ciò optarono per una mossa diversa.
In aiuto venne loro Socrate, il Manectric della bruna, Sarah, che con non poco sforzo riuscì ad effettuare brevi ma precisi tagli, rendendo così agevole alle tre l’entrata nel Centro Ricerhe.
Clare, con attrezzatura alla mano, diede un calcio alle lastre di vetro che cingevano l’entrata e con l’aiuto sia del Pokémon Scossa che delle altre riuscirono a sistemare, una volta entrata nella hall dell’edificio, la videocamera. Montarono l’apparecchio in cima ad un cavalletto in metallo, il quale provvisto di ruote le facilitava nel trasporto e nelle riprese del loro documentario.
Completati i preparativi, le ragazze si scambiarono una veloce occhiata soddisfatta e cominciarono, finalmente, le riprese.
« Pensavo di fare un breve briefing in diretta su ciò che intendiamo fare il primo giorno » suggerì Clare intenta in qualche ripresa di prova alle vuote sale del piano terra « magari mentre esploriamo questo piano »
Le altre acconsentirono, ed ebbero anch’esse delle idee da condividere sul progetto: « Potremmo anche tenere un diario, dove buttare giù ogni fatto che succede, per rendere tutto ciò più interessante » propose Sarah cercando il consenso delle altre, che non tardò ad arrivare, sotto forma di brevi cenni del capo e borbottii.
Una volta ragionato sul da farsi decisero di cominciare le registrazioni partendo dalla sala d’aspetto, una grande stanza che occupava gran parte del piano, e dalla quale partiva ogni collegamento con le aree superiori. Nonostante l’età dell’edificio, la sala si era mantenuta discretamente bene, cosa che suggerì alle ragazze di fare di quel luogo la loro postazione per la notte. 
« Che ne dite se montassimo la tenda qua? »
« Al piano terra? » la bionda indicò le vetrare che ricoprivano buona parte del muro « non mi sento bene all’idea che chiunque possa vedere i nostri movimenti. Suona un po’… creepy »
« Sicuramente troveremo stanze più accoglienti che qualche divano, concentriamoci sul
La stessa accese la videocamera e prese subito dopo a snocciolare fiumi di parole su ciò che avevano intenzione di fare quel giorno, gesticolando una possibile mappa con le mani ed indicando passo dopo passo i loro futuri movimenti. Il briefing, pensarono le due amiche rimaste in disparte ad osservare la castana nel suo monologo.
« … terremo inoltre un diario di bordo nel quale scriveremo ogni fatto, anche il più inquitante » mise particolare enfasi a quelle parole « che poi leggeremo in serata. Spero che questo documentario vi piaccia, e chissà, vi appassioni! »
Sarah osservò nella sua testa come “appassionare” e “piacere” fossero pressoché identici, ma decise di non parlare. Al segno della castana, invece, le due che nel frattempo si erano limitate ad osservare entrarono anch’esse nelle riprese, senza però risultare particolarmente rilevanti al discorso.
« Ora ci apprestiamo ad entrare nell’ascensore, cosa ci aspetterà? » furono le sue ultime parole, prima di mettere in stand-by la registrazione e di spostare l’attrezzattura nello spazioso elevatore.
« Vi vorrei più partecipi ragazze! Deve comunque essere un minimo interessentare il documentario, non può essere un monologo teatrale! » esclamò la castana aggiustandosi i capelli « Jule, che ne dici di anche provare a parlare? »
La bionda le scambiò un sorriso irritato.
 « Farò del mio meglio » disse fra i denti  « ma perché non lasciamo spazio a Sarah? »
« Penso che mi limiterò ad apparizioni saltuarie, grazie dell’interessamento » la rimbeccò la bruna, cercando di eludere lo sguardo dell’amica.
Quando un trillò interrompè la musichetta dell’ascensore, le ragazze capirono di aver raggiunto il primo piano, ma non poterono non notare il lungo lasso di tempo che l’ascensore aveva impiegato per spostarle di qualche metro in altezza.
Appena uscite, si trovarono in quella che un tempo era la sala da pranzo del Centro Pokémon, con un ristretto bar alla loro destra ed una lunga serie di tavoli incastrati fra loro alla sinistra. Le ampie vetrate non lasciavano spazio alla luce artificiale, il che le sollevò, garantendo loro un grande margine di tempo lungo il quale registrare senza l’uso di apparecchiature notturne.
« Direi di cominciare a girare il primo piano, o per lo meno l’ala est… » indugiò la castana, cercando di rappresentare nella sua mente lo spaccato del piano « accessibile esattamente da là » concluse, indicando una porta recante il numero “209” su di essa. Poté facilmente escludere le due porte rimanenti, essendo una palesemente uno stanzino, ergo cieca, e l’altra la porta delle cucine.
« Ci sarà utile questa mappa » aggiunse Jule, srotolando su un tavolino una piantina in carta lucida trovata poco prima a terra « Esatto, la porta è quella, ma per visitare completamente il primo piano bisognerà attraversare le cucine » indicando a sua volta una piccola porta in metallo nei pressi della zona bar.
« Tre, due, uno… » e Clare accese la videocamera.
« Benvenuti nel primo piano del Centro Ricerche! Come illustratovi prima, ci inoltreremo nell’ala est del Centro Ricerca, chissà che non possiamo trovare qualcosa! » 
La ragazza prese a parlare animatamente, seguita dalla sempiterna telecamera grazie ad un bastone da passeggio con l’estremità ricurva che usava come uncino per trascinarsi appresso la videocamera. Come prima, le ragazze stettero in disparte a parlicchiare sulla performance della loro amica
« Ci crede veramente? » sussurrò nell’orecchio Sarah a Jule « pensa seriamente di trovare qualcosa di interessante? »
« Non era questa la ragione di tutto? » 
Sarah rispose dentro di sé: lo era. 
Non c’era una ragione specifica per la quale loro due l’avevano accompagnata, e probabilmente anche la ragione per la quale Clare si fosse trovata lì cominciava a scemare. Tutto ciò che vedevano era una sciroccata parlare ad una telecamera di un vecchio Centro Ricerca in disuso, nulla di più, nulla di meno, ed era quello il particolare più inquietante dellla vicenda. Nonostante ciò, decisero di assecondare l’amica e s’intrufolarono anche loro nelle riprese, supportando il gioco alla castana.
« Ragazze, lasciate pure tutto quanto nella sala da pranzo » disse Clare nel momento in cui si trovavano ad entrare nel corridoio « saremmo comunque costrette a ritornare qua, per cui saranno solo un inutile peso il cibo ed i sacchi a pelo » 
Le due, seguendo il suo ragionamento, fecero dietrofront e riposero tutto il loro armamentario nella stanza precedente per poi recuperare il passo con l’altra che nel frattempo aveva continuato imperterrita il suo monologo.
« Per spezzare la noia di questi vuoti passaggi direi di inauguare la rubrica “Pensa un po’! » l’enfasi con il quale parlava di qualcosa così banale e scontato come le curiosità da giornalino estivo parve stupire le ragazze, prede della noia del momento.
« Primo fatto curioso: negli anni 80’ in questo edificio sono accaduti fenomeni di scomparse! Fu infatti l’anziano John Legreve che per primo scomparse m-i-s-t-e-r-i-o-s-a-m-e-n-t-e e non apparve più! » 
« Non so se essere scioccata per l’emozione con la quale parla di una scomparsa o per l’incredibile numero di stupidate che riesce a mettere in fila per questo documentario » bisbigliò la bruna, vedendosi rispondere con sorriso sentito da parte di Jule.
Venne il momento di fermarsi per uno spuntino, sentenziò Clare fermando le riprese della videocamera e trovandosi un angolo per sedere. L’amica Jule la assecondò, ed assieme chiesero — costrinsero più che altro — Sarah a portarle loro delle bacche preparate per l’occasione. Non avendo per il momento visitato alcuna camera dell’ala est erano finite per fermarsi all’estremità del corridoio, obbligando così la bruna a dover ripercorrere per intero il corridoio, che si presentava asettico e piuttosto monotono alla vista. 
Le impiegò un quarto d’ora a raggiungere, a passo calmo, la porta sormontata dal “209” che andava cercando, ma quando fu aperta Sarah fu tutt’altro che sollevata.
« Cos » non urlò, per stupore più che per compostezza, ma ciò che l’aveva aspettata dall’altra parte del muro era tutto fuorché normale.
La bruna si trovò di fronte una stanza completamente diversa dalla sala da pranzo che si aspettava di trovare. Vide un grande spazio centrale, dei televisori rudimentali ed una vetrata, molto simile a quella della sala precedente, che conduceva ad un balcone fuori dal suo campo visivo. Le condizioni della stanza erano peggiori di ciò che aveva visto in precedenza, seppur rimaneva comodamente vivibile e in cuor suo pensò di aver visto di peggio in quanto a ordine e pulizia.
Istintivamente le venne da chiamare le sue amiche, ma colse l’occasione al volo per osservare da più vicino e con più calma la misteriosa stanza, senza però chiudere mai la porta. 
Una volta averne fatto il giro completo, si decise a riportare ogni dettaglio alle amiche, a metà fra l’incredulità e l’eccitazione per la scoperta.
« Lo sapevo! » esclamò Clare entusiasta, ma Jule fu molto meno felice della sua amica. Il tempo di riordinare le idee che la castana si era già buttata a capofitto nel mistero, raggiunta poco dopo dalle altre due.
Dopo aver controllato che la porta fosse la medesima per la quale erano passati, le tre amiche entrarono seguite dalla fedele videocamera e si misero a parlottare sulla vicenda mentre sul display del macchinario scorrevano le, a prima vista banali, immagini della sala.
« Come può una cosa apparire dal nulla? »
« È quello che mi chiedo quando ti vedo con dei paia sempre diversi di scarpe, Jule » la stuzzicò amichevolmente Clare eludendo il suo sguardo « ma ora passiamo alle cose importanti. La chiamerò “La camera dei segreti”! »
Sarah non obiettò a quel buffo nome, continuando a spostare l’occhio di dove in dove alla ricerca di qualche particolare. Pensava di averle viste tutte quando di fronte le si palesò un buffo essere grigiastro con dei grandi occhi viola a fissarla.
« Argh! » esclamò « c’è un coso grigio! »
« È un Espurr » la corresse Jule.
« Coso si addice molto di più ad un qualcosa apparso da un momento all’altro in questa situazione » pose molta enfasi sulle ultime parole, richiamando l’attenzione di Clare ed alimentando la sua fame di mistero.
« Ah! La camera dei segreti riserva delle sorprese! »
Jule non fece in tempo a girare lo sguardo che si accorse di come altri due Espurr erano apparsi, magicamente, attorno a lei. 
« Clara, Sarah… »
Le ragazze furono richiamate dall’amica e, come statue, non riuscirono a muoversi dalla loro posizinone. Sarah sondava il terreno attorno a lei sperando in cuor suo di non imbattersi in altri animaletti simili, ciò che invece era all’opposto dell’idea di Clare. Il suo documentario stava trovando dei contenuti interessanti e non era intenzionata a lasciar andare tuttò ciò così in fretta. Sollevò la videocamera dal cavalletto e la strinse in pugno, aiutata dal supporto in caucciù che si allacciava al dorso della mano, ma proprio nel momento nel quale la puntò verso l’Espurr, esso era sparito. Era bastato un attimo di distrazione per far sì che quel Pokéon scomparisse.
« Sarah, cosa stai facendo?! » le sbraitò Clare, irritata per aver perso di vista il Pokémon « avresti dovuto continuare a fissarlo, e non di guardarti attorno! »
Claire mosse l’apparecchio alla ricerca del Pokémon, e fortunatamente per la bruna lo ritrovò qualche metro più a destra, intento a fissare la castana.
« Eccolo! Per fortuna si era semplicemente mosso! »
« Non è possibile, non può essersi mosso » ribatté Sarah « l’avrei visto farlo. Era immobile, e il momento dopo… puff! Sparito »
Il viso di Jule si contrasse in un’espressione disgustata. 
« Mi stai dicendo che sono immobili ma si muovono? »
« Guarda tu stessa! È una pazzia » 
« Non è una pazzia. È la realtà » esclamò raggiante Clare osservando famelica quegli animelatti che avrebbero fatto del suo documentario un vero fenomeno virale.
In quei pochi secondi che passarono, le tre amiche cercarono di calmarsi e riordinare un’attimo le idee — le due amiche, ché il comportamento di Clare era più simile ad un ragazzo il giorno della vigilia di Natale — senza accorgersi di ciò che stava succedendo attorno a loro.
In breve, quei tre paia di occhi viola che avevano preso a fissarle crebbero sino ad arrivare a dieci esemplari del Pokémon Moderazione, inermi, occhi spalancati, l’incubo degli Espurr.
« Ragazze, anche voi avete notato che da tre sono passati ad essere dieci? » esordì Jule esterrefatta richiamando l’amica Sarah, l’unica che pareva darle ascolto e comprendere le sue angoscie.
« Oh se l'ho notato » le fece eco Clare ruotando meccanicamenta la videocamera in una suggestiva panoramica degli eventi, che vedeva Jule e Sarah accerchiate dai piccoli animaletti, entrambi immobili ma con reazioni interiori ben diverse. Inquadrò la bionda che, sconvolta dal comportamento menefreghista dell'amica nei loro confronti, le espose in modo relativamente composto le sue idee a riguardo.
« Che comportamento è? Noi stiamo visibilmente in panico e tutto ciò che tu fai è girare un maledetto video? La cinepresa dei fratelli Lumiere ti meritavi, razza di cretina »
« Jule, sono sicura che Clare abbia una soluzione » fece Sarah, riacquisita un po' di calma. Non era sicura che la loro amica avesse un piano, ma confidò nella sua sicurezza e nel suo comportamento anormale, ma non poté resistere dall'avere la conferma dall'amica.
« È così, vero? »
Clare parve fare di sì con il viso, ma prima che Sarah avesse in mano la sicurezza riguardo la cosa attese di sentire delle parole dalla sottoscritta, che lo capì subito e lo palesò con uno sbuffo.
« Ho notato che paiono muoversi appena si distoglie lo sguardo da essi, anche semplicemente battendo le palpebre » fece una lieve pausa, che sfruttò occupandosi di sistemare la registrazione dal display « e, cosa più importante, teletrasportano ogni cosa con i quali vengono a contatto. Non ne sono troppo sicura, ma se ci stringessimo assieme e ci facessimo teletrasportare da qualche altra parte saremmo con alte probabilità salve »
« Ahem...  teletrasportare dove esattamente? »

« Il teletrasporto sfrutta luoghi già visti nella mente del Pokémon, il peggio che ci può capitare è la campagna circostante l'edificio »
Le due ragazze esitarono, ma capirono in breve tempo che quella era la loro unica possibilità di uscire indenni da quell'incubo, seppur temporaneamente, e deciserono di fidarsi dell'amica. Ad un cenno di Clare, Sarah e Jule dribblarono quegli esseri, mantenendo il contatto visivo con gli ultimi e raggiunsero ognuna una mano della castana, stringendosi ad essa con molta forza. Quando finalmente furono tutte e tre unite, si limitarono a chiudere gli occhi nella speranza che la teoria fosse esatta ed aspettarono.


   
 
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