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Autore: Saphira_chan    19/08/2015    20 recensioni
- Non possiamo Inuyasha.. - mormora lei
Chiudo gli occhi per concentrarmi.
La desidero. Più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Sento il suo respiro irregolare riscaldarmi la spalla nuda, su cui lei aveva appoggiato la sua fronte.
L'avevo delusa, tradita, abbandonata a se stessa..
ma nonostante tutto, lei era sempre lì, pronta ad alleviare la mia anima tormentata... incompleta senza di lei.
- Kagome... - sussurro con voce roca, come per mostrarle la mia difficoltà nel trattenermi.
Il corpo seminudo di lei, a contatto con il mio, mi sta facendo impazzire.
Il mio sangue ribolle, al pensiero di averla fra le braccia e non poterla avere..
Aumento la stretta sui fianchi, strappandole un sospiro profondo.
Soffro. Soffro fisicamente e mentalmente... soprattutto perchè so che anche per Kagome è lo stesso...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 31

La battaglia finale
 


- Ne sei sicuro? – grida Miroku, in sella a Kirara, per farsi sentire meglio da me.
- Non abbiamo altra scelta! – replico ad alta voce, effettuando un altro balzo disumano, superando cosi una decina di alberi.
 
L’unico indizio che abbiamo su Naraku sono le informazioni che ci diede Sesshomaru… non ci sono altre soluzioni..
 
Il vento si scaglia furioso contro di me, mentre corro a perdifiato nel bosco, nel tentativo di sfruttare ogni singolo secondo di tempo a disposizione.
- Tuo fratello disse di aver percepito il suo odore, vicina al vecchio villaggio della divina Kagome.. ma non è detto che sia lì! – esclama lui, non appena, grazie a un mio salto, mi ritrovo a pochi metri da lui e a molti da terra.
- Lo so dannazione, lo so! – latro io, prima di ritoccare il terreno, sul quale mi do una nuova spinta per spiccare nel cielo ed evitare di correre a zig zag per tutti gli alberi del bosco. - Ma è l’unica nostra speranza al momento! –
Noto con la coda dell’occhio il bonzo annuire mestamente, mentre un senso di impotenza continua a crescere dentro di me.
L’odore di Naraku non è ancora percepibile, e questo significa solo una cosa… è lontano.
Dannatamente lontano!
E Kagome è di nuovo nelle sue grinfie, al contrario di cosa le avevo promesso..
Lei mi ha donato se stessa, un bambino… un futuro… che per colpa mia potrebbe non avverarsi mai!
Ringhio sommessamente per la frustrazione, dandomi dell’idiota e del debole ogni qual volta che il mio cervello ripensa a quello che ho permesso che accadesse.
Maledizione!
Maledizione, maledizione, maledizione!!
 
 
- Inuyasha!! – mi sento chiamare.
- Che c’è?? – domando agitato, notando subito che il monaco non sta più guardando davanti a sé.
- Guarda! – mi fa notare, indicando un punto impreciso dietro di noi.
 
Aggrotto le sopracciglia sorpreso, appena focalizzo un tornado venire verso di noi ad una discreta velocità.
Koga?
 
Non riesco nemmeno a proferire una parola, che mi ritrovo improvvisamente con la faccia contro il terreno.
- Dannato botolo!! Ma tu proprio non riesci a farne una giusta! – esclama lui accovacciato, con i piedi puntati sulla mia schiena.
 
Un brivido di fastidio mi percorre tutta la colonna vertebrale, facendomi trovare la forza di levarmelo di dosso.
- Tsk! Non ti fai vedere da mesi e pensi pure di poter criticare??? – ruggisco io stringendo le mani a pugno per la frustrazione. So già dove vuole andare a parare… e stavolta ha  pienamente ragione, maledizione! – E’ un problema mio lupastro! Della mia famiglia tu non ti immischiare! –
 
Cerco di fare il grosso, ma la penso esattamente come lui.
Se adesso non avessi tutta questa fretta di ritrovarla, mi sarei già autopunito in qualche modo.
- Ragazzi smettetela! Non mi sembra il caso di litigare ora! – afferma Miroku, dopo averci raggiunto – dal tuo temperamento Koga, mi sembra di capire che sai già quello che è successo vero? –
- Ovvio che lo so! – risponde lui con arroganza, mentre osserva il bonzo scendere da Kirara. – Vado a trovare la mia amica e cosa trovo?? Un villaggio che sembra un cimitero di demoni e tua moglie che mi dice che Kagome è stata appena rapita! Ma dico, che avete nel cervello?? –
 
Un ringhio basso mi esce senza controllo.
Se pensa che io stia qui a sorbirmi la sua ramanzina si sbaglia di grosso!
Sono fin troppo nervoso per sopportarlo!!
Se non chiude immediatamente la bocca, giuro che l’ammazzo!
 
- Capisco la tua rabbia Koga, ma Naraku ci ha teso una trappola! Adesso stiamo andando a salvarla, quindi… - gli dice Miroku rimontando sul felino demoniaco - … non abbiamo tempo da perdere! Se vuoi seguirci, bene, altrimenti dobbiamo rimandare la chiacchierata.. –
 
Faccio un respiro profondo, cercando di calmarmi, ringraziando mentalmente il bonzo per essere riuscito a placare almeno un po’ la furia di quello stupido.
I miei sensi di colpa stanno già toccando livelli esorbitanti… ho solo bisogno di rivedere la mia Kagome sana e salva… e non di sentire la ramanzina del lupastro!
 
- Mmh… - mugugna Koga dopo aver fatto scivolare il suo sguardo dal mio amico a me. Sto quasi per tirargli un pugno in faccia per il suo modo insistente di studiarmi.
Per sua fortuna però, riprende a parlare in maniera più pacata. Forse deve aver capito che non è proprio il momento per futili battibecchi.
 
- Beh, mi sembra ovvio no? Certo che vi seguo! Naraku è anche un mio nemico, non dimenticatelo! – sbotta lui, incrociando le braccia quasi offeso.
- Bene, allora qui non abbiamo più nulla da fare! – esclamo non guardando nessuno dei due in particolare e spiccando un balzo verso quella che spero sia la direzione giusta da seguire.
Nord aveva detto.
Presso le montagne… quando sono andato a riprendermi Kagome e Inuki, l’odore pungente di Naraku non l’avevo neanche sentito.
Se Sesshomaru ha detto che però nelle vicinanze aveva fiutato delle tracce del suo fetore…
Dannazione… non mi resta che fidarmi di quel presuntuoso di mio fratello!
 
 
- Come mai Koga non ti sei fatto più vedere per così tanti mesi? – sento dire da Miroku, a qualche metro di distanza da me.
- E’… è stato un periodo difficile… prima Ayame, che ha avuto un parto a rischio… e poi delle ribellioni da parte di una tribù di lupi particolarmente ostili… diciamo che ho avuto il mio gran da fare ultimamente –
- Capisco… ma quindi Ayame sta bene adesso? – continua il bonzo, ben aggrappato al manto di Kirara, per evitare di cadere, vista l’elevata velocità con cui li sto obbligando a proseguire per starmi dietro.
- Si certo! Adesso ho un altro bel maschietto! E da quello che ho visto… anche tu e Kagome vi siete impegnati, eh?? Cuccioletto??? –
 
Quasi non inciampo quando capisco che sta parlando con me.
E’ un attimo e la mia faccia diventa rossa quasi quanto la mia veste.
 
- C-cosa…? Dannato! Ti sembra di fare dei discorsi del genere proprio ora?? – urlo voltando leggermente la testa per farmi sentire, ma soprattutto, per non far vedere il colore che hanno assunto le mie guance.
 
- Lascia perdere Koga, ho già provato io a estorcergli qualcosa, ma è stato tutto inutile! – confessa Miroku rassegnato, sotto lo sguardo sbigottito di Koga e quello furioso mio.
- Miroku! Sei fortunato che non ho tempo da perdere, altrimenti un bel cazzotto non te l’avrebbe tolto nessuno! – esclamo, fissando davanti a me, con un evidente nervo pulsante in testa.
 
- Emm… a parte questo… - comincia Koga -… sappiamo perché l’ha di nuovo rapita? Che cosa vuole da lei? –
Non appena finisce di parlare, un velo di angoscia mi attanaglia il cuore.
- Non lo sappiamo ancora. – finisco io, tagliando ogni discorso.
 
Deglutisco a fatica, mentre migliaia di macabri e drammatici scenari mi passano davanti agli occhi.
Se solo osa storcerle un singolo capello… giuro che non gli basterà nascondersi nell’entroterra per sfuggire alla mia ira!
 
Resisti Kagome! Sto venendo a salvarti, non ti arrendere!!
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
Il rumore delle catene dovuto dai movimenti provocati da Kagome per sfuggire dalla mia presa, sono pura melodia per me.
Ancora non ci credo, finalmente, dopo anni, avrò la soddisfazione di averla.
Per quanti notti ho desiderato il suo corpo sotto il mio? Troppe.
E il sapere di non poterla avere, nonostante fosse mia prigioniera, mi ha sempre reso irascibile, arrivando perfino a divertirmi a infierire sul suo corpo perfetto.
 
Un altro lamento di lei mi desta da quei brutti ricordi.
Adesso non serve più pensarci…
Adesso è qui.
 
Sorrido maliziosamente, non diminuendo la presa sul suo seno e divertendomi nel vederla così in difficoltà.
Oh Kagome… questo è solo l’inizio…
 
Con l’altra mano prendo violentemente il suo volto con un gesto fulmineo.
“Finalmente!” penso fissando le sue labbra scarlatte.
 
Mi avvicino a lei, incrociando i miei occhi lussuriosi con i suoi impauriti.
Un sorriso malevolo mi si dipinge in faccia.
Non hai più scampo mia piccola Kagome…
Sei mia!
 
 
 
 
- Ti sei abbassato a tanto, Naraku? –
 
Un grugnito di disappunto fuoriesce dalle mie labbra.
Chiudo gli occhi, tremando leggermente per la rabbia che mi sta salendo e non muovendomi di un solo passo da Kagome, cerco di trovare un briciolo di lucidità perduta.
 
L’irritazione di essere stato interrotto, in un momento del genere, è veramente tanta.
Già mi stavo pregustando l’immagine del suo corpo nudo a contatto con il mio..
Vorrei girarmi e ammazzarlo con le mie stesse mani.
Apro gli occhi e noto irato, che lo sguardo, che prima era solo carico di paura, adesso brilla di una nuova scintilla di speranza.
 
Sbuffo infastidito, lasciando andare la presa sulla ragazza e voltandomi verso quello stolto che ha osato interrompermi.
La rabbia e la frustrazione è tanta, ma nonostante tutto, alzo gli angoli della bocca in un sorrisetto strafottente.
 
- Sesshomaru… mi stavo proprio chiedendo quanto tempo ancora ti ci voleva per trovarmi… - domando io, sapendo di stare intaccando il suo orgoglio.
 
Lui non risponde, ma si limita solo a fissarmi contrariato.
Bene… prima lo uccido… e prima potrò passare ad altri passatempi più.. piacevoli.
Lancio un ultima occhiata di sfida alla ragazza dietro di me, pregustandomi già la sia angoscia nel veder morire la sua unica salvezza.
 
- Beh… - comincio io, infilando una mano nella veste e ritornando a guardare il demone davanti a me, pronto alla battaglia - … se è la lotta quella che vuoi… sarò ben lieto di dartela! –
 
E senza aspettare oltre, afferro la sfera dei quattro spiriti e la spingo contro il mio petto.
Una nuova e strana adrenalina mi scorre nelle vene, quando il così tanto agognato gioiello, diventa un tutt’uno con me.
Ogni singola cellula del mio corpo vibra e rido nel vedere la sua figura ridursi, come tutte le cose accanto a me.
Adesso..  nessuno potrà fermarmi!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il vento gelido si scaglia contro la mia pelle e nonostante il mio essere semi demoniaco, sono costretto qualche volta a portare un braccio davanti alla fronte, per poter continuare a tenere gli occhi aperti.
Ci siamo lasciati il bosco alle spalle e stiamo scalando una montagna con non poca difficoltà.
 
- Adesso è vicino!! – esclamo io, aumentando se possibile, la velocità con cui effettuo i balzi da una roccia a un altra.
- Si la sento pure io la sua puzza! – afferma Koga, saltando agilmente davanti a me.
Non è solo.. sento pure l’odore di Sesshomaru.
Deve essere arrivato prima di noi.
 
Con mio somma irritazione siamo costretti a rallentare.
Ormai la montagna è diventata troppo ripida per proseguire a piedi…
 
Improvvisamente, un grosso masso appare dalle nubi sopra di noi, precipitando nel vuoto.
Lo scanso effettuando un balzo verso un'altra roccia laterale e mi ritrovo a pensare che se avessi aspettato un’altra manciata di secondi, sarei stato trascinato ai piedi della montagna.
 
- Tutto bene Inuyasha?? – mi chiede Miroku, fermando la salita di Kirara, per accertarsi della mia salute.
- S-si! – affermo, prima di continuare la risalita, scalando la montagna e aiutandomi con le mani. Manca poco ormai, il profumo di Kagome è vicinissimo!
- Botolo, lo senti anche tu vero?? – mi domanda quello stupido di un Koga, saldamente attaccato alla parete rocciosa, più avanti di me.
- Odore di sangue… - mormoro fra me e me, stando bene attento a mettere i piedi nelle cavità delle pareti giuste.
Per un attimo, sentendo l’odore del mio fratellastro, ho avuto un momento di sollievo…
Sebbene mi scoccia molto dirlo, è uno dei demoni più potenti che conosca..
Sapere che lui si trova già lì, sul campo di battaglia, mi ha dato una speranza in più… la speranza di avere più tempo per salvare la mia compagna.
Ma dal vento impregnato di sangue… mi fa pensare che qualcosa non va.
 
 
 
Dopo qualche minuto perso a scalare la montagna, finalmente arrivo in un grande spiazzo privo di vegetazione, ai piedi di un’alta rupe, ancora più ripida di quella che abbiamo appena scalato.
Mi rendo conto di essere giunto alla cima della montagna, solo quando mi accorgo che tale rupe termina con una punta aguzza, costituita da un accumulo di pietre congelate lì da chissà quanto tempo.
 
La mia attenzione però viene subito attirata dalle due figure che lottano sopra di noi.
Sesshomaru, visibilmente in difficoltà, sta combattendo contro un ammasso di tentacoli, molto probabilmente cosparsi di una melma velenosa. Effettuando un lungo balzo, schiva agilmente uno spruzzo di una sostanza gelatinosa che rapidamente corrode la roccia sulla quale si è schiantata.
Guardo allarmato la sua veste, sempre bianca, adesso macchiata del suo sangue caldo, che sta tuttora scendendo senza ritegno lungo tutti i pantaloni, fino a bagnare il terreno senza vita della montagna.
La ferita all’altezza del fianco è notevole e mi ritrovo a chiedere come possa Naraku aver inferto un tale colpo a mio fratello.
 
 
- Inuyasha… - una voce familiare, ma più grave, mi giunge alle orecchie e sgrano gli occhi per la sorpresa, non appena fra tutti quei tentacoli scorgo un corpo deforme e il viso di Naraku - … che gentile essere arrivato fin qui per vedermi! -
 
Studio schifato la sua metamorfosi, arricciando il naso per colpa del fetore e la forte aura demoniaca che sta rarefacendo l’aria.
Del vecchio Naraku rimane solo il volto mentre il corpo è mutato in qualcosa di più grottesco.
Il suo petto, un tempo umano, si è ingrossato e ricoperto di una folta e corta pelliccia nera, identica alla peluria che ricopre il suo corpo di ragno dalla vita in giù.
Otto lunghe e spesse gambe sbucano lateralmente dalla corporatura animalesca, mentre sulla schiena, esattamente nel punto che separa la sua forma più.. umanoide, se cosi si può dire, e quella più bestiale, spuntano una serie di tentacoli viscidi e grossolani che si muovono rapidamente nell’aria, impendendo un possibile avvicinamento.
 
- Santi Kami.. – sussurra Miroku, anch’egli disgustato dal suo nuovo corpo, mentre Koga sta ancora guardando incredulo le dimensioni che ha assunto il nostro nemico, per pianificare una qualche sorta di attacco.
 
Ringhio sonoramente, mentre lui mi fissa con aria strafottente, sorridendomi con un smorfia minacciosa, resa ancora più inquietante dai denti aguzzi che sbucano prorompenti da sotto le sue labbra.
 
 
 
 
- Inuyasha!! – la voce di Kagome però mi desta da tutti i miei pensieri e muovo lo sguardo nervosamente per individuarla.
- Kagome dove sei?? – grido io, quasi per riflesso, mentre ho già percepito la fonte del suo
profumo.
Infatti nello spiazzo, ai piedi della rupe sulla quale Naraku è appeso grazie alle sue nuove zampe, noto i resti di quello che penso sia un tempio.
 
Corro senza pensarci e mi basta poco per notare il suo corpo fra le macerie di legno e pietra.
- Kagome stai bene?? – le dico io, mentre con una sola mano elimino i resti che la stavano quasi schiacciando.
Dal suo sguardo capisco che è spaventata, ma subito la tranquillizzo abbracciandola e baciandole i capelli, ringraziando i Kami per averla ancora fra le mie braccia.
Trema leggermente, invocando il mio nome e nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.
 
Improvvisamente però, la voce rauca di Naraku mi costringe a mettere in allerta i sensi.
Avevo così voglia di rivederla, che mi sono quasi dimenticato della troppa vicinanza dal mio nemico.
 
- NON TOCCARLA!! – grida lui, prima di far scattare uno dei suoi tentacoli verso di noi.
 
Contraggo i muscoli delle gambe appena in tempo per schivare il suo attacco e per allontanarmi dalla rupe.
Solo grazie a Kirara però evito definitivamente il suo colpo, poiché non appena mi vede effettuare il balzo, vola in mia direzione, allontanandomi maggiormente da Naraku e cosi impedendomi di toccare il terreno.
Se non l’avesse fatto, io e Kagome saremo stati colpiti da un altro tentacolo di Naraku.
 
- Grazie Kirara..! – esclamo io, mentre, ancora in volo, mi chiedo cosa possa essere successo a Naraku per migliorare cosi tanto i suoi riflessi.
E’ diventato talmente veloce che nemmeno mi ero accorto del suo altro attacco!
 
Una volta a terra, dopo che Kirara allenta la presa sul mio braccio ritorno a guardare la mia compagna, ancora aggrappata saldamente a me.
 
- Sei ferita? Ti ha fatto del male?? – domando ansioso di sapere la risposta.
Lei, alzando il viso e scostandosi leggermente da me mi risponde muovendo la testa in segno di diniego, levandomi finalmente un macigno dallo stomaco.
 
In lontananza, sento un grugnito di disapprovazione del lupastro e non appena mi volto, mi rendo conto che ha già cominciato a combattere. L’impatto di un tentacolo sul terreno, penso dove si trovava Koga, scatena un piccolo terremoto e mi ritrovo a pensare che è un miracolo se la montagna è ancora in piedi.
Do un occhiata veloce a Miroku, non ancora sceso da Kirara.
Sta guardando lo svolgersi della battaglia… spero per lui che non abbia intenzione di intromettersi…
Adesso Naraku è particolarmente forte, e lui, ormai senza vortice, rischierebbe la vita... E’ meglio che rimanga più in disparte stavolta..
 
Appena Miroku si accorge del mio studio attento, mi convinco che farlo rimanere più a distanza dalla battaglia assieme a Kagome è la cosa migliore, ma la voce di quest’ultima mi destabilizza.
 
- Naraku è in possesso della sfera dei quattro spiriti!! –
 
Entrambi scattiamo la testa in sua direzione.
Com’è possibile?
La sfera è scomparsa dopo che Kikyo ha espresso il desiderio!
Come fa ad averla?
 
- Com’è possibile? – chiede Miroku aggrottando le sopracciglia, dando sfogo ai miei pensieri.
- E’ cosi vi dico! Naraku si è impossessato della sfera dei quattro spiriti, rubandola a Kikyo nel corso degli anni… - ci spiega lei, cercando di ignorare le scosse che fanno tremare l’intera montagna, ad ogni mossa letale di Naraku.
- Kikyo aveva la sfera? – domando io, non capacitandomi di come fosse possibile che all’interno della miko potesse esserci la sfera.
Come mai non abbiamo mai percepito la sua aurea?
C’entra qualcosa il fatto che lei più di cinquant’anni fa era la custode della sfera?
- Ne sei sicura Kagome? Non è che Naraku te l’ha fatto credere intenzionalmente? – chiedo scettico, posando lo sguardo sul nemico a pochi metri da noi, occupato a fermare gli attacchi di Koga e Sesshomaru.
- Si! E’ per questo che mi ha tenuta prigioniera! Ha usato un certo ponte.. ponte.. –
- Il ponte di anime! – esclama il mio amico stupito, finendo la frase di Kagome.
- Lo conoscevi già? – domanda lei sorpresa.
- Ce ne parlò il monaco Ungai… dopo aver guarito una delle gemelline - le spiego io, cominciando a ricordare.
Lei era in balia di quei banditi, mentre Ungai ci spiegava l’utilità di questo ponte.
Lancio un occhiata veloce al monaco accanto a me, che ancora continua a riflettere su quello che era potuto succedere fino in quel momento, fissando punti imprecisati del terreno.
- Ha utilizzato il legame spirituale che lega la divina Kagome a Kikyo per impossessarsi della sfera.. – mormora lui sottovoce, provando a fare ipotesi, a mio parere al momento superflue.
 
Quello che è successo è successo.
Ormai è inutile piangere sul latte versato…
Naraku ha la sfera dei quattro spiriti e l’unica cosa che possiamo fare è ucciderlo per riprendercela.
 
- Kagome, dove si trova la sfera? – domando di punto in bianco, estraendo Tessaiga dal suo fodero, pronto alla battaglia.
- E’ nel suo petto! Ma stai attento! E’ diventato molto più forte di quel che sembra! – mi risponde lei, sgusciando via dal mio abbraccio e guardandomi con apprensione.
 
Le sorrido, felice di riaverla al mio fianco e dopo averla baciata sulle labbra mi rivolgo al mio amico.
- Rimani qui insieme a lei… ora che non hai più il vortice, è troppo pericoloso per te... –
E dopo averlo visto annuire, scatto in direzione di Naraku, pronto a fare la prima mossa.
Alzo la spada e con tutta la forza che ho, lancio un Kongosoha verso la fonte di tutti i tentacoli.
Una miriade di piccole scaglie luminose e appuntite si dirigono copiosamente verso di lui, tagliando il vento e attirando l’attenzione di tutti.
 
Tuttavia, una potente onda d’urto generata dal nemico annulla il mio attacco.
Sgrano gli occhi per l’inefficacia del mio Kongosoha, stupendomi della facilità con cui si è difeso.
 
Non si è neppure mosso quel bastardo!
Mi ha solo sorriso con la sua solita smorfia strafottente, prima di annullare il mio colpo con l’uso delle sue braccia.
 
Possibile che la sfera gli abbia conferito così tanto potere??
Nemmeno uno dei miei attacchi più potenti l’ha scalfito!
Ringhio per la frustrazione quando mi ritrovo a schivare per un pelo una sostanza corrosiva che ha appena emesso dalla sua bocca.
Un conato di vomito mi sale in gola a respirare il fetore nocivo, ma mi rendo conto che non è assolutamente il caso di far caso a simili dettagli.
Nonostante la lontananza, ha una mira e una potenza di lancio impeccabile.
 
Tento allora ad effettuare una cicatrice del vento, proprio dritto alla fonte dei tentacoli che non ci permettono nemmeno di avvicinarsi al suo corpo.
- Cicatrice del vento!!! – grido io, dopo aver effettuato un lungo salto in sua direzione, per darmi più slancio.
Però, come prima, apre le braccia e, con un gesto rapido, le richiude, unendo le mani e generando un'altra onda d’urto in grado di sopprimere il mio attacco.
 
Dannazione!
Quale diavolo sarà il suo punto debole??
 
La gravità mi riporta verso lo spiazzo roccioso e proprio mentre Naraku muove uno dei suoi tanti tentacoli verso Koga, noto qualcosa.
Qualcosa di deforme e piccolo abbandonato su delle rocce più in alto.
 
Sperando che sia qualcosa che mi possa essere di aiuto, non con senza poche difficoltà lo raggiungo, estraniandomi per qualche secondo dalla battaglia.
Mi porto il dorso della mano sul naso, per cercare di respirare il meno possibile il tanfo nocivo che proviene da questo strano oggetto.
Aggrotto le sopracciglia, provando a capire cosa possa essere.
La sostanza gelatinosa che l’ha sciolto lo ricopre quasi per intero, rendendomi più difficile il riconoscimento.
 
Solo quando intravedo con la coda dell’occhio la sagoma di mio fratello, una vaga ipotesi però comincia a farsi strada nella mia mente.
Oltre all’odore di veleno riesco a percepire un odore di sangue.
Non mi serve molto per intuire che è di Sesshomaru.
 
Mi soffermo un attimo a guardarlo, non togliendo assolutamente la mano dal naso, visto che quest’odore comincia a darmi alla testa.
 
Corre ad una velocità incredibile, evitando accuratamente tutti i colpi di Naraku… ma la ferita al fianco lo rallenta visibilmente.
Sebbene la sua faccia sia celata da una maschera di pura indifferenza, riesco a scorgere in lui delle smorfie di dolore nell’eseguire dei movimenti troppo bruschi.
Grazie al mio olfatto, percepisco una forte quantità di veleno focalizzato nel suo fianco sinistro.
Molto probabilmente non deve essere riuscito a schivare un getto di veleno corrosivo, come poco fa mi ha lanciato Naraku…
Infondo, chissà da quanto tempo lui stava lottando contro Naraku da solo…
Già in tre non riusciamo ad avvicinarci a lui o a ferirlo… posso immaginarmi come possa essere stata dura affrontarlo da solo.
 
Studio la sua ferita, riuscendo perfino a vedere in due punti, a causa della forza corrosiva del veleno, l’emergere dell’osso del bacino.
Sono sicuro che nonostante il veleno gli stesse mangiando tutta la pelle e i muscoli del suo fianco, non abbia mai smesso di combattere…
 
“E a che prezzo” penso io, riportando lo sguardo sulla brodaglia di melma violacea mista a ciò che penso essere l’unico ricordo di mio padre per Sesshomaru.
 
- Tenseiga… - sussurro io, dopo aver riconosciuto l’ormai deforme manico della spada in grado di riportare in vita i morti.
Della lama non rimane più nulla ormai. E’ questione di poco, prima che anche il manico abbia la sua stessa fine.
 
Quando Naraku ha spruzzato la sostanza corrosiva sul fianco di mio fratello, deve aver centrato anche Tenseiga… si sarà sciolta all’istante, assieme alle vesti e alla carne in quel punto…
Se Tokijin si è salvata, significa che nel momento in cui il nostro nemico gli ha centrato il fianco, la stava già impugnando.
Per lo meno, ha avuto una spada con cui contrastarlo fino al nostro arrivo.
 
 
Improvvisamente, incrocio lo sguardo di mio fratello, atterrato a pochi metri da me.
Da una rapida occhiata alla poltiglia acida fra noi due, e inaspettatamente, mi rivolge parola.
La prima volta che mi parla senza offendermi o senza mostrarmi i suoi sentimenti ostili nei miei confronti. Senza però degnarmi di uno sguardp, ovviamente.
- Non lo sottovalutare Inuyasha. – proferisce Sesshomaru, prima di lanciare contro uno dei tentacoli un attacco con la sua Tokijin.
 
 
Mi allontano fin tanto basta per lanciare un’altra cicatrice del vento contro dei tentacoli che stanno per toccare Koga.
Non so perché, ma ho la sensazione che è meglio non scoprire quando dannoso sia il contatto con quelle mostruosità esageratamente lunghe e maleodoranti.
 
- Ma cosa…?? – esclamo io indignato, quando riesco a tagliare due dei tentacoli.
Senza il minimo sforzo e soprattutto in una manciata di secondi, dalle ferite sanguinanti, esce un nuovo pezzo di carne che con rapidità va a sostituire la parte mancante del tentacolo.
 
 
- Tutto qui quello che sapete fare? – ci prende in giro lui, visibilmente contento per la piega che sta assumendo la battaglia.
 
Dannazione possibile che in tre non riusciamo nemmeno a ferirlo??
Come diavolo possiamo fare? Stare qui a schivare i suoi colpi e ad inalare questo fetore acido ci indebolisce e basta a lungo andare…
Maledetto bastardo, riuscirò a toglierti quel sorrisetto ipocrita, stanne certo!!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Osservo sgomenta gli attacchi quasi inutili dei tre demoni sotto di noi.
- Se solo avessi il mio arco e le mie frecce… - sussurro sottovoce, rompendo il silenzio calato fra di noi una volta iniziata la battaglia.
- Non crucciarti divina Kagome… anche se li avevi con te, Inuyasha non ti avrebbe mai permesso di combattere! – afferma Miroku, dandomi le spalle e girando leggermente la testa per farsi sentire meglio. – E poi, siamo in due a sentirsi inutili in questo momento, non preoccupatevi. –
 
Faccio un mezzo sorriso, ammirando il fatto che sia venuto lo stesso a salvarmi, nonostante  adesso non ha più il vortice del vento.
 
- Tutto qui quello che sapete fare? – la voce grave di Naraku ci arriva forte e chiara, nonostante siamo a molti metri di altezza e distanza da lui, su Kirara.
Mi mordo nervosamente le labbra, preoccupandomi a dismisura per la vita di Inuyasha.
Ho già visto quanto filo da torcere ha dato a suo fratello…
E sebbene sia un demone molto potente, i suoi attacchi sono risultati scarsi o addirittura nulli!
Come possono Inuyasha e Koga sconfiggerlo adesso che ha la sfera??
 
L’aria gelida mi fa tremare e, per paura di cadere nel vuoto, mi aggrappo meglio alla veste del monaco davanti a me.
 
- Adesso tocca a me attaccare… - dichiara Naraku, mostrando i denti in quello che sembra un terribile tentativo di sorridere.
 
Mi si ghiaccia le vene, non appena realizzo le sue parole.
Ho paura per quello che dovranno affrontare.
Se Inuyasha dovesse morire… no, non voglio nemmeno pensarci.
 
- Tenetevi forte divina Kagome – mormora Miroku, non smettendo di fissare sotto di lui.
Non vedo la sua faccia, ma so per certo dal tono della voce che anche lui è preoccupato quanto me.
 
Istintivamente stringo le mani sulla sua veste, mentre osservo inorridita il nemico prendere un gran respiro.
Il suo petto si gonfia e le sue spalle spropositate indietreggiano, contraendo così i muscoli della schiena.
Koga, cercando di impedire l’imminente attacco, si precipita verso Naraku, seguito da Inuyasha.
 
Tuttavia, proprio a pochi passi da lui, contrae in uno scatto i polmoni, emettendo dalla bocca un fumo violaceo capace di far indietreggiare il mio amico lupo e il mio compagno.
La potenza con cui fuoriesce il gas è talmente tanta che perfino Sesshomaru, rimasto fermo sul posto.
Forse a causa della ferita, è costretto perfino ad abbassarsi, fino a toccare con un ginocchio il terreno.
 
- Kirara..! – grido io, vedendo arrivare la nube viola, spronandola a volare più lontano, ma la velocità con cui si propaga la nuvola oscura ci raggiunge, sopraffacendoci.
 
Tossisco, incapace di fare altro.
Chiudo gli occhi e mi porto una mano alla bocca, provando a respirare il meno possibile l’aria pesante, carica di un veleno a noi ancora sconosciuto.
 
- Kagome!! – la voce di Inuyasha mi arriva ovattata e lontana. Nonostante mi decido ad aprire gli occhi, non riesco più a vederlo.
 
- Inuyasha!! – grido senza pensarci, per fargli capire che per lo meno, sono ancora viva.
Mi brucia la gola da morire e arranco sempre di più nel respirare.
 
- Che diavolo di veleno è questo?? – mormora Miroku, aggrappandosi meglio a Kirara per non cadere giù.
Infatti, per colpa di questa difficoltà nel respirare, un mal di testa improvviso mi travolge, facendomi vedere tutto in maniera sfocata.
 
Un verso gutturale e soffocato del demone gatto ci fa allarmare.
- Kirara?! – la richiama Miroku, portandosi anche lui un braccio sulla faccia per sentire meno il forte tanfo emanato dal mezzo demone.
Anche se è un demone, e quindi ha più resistenza rispetto a noi due, comincia ad emettere dei miagolii di dolore, dovuti molto probabilmente dalla sua impossibilità di mettersi qualcosa davanti al muso per diminuire gli effetti devastanti del gas.
 
Gridiamo entrambi, quando ci rendiamo conto di stare velocemente scendendo di quota.
- Kirara riprenditi!! – provo io disperata, mentre cadiamo nel vuoto.
Lei, come se mi avesse sentito, si riprende un attimo per permetterci di non schiantarci sul suolo.
Due contrazioni con le gambe e raggiungiamo lo spiazzo roccioso in cui sono bloccati anche Inuyasha e gli altri, procurandoci solo dei piccoli sgraffi sulle braccia e sulle gambe.
 
- Oddio.. Kagome!! – esclama Inuyasha dopo averci visto sbucare dall’alto.
 
Muovo lo sguardo, ma non riesco a vederlo fino a che non sento le sue braccia protettive circondarmi.
Istintivamente lo abbraccio, godendomi, per lo meno, il calore del suo corpo.
Arranco nel respirare e dal modo in cui mi parla, sento che anche per lui è lo stesso.
 
Per demoni con un olfatto sensibile come loro, deve essere dura inalare cosi tanto gas maleodorante.
 
Continua a dirmi qualcosa ma non riesco nemmeno a sentirlo.
Forse dice il mio nome..
O forse mi chiede di fare qualcosa..
 
Ma la carenza di ossigeno mi sta dando troppo alla testa..
Socchiudo gli occhi, per vedere Miroku sdraiato accanto a noi e la gatta di Sango ridotta alla sua dimensione più piccola e, molto probabilmente, con le zampe finalmente sopra il muso.
Poi lentamente vedo solo un ammasso di colori.
Un tenue giallo di Kirara.
Il blu di Miroku.
Il rosso acceso accanto a me e poi tutto intorno, varie tonalità di viola.
E’… ovunque il gas…
Non riesco… a muovere più niente… capisco solo che piano piano scivolo per terra.. assieme a Inuyasha…
 
Adesso solo rosso e viola riesco a distinguere..
Ed è questioni di pochi secondi prima che a questi due colori, si va a sostituire il nero..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Non chiudere gli occhi! – le ripeto per l’ennesima volta, ma lei sembra che nemmeno mi senta.
Mi avvicino al suo volto, per scoprire sollevato che per lo meno, sebbene con difficoltà, non ha ancora smesso di respirare..
Se però non mi sbrigo a fare qualcosa, non ci sarà altro da fare se non morire soffocati!
 
Dannazione non ci voleva!!
Questa puzza orribile mi sta offuscando la mente!
Mi sollevo appena, aiutandomi con il braccio destro, cercando di mettere a fuoco davanti a me.
Le immagini sono sfocate, ma riesco a intravedere Koga e Sesshomaru a qualche metro di distanza e una sagoma più grossa e più scura, appartenente a Naraku, sgusciare senza problemi tra le nubi violacee.
 
Il terreno trema e un boato si dilaga nell’aria, chiaro segno che ha appena provato ad attaccare qualcuno.
Infatti, aguzzando la vista, mi accorgo che nel posto in cui era inginocchiato Sesshomaru, c’è un enorme voragine, dalla quale spuntano due zampe pelose e lunghe.
 
Quello che riesco a vedere, è solo lo sua ombra mastodontica zampettare velocemente fuori dalla voragine da lui generata e poi scomparire nel nulla, dentro nebbia ostile.
Cerco con lo sguardo mio fratello, inutilmente.
E’.. davvero riuscito a ucciderlo??
 
Provo con tutte le mie forze a tirarmi su, per avere dall’alto una visuale migliore del piccolo crepaccio che ha appena formato, sbucando dal nulla.
 
Niente.
Non c’è niente dentro quella buca.
Tirerei un sospiro di sollievo, se non fosse che respiro a malapena.
Vorrei effettuare un salto verso il cielo, per vedere se almeno ad una quota più alta l’aria non è contaminata dal gas… ma un senso di pesantezza alle gambe me lo impedisce.
Fatico solo per tenere gli occhi aperti…
Non posso non respirare per cosi tanto tempo dannazione!
 
Provo ad aiutarmi con i sensi uditivi, per capire i movimenti di quel bastardo, sebbene ormai inizio ad essere al limite delle forze.
 
Un tentacolo improvviso spunta dalla nebbia, puntando diretto in mia direzione.
Piu velocemente possibile, porto Tessaiga davanti a me, abbracciando meglio la donna fra le mia braccia, pronto all’impatto. Ormai schivare l’attacco, con questo stato di intorpidimento, mi è quasi impossibile!
 
Quando il tentacolo colpisce la mia spada, vengo scaraventato in aria, fino ad arrivare a pochissimi centimetri dal burrone.
- Mmh… Kagome tutto apposto? – chiedo, guardando il suo viso contratto in una smorfia.
Tento a rialzarmi, ma stavolta nemmeno più la forza nelle braccia mi è rimasta.
Apro la bocca, arrancando in cerchia d’aria pura, inutilmente.
Adesso, perfino tenere le palpebre alzate mi risulta difficile.
 
Un urlo strozzato di Koga mi giunge alle orecchie in maniera ovattata, come se se fosse a kilometri di distanza.
 
Dannazione!
Non può finire cosi!
Riprovo ad alzarmi, ma anche stavolta ricado a terra pietosamente.
Ringhio per la frustrazione, mentre, poco a poco, inconsapevolmente, mi lascio scivolare in un oblio oscuro.
 
 
 
 
Tuttavia un rumore diverso da quelli precedenti mi risveglia dallo stato semincosciente in cui stavo cadendo.
Apro gli occhi e, la prima cosa che vedo, è un accecante luce rosa provenire dai piedi della rupe.
Poi a susseguirsi, il dileguarsi graduale della nube tossica. Pochi secondi e finalmente riesco a vedere il cielo blu della notte.
Faccio un enorme respiro a pieni polmoni, prima di voltarmi definitivamente verso la fonte di tale luce.
 
Aggrotto le sopracciglia quando scorgo, al centro della montagna, una freccia conficcata nel terreno.
Ma come..??
- Kikyo..! – sussurro, mentre seguendo lo sguardo di Naraku e alzando lo sguardo la vedo, aiutata dai suoi vecchi Shinidamachu.
I lunghi corpi dei demoni l’avvolgono quasi completamente e la sacerdotessa, senza battere ciglia, vola verso il campo di battaglia.
 
La sua espressione cupa spicca sulla sua carnagione pallida e nonostante provo ancora per lei molto rancore, non riesco a fare a meno di ringraziarla mentalmente per aver eliminato quell’ odiosa nebbia nociva.
Studio disorientato la sacerdotessa di cui mi innamorai anni fa impugnare l’arco e prendere una freccia dalla faretra, non staccando un attimo lo sguardo da quello offeso e incredulo di Naraku.
 
- Kikyo… che sorpresa averti qui… - sibila lui, muovendo solo la testa e le spalle verso di lei, fino quasi a toccare una delle sue otto zampe, assumendo cosi una posizione atrocemente disumana. – Temevi forse che non sarei venuta da te? –
 
Lei, ignorando volutamente il suo tono ironico, cambia discorso, assumendo la sua solita voce fredda e staccata, tipica di quando è furiosa.
- Come mai sei in possesso della sfera? – chiede lei, mentre io intanto, grazie ai Kami, mi accorgo che sia Miroku che Kagome stanno riprendendo i sensi.
 
Naraku, quasi come si stesse divertendo, sorride enigmatico, muovendo qualche tentacolo nell’aria, permettendomi di vedere in lontananza Sesshomaru, in bilico sopra dei massi.
E’ intento come Koga, ferito ad una gamba, a respirare l’aria perlomeno più pura rispetto a prima.
Sebbene la nebbia tossica non c’è più, il fetore acido di Naraku non accenna ad andarsene via.
- Non sopporti che le cose ti siano portate via da sotto il naso eh? – la canzona lui, ridendo sommessamente. – Dimmi Kikyo, che effetto fa essere di nuovo una non-morta? –
 
Giusto…
Se Naraku le stava portando via la sfera dei quattro spiriti… significa che stava anche annullando il suo desiderio di essere una persona viva!
Forse… era per questo che la sua pelle, un tempo calda e accogliente, con il passare dei mesi cominciava ad essere sempre più fredda!
Forse… per questo non riuscivamo ad avere dei bambini…!
Lei stava… morendo.
Ogni giorno che passava… le stava togliendo la vita!
 
Aspiro veloce il suo profumo, rendendomi conto che odora di terra e cenere come un tempo.
Quando però stavamo insieme, non odorava affatto cosi…
Molto probabilmente, sebbene parte della sfera era stata trasferita in Kagome, il suo desiderio non era stato ancora annullato. Si era solo leggermente indebolito… molto gradualmente.
Per questo non ho mai sospettato di nulla…
Altrimenti non trovo altre soluzioni!
 
- Di sicuro mi ha aiutato nell’evitare di cadere nella tua trappola nociva.. – gli risponde secca, riferendosi alla nebbia velenosa di poco fa. – Essere già morte dopotutto, ha i suoi vantaggi! –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Morte.
Quindi lei… è di nuovo una non-morta?
Si non può esserci altre spiegazioni…
Senno che ci fanno gli Shinidamachu qui? Quei demoni si affiancano solo alle persone non-morte..
 
Perciò per questo non ha avuto problemi a superare il gas.
Essendo già morta, non ha avuto bisogno di respirare e quindi inalare il gas, come invece tutti noi…
Deglutisco con difficoltà, ancora con la gola secca, portandomi una mano al collo d’istinto.
 
- Ce la fai a stare in piedi? – mi domanda Inuyasha apprensivo, dopo essersi rialzato del tutto, tenendomi in collo.
Annuisco con la testa, sebbene ho tutt’ora un forte mal di testa.
Purtroppo, non ho i tempi di ripresa dei miei amici demoni… ma non è questo il momento di fare la debole.
Anche Miroku sfoggia i suoi problemi di equilibrio, montando goffamente su Kirara, già pronta per spiccare il volo.
 
Con delicatezza mi mette in piedi e, dopo essersi accertato della mia stabilità, si allontana da me quel tanto basta per impugnare con entrambe le mani la sua spada.
- Inuyasha.. – inizio io, provando a proporre una cosa assurda, anche se io stessa la considero la cosa più giusta da fare.
Lo vedo guardarmi di sbieco, mentre ancora osserva la scena di dialogo fra Kikyo e Naraku.
 
- I suoi vantaggi… - mormora il nostro nemico, muovendo quell’orrende zampe di qualche passo. – Ma sei sicura che l’essere non-morta ti renda così invulnerabile ai miei attacchi? –
 
 
- Se provate ad attaccare tutti insieme… forse riuscirete ad ucciderlo! – bisbiglio io, già vedendo la faccia sconvolta di Inuyasha girarsi verso di me.
La sua espressione è un misto fra il meravigliato e lo scioccato.
- Cosa..? Ma hai idea che nessuno accetterà di combattere insieme agli altri?? E poi posso farcela da solo che credi?! –
Sbuffo infastidita dalla presuntuosità del mio compagno, sapendo che però, parlandone anche con suo fratello, Koga e Kikyo, avrei avuto la stessa reazione.
Fra nessuno di loro scorre un buon legame.
Ognuno è più presuntuoso dell’altro in campo di battaglia. Nessuno si farebbe da parte, per far spazio ad un altro…
Dannati stupidi!
- Fa come ti dico! – gli ordino io, non esigendo scuse e mostrandomi più sicura che mai, benché non sono sicurissima al cento per cento che un attacco combinato è proprio quello che  serve…
 
 
- C’è solo da vedere… - le sento dire, prima di alzare l’arco in sua direzione.
 
 
Sia io che Inuyasha, notiamo Sesshomaru prepararsi all’attacco, impugnando la sua Tokijin.
Il mezzo demone al mio fianco è ancora dubbioso sul da farsi, ma il mio sguardo deciso lo convince e ritorno a respirare quando lo vedo annuire.
Bene, speriamo che funzioni!
 
- Muori dannato! – grida Kikyo prima di scoccare la sua freccia e lasciare dietro di essa una scia rosea di luce.
 
- Adesso Koga! Attacca!! – urlo io al demone lupo, sperando con tutto il cuore che si fidi.
Sesshomaru intanto ha appena lanciato un Soryuha* con la sua spada, generando un bagliore azzurro tutt’attorno.
Naraku, di spalle al demone e intento a contrastare la forza purificatrice della freccia, non fa in tempo a girarsi che viene investito dalla forza devastante dell’attacco di Tokijin.
 
Un secondo dopo e anche l’attacco demoniaco prodotto dalla katana** di Koga si abbatte sul corpo del nemico, costringendolo a schiacciarsi sul terreno.
 
Mi volto verso il mio mezzo demone per vederlo spiccare un balzo in aria, brandendo la sua spada.
 
- KONGO-BAKURYUHA! – esclama lui, facendo scendere in uno scatto la spada e generando l’attacco più potente di Tessaiga.
Un turbine costernato di diamanti appuntiti si materializza dalla spada e, non appena incontra l’incrocio dei vari attacchi demoniaci e non, crea un’esplosione assurda, illuminando tutto intorno a noi.
 
L’ultima cosa che riesco a vedere prima che la luce diventi troppo accecante, è Inuyasha che, attratto dalla forza di gravità, atterra a qualche metro da me.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il boato che ne deriva è assordante.
Una miriadi di pezzi di legno, pietre e oggetti vari, vengono scaraventati via dall’onda d’urto generata.
Senza pensarci un attimo, individuo non senza poche difficoltà Kagome, a causa dell’accecante luce generata dai nostri attacchi sincronizzati, per farle da scudo umano.
Cerco di circondarla con le mie braccia come meglio posso, sperando che la mia veste la protegga da eventuali oggetti vaganti.
Le sue esili braccia si vanno a chiudere dietro la mia schiena e respiro di sollievo quando mugugna qualcosa contro il mio petto.
 
“Stai tranquilla è tutto finito” avrei voluto dirle, ma la spinta dell’onda d’urto mi costringe a concentrare tutte le mie forze sulle mie gambe, provocando nella mia gola solo dei semplici brontolii di sforzo.
Nonostante il mio essere semi demoniaco, sono costretto ad utilizzare Tessaiga per crearmi un appiglio solido al terreno.
Lascio a malincuore la mia duplice presa su Kagome e mi decido a conficcare la mia spada nel terreno.
 
Onde di calore, misto a detriti si infrangono sulle pareti rocciose e sulla mia schiena.
- Non aprire gli occhi Kagome! Stringiti forte! – le urlo per paura di non essere sentito, nonostante la vicinanza.
La sento annuire e nascondere meglio il suo viso tra il mio petto e il collo. Non voglio che qualche cosa le entri dentro gli occhi… a questa velocità, rischierebbe di rimanere cieca.
 
Cerco con lo sguardo Miroku, tranquillizzandomi nel vederlo nascosto dietro a un immensa roccia assieme a Kirara e Kikyo.
Se gli succedesse qualcosa, Sango non me lo perdonerebbe mai. E francamente nemmeno io.
 
Improvvisamente, sento la donna fra le mie braccia irrigidirsi e allentare leggermente la presa.
- Kagome! Resisti un altro po’! – le dico, stringendola meglio contro il mio petto, mentre la sento biascicare il mio nome.
Deve essere stremata.
 
Chiudo gli occhi e mi concentro per non finire nel burrone a pochi metri da noi.
Se abbasso per un secondo la guardia, rischiamo di venire trascinati nel vuoto.
Altri pochi secondi e finalmente il tornado che si era creato inizia a scemare.
Ringrazio mentalmente i Kami, quando posso lasciare la presa da Tessaiga.
 
Volto leggermente la testa per vedere lo scenario dietro di me.
Un senso di sollievo mi pervade, non appena mi rendo conto che Naraku è sparito dalla faccia della terra. Nemmeno uno straccio del suo vestito è rimasto intatto.
L’esplosione da noi generata, deve averlo polverizzato.
Un sorriso di vittoria mi appare sul volto senza volerlo.
Abbiamo vinto!
Dopo tanti inganni e perdite… Naraku non esiste più!
Solo una piccola sfera giace inerme nel punto in cui prima c’era il mio nemico.
La sfera dei quattro spiriti.
 
Osservo divertito Koga che, stremato per lo sforzo, cade in ginocchio portando le mani in avanti. L’onda d’urto deve averlo schiacciato contro una parete rocciosa della montagna, impedendogli qualsiasi movimento. Nonostante il dolore fisico però, noto un angolo della sua bocca alzarsi, facendogli assumere la sua solita faccia di demone strafottente.
Mio fratello invece, si limita ad estrarre la sua spada dal terreno, senza emettere nessun segno di emozione.
 
Riporto la mia attenzione sulla donna fra le mie braccia, depositandogli senza pensarci un bacio sulla fronte, infischiandomene di farmi vedere da tutti.
- E’ tutto finito Kagome… torniamo a casa… il nostro bambino ci aspetta – le sussurro a un orecchio, forse per tranquillizzarla, visto che è ancora abbracciata a me e non ha alzato lo sguardo.
 
- Kagome? – la chiamo, non ricevendo nessuna risposta.
 
Quando finalmente si decide a guardarmi, la sua espressione non mi piace per niente.
Ha lo sguardo offuscato e respira a fatica.
 
- Kagome che hai? – domando iniziando ad agitarmi.
Lei apre leggermente la bocca, ma subito dopo la richiude, abbassando lo sguardo e continuando a respirare affannatamente.
 
Automaticamente, lascio la presa su Tessaiga per portare la mia mano sul suo viso, costringendola a guardarmi.
Ma nel fare ciò, l’altra mia mano scende leggermente lungo la sua schiena e solo allora mi rendo che qualcosa che non va.
Mi blocco non appena il bordo della mia mano va a toccare qualcosa di solido e ruvido.
 
Il mio cuore smette per un secondo di battere, quando come un’ondata, l’odore del suo sangue mi arriva forte al naso.
Mi sporgo da sopra la sua spalla, dopo averla fatta aderire meglio a me e smetto di respirare quando noto un pezzo di legno conficcato nella sua schiena.
Inizio a tremare, non capacitandomi di vedere il suo vestito macchiato di sangue.
 
Vorrei chiamarla, ma il terrore di perderla di nuovo mi paralizza.
Non so quanti secondi passano, prima che un briciolo di lucidità mi permetta di muovermi.
Velocemente l’allontano quel tanto basta per vederla in volto.
Ha ancora il volto contratto in una smorfia di dolore e mi accorgo che sta faticando per tenere gli occhi aperti.
 
Il suo nome mi esce in maniera cosi straziante che perfino gli altri capiscono che c’è qualcosa che non va.
Con delicatezza, tolgo quel maledettissimo oggetto, struggendomi nel vedere la sua faccia dolorante.
La richiamo, per destarla dallo stato di torpore in cui sta cadendo e mentre lo faccio, nemmeno mi accorgo che una lacrima mi è sfuggita senza controllo.
 
Se solo le avessi dato la mia veste!!
Perché non ci ho pensato??
La potevo proteggere in maniera migliore!
 
- Kagome!! Ti prego non chiudere gli occhi!! – la supplico io, dopo essermi accorto che più il terreno si impregna dell’odore del suo sangue, più le sue forze vengono a mancare.
Copro la sua ferita con la mano, in maniera quasi febbrile, tremando per il terrore di quello che potrebbe succedere.
- Non lasciarmi, te ne prego… - sussurro a pochi centimetri dal suo viso, prima che senta una mano sulla mia spalla.
 
- Inuyasha, fa vedere! – esclama Miroku, inginocchiandosi e osservando la ferita di Kagome.
 
Sudo freddo, quando noto la sua espressione afflitta.
- Non è grave, vero?!? – gli chiedo, pregando tutti i Kami che mi dica che è curabile.
Non posso pensare di vivere senza di lei! Adesso che è tutto finito!
Adesso che posso vivere una vita felice con la mia famiglia!
 
Lui non mi risponde e continua ad aggrottare le sopracciglia mentre sta studiando la schiena della mia donna.
 
- Maledizione Miroku!! Dimmi qualcosa!! – gli grido, sentendo il mio sangue ribollire per la frustrazione.
 
Ma quando si decide finalmente ad alzare lo sguardo su di me, mi destabilizza.
I suoi occhi non mi trasmettono quello che mi sarei voluto sentir dire.
 
- E’… è profonda la ferita… - pronuncia solamente.
 
Forse è il modo in cui lo dice.
Forse è Kagome che respira a malapena… ma tutto ciò mi fa pensare al peggio.
Un ringhio mi fa vibrare la gola e scruto Kagome in cerca di idee per risolvere il tutto.
 
- Dobbiamo portarla subito da qualcuno per farla visitare! – esclamo io, senza nemmeno pensarci.
So bene che il primo villaggio è a parecchi kilometri di distanza.. e l’altezza a cui ci troviamo non aiuta per niente.
 
Non aspetto nemmeno la risposta di qualcuno, che tento di alzarmi con Kagome fra le braccia.
Tuttavia sono costretto a desistere da quello che stavo facendo, poiché non appena mi muovo, un lamento di Kagome mi da la prova che sto solo aumentando le sue sofferenze. E infatti un rimprovero del bonzo non tarda ad arrivare.
- Inuyasha aspetta! Non possiamo muoverla! Il sangue  uscirebbe solo più velocemente.. –
- E allora che facciamo?? Io non me starò qui senza far niente! –
- Io… io… - balbetta indeciso lui, in difficoltà.
 
Una parte di me capisce che dal suo modo indeciso, si cela qualcosa di tragicamente orribile.
Lui ha sempre avuto la parola pronta. Sempre.
Se stavolta è in difficoltà, significa che non sa solo come dirmelo.
E per essere arrivati a questo punto significa solo una cosa…
Una cosa che non voglio sentirmi dire però.
 
- Allora correrò a prendere con la forza un dottore! Cosi.. –
- Inuyasha! – mi interrompe lui, guardandomi con… pietà? – …per fare cosa? –
 
Rimango un attimo interdetto, sgranando gli occhi per la sbigottimento di quello che mi sta dicendo.
Mi sta chiedendo di stare qui ad aspettare… che muoia?
Davvero crede che mi possa arrendere cosi??
 
- Idiota! Per fare cosa??? Mi pare ovvio!! La sua ferit.. – ma il mio amico mi interrompe di nuovo, dandomi una coltellata piena dritta nel cuore.
- E’ troppo profonda la ferita! –
 
Un brivido mi corre lungo la schiena al pensiero di perderla.
Non qui.
Non di nuovo!
 
- E’… troppo grave… non si possono guarire ferite così grosse e profonde.. un umano non può farcela… - afferma lui, abbattuto per avermi dato questa notizia.
 
Deglutisco a malapena e dopo aver cercato una qualche soluzione fra le pietre e il cielo, mi decido di fermare il mio sguardo sulla donna fra le mie braccia.
 
Il mio cuore fa una capriola, quando i suoi occhi si posano su di me.
Quante volte li ho sognati?
Quante volte mi sono ritrovato a desiderare di essere osservato con amore come solo lei poteva fare?
 
No…
Non posso permettere che muoia!
 
Scuoto violentemente la testa, non appena un mezzo sorriso le solca le labbra, facendomi sentire uno schifo.
Non l’ho saputa proteggere di nuovo!
Dannazione, dannazione, DANNAZIONE!
 
- No!! Ci.. ci deve essere un’altra soluzione!! Deve esserci!! – dico io esasperato, appoggiando la mia fronte su quella di Kagome.
 
- In effetti… c’è – afferma Koga, dietro di me.
 
Mi volto velocemente verso di lui, per ascoltare quello che ha da dire, ma quello che vedo mi fa finalmente respirare di sollievo.
Come ho fatto a non pensarci??
Ero talmente sconvolto, che me ne ero dimenticato.
 
Si avvicina a me zoppicando e posa sulla mano di Miroku, dal momento che io sto tenendo Kagome e provando a bloccare l’emorragia, il potente gioiello di cui mi ero completamente scordato.
La sfera dei quattro spiriti… come ho fatto a non pensarci??
Se Kagome esprime il desiderio di rimanere in vita…
Oddio che stupido ad essermene dimenticato!
 
Osservo rapito e sollevato la sfera passare dalla mano virile di Miroku a quella piccola e fragile di Kagome.
- Kagome… devi dire ad alta voce il desiderio di voler continuare a vivere… - le dico io, sorridendo e tremando per l’adrenalina che mi sta scuotendo fino al midollo.
Per un momento, ho pensato di doverle dire addio.
Non sarei stato pronto… non lo sarò mai, credo.
 
Le appoggio la mia fronte sulla testa, ripetendole le stesse parole, visto che non mi ha ancora risposto.
E’ ferma, respira a fatica, che aspetta a pronunciare il desiderio?
 
- Kagome? – la chiamo io preoccupato, allontanandomi quel tanto basta per vederla in viso.
Che cosa ha? Non ce la fa a parlare?
 
Sto per chiedere a Kikyo se posso esprimere personalmente il desiderio, anche se si tratta di una vita altrui, visto che la sfera è sempre stata utilizzata da chi l’aveva presa.
Nessuno ha mai utilizzato la sfera per cambiare il futuro di un'altra persona, che io sappia.
Ma la voce debole di Kagome mi spiazza, inchiodandomi al suolo e impedendomi di fare ciò che pensavo.
 
- N-no… non è… il giusto desiderio… -
 
Sgrano gli occhi, non aspettandomi una frase del genere.
Che.. che diavolo significa?
 
- Kagome?? – provo io, sperando vivamente di aver capito male.
- Non è il giusto.. desiderio, Inuyasha… - mi sussurra lei, guardandomi negli occhi, aggrottando le sopracciglia, forse per lo sforzo, o forse per la consapevolezza di starmi uccidendo dentro – Non posso esprimerlo… -
 
- Si che puoi! Basta che dici di voler vivere! – sbotto io, non capacitandomi di come siamo potuti arrivare ad una situazione simile.
Finalmente troviamo la soluzione per la sua ferita… e lei si rifiuta di coglierla?? Ma è impazzita??
 
Lei mi guarda senza proferire parola, come se non avessi detto nulla.
Come se volesse imprimere nella mente il mio volto.
Aspetto con ansia una sua parola, fino a che una lacrima le bagna una guancia.
Adesso è troppo!
 
- Perché?? Perché mi fai questo?? – le domando, arrabbiato.
Lei lo sa quanto quelle parole significano per me… “non posso…”
Dannazione! Non può??
E a Inuki non ci pensa?? A me?
 
- Al diavolo il giusto desiderio!! – grido io, al limite della sopportazione. – Non c’è un'altra soluzione per guarirti Kagome! Lo capisci? –
- Io… si… ma se esprimo quel desiderio, la sfera rimarrà dentro di me e rimarrò in vita fino a che un altro demone tenterà di impossessarsene.. –
- Io non lo permetterei mai! Ti protegg… - ma la voce debole della mia compagna mi interrompe, creando una marea di emozioni contrastanti fra loro.
- Non hai capito… quello che voglio dire… - mormora lei, tossicchiando nel frattempo per lo sforzo immane che sta facendo per rimanere sveglia - … finché ci sarà la sfera… nessuno sarà al sicuro… altri demoni verranno in futuro per il potere della sfera… e altre vite periranno per colpa di questo ciondolo… -
 
L’osservo sbigottito studiare quella piccola sfera fra le sue dita.
Anche gli altri non hanno ancora detto una parola.
Sono tutti sconcertati quanto me.
Nessuno ha il coraggio di dire nulla… a parte me ovviamente.
 
- E a Inuki non pensi? Preferisci un utopica pace a tuo figlio? – lo dico con rabbia, scattando le orecchie per cercare di calmarmi.
Non può chiedermi di accettare questa decisione.
Morire per la salvezza di tutti…
No… non lei, non Kagome!
Perché, fra tutti, proprio lei deve sacrificarsi??
- Certo che si… ed è proprio per questo che devo farlo! Io…  io voglio che viva serenamente… se la sfera diventasse un tutt’uno con me, sarebbe sempre esposto a rischi.. e anche tu lo saresti.. – dice lei, accarezzandomi il volto, facendo uno sforzo sovraumano per muovere la mano.
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
Lo vedo, è sconvolto, non riesce a capire come io possa dire una cosa del genere.
Le fitte alla schiena sono allucinanti e inizio a sentire freddo.
Nonostante sono tutti molto vicini a me, a parte Kikyo e Sesshomaru, sento le loro voci lontane, come sussurrate.
Fatico per tenere le palpebre aperte, ma sono diventate ormai dei macigni insopportabili.
 
- Non dire cosi Kagome! Ti ho promesso che non ti avrei mai fatto mancare niente!! Preferisco morire in una battaglia, piuttosto che perderti adesso! –
 
Eccolo, di nuovo.
Quel senso di impotenza che si veniva a creare dentro di me ogni qualvolta che lui combatteva per me.
Rischiava la sua vita per la mia e io non potevo farci nulla.
Pregavo ogni volta i Kami che avessero pietà di lui..
Non voglio che il mio futuro sia cosi.
Non voglio mettere a rischio la vita delle persone che amo.
Inuyasha e Inuki sono la mia famiglia… sono più importanti della mia stessa vita.
 
- Inuyasha ha ragione, divina Kagome… - mi dice Miroku, in aiuto al suo amico - … se questa è la tua possibilità di salvezza, prenditela! Al futuro ci penseremo… -
 
Un mezzo sorriso affiora sulla mia pelle, nel guardarlo con quell’espressione afflitta.
Davvero buffo.
Sebbene penso sia lui, la persona più intelligente fra i presenti, mi vuole fare desistere dal mio volere di esprimere il giusto desiderio.
Anche lui sa che è cosi. In futuro arriveranno nuovi demoni…
Ma piuttosto che vedere un’amica morire e un amico soffrire, preferisce negare l’evidenza.
 
Gli altri continuano a tacere.
Chi per carattere, penso divertita io.
E chi perché sotto sotto pensa che sebbene sia in punto di morte, la verità l’ho detta…
Però, per rispetto di Inuyasha, non da parola ai propri pensieri.
Quale persona suggerirebbe al compagno di lasciar morire la donna che ama per il bene di tutti?
Solo persone egoiste…
E Koga non lo è.
Senza contare che, a suo modo, mi vuole ancora bene. Come Miroku, non sopporterebbe di vedere un amica morire…
 
Kikyo invece… sebbene abbia aiutato a sconfiggere Naraku, non è nelle condizioni per proporre una cosa del genere.
Penso che Inuyasha la potrebbe uccidere se solo si azzardasse a dire di lasciarmi morire.
Ma appena il mio sguardo stanco si va a posare sul suo attento, capisco, senza bisogno di ulteriori parole, che lei la pensa uguale a me.
La sfera deve essere eliminata.
Non c’è altra maniera per garantire la pace in questo mondo assurdo, pieno di creature sovrannaturali e demoni.
 
- Kagome? – mi chiama l’uomo che amo, strappandomi una lacrima nel vederlo cosi agitato – hai capito? Non pensare al futuro! Continua a vivere con noi… con me –
 
Con le lacrime agli occhi per quell’ultima frase straziante, annuisco con il capo, venendo subito baciata sulla fronte.
E’ cosi forte e letale… ma sa anche essere dolce e attento… alcune volte mi chiedo come possa essere stata cosi fortunata ad aver trovato un ragazzo del genere.
Vivere con lui… è la cosa più bella che io possa desiderare.
 
- Pronta? – mi bisbiglia lui, aiutandomi a portare la sfera dei quattro spiriti, vicina al mio petto.
Ogni respiro è un paletto doloroso, conficcato nella schiena.
Fatico per mantenere la mente lucida.
 
- Sfera dei quattro spiriti – mormoro, prima che il gioiello fra le mie mani cominci a brillare.
 
Mi sorride, sfinito per tutte le emozioni provate fino a ora.
E’.. bellissimo quando fa cosi…
….
Vorrei solo aver visto più spesso il suo sorriso…
- Desidero… che tu sparisca! Per sempre! -
 



 
 
Angolino dell’autrice:
 
 
* E’ un attacco di Tokijin che letteralmente si traduce con “Onda d’urto del drago azzurro”. E’ una tecnica speciale che appare solamente nell’anime, poiché non è originaria del manga
 
**Koga porta sul fianco una katana che non gli abbiamo mai visto usare.. siccome, a parer mio, non è il tipo che porta con sé oggetti di solo scopo decorativo, ho pensato che, sebbene nell’anime non usa mai tale katana, sarebbe stato utile che in questo frangente che la utilizzasse. ^__^
 
 
 
Ciao a tutti!! :D
Dopo mesi che non pubblico, eccomi di nuovo qua.
Finalmente ce l’ho fatta! Non so come scusarmi per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare.. ma per fare questo capitolo ho sudato sette camicie! Le scene d’azione ho scoperto che non fanno proprio per me!! XD
Riguardo al finale… lo so che mi volete ammazzare tutti quanti, ma ormai mi conoscete! ;D Se non finisco il capitolo con la suspance non sono contenta! XD
Kagome ha espresso il giusto desiderio per lo meno… nel prossimo capitolo, ci sarà l’epilogo della storia!
E a proposito di questo, io ho già in mente come far finire la storia, ma mi piacerebbe sapere anche il vostro parere al riguardo ^__^
Soprattutto anche su quello che pensate di questo capitolo, che a rileggerlo non capisco mai se ho fatto un buon lavoro o meno.
Spero tanto che vi sia piaciuto ^__^
 
Grazie mille a tutti!! <3 <3 <3
Bacioni
 
Saphira_chan

 
  
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