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Autore: Tigre Rossa    19/08/2015    1 recensioni
Un anello stretto tra le mani di una serva dal cuore spezzato.
Ecco tutto quello che resta della breve vita del più grande sovrano di Camelot.
Solo un anello, tra le mani di una donna senza più nulla.
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Ricorda, la regina dal cuore spezzato.
Ricorda quando ancora tutto era all’inizio, quando lei era una semplice ed ingenua serva.
Ricorda quando erano solo loro quattro contro il resto del mondo, degli amici pronti a sfidare il regno intero, lo stesso sovrano, per quello che credevano giusto e per proteggersi a vicenda, uniti da qualcosa che sembrava impossibile da spezzare.
Ricorda le risate, i sorrisi, la spensieratezza, la pace.
Ricorda, e si chiede come sia possibile che tutti loro siano arrivati a quel punto.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La regina che ha perso tutto
 
 
 

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo.
Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero.
Ma su un punto non c’è dubbio.
Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”

- Kafka sulla spiaggia, Haruki Murakam
 
 
 
Un anello stretto tra le mani di una serva dal cuore spezzato.
Ecco tutto quello che resta della breve vita del più grande sovrano di Camelot.
Solo un anello, tra le mani di una donna senza più nulla.
 
E’ questo a cui pensa Ginevra, mentre osserva il suo regno dalla finestra della loro vecchia stanza, e le sue dita, ancora segnate da anni di fatica, stringono tutto ciò che le resta dell’uomo che tanto ha amato.
Quel piccolo anello, l’ultima cosa che Arthur, il suo Arthur, le ha donato, è la sua piccola ancora, l’unica ragione che riesce a impedirle di affondare nell’oceano che è il suo dolore.
Perchè quell’anello non è solo un dono, ma è anche un simbolo, una responsabilità, un dovere.
L’ultima volontà dell’uomo che ha perduto troppo presto per riuscire a sopravvivere senza di lui.
 
Gli occhi le bruciano, ma la giovane donna si concentra sul paesaggio della sua Camelot, che fino a qualche giorno prima aveva sempre chiamata loro, domando quell’onda di disperazione che continua ad assalirla da quando al palazzo è giunta la notizia della morte del suo amato marito, notizia a lungo temuta e adesso tanto odiata.
Sapeva che poteva succedere.
Sapeva che le possibilità di poter riabbracciare il suo re erano troppo poche ed effimere.
L’aveva accettato giorni addietro, quando ancora c’era qualche lieve speranza che le loro previsioni si rivelassero errate.
Eppure adesso il dolore è così forte, così grande, così travolgente da lasciarla senza fiato, e lei vorrebbe solo stringersi in sé stessa e scomparire tra le lacrime, dare sfogo alla propria sofferenza, onorare il proprio lutto.
Ma non può, perché una regina non può lasciarsi andare, non quando ha sulle proprie spalle la responsabilità di un regno, di tante vite comprate col sacrificio di colui che amava più di chiunque altro al mondo.
Non può, quando Arthur le ha lasciato tutto ciò che aveva, tutto ciò per cui aveva a lungo lottato.
Non può, e basta.
 
Ed ora è qui, a pochi minuti dalla cerimonia che la renderà ufficialmente l’unica sovrana di Camelot, con le labbra strette nel tentativo di trattenere i gemiti soffocati del suo cuore, e la mente persa dietro immagini dei giorni passati che non potranno più tornare.
Ripensa al passato, la triste regina, perché sa che quando varcherà quella porta dovrà lasciarselo alle spalle per guardare solo al futuro, un futuro sul trono, da sola, un futuro senza nessun Arthur a tenerla per mano.
Ripensa ai momenti di gioia e spensieratezza, ma soprattutto ripensa alle ore buie, a quante cose ha smarrito, a quante ne sono cambiate, a quanto ha perso.
 
Ha perso la spensieratezza.
Ha perso l’innocenza.
Ha perso la serenità.
Ha perso la pace.
Ha perso l’ingenuità.
Ha perso suo padre.
Ha perso la sua migliore amica.
Ha perso il suo primo amore.
Ha perso suo fratello.
E ora ha perso suo marito.
 
Ha perso tutto, la giovane serva dall’animo da sovrana.
Tutto ciò che le resta, è il regno che Arthur le ha lasciato, il regno nato e salvato dal suo sangue versato.
Un regno che lei proteggerà e guiderà al costo della vita.
 
Ricorda, la regina dal cuore spezzato.
Ricorda quando ancora tutto era all’inizio, quando lei era una semplice ed ingenua serva e il legame con Morgana era puro e speciale, un’amicizia unica che sapeva di perfezione ed eternità, e lei aveva ancora bontà e lealtà nei suoi occhi color smeraldo.
Ricorda quando ha incontrato Merlin per la prima volta, allora solo un coraggioso ragazzino dallo sguardo luminoso e dall’allegria contagiosa, e come entrambi si sono protetti le spalle a vicenda per tutti quegli anni, fidandosi l’uno dell’altra e affrontando tutto con il sorriso.
Ricorda quando vedeva Arthur solo come uno sbruffone arrogante con cui non avrebbe mai voluto avere a che fare, e come pian piano lui abbia conquistato il suo rispetto e il suo amore, con quel modo impacciato che tanto li aveva fatti girare in tondo.
Ricorda quando erano solo loro quattro contro il resto del mondo, degli amici pronti a sfidare il regno intero, lo stesso sovrano, per quello che credevano giusto e per proteggersi a vicenda, uniti da qualcosa che sembrava impossibile da spezzare.
Ricorda le risate, i sorrisi, la spensieratezza, la pace.
Ricorda, e si chiede come sia possibile che tutti loro siano arrivati a quel punto.
Come è possibile che sia successo quello che è successo?
Arthur, ucciso per mano di Mordred, lo stesso ragazzo a cui tutti loro avevano salvato al vita anni prima.
Morgana, morta dopo aver tentato di distruggerli tutti, dopo aver spezzato quello che li univa con quel suo insensato odio senza limiti.
Merlin, lontano, con l’anima a pezzi e il cuore pesante per le cose celate e mai rivelate, incapace di tornare a Camelot dopo aver visto l’uomo per cui aveva tanto lottato in silenzio morire tra le sue braccia.
Lei, destinata a un trono ed ad una vita mai desiderata, mai voluta, ma costretta ad accettare nonostante sia solo frammenti messi insieme di ciò che era prima.
 
‘Dove abbiamo sbagliato?’
 
 
“Vostra maestà, è ora.”
 
La voce triste e seria del fedele Leon la risveglia dal proprio torpore.
E’ ora.
Ginevra annuisce e lancia un ultimo sguardo fuori dalla finestra, accarezzando la città con lo sguardo.
 
Forse non saprà mai cosa li ha portati a tutto questo, o forse si, un giorno lontano.
Ma non può pensarci, non ora.
Adesso, lei deve lasciare da parte il suo dolore, deve chiuderlo al sicuro dentro di sé e guardare avanti, verso il regno che Arthur le ha lasciato e che in questo momento ha disperato bisogno di un sovrano.
Deve farsi forza, trattenere le lacrime, mettersi un’armatura sull’anima e andare fuori, ad adempiere l’ultima volontà del suo sovrano, di suo marito, del suo amore.
Deve farlo per coloro che sono rimasti, per Leon, per Percival, per Gaius, per i suoi sudditi.
Deve farlo per coloro che non ci sono più, per Galvano, per Elyan, per Lancelot, per suo padre.
Ma soprattutto, deve farlo per Arthur, per Merlin, per Morgana.
Perché tutto quello che hanno dovuto passare, perché tutta quella sofferenza, quella felicità spezzata non deve essere un sacrifico vano.
 
Si dirige verso la sala del trono, il passo lento ma deciso, l’anello di suo marito stretto tra le sue dita da serva.
Va incontro al suo destino, la regina che ha perso tutto.
Pronta per una nuova, difficile battaglia.
Essere la regina che Camelot merita.
 
 
“Il re è morto.
Lunga vita alla regina!”




 
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La tana dell’autrice
 
E rieccomi qui, a torturarvi un’altra volta!
Allora, questa volta non si tratta di una merthur, ma di un semplice momento dedicato solo a Ginevra, regina una volta e regina in futuro.
Il personaggio di Gwen a me è sempre piaciuto, fin dalla prima serie. E’ una persona nobile, coraggiosa, disposta a tutto per coloro che ama. E si, l’avrei preferita molto di più con il mio povero Lance, ma non posso non apprezzarla. Nonostante il suo amore con Arthur – che soprattutto all’inizio non mi ha mai convinta molto e che distrugge le mie fantasie merthur- non riesco a non esserci affezionata, e secondo me sarà una grande regina, la donna che riuscirà a rendere grande Camelot, nonostante le macerie che ha sul cuore. Si, perchè anche lei, come Merlin, è stata costretta a numerosi sacrifici dalla vita. Il destino le ha tolto tutto quello che aveva di più caro e le ha lasciato un regno da governare da sola, senza coloro che amava più di ogni altra cosa al mondo.
E così, dopo settimane di sofferenza e pianti dalla visione dell’ultimo episodio, è nata questa mini fic senza pretese.
Beh, sentivo che dovevo scrivere questa cosa, e l’ho fatto.
Ora vado a nascondermi.
Bye bye
 
T.r.
 
P.s. Ho trovato questo appellativo, ‘la regina che ha perso ogni cosa’, su internet, e mi ha colpito così tanto che non ho potuto fare a meno di usarlo.
 
  
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