Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: kamony    19/08/2015    11 recensioni
Accadde quella volta che Levi ed Hanji rimasero soli al quartier generale e...
Tentativo di fanfic ironica e comico-er(e)otica! In cui tutti i personaggi coinvolti, vengono presi più, o meno, bonariamente in giro.
Scritta unicamente per ridere insieme e con affetto, dei nostri amati beniamini!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Travolti da un insolito destino a causa di un settimino!  

 

Perché quando i gatti non ci sono i topi ballano… !?

Di rientro da una breve escursione esplorativa, Erwin e i ragazzi, una volta arrivati al quartier generale, cominciarono a cercare Hanji e Levi. Quel giorno, non si sa bene perché, erano rimasti lì, invece di andare con tutti loro.
Notarono subito che nel refettorio regnava uno strano silenzio, e anche il resto dell’edificio sembrava tutto deserto, ma poi cominciarono a sentire degli strani rumori che provenivano dal piano di superiore.

«Ma insomma! Dove si sono cacciati quei due? Qui abbiamo nuove importanti scoperte da condividere e questi sembravo spariti nel nulla» commentò serio Erwin.
«A giudicare dal casino, signore, sembra che siano di sopra» commentò Jean alzando la testa verso il soffitto, indicandolo con l’indice, come per rafforzare il concetto.
Il comandante tese l’orecchio. Erano rumori cadenzati, ritmici, strani. Si accigliò e ordinò imperioso: «Andate a vedere che cosa accade e portateli giù».
Subito i ragazzi, uno dietro l’altro, presero le scale, a parte Mikasa, che sbuffò infastidita e si fermò sul pianerottolo.
«Dove vai Eren?» chiese bloccando il passaggio al fratellastro.
«Di sopra mi pare ovvio!» disse quello sgusciando via e piantandola lì,  prendendo i gradini a due a due di corsa.
Il blando tentativo della ragazza di rimanere sola con lui fallì miseramente, arresa, salì le scale anche lei seguendo la scia dei compagni.
Appena li raggiunse li trovò tutti addossati, l’uno vicino all’altro, che indecorosamente, stavano origliando alla porta da cui uscivano quegli strani rumori.

«C’era proprio bisogno di infilarlo tutto fino in fondo?» stava chiedendo Hanji un po’ stizzita e affannata.
«Che domanda idiota!» fu la risposta sibillina di Levi, che fece poi un verso gutturale.
Seguì il silenzio, ma intervallato da rumori e gemiti strozzati.
«Mi stai facendo male Levi! Non spingere così, e poi mi stai schiacciando una tetta!». Si lamentò di nuovo Hanji che sembrava avere il fiato corto.
«Zitta che mi deconcentri! Oh, ma quanto sei delicata?».
Altro gemito strozzato, quasi un grugnito di Levi, che subito dopo aggiunse: «Cazzo quattr’occhi e collabora un po’, sennò non la finiamo più qui!».

«Presto tappate subito le orecchie ad Armin!» disse scandalizzato Connie, non appena ebbero udito questa inequivocabile conversazione tra Levi ed Hanji. Che sembravano molto impegnati a darci dentro di brutto.
Attualmente i due erano in camera del capitano. La porta era chiusa, ma a quel punto, quella sorta di sbattere ritmato, lasciava ben poco all’immaginazione.
Jean aveva obbedito solerte, ma Arlert, subito, gli aveva levato stizzito le mani liberandosi «Non ho capito, tappare le orecchie a me perché? Non sono mica più piccolo di voi eh!» protestò veemente. Che credevano che ancora credesse alle favole sui cavoli, le cicogne, le api e il miele?
«Non sei ancora sviluppato ti potresti traumatizzare» lo canzonò Jean.
Furono interrotti da Eren che esordì sbalordito: «Ohhh! Ma il capitano… e il capo squadra…» aggiunse sgranando gli occhioni verdi, sbattendo le ciglia e spalancando bocca «… stanno facendo roba?».
«Eh già, almeno QUALCUNO fa roba!» puntualizzò sarcastica Mikasa piantandogli una gomitata nelle costole, per vedere di svegliare il bell’addormentato tra i giganti.
«Perché ti risulta che qualcun altro del Corpo di Ricerca dovrebbe farla?» gli chiese attonito e molto infastidito il fratellastro, che come sempre non aveva capito una beata mazza.
Jean si mise una mano sulla fronte e scosse la testa.
Armin allora lo guardò accigliato «Io non sarò sviluppato, ma tu sei proprio rincoglionito!».
Eren allora agitò i pugni con fare minaccioso e con la sua espressione da apprendista psicopatico disse: «Non ho tempo per le cazzate perché IO ammazzerò tutti i…»
«GIGANTI!» risposero gli altri in coro cantilenato.
«Lo sappiamo Eren ormai la canzone è vecchia!» aggiunsero, se non in tutti insieme, quasi.
Ma furono di nuovo interrotti da una serie di frase smozzicate dallo sforzo, con cui i due sembravano essere davvero notevolmente impegnati.

«Ferma, ferma ferma!» fece Levi. Seguì un attimo di silenzio e continuò «Brava… così… ec..co» ponzò quasi.
«Sì, ma tu spingi però! Sennò non verrai mai…» lo interruppe Hanji.
«Sììì, cosìììì!» aggiunse lui quasi trionfalistico.

«Ohhh! Mi sa che ci siamo eh!» ridacchiò impunemente Jean.
«Sentite io ho fame! Speriamo che si muovano, ‘sti due, che mi sono belle che rotta!» intervenne Sasha scocciata.

«ALLORA? Si può sapere che state facendo?» tuonò Erwin che era appena arrivato visto che non scendeva nessuno.
I ragazzi si girarono tutti insieme di scatto, facendo delle facce colpevoli come se fossero stati beccati con le dita nella marmellata.

«Porca miseria, ti sei proprio incastrato! Ora non esci più, come facciamo?» si sentì dire improvvisamente da Hanji.

«Ma che diavolo succede qui? Ora basta!» tuonò Erwin e prima che qualcuno potesse dire, o fare qualcosa, spalancò improvvisamente  la porta.
Jean prontamente tappò gli occhi ad Armin.

Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi increduli era il seguente.

Levi in tenuta da clean freak, con tanto di pezzolina bianca sulla chioma corvina, era abbarbicato al suo settimino (cassettone a sette cassetti). Con una mano incastrata dentro all’oggetto in questione. Le gambe puntellavano contro il mobile, mentre con l’altro braccio era stretto ad Hanji che cercava disperatamente di liberarlo, tirandolo come un elastico.
Erano sudati e stremati.

«Ma come non state facendo sesso?» commentò stranito e anche un po’ deluso Jean

Levi si girò e lo fulminò con un’occhiataccia omicida «Se mi libero ti prendo a calci in culo da qui a Trost!» gli sibilò contro.
Hanji lo guardò in modo forse più temibile del capitano «Vuoi per caso che ti usi per qualche esperimento quando Eren si trasforma?» gli chiese con a aria da psicotica.
A quel punto Jean deglutì e si nascose dietro Erwin che guardava la scenetta divertito.

In poche parole era accaduto questo.

Levi aveva voluto approfittare del momento di assenza generale per riordinare meticolosamente la sua stanza. Aveva deciso di pulire a fondo e rimettere in ordine i cassetti della biancheria, in particolare quello delle mutande.
Trecentosessantacinque paia, tutte uguali, dello stesso colore, ripiegate nello stesso identico modo. C’era qualcosa di davvero inquietante anche nella sua biancheria intima…
Il problema era nato durante la sanificazione accurata del cassetto, che Levi, da bravo maniaco del pulito, aveva esteso fino alle più oscure e nascoste intercapedini, dove, il braccio, dell’uomo più forte, nonché del più pulito dell’universo conosciuto, s’era fatalmente incastrato.

 

Molto più tardi, dopo cena…

Levi ancora contrariato dall’equivoco di cui era stato vittima camminava impettito e ancora più inasprito di sempre, stava rientrando nei suoi alloggi.
Lo seguiva Hanji che ridacchiava impunemente.
«Cos’hai tanto da ridere quattr’occhi?» le ringhiò contro, fermandosi di botto e girandosi per guardarla malissimo.
«No, scusa, ma non riesco ancora credere come abbiamo potuto pensare che tu… che io…» e si sganasciò in un’altra grassa risata.
Lui la squadrò con astio «Beh? Ti farebbe così schifo?» gli chiese torvo incrociando le braccia al petto offeso e indignato. Il suo orgoglio di maschio stava uscendo fuori tutto insieme.
La donna sgranò gli occhi e lo fissò perplessa, arrossendo appena. «Uh?» le uscì fuori a testimoniare il suo stupore. Che gli prendeva ora a mister antipatia gratuita? Sembrava che quasi, quasi…
«Che ti credi sciocchina? Saprei farti miagolare come una gatta» le disse con la sua solita aria sprezzante, quasi come se le avesse letto nel pensiero.
Seguì un silenzio grave, che fu interrotto da una nuova e fragorosa risata del caposquadra, che non poteva credere che Levi fosse serio.
Però non fece in tempo a finire di ridere, perché fu afferrata per un braccio trascinata letteralmente di peso, di nuovo, nella camera del capitano, che mugugnò a denti stretti un: ora ti faccio vedere io stupida femmina!

E fu così che Levi fece miagolare Hanji tutta la notte e questa volta i rumori che si sentirono fuori da quella porta, non furono colpa di nessun cassetto, cassettone, o mobile che dir si voglia…

…perché quando è giunta l’ora i topi si mettono a ballare e la gatta fa le fusa!

 

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Questa ficcia è dedicata a Marilou, che tanto mi supporta in questa mia titanica avventura!
GRAZIE di tutto :*

Special thanks alla mia amica Sara (in EFP cowgirlsara) che, chiacchierando una di queste sere, mi ha raccontato un’idea su una commedia degli equivoci, da lei pensata per una sua fic, facendo in me scattare la voglia di applicarla, ovviamente a modo mio, a questa coppia!

ADORO questa coppia, ma non riesco a concepirla in modo serio, non per il momento, quindi abbiate pietà di me e siate clementi! Dato che c’ero ho approfittato per prendere un po’ in giro anche gli altri (sennò Levi si arrabbia!) ^_^


Il titolo di questa fic è fortemente ispirato alla grande Lina Wertmüller e al suo bellissimo film intitolato: Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto. I cui protagonisti nelle loro dinamiche, mi ricordano i battibecchi tra Hanji e Levi :D

Grazie a chiunque sia passato di qua e a chi vorrà lasciare un commento
 

Disclaimer: Hanji, Levi e tutti gli altri personaggi, citati nella fic, (purtroppo) non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime Isayama.

  
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